sette scialli di seta gialla regia di Sergio Pastore Italia 1972
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sette scialli di seta gialla (1972)

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locandina del film SETTE SCIALLI DI SETA GIALLA

Titolo Originale: SETTE SCIALLI DI SETA GIALLA

RegiaSergio Pastore

InterpretiAnthony Steffen, Sylva Koscina, Jeannette Len, Giacomo Rossi Stuart

Durata: h 1.48
NazionalitàItalia 1972
Generethriller
Al cinema nel Febbraio 1972

•  Altri film di Sergio Pastore

Trama del film Sette scialli di seta gialla

L'ispettore danese Iansen è incaricato di indagare sulla morte dell'indossatrice Paula, trovata morta dalla collega Elga negli spogliatoi dell'atelier di Françoise. Le persone su cui si concentrano i sospetti sono il professor Peter Oliver, pianista cieco abbandonato dalla vittima, e Victor, marito della proprietaria della casa di moda. La posizione di Victor si aggrava quando saltano fuori fotografie scattate da Henry, un presunto cugino di Paula, che lo ritraggono in intimità con la defunta. Le cose si mettono davvero male per lui quando Henry viene trovato morto.

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Voto Visitatori:   5,81 / 10 (16 voti)5,81Grafico
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Voti e commenti su Sette scialli di seta gialla, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Italo Disco  @  06/02/2024 17:58:20
   6½ / 10
Incongruenze a valanga e tecnica degli omicidi abbastanza delirante anche se l'ultimo, quello in doccia, è sensazionale. La regia è meno peggio di quello che può sembrare, Steffen si muove bene, la Sylva Koscina è bona, il finale spiazzante e le musiche di De Sica non sono male.

alex94  @  14/03/2023 15:15:40
   6 / 10
Un giallo tutto sommato passabile,attinge senza troppa vergogna da pellicole passate,esagerando un po' con le citazioni e presenta una sceneggiatura grossolana e non priva di incongruenze.
Gli va però riconosciuto che alcune sequenze tensive ( in particolare nel finale) sono veramente ben costruite,la fotografia è di buon livello così come dignitosa è la colonna sonora.
Interpreti più che accettabili ( stranamente se la cava bene anche Steffen).
Non sarà un lavoro da ricordare ma non è neanche così terribile,per appassionati.

Alpagueur  @  13/11/2020 17:20:30
   6 / 10
La colpa al gatto nero, come sempre. I gatti, e in particolare quelli di colore nero, sono animali abbastanza popolari da presentare nei film dell'orrore. Principalmente grazie all'influenza degli scritti leggendari di Edgar Allan Poe, ma anche perché sono animali sinistri e misteriosi le cui azioni sono in gran parte incontrollabili. In particolare l'industria italiana dell'horror ha usato molti gatti (neri) e le trame spesso cercano di ingannarci facendoci credere che questi animali feroci siano responsabili del terrore in corso, anche se dietro c'è sempre (toh!) un colpevole umano. "Sette scialli di seta gialla" (conosciuto all'estero anche come "I crimini del gatto nero" di Sergio Pastore, da non confondere con "I delitti del gatto nero" del 1990 di John Harrison) è un giallo piuttosto interessante, forse un po' standard e ovviamente prende in prestito idee da sforzi simili, ma comunque abbastanza divertente per accontentare la maggior parte dei fan di questo meraviglioso sottogenere horror italiano. Quali aspetti della storia vengono presi in prestito da altri titoli del genere giallo? Ebbene, le vittime del killer maniacale sono quasi tutte splendide modelle che lavorano per la stessa casa di moda, come nel caso di "Sei donne per l'assassino" di Mario Bava, generalmente considerato come IL film che ha dato inizio a tutto il delirio del cinema Giallo nel 1964. Inoltre, il protagonista maschile, che inizia a indagare sugli omicidi da solo, è cieco, come il personaggio di Karl Malden ne "Il gatto a nove code" di Dario Argento. Gli elementi più importanti nella sceneggiatura di Sergio Pastore sono tuttavia originali, come il modus operandi utilizzato per gli omicidi e la grande quantità di falsificazioni e colpi di scena contorti quando ci si avvicina al finale. Il corpo senza vita di una giovane modella viene ritrovato nel suo camerino. Sembra che sia morta per un improvviso attacco di cuore, ma un'indagine più approfondita mostra che l'artiglio di un gatto imbevuto di veleno (curaro) ha causato la sua morte prematura. Poiché la polizia non sembra avere troppa fretta di trovare la persona dietro questo diabolico omicidio, l'ex fidanzato della ragazza Peter (un pianista cieco) inizia la sua ricerca, assistito dal suo fedele maggiordomo e dal compagno di stanza della ragazza assassinata. Lentamente svelano un'intera rete criminale che coinvolge adulterio, ricatti e artisti circensi tossicodipendenti. "Sette scialli di seta gialla" è ragionevolmente ben strutturato e presenta una quantità soddisfacente di azione ed eccitazione. Il primo quarto d'ora se ne va piuttosto docilmente, ma questo è ampiamente compensato dal climax oltraggioso e carico di suspense. Gli omicidi con gli artigli di gatto non sono molto spettacolari, ma verso la fine c'è una scena davvero sadica e sconvolgente in cui una povera ragazza viene pugnalata a morte, in stile "Psyco", nella sua doccia. Questo particolare omicidio è decisamente disgustoso. A differenza di altri gialli contemporanei, la colonna sonora (Manuel De Sica) non è memorabile e non c'è molta nudità femminile in mostra. La regia di Pastore e le performance del cast sono semplicemente adeguate senza superare limiti eccezionali. La fotografia (Guglielmo Mancori) è buona, con i cieli grigi sommessi di Copenaghen (il film è stato proprio girato lì) a fare da cornice all'intera vicenda. "Sette scialli di seta gialla" ha la bellezza visiva e lo stile usuali in molti gialli, il montaggio è fluido e il film è piacevole da vedere, con la bellezza femminile condita con qualche brivido e violenza. Sergio Pastore rende omaggio a Bava, Argento e Poe, ma il film ha un suo mondo e una sua atmosfera. Questo è sicuramente il suo film migliore, forse non è adatto a un novizio, ma è sicuramente un film discreto che consiglio vivamente.

Colibry88  @  27/06/2018 23:08:41
   5 / 10
Un minestrone mal riuscito che attinge spudoratamente da Argento, Bava e altri registi che hanno praticamente inventato il giallo all'italiana. Idee assai poco originali, interpretazioni grossolane e non di rado anche noia. Dai sopracitati registi, qui vengono riproposte anche le incongruenze e i difetti: comicità involontaria e gli immancabili gesti illogici ed insensensati.
Gli scpiazzamenti sono tra l'altro evidentissimi, specialmente a quanti hanno familiarità col cinema "argentiano" di quegli anni (molti i riferimenti a "L'uccello dalle piume di cristallo" o a "Quattro mosche di velluto grigio"). Addirittura nel finale si osa scomodare il grande Hitchcock. Un giallo mediocre, senza infamia e senza lode.

dagon  @  15/10/2015 21:13:19
   5 / 10
Non uno dei migliori titoli del genere, ha comunque dalla sua una scena di inconsueta truculenza

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, un sistema di omicidi tanto ingegnoso quanto assurdo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
ma la sceneggiatura è troppo rattoppata ed approssimativa per non lasciare una schiacciante sensazione di "meh"....

deliver  @  03/06/2012 14:09:20
   4 / 10
Giallo insipido, dove la suspence latita, oltre che prettamente derivativo per trama e sceneggiatura. La soluzione del mistero, non è così fenomenale e non spiazza assolutamente lo spettatore abituato al genere. Insomma, pollice verso.
Se non avete niente di meglio da vedere, vedetelo pure...

Crimson  @  11/04/2012 00:26:14
   4 / 10
Giallo italiano dei primi anni '70 che dal titolo fino ai dettagli attinge a piene mani dai primi film di Dario Argento e per proprietà transitiva da Mario Bava, Lucio Fulci e persino Alfred Hitchcock.
I riferimenti sono talmente sovrabbondanti da rendere tutto il resto, ovvero molto poco, pressoché insignificante e noioso.
Da 'L'uccello dalle piume di cristallo' il film di Pastore prende in prestito uno dei principali interpreti, Umberto Raho, oltre all'escamotage della registrazione telefonica in cui sono percepibili alcuni suoni che conducono ad una pista utile per risolvere il caso; da 'Il gatto a nove code' il protagonista cieco, mentre da 'Sei donne per l'assassino' di Bava l'atelier che fa da sfondo all'insieme di sotterfugi e ricatti attorno a cui si verifica la catena degli omicidi.
La celebre sequenza dell'omicidio nella doccia di 'Psycho' è riprodotta in maniera molto più efferata.
Altri espedienti narrativi come il ricorso abbondante a colpi di scena ad effetto, suoni che sovrastano le parole importanti di una conversazione rivelatrice di qualcosa di importante, foto compromettenti, voci camuffate al telefono, persone comuni che si sostituiscono al commissario di turno con maggior profitto nel condurre le indagini, appartengono al cinema di genere in voga in quegli anni e che con paternità differenti accomunano un po' tutti i registi citati in precedenza.
Pastore si adatta conformemente a tutti i cliché ammiccando continuamente ad un cinema inoffensivo di spudorata maniera, mostrando corpi femminili nudi ed effettacci di serie b in un'ambientazione tedesca anonima.
Ciò che rende il film definitivamente mediocre è l'involontaria comicità del non vedente che dapprima si fa attirare in una trappola clamorosamente ovvia e successivamente riesce a mettere in scacco l'assassino tendendo a sua volta una trappola con una prolunga di fili elettrici.
Da evitare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/02/2012 19:25:05
   5½ / 10
Ricalca in maniera fin troppo evidente le trame argentiane (Uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code) e ambientazione baviane (Sei donne per l'assassino), ma è comunque un prodotto di discreto intrattenimento. Non particolarmente intricato, nè particolarmente cruento fino all'omicidio finale in cui viene plagiata la scena della doccia di Psycho, aggiungendo quella dose di cruento che Hitchcock aveva omesso.

Ale-V-  @  27/06/2011 23:56:23
   6½ / 10
Bell'esempio di giallo/thriller all'italiana. Non mancano le belle trovate (anche se alcune un po' scopiazzate), finale così così... Più che sufficiente...

CyberDave  @  22/06/2011 23:50:37
   7½ / 10
Un classico del giallo all'italiana anni 70 fatto veramente benissimo.
Uscito dopo un solo anno dall'uccello dalla piume di cristallo del maestro dario Argento, devo fare i complimenti a Pastore, che quindi non può essersi ispirato più di tanto ma questo film è tutto merito suo.
La storia si rivela interessante fin dall'inizio e più prosegue più è appassionante e coinvolgente l'intreccio che si viene a creare. La parte delle indagini è fatta davvero bene e non annoia mai come capita a volte.
Peccato un pò per il finale dove, come sempre quello che sembrava scontato non lo è affatto, ma non mi ha convinto molto la spiegazione della vicenda e l'ho trovata un pò frettolosa come se non si sapesse cos'altro inventare.
Resta comunque un gran bel film che ogni amante del genere dovrebbe vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  05/11/2010 17:00:26
   6½ / 10
Bizzarro titolo per un film raccomandato solo agli appassionati dei thriller anni '70 all'italiana.
Il lavoro di Sergio Pastore infatti non si distingue per originalità o spunti particolarmente inediti,si limita ad un molteplice puzzle di tante citazioni ricalcate su opere di registi che hanno fatto la storia del genere (Argento,Bava,Fulci,ma c'è addirittura Hitchcock).Quasi ogni scena sembra pescare nel passato ma l'intreccio non ne risente più di tanto per via di un ritmo narrativo molto sostenuto.Pur abbondando in dialoghi improbabili e circostanze poco verosimili tutto sommato ci si diverte.
Inusuale l'ambientazione in esterni,siamo a Copenaghen,mentre i tratti distintivi del genere vengono esposti in turbinosa successione.Ovviamente Pastore non si lascia sfuggire gli immancabili intermezzi erotici (suggestioni lesbo comprese),nulla di particolarmente esplicito a differenza dell'omicidio nella doccia,sequenza di notevole ferocia che sorprende per durezza.
Curioso il metodo adottato dall'omicida,tanto quanto lo svolgimento delle indagini di cui si fa carico un non vedente coadiuvato dal suo aiutante e da un'avvenente amica.Un terzetto sui generis che approderà alla risoluzione del caso facendo le veci di un'autorità competente poco perspicace,ed in questo caso il biasimo alle forze dell'ordine,frequente in questo tipo di produzioni, non è certo velato.
Il cast si muove discretamente e uno stuolo di belle donne, tra cui la più famosa è Sylva Koscina,rapisce lo sguardo.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  23/09/2010 19:33:32
   4 / 10
Giallo sulla falsa riga di quelli del periodo di Dario Argento: titolo intrigante, pieno di colpi di scena ma sceneggiatura molto ma molto debole.

pinhead88  @  18/08/2010 15:56:36
   6 / 10
"Sette scialli di seta gialla" è roba sicuramente per patiti del giallo all'italiana,ma niente che possa includere qualsiasi brivido o chissà quale meravigliosa sceneggiatura. tutto sa di già visto,dalle location di moda di "Sei donne per l'assassino",al cieco che indaga che ricorda molto "Il gatto a nove code" di un anno prima,per non parlare poi della scena della doccia,citazone di "Psycho" arricchita con qualche spruzzo di gore. Poco mordente,soliti balletti da jukebox anni '70 e l'assassino di turno munito di rasoio.
Il tutto solo ed esclusivamente per appassionati.

KOMMANDOARDITI  @  11/07/2010 12:21:48
   6 / 10
Ecco un altro di quei tanti titoli "numerologici" che andavano molto in voga nel ventennio '60/'70, di sicuro il periodo più fiorente e prolifico per la nostra cinematografia, durante il quale giustamente la "quantità" aveva ottenuto un significato rilevante ai fini del successo o meno della varie pellicole. Basti pensare ad esempi quali "i tre volti", "quattro mosche", "cinque bambole", "sei donne", "sette orchidee", "nove ospiti", etc. etc.
Ma entriamo nel dettaglio di questo film.
In un atelier di alta moda, alcune indossatrici iniziano a morire in maniera inspiegabile, dopo aver ricevuto in regalo, da mani ignote, degli strani cesti accompagnati da scialli (di seta gialla, appunto). Pianista cieco, ex di una delle defunte, inizia ad indagare, aiutato da una fotomodella e dal suo arguto ed ambiguo maggiordomo.
Filmato nella fredda ed austera città danese di Copenaghen, questo discreto giallo è l'opera più "reperibile" dello sfortunato Sergio Pastore, autore di una serie di film che soffrirono di una distribuzione limitatissima.
Inutile far notare quanto l'influenza del Darione nazionale contamini ogni passaggio di questo prodotto. Evidentissimi difatti i prestiti sia da L'UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO (l'individuazione di un luogo grazie al verso di un volatile percepito durante un colloquio telefonico ; i due finali rivelatori, uno di seguito all'altro) sia dal successivo IL GATTO A NOVE CODE (la conversazione ascoltata fortunosamente di sottecchi ; il non vedente che svolge le sue indagini privatamente ; il fotografo assassinato).
Una costante di tutti i thriller di matrice argentiana dei primi anni '70 era il fatto che, ad incaricarsi rischiosamente delle investigazioni, fosse un comune cittadino, una figura cioè totalmente avulsa da esperienze poliziesche, che però dava prova di esser molto più sveglia e concreta delle inconcludenti ed inaffidabili Forze dell'Ordine (categoria che all'epoca non godeva di moltissime simpatie...!). Immancabile era anche la tecnica di confondere le idee allo spettatore ricorrendo all'abuso di primi piani fuorvianti e disonesti zoom sugli sguardi torvi e sospettosi di alcuni degli interpreti (che il navigato cinefilo, oramai puntualmente, interpreta come sinonimo d'innocenza al 100% !!!)
Nel cast, oltre alla bella Giovanna Lenzi (compagna del regista ed attrice in quasi tutti i suoi film) e ai due aficionados del genere Sylva Koscina e Giacomo Rossi Stuart, spicca su tutti la presenza di Anthony Steffen (attore di richiamo dello spaghetti-western), qui davvero in un raro stato di grazia. A differenza di altri suoi ruoli "meno sentiti", la sua immedesimazione nel personaggio del compositore cieco si conferma convincente, accurata e praticamente perfetta.
Unico ma grossissimo punto a sfavore della pellicola è l'improbabile quanto lambiccata tecnica con cui il killer compie i suoi omicidi (SPOILER 1).
A tratti allucinato, con bei colori e musiche gradevoli (di Manuel De Sica), SETTE SCIALLI vanta inoltre due memorabili sequenze realizzate magnificamente. La prima è la scena girata all'interno della discarica vetraria, carica di suspense e sorretta dal magico pathos esternato dal coinvolgimento del protagonista. La seconda è quella dell'assassinio sotto la doccia di Giovanna Lenzi, affettata a colpi di rasoio dal maniaco : al contempo omaggio ad Hitchcock e scena più gore mai apparsa sino ad allora in un'opera italiana (crudelissima nel suo rinunciare al sottofondo musicale per dare risalto al sibilo della lama che affonda nelle carni della moritura !!!)
Chiusura piuttosto kitsch (SPOILER 2) ma per Pastore sufficienza piena.


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3 risposte al commento
Ultima risposta 11/07/2010 13.03.34
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76eric  @  07/07/2010 19:10:39
   7½ / 10
E' un film del periodo d' oro del giallo italiano che tanto andava in voga nel periodo " early '70".
La regia non è affatto male, gli attori recitano più che discretamente, anche se qualche dialogo e qualche sequenza possono sembrare un pò scontati ed anche ingenui.
Citazioni al baviano 6 donne per l' assassino, alla trilogia argentiana degli animali ( qua numerose) ed anche all' hitckockiano Psyco per ciò che concerne il finale, piuttosto cruento.
Non è un capolavoro ma è un film tutto sommato ben fatto e non mi spiego che sia stato così ingiustamente snobbato. Ne consiglio la visione.

DarkRareMirko  @  02/05/2009 01:08:51
   7 / 10
Discreto thriller del misconosciuto Sergio Pastore.

Bravi gli attori (c'è pure il padre di Kim Rossi Stuart, Giacomo, e quella bona della Koscina), qua e là citazioni ad altri film/autori celebri (tipo il non vedente che indaga), trama per una volta piuttosto seguibile anche se non priva di cadute di tono ed ingenuità (tipo la sospetta assassina che gira con un notabilissimo cappotto bianco!).

Finale più o meno inaspettato e più o meno poco credibile.

Regia controllata di Pastore, modus operandi dell'assassina (anzi, degli assassini) copiati da I delitti del gatto nero, finale ultragore ed ultraviolento con ferite su ferite e un vero bagno di sangue nella doccia.

Vedibile.

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