l'ora di punta regia di Vincenzo Marra Italia 2007
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l'ora di punta (2007)

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locandina del film L'ORA DI PUNTA

Titolo Originale: L'ORA DI PUNTA

RegiaVincenzo Marra

InterpretiFanny Ardant, Michele Lastella, Giulia Bevilacqua, Augusto Zucchi, Antonio Gerardi, Barbara Valmorin

Durata: h 1.30
NazionalitàItalia 2007
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2007

•  Altri film di Vincenzo Marra

Trama del film L'ora di punta

Filippo Costa, giovane agente della guardia di finanza, di modesta estrazione sociale, cova una enorme ambizione che lo tiene a distanza dai suoi colleghi e dalle sue origini. All'inizio pensa di fare carriera all'interno del lavoro che si è scelto, poi però quando si trova a confrontarsi direttamente con la corruzione capisce che può mirare molto più in alto. Nella sua irresistibile ascesa sociale viene aiutato da Caterina, una donna più grande di lui, bella, colta, elegante, molto ricca e molto innamorata. Grazie a lei Filippo entra in contatto con il mondo dell'alta finanza e inizia la scalata ad uno stato sociale economicamente prestigioso. Ma per non essere schiacciato dalle ciniche regole di quel mondo, Filippo è costretto ad abbandonare ogni ulteriore residuo di remora umana e morale.

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Voto Visitatori:   4,06 / 10 (9 voti)4,06Grafico
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Voti e commenti su L'ora di punta, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/10/2017 21:54:49
   4 / 10
Peste e corna quando fu proiettato a Venezia ormai dieci anni fa. Io non ebbi l'occasione di vederlo e proprio di recente sono riuscito a visionarlo. Secondo me le critiche di allora avevano fondamento, seppure il film parta da un buon soggetto, cioé quello dell'ascesa di un furbetto del quartierino che gradualmente perde ogni remora morale al servizio esclusivo della propria ambizione.
Difetta in una sceneggiatura che che dà per scontato molti, troppi passaggi, tanto da essere una versione semplificata di una sceneggiatura. Ovvio che ci troviamo di fronte ad un film non una miniserie tv dove è possibile approfondire meglio personaggi e situazioni, ma in questo caso si esagera. Valga per tutti la relazione Filippo/Katherine che si è evoluta in due nanosecondi. Poi è la recitazione in generale che non mi ha convinto per niente: talmente in sottrazione che i personaggi sono quasi dei manichini inespressivi. Non è colpa degli attori ma di un'impostazione statica che toglie spessore ai personaggi. Marra è un regista che non mi dispiace per niente, prima e dopo questo film, ma con L'ora di punta ha veramente toppato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  22/09/2008 10:43:03
   3 / 10
Questo è il primo film di V. Marra che guardo e non posso far altro che concordare con i vari giudizi negativi che precedono il mio.
I temi del film, non troppo originali, la corruzione e l'ambizione in Italia sono trattati nella maniera peggiore possibile ovvero da fiction televisiva. I ritmi poi sono eccessivamente lenti che non possono portare ad altro che allo sbadiglio continuo.
Il protagonista è mono-tono e mono-espressivo. Mi dispiace ma nemmeno F. Ardant si salva dalla mediocrità ed approssimazione generale.

giumig  @  28/01/2008 19:45:47
   5 / 10
l'incipit non è male, e nemmeno la regia di Vincenzo Marra, seppur inferiore alle aspettative, è da buttare. Male invece l'attore protagonista. La storia come dicevo riesce ad interessare all'inizio e fino a metà film, poi molti passaggi vengono saltati e lo spettatore si ritrova davanti una ex guardia di finanza diventata ricca in pochi giorni senza capire il peche.

Finale pessimo, ma nel complesso riesce cmq ad avere il suo "fascino"

Invia una mail all'autore del commento Adriano Lotito  @  23/11/2007 18:56:08
   2 / 10
E' ormai chiaro che il cinema italiano pur avendo a disposizione un buon cambio generazionale sta toccando il fondo. Gran parte dei giovani autori nostrani non fa altro che usare il cinema per parlare del nostro malessere sociale, di mafia e corruzione in un modo didascalico e ingenuo come ci ha abituati la televisione, il vero morbo del nostro cinema. Pochi sono gli autori veramente interessanti nel nostro panorama cinematografico e di questi certo non far parte il tanto elogiato Vincenzo Marra paladino del nuovo cinema di denuncia sociale documentaristica. Ma la prova tanto attesa l’ha fallita e non di poco. La domanda che ognuno si pone dopo aver visto “L’ora di punta” è: con che coraggio abbiamo presentato un film del genere alla Mostra di Venezia?
Infatti il terzo film di Marra è veramente pessimo, noioso, prevedibile e pieno di luoghi comuni, didascalico tanto da sembrare di vedere una fiction televisiva. La storia è quella di un finanziere che diventa ricco grazie alle mazzette di loschi imprenditori. Nel cast splende una sempre affascinante Fanny Ardant che nonostante la sua età avanzata (58 anni) colpisce il cuore del protagonista interpretato da Michele Stella conteso anche dalla giovane commessa nei cui panni c’è Giulia Bevilacqua già vista in “Distretto di polizia”.
Si può benissimo fare a meno di vederlo.

Gianmaria  @  22/10/2007 20:05:02
   8½ / 10
Aspettavo molto questo film.Però forse con le critiche negative di Venezia,mi sono abbattuto un pò.Io però lo trovato molto valido(so che molti non saranno molto felici) ma mi è piaciuto.Forse perchè c'è la Grande Ardant che mi ha incantato anche se non ha un grande ruolo.Lastella però è il punto debole di questa pellicola.Impacciato,freddo come un gelato,ma forse questo era il suo obbietivo apparire così.Ma almeno per noi non ci è riuscito.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  11/09/2007 00:25:01
   3 / 10
Come fare del male al cinema italiano: inserire nella Mostra Cinematografica di Venezia tre film tre nettamente inferiori agli altri contendenti.

Come fare del male alla Ardant: falla partecipare a questa soap di serie b, affidandole un personaggio sciocco, tutte moine e sorrisini.

Come fare del male a Marra: fargli girare un film il cui script aveva nel cassetto da due anni (bontà sua) e inserirlo nella Sezione Concorso.

Come fare del male allo spettatore: consigliargli di andare a vedere uno dei film italiani più brutti, antipatici e sgradevoli degli ultimi anni.

5 risposte al commento
Ultima risposta 15/10/2007 13.26.24
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/09/2007 02:18:23
   3½ / 10
Ok, tutti possono sbagliare un film, specialmente se credono di poter gestire un tema sociale con la stessa libertà di prima, ma è inaccettabile che il confine del buon gusto oltrepassi l'idea originaria facendo perno sulla credibilità - già molto scarsa - degli spettatori televisivi.
Per favore, qualcuno dica a Marra che i teledipendenti che amano "Incantesimo" non vanno poi tanto frequentemente al cinema....
Oltretutto, cosa sarà mai questa sorta di impunità canagliesca che al festival di Venezia parla di un "simpatico mafioso" (v. il pur non esaltante film di Porporati) e, in questo caso, di un corrotto corruttore che sa dstricarsi nella melma senza essere fermato da nessuno?
Già l'iniziale sequenza con la madre non avrebbe dovuto esistere (anche questa è retorica), ma poi, quando il Costa finisce tra le lenzuola della cinquantenne ancora stimolata dalla propria libido (un'irriconoscibile Ardant, già rovinata da un'altro ex-grande regista caduto in rovina, Martone, nel suo insopportabile "L'odore del sangue") allora gli ammiccamenti e la patina per far marchetta di spettatori esibiscono la loro natura.
Poco da dire, il film è brutto, e ancora di più se si pensa che, soprattutto quando scivola in un finale à la Match Point, diventa involontariamente comico.
Lo stesso personaggio di Caterina aveva le potenzialità per una revisione profonda sulla sua (presunta) amarezza, invece è trattato con una banalità sconcertante: smetta di fare film in Italia, l'ex-Signora della Porta Accanto, e ne guadagnerebbe...
Pessima la prova di tal Michele Lastella, praticamente costretto a sostenere l'intero film e con risultati a dir poco tremendi.

E poi, vogliamo parlare del tema del film? Beh se voleva costituire una controprova alla Verginità che ancora esibisce la Finanza corrotta nel cinema italiano (e dire che di materiale a disposizione ce n'è a josa, basta leggere i giornali) è certo che questa soap-opera non susciterà nessuna polemica, non muoverà nessun polverone, niente di niente.
C'è persino un'opinabile retaggio da spot tv. quando Costa vede Caterina per la prima volta: vuoi vedere che è lì per sponsorizzare un noto aperitivo?
Unico elemento plausibile, il ricattatore, sufficientemente laido, viene fatto fuori: è facile dire che concediamo a Marra, regista di due buoni film, una seconda possibilità per sopravvivere.
Altrimenti al Diavolo questo Nuovo Cinema Italiano che banalizza ogni realtà, offrendo ai furbastri recidivi à la Costa solo la possibilità di sopravvivere.
Anche al cinema, sembra un congresso di parlamentari

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/09/2007 14.16.05
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Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  08/09/2007 14:07:58
   1 / 10
il prodotto filmato(non chiamiamolo film!!!)più brutto che abbia mai visto!!!!non dico altro...

Marenco  @  08/09/2007 00:24:24
   6½ / 10
Il consueto tiro a bersaglio annuale è toccato al povero ed onesto Vincenzo Marra. Che magari d'ora in poi avrà certo meno difficoltà per far uscire un suo film, però ha dovuto sopportare l'umiliazione dei fischi di certa stampa esigente (e non pagante, non dimentichiamolo) alla prima veneziana.
A me il film non è dispiaciuto. E' molto secco, talvolta, e non vorrei bestemmiare ma mi ha ricordato l'atmosfera cupa e rarefatta di certi film di Chabrol (sarà per l'Ardant?).
Certo Michele Lastella non è un attore di cinema e si vede (ma già me lo vedo come un buon Marlon Brando delle fiction) e la metafora della scalata è un pò sciatta e rabberciata. Però è cinema d'impegno civile. Non dispiace, ogni tanto ci vuole se non altro per non commiserarsi con le solite cavolate generazionali-sentimentali (vero Ozpetek?) che fanno tanto arrabbiare zio Quentin.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/09/2007 14.23.55
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