l'ombra di caravaggio (2022)

Biopic romanzato, agiografico e wikipediano che non credo sarebbe piaciuto a Caravaggio. La coproduzione italo-francese fa prevalere l'ombra dell'emissario di Paolo V per pedinare Merisi e le pruriginose ombre nella vita maudit del pittore su quelle che ne contraddistinguono le opere, mentre Placido per interposto artista scomodo dirige un pamphlet sulla libertà e il libertismo refrattari a vincoli o imposizioni, anzitutto le religiose. Nell'86 Jarman aveva già commesso una simile forzatura. Per emozionarsi c'è d'attendere che la mdp inquadri alcuni dei più celebri dipinti della storia.

Ciò che Placido vuole mettere in evidenza è la piena aderenza fra le opere e la vita del Caravaggio. Un pittore che traeva ispirazione dalla realtà e dalle persone reali, dal popolo e dai reietti. Troppo lontano a livello culturale da una chiesa cattolica in piena controriforma, bisognosa di ostentare la sua opulenza. E' questo che la chiesa non tollerava, pur riconoscendone l'immenso talento. Il risultato finale, l'opera capolavoro però partendo dai presupposti sbagliati ("Sono una *******, ma nei secoli a venire sarò la *******"). Caravaggio con la sua vita inquieta e dissoluta è il redentore di queste figure emarginate soprattutto da coloro (sempre la chiesa) che avevano il dovere di offrire un minimo di dignità. Dissoluto e devoto, rispettoso dei vangeli ma non delle istituzioni. Una vita di chiaroscuri che Placido mette in evidenza con una cura dei dettagli tecnici che cercano di riprodurre ciò che Caravaggio esprimeva nelle sue tele, capolavori assoluti e senza tempo.

L'arte profana, eretica e sovversiva di Caravaggio è protagonista del nuovo film di Michele Placido, L'ombra di Caravaggio, in cui Riccardo Scamarcio interpreta il celebre pittore, Isabelle Huppert la marchesa Costanza Colonna, Louis Garrel l'enigmatico personaggio dell'Ombra e Micaela Ramazzotti nel ruolo di Lena.
È un'opera ambiziosa nelle sue intenzioni, ma gli obiettivi che si prefigge li raggiunge tutti. Riesce a toccare le corde dell'anima restituendo vita a personaggi dei secoli addietro, restituendo carne, voce, respiro ed emozione al patrimonio artistico nazionale e mondiale. Ma va anche ben oltre, portandoci alla catarsi con una riflessione caravaggesca sul senso della vita e la ricerca della verità.
Più che la biografia di Caravaggio, sono sensibilità e intelligenza emotiva a porsi prepotentemente al centro degli equilibri drammaturgici. E l'immersione nelle atmosfere del tempo è totale, così come la stupenda colonna sonora del film. Placido, Scamarcio e il resto della troupe, confezionano un film importante e d'alto budget (il costo complessivo ammonta a 14 milioni d'euro) traspare in costumi, scenografie e impiego del cast. Da vedere assolutamente.

Notevoli le aspettative riposte durante i numerosi trailer visti, poi vanificate da un puzzle di "scenette" mal cucite che tentano di raccontare la vita del Maestro Caravaggio, peraltro interpretato dalla solita "statua" di Scamarcio. I due minuti due, del brevissimo incontro con Giordano Bruno, sono tra le poche cose degne di nota di questo film. Appena mediocre il risultato finale.