la sfida regia di Francesco Rosi Italia 1957
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la sfida (1957)

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locandina del film LA SFIDA

Titolo Originale: LA SFIDA

RegiaFrancesco Rosi

InterpretiRosanna Schiaffino, José Suarez, Nino Vingelli, Decimo Cristiani

Durata: h 1.35
NazionalitàItalia 1957
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1957

•  Altri film di Francesco Rosi

Trama del film La sfida

Vito riesce, con la violenza, a piazzare i suoi prodotti al mercato ortofrutticolo, dove è padrone incontrastato un potente camorrista. Per evitare conseguenze dannose i due vengono a patti. Tempo dopo, Vito è ormai ricco e, fidandosi troppo della sua nuova condizione, commette l'errore di sfidare ancora una volta l'avversario.

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Voto Visitatori:   6,72 / 10 (9 voti)6,72Grafico
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Voti e commenti su La sfida, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  26/04/2025 21:03:44
   6½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Discreto esordio di Rosi che prende spunto da una storia vera per realizzare un film che si ispira alla corrente neorealista ambientandolo nella sua Campania, descrivendo molto bene il contesto del tempo, in cui tira in ballo quella voglia di emergere tipica del pre boom economico e le difficoltà dettate dalla presenza di associazioni di stampo mafioso sul territorio, creando un po' quella sensazione soffocante tipica di queste opere in cui la figura del gangster con le mani in pasta a tutto e con innumerevoli agganci diventa sempre più ingombrante, ma come accadrà anche in futuro, la visione di Rosi tende sempre ad essere meno divisiva possibile, non schierandosi nettamente da una parte o dall'altra quanto cercando di analizzare il problema, contestualizzarlo e proporlo da un punto di vista il più realistico possibile, è così che questo giovane contrabbandiere, per via del tutto casuale, passerà dal traffico di sigarette a quello delle verdure, vedendo una certa richiesta, ma nella sua strada incontrerà Don Salvatore Aiello, con cui dovrà intraprendere una convivenza forzata nel business, in una storia fatta di alti e bassi fra i due, tra momenti in cui l'autorità del boss si fa ingombrante e costringe il protagonista a stare alle sue condizioni, a momenti di ribellione dal tragico esito, ma una delle forze del film è mostrare bene la rete del boss che come una tela di ragno sembra aver catturato tutti quelli coinvolti, non solo i collaboratori diretti, come gli scagnozzi o altri membri della famiglia, ma gli stessi agricoltori sono riluttanti nel vendere un prodotto al protagonista senza il benestare del boss.

Il film segue un po' la classica struttura di ascesa e caduta, da un punto di vista inusuale, mostrando come con l'uniformarsi al contesto il protagonista non abbia alcun problema e riesca anche ad avere un ottimo successo economico, ma appena esce fuori dai ranghi l'organizzazione si abbatte su di lui inevitabilmente, lasciando un forte retrogusto amaro.

Discreto esordio, non tra le opere più memorabili di Rosi ma è un piccolo passo per arrivarci, in cui già propone una visione chiara e tendenzialmente super partes, iniziando ad affinare il suo stile di stampo realista.

pak7  @  25/02/2020 23:42:32
   6½ / 10
Interessante esordio dietro la macchina da presa di Francesco Rosi. Complessivamente, il film risulta discreto e comunque interessante, nonostante la tematica molto inflazionata già nel 1957.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  30/11/2019 19:34:18
   7 / 10
Esordio alla regia per il grande Francesco Rosi


Dopo aver fatto da aiuto a Luchino Visconti sui set della Terra trema e di Senso e lo sceneggiatore in Bellissima sempre di Visconti e Processo alla città di Zampa, Rosi debutta alla regia su questa storia di camorra ambientata nella Napoli anni 50.

Aldo Giuffrè doppia il protagonista(un attore spagnolo), la Schiaffino(bellissima) è l'attrice protagonista. Moltro bravo Nino Vingelli come sempre


Sceneggiano Suso Cecchi D'Amico e Enzo Provenzale insieme al regista.


Musiche di Roman Vlad(nei film successivi inizierà il connubio artistico tra Rosi e Piero Piccioni)

Goldust  @  16/05/2019 12:19:37
   6½ / 10
Fin dalla sua prima opera a Francesco Rosi sembra già chiara la via da seguire per confezionare il suo Cinema di critica ed impegno sociale. Si parte quindi con una specie di mafia movie ( nell'eccezione positiva del termine ) con spaccato urbano di una Napoli povera e ruspante, dove il regista sa ritagliare scorci di vita autentica di innegabile bellezza. L'escalation sociale ed economica del buon Vito è però raccontata il modo troppo repentino e Josè Suarez, come protagonista, non vale molto. Un racconto che poteva quindi essere migliore ma che è comunque da non sottovalutare, in equilibrio tra la commedia del primo tempo ( dove l'esuberanza di Vito non fa ancora danni ) ed il dramma del secondo.

Dick  @  08/08/2014 11:16:11
   7½ / 10
L' esordio di Rosi mostra come la camorra abbia in mano il mercato ortofrutticolo. La storia però è quella di Vito, giovane che con le sue idee vuole fargli concorrenza anche a costo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Un film interessante anche se un po altalenante dove prevale la narrazione romanzata rispetto al cinema che il regista svilupperà di li a poco.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  16/02/2014 22:15:49
   7 / 10
Francesco Rosi si caratterizza fin dal primo film come un regista impegnato nel rappresentare la realtà nei suoi risvolti socialmente e politicamente più scomodi e nascosti. Tutto questo restando il più possibile fedele ai fatti e alla realtà. Non dimentica però di essere anche un cineasta e sullo sfondo del realtà scomoda inserisce personaggi che oltre ad essere esemplari sono in qualche maniera "interessanti" e romanzati. Introduce poi le classiche storie di lotta e amore, che sono il pegno da pagare al botteghino e ai gusti all'epoca. Rappresenta oggi la parte più debole dei suoi film.
"La sfida" è ambientata in una Napoli molto realistica (Francesco Rosi tra l'altro è nato e cresciuto proprio a Napoli) e nella ridente e fertile campagna campana (la futura Terra dei Fuochi). Molto interessante vedere gli interni e gli esterni delle case degli anni '50. Uno splendido documento di come eravamo.
La particolarità di "La sfida" è la mancanza di moralismo. Il protagonista è un malavitoso a tutti gli effetti, il quale agisce senza scrupoli. "La sfida" esemplifica in maniera scoperta e senza infingimenti come funziona(va) la camorra a Napoli e in Campania negli anni '50. Il mercato ortofrutticolo era in mano a gruppi che decidevano il prezzo da fare e tenevano in pugno con la forza e la violenza i produttori. Denaro facile e sopraffazione erano la regola e i gruppi camorristici spadroneggiavano già allora.
La cosa che però più salta all'occhio è la sostanziale connivenza e accettazione da parte della gente comune. Ci si comporta come se questo sistema fosse la "regola". Vito stesso, il protagonista, se ne fa un vanto di essere diventato ricco, di avere avuto successo, fregandosene dei mezzi che ha usato. E tutti lo ammirano per questo. Sanno ma fanno finta di non saperlo.
L' "ammonizione" che viene dal film non è tanto di ordine morale o politico, ma piuttosto esistenziale. Questa scelta di vita porta alla (auto)distruzione. Quel poco di buono, di generoso, di amoroso che una persona ha, viene irrimediabilmente perso.
Un po' discutibile è la rappresentazione dell'universo femminile in questo film: sempre dietro le quinte, a traino dei maschi, ignorano o si astengono dall'agire o mettere bocca. La figura di Assunta che dovrebbe rappresentare il "positivo", l'onesto, la ribellione al malaffare, rimane invece una figura superficiale, poco sviluppata, decisamente poco realistica.
Nonostante che "La sfida" soffra dei difetti dei film dell'epoca (didascalismo, lunghi dialoghi) rimane un film molto piacevole e interessante pure oggi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/09/2016 16.04.49
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deliver  @  10/03/2013 13:57:52
   7 / 10
A posteriori è forse uno dei migliori film di Rosi: c'è la freschezza dell'opera prima libera da condizionamenti, c'è l'innocienza e la spontaneità del raccontare una storia qualunque ma pur sempre interessante, c'è un'ottima regia considerando che Rosi era alle prime armi. Non a caso venne premiato a Venezia ! Abbastanza incatalogabile per l'epoca: a metà strada tra il noir, il mafia movie e il drammatico..

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/05/2012 14:45:34
   5½ / 10
Primo film diretto da Rosi che in futuro riuscira' a fare sicuramente di meglio...come storia di ascesa al potere mafioso consiglierei "Salvatore Guliano"!
I pochi pregi del film sono quelli illustrati da Kowalsky, per il resto il film offre pochi spunti interessanti e la noia è sempre dietro l'angolo...
Film che sente il peso dell'eta' visto che successivamente in tanti hanno preso l'argomento e girato film migliori di questo...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/05/2007 23:49:08
   7 / 10
Buon esordio registico di Rosi, con una bellissima Rosanna Schiaffino alle prime armi, che incarna una perfetta donna del Sud (in realtà era genovese).
Splendida fotografia che risalta un'immagine inedita di Napoli, immortalata quasi come fosse... la Sicilia

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