la fisica dell'acqua regia di Felice Farina Italia, Svizzera, Francia 2009
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la fisica dell'acqua (2009)

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locandina del film LA FISICA DELL'ACQUA

Titolo Originale: LA FISICA DELL'ACQUA

RegiaFelice Farina

InterpretiClaudio Amendola, Paola Cortellesi, Stefano Dionisi, Lorenzo Vavassori, Lorenzo Pavanello

Durata: h 1.16
NazionalitàItalia, Svizzera, Francia 2009
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2010

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Trama del film La fisica dell'acqua

Ale ha sette anni e ha perso il padre quando cominciava a muovere i primi passi. Dopo molti anni e in modo improvviso nella vita del bambino riappare Claudio, lo zio, un uomo inafferrabile, testardo e deciso a vendere la villetta sul lago dove il piccolo

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Voto Visitatori:   6,81 / 10 (16 voti)6,81Grafico
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Voti e commenti su La fisica dell'acqua, 16 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  15/11/2018 15:05:35
   5½ / 10
Sono d'accordo con il commento precedente al mio.
Il film è coraggioso e caratterizzato da una buona regia che fa percepire l'atmosfera "fredda". Peccato però che il cast sia sottotono (Amendola è l'unico che se la cava, il bambino è improponibile) e che la sceneggiatura sia debole e superficiale per cui anche il colpo di scena finale passa in secondo piano.

Trixter  @  22/01/2013 22:54:13
   5½ / 10
Coraggiosa pellicola del sottobosco cinematografico italiano, di quelle che, ahimè, non troveranno grande spazio nel mondo della distribuzione. 'La fisica dell'acqua', a mio parere, si caratterizza positivamente per l'ottima regia, dove Farina è capacissimo ad evidenziare una certa atmosfera fredda, torbida, da noir metropolitano. Ma i pregi, purtroppo, si fermano qua: la recitazione non convince, complice una sceneggiatura un pò superficiale e poco curata; la prova attoriale del bambino-protagonista è decisamente scadente (ricordate J. Osment de Il Sesto Senso? ecco, qui siamo agli antipodi...), la narrazione è poco coinvolgente. A salvare la baracca ci pensa un discreto colpo di scena finale, ma, nel complesso, la sufficienza resta una spanna lontana.

DarkRareMirko  @  11/08/2012 00:26:30
   8½ / 10
Di Farina avevo già visto qualcosa in "Sposi", rimanendone positivamente colpito; questo film non ha fatto che confermare le mie impressioni.

Molto debitore di un certo stile americano per quanto riguarda la regia (peraltro molto riuscito e, perchè no, è proprio questo elemento che fa la differenza), il film è avvincente e riuscitissimo.

Molti meriti di script (colpi di scena, le caratterizzazioni, il modo di rappresentare l'infanzia, ecc.), bravi attori (anche Amendola, che è sapiente nel caratterizzare un uomo violento e pure un pò viscido), bella atmosfera.

Nulla da segnalare; 76 minuti di gran cinema (italiano, peraltro).

sandrone65  @  30/11/2011 21:16:23
   7½ / 10
Un trauma antico, sepolto nella memoria di un bambino, che riemerge e prende vita. Bella regia, delicata, curata nei dettagli. Il film è intriso della giusta carica onirica, la percezione che manca una netta linea di demarcazione tra la realtà e il sogno, come ci si aspetta da un ricordo della primissima infanzia che si muove dentro di noi e ci perseguita. Il film rappresenta bene questo aspetto e valorizza il dramma in atto nella coscienza del bambino. Brava come sempre Paola Cortellesi, grande prova del piccolo Vavassori, su Amendola invece qualche riserva.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  06/07/2011 11:20:58
   7 / 10
Una specie di giallo ad altezza bambino,uno sguardo annebbiato verso un passato in cui ricordi e sensazioni si affastellano senza coerenza logica.
Alla base di questa necessaria rievocazione un conflitto generato da una comprensibile gelosia oppure da qualcosa di ben più doloroso,l'opposizione verso tutto ciò sfocia drasticamente in una risoluzione violenta e un senso di colpa profondo si materializza elaborato su fantasie infantili.
L'acqua è l'elemento centrale in cui si celano quei misteri che emergeranno potenti sbattendo in faccia ai protagonisti una realtà per troppo tempo dissimulata.
Se la descrizione dei personaggi non è certo esemplare,per quanto poi Paola Cortellesi e un efficace Claudio Amendola se la cavino più che dignitosamente,a tenere banco è Alessandro (l'intenso Lorenzo Vavassori) con le sue paure e le sue allucinazioni,i suoi pensieri che prendono forma in luoghi generati da proiezioni mentali, puntualizzanti le intenzioni del regista nel prendere le distanze da certo cinema "facile" sin dalla scelta delle scenografie.Il voler proporre qualcosa che vada oltre l'ordinario è palese,la storia non è poi così indecifrabile ma la narrazione destrutturata affascina con l'accavallarsi di svariati periodi temporali mentre l'utilizzo di una fotografia stinta trascina in un clima di tormentata afflizione.
Questa misconosciuta produzione avrebbe meritato maggior sorte,non solo per il valore della pellicola ma anche perché coraggiosa voce fuori dal coro in un panorama cinematografico italiano spesso pavido nello sfuggire gli abituali schemi formali e narrativi.

El_Baro  @  06/05/2011 19:13:56
   7½ / 10
Bella sorpresa, un film intelligente e sensibile, senza particolari sensazionalismi ma con buona vena poetica e una sceneggiatura solida. Peccato davvero sia poco conosciuto, con altra pubblicità e distribuzione avrebbe potuto ottenere ben altra visibilità.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  12/02/2011 19:56:48
   7 / 10
Peccato che certo cinema italiano resti sommerso dalle inettitudini distributive. E dire che Farina non è un pivellino.
La storia non è particolarmente originale, ma il modo di raccontarla coinvolgente.
Brava la cortellesi, imbarazzante Amendola.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  21/01/2011 11:09:18
   7½ / 10
ATTENZIONE: il commento potrebbe contenere anticipazioni.

Prima una doverosa premessa. Nel nostro ambito non c'è un luogo comune più fastidioso e banale di quello che vuole morto il cinema italiano. Ora, sono vere alcune cose:
1 Non siamo più un punto di riferimento mondiale.
2 Abbiamo visto morire interi generi, penso all'Horror, a una certa Fantascienza, al Poliziesco e al Western (in realtà morti a livello globale) dove dettavamo legge a tutti.
3 Il 90% delle nostre produzioni è tra il Comico e la Commedia. Questo perchè tali generi rendono ormai più di tutti gli altri, e sia registi che produttori hanno letteralmente paura di arrischiarsi in altro, pena il flop totale che non rappresenta solo un danno d'immagine e d'orgoglio ma specialmente economico.
Detto questo il Cinema italiano sforna ancora in continuazione grandissimi film, basta andarli a cercare e non avere la puzza sotto il naso.Potrei elencarne decine solo di questi ultimi 6,7 anni. Solo un cambiamento nel pubblico potrà portare un cambiamento nella produzione e distribuzione.

La Fisica dell'acqua non è un capolavoro, non è un grandissimo film, ma è un ottimo prodotto, di genere (ma con ambizioni più alte) realizzato con tutti i crismi. Probabilmente è un film ancora più bello di quello che si possa pensare perchè è una pellicola per certi versi intelligente, colta, raffinata (già il bellissimo titolo lo dimostra), e come tale la presa può non essere immediata. Non posso non partire dalla magnifica prova del piccolo Vavassori. Se questa interpretazione fosse stata offerta in un filmone americano qualcuno parlerebbe magari di nuovo Osment... La corsa iniziale verso il luogo dell'incidente è a mio parere una sequenza di una forza emotiva straordinaria perchè rappresenta in modo perfetto quello che è l'amore di un bambino per la propria madre, un amore puro, non ragionato, senza pensieri e sovrastrutture, una amore che porta a correre, come farebbe un animale.
Farina ha una grazia, un tocco, una sensibilità nel raccontare i bambini e il loro mondo che in alcune sequenze mi sembrava di essere tornati al nostro caro e amato Neorealismo. Tutte le scene di Alessandro (il nome del piccolo protagonista), quelle col suo amichetto, quelle finali del neonato hanno insieme tenerezza e forza, divertimento e tragedia.
Parlavo di film colto soprattutto perchè affronta una tematica come quella della rimozione e poi del lento riaffiorare dei ricordi in un modo molto originale e interessante. Fino a quale età possiamo ricordarci fatti così vecchi? Può una vicenda capitata a un solo anno di vita essere ricordata e segnarci per sempre? Il processo che aiuterà Alessandro a ricordare la verità solo a posteriori si rivelerà come profondamente e teneramente umano tanto che, alla luce dei fatti finali, ripensare all'abbraccio commosso con il commissario renderà quella scena straordinaria, da brividi.
Il film ha un'eccellente fotografia e una regia virtuosa ma mai esagerata (la gru sulla stazione della polizia, i riflessi del corpo sul muro, la corsa che menzionavo all'inizio e tante altre) tanto da rendere La Fisica del'acqua, a parte alcune forzature di plot, come una pellicola senza difetti. Buoni gli attori, Vavassori e Cortellesi su tutti.
Insomma, non è un film che riconcilia col cinema italiano perchè non c'è bisogno di nessuna riconciliazione. E' semplicemente una piccola storia che sa essere raccontata, una storia scritta e diretta con amore e professionalità, una vicenda che sa anche commuovere senza che questo sia il suo fine principale.
Bravo Farina. Quattro anni per trovare un produttore. Prendi tutto questo per quello che realmente rappresenta, un merito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  15/01/2011 20:53:53
   7½ / 10
"La fisica dell'acqua" è un'altra delle tante ottime pellicole italiane che vengono trascurate, vuoi perché prodotte da case troppo piccole per renderlo noto al grande pubblico o perché oscurate dalla pubblicità di film più alla moda.
Un film dove si vede la passione cinematografica del regista, il quale non si ferma davanti al ridotto budget o ai problemi tipici di quando si gira un film. E bisogna sottolineare che la lavorazione ha subito molte peripezie e posticipazioni, infatti era dal 2004 che Farina ci stava dietro. E' stato costretto a cambiare il montaggio da come era pensato inizialmente, eppure eccolo qua; un film dalla trama intrigante, dalla fotografia divina e con una colonna sonora bellissima.
Un thriller dalle tinte leggere ma molto introspettivo, con protagonista il piccolo e grande Lorenzo Vavassori, che dà sfogo in maniera strabiliante ai suoi dubbi e rancori, anche se talvolta la sua recitazione è un po' forzata, ma a quei bei occhioni si può perdonare tutto. ^^
Anche la trama perde colpi qualche volta, ad es.

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ma non mancheranno scene suggestive e commozione. Ottimi gli effetti visivi.
W le produzioni italiane indipendenti!

davmus  @  04/01/2011 11:40:56
   5 / 10
L'ho trovato con una trama molto blanda, e recitazione non all'altezza. Non mi ha appassionato!

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/09/2012 09.01.10
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gandyovo  @  28/12/2010 15:48:19
   7 / 10
un film abbastanza originale nel ns panorama e impreziosito da una bella prova del piccolo protagonista. mi è mancata un po' di tensione e pathos ma resta comunque una discreta pellicola.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/12/2010 15:46:03
   7 / 10
Peccato che questo film italiano abbia così faticato per trovare una distribuzione, anche se la miopia di quest'ultimi non mi stupisce più di tanto. Pur non essendo un capolavoro, mette in luce quella volontà di voler far emergere un certo cinema italiano di genere.
E' un thriller psicologico non privo di buoni spunti, raccontato dalla visuale soggettiva del bambino (molto bravo il piccolo protagonista) che nella sua ingenuità e incoscienza, tende a smascherare verità ancora più crudeli tipiche del mondo adulto.

Noodles_  @  21/12/2010 16:29:45
   7 / 10
Non mi stupisce affatto che questo film abbia fatto solo una fugace apparizione nelle sale italiane, riscuotendo peraltro un'attenzione pari quasi a zero. Nell'era degli harrypotter, dei divi torturatori, delle finideimondi, dei supereroi fumettosi, un film di questo tipo non si può certo pretendere che venga apprezzato dalle masse. E forse è meglio così: chi vuole qualcosa di diverso se lo cerca, lo trova, e se lo gusta in beata minoranza tra le calde mura domestiche.
L'eclettico Felice Farina ci propone la storia di Alessandro, un sensibile e intellettualmente vorace bambino che dopo la morte del padre vive con la mamma in una splendida casa sul lago (ma proprio SUL lago), e che dopo la comparsa dello zio dovrà affontare alcuni avvenimenti drammatici che lo porteranno, grazie all'aiuto di uno splendido commissario di polizia, a superare i traumi subìti quando era ancora in fasce.
La struttura narrativa è quindi quella classica dei diversi piani temporali che si alternano, le atmosfere sono da noir, la regìa è ricercata e ricca di virtuosismi, e la storia, se pur abbastanza semplice, riesce ad essere interessante.
Amendola fa (bene) il suo compitino, la Cortellesi mi ha sorpreso, e molto bravo anche il piccolo Lorenzo Vavassori. Ma chi mi è piaciuto di più è Stefano Dionisi nella parte di un umanissimo poliziotto.
Molto bel descritto anche il rapporto di amicizia e giochi tra i 2 bambini, che sfocia nella brillantissima realizzazione del finto interrogatorio su videocassetta.

paride_86  @  08/12/2010 01:08:23
   5 / 10
Thriller psicologico esile nella trama, nelle scenografie e nella recitazione. Fortunatamente è di breve durata.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  01/12/2010 12:49:58
   6½ / 10
Film che fa riferimento all'Amleto del grande Bardo.
Raccontato dal punto di vista del piccolo Alessandro è un thriller psicologico particolare nel panorama del cinema italiano.
La regia è sobria, gli attori tutti convincenti soprattutto la Cortellesi, belle anche le musiche.
Ho trovato la messa in scena un po' confusionaria in alcuni punti, forse a causa di qualche ricercatezza di troppo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  04/05/2010 02:18:37
   8 / 10
Possibile che un film italiano per avere successo debba essere per forza una commedia, preferibilmente dal taglio comico o, al più, ironico? Sembrerebbe proprio di sì, a giudicare dalla sala tristemente deserta nella quale mi sono goduto questo originale thriller psicologico in chiara salsa shakespearian-freudiana. Peccato, perché il cinema italiano sa anche "sfornare" pellicole come queste che vanno ben oltre i soliti cliché e ci restituiscono gioiellini da godersi anzitutto su grande schermo. Peraltro, Felice Farina non è nuovo a flop italiani che però sono stati rivalutati all'estero, particolarmente in Francia. Speriamo che un minimo di passaparola faccia la fortuna di questo film che davvero merita la visione al cinema.

La protagonista assoluta è davvero l'acqua, inquietante leit-motiv delle vicende, delle ossessioni e delle allucinazioni che perseguitano il piccolo Alessandro, padre morto quando aveva un anno e mezzo, una madre bella, attenta ma lacerata dal triste evento, uno zio che ricompare in casa dopo un lungo periodo di assenza in Australia. Proprio il ritorno dello zio provoca in Alessandro una repulsione profonda, atavica, estrema. Tanto estrema da volerlo uccidere. Dopo un tentativo fallito (per poco), Alessandro tenta il "colpaccio": sabotarne la macchina. La cosa riesce ma purtroppo nella macchina sale anche l'amatissima mamma. Accade l'inevitabile quasi sotto gli occhi esterrefatti del piccolo. Da questo episodio drammatico parte il film di Farina che ricostruisce fatti, fantasmi, rimozioni e ossessioni del piccolo Alessandro in una serie serratissima di flashback alternati a momenti reali che fanno precipitare lo spettatore in una spirale di piccoli-grandi orrori che segnano la vita del bambino e della sua sfortunata famiglia.

Se Claudio Amendola rimane un po' troppo rude e ruvido nella sua recitazione (anche se il suo personaggio in effetti questo richiedeva e Farina si è sempre dichiarato soddisfatto della sua interpretazione), sorprendenti sono Stefano Dionisi (un umanissimo quanto determinato commissario) ma soprattutto Paola Cortellesi che, da vera artista matura quale è, tratteggia un ritratto di madre segnata dagli eventi, tuttavia sempre in grado di reagire e di guardare dritta in avanti. Menzione a parte per i piccoli protagonisti della storia e in particolare per Lorenzo Vavanello che sembra davvero "posseduto" da Alessandro. La sua interpretazione ricorda tranquillamente altri bambini "eccellenti" che ci hanno regalato pellicole indimenticabili ("Il tamburo di latta", "Il sesto senso", "Io non ho paura", "Shining"...). Qui devo ammettere che mi ha profondamente turbato e devo dire che il personaggio scritto dai soggettisti (Eleonora Fiorini, Mauro Casiraghi e lo stesso Farina) è davvero inquietante ma nello stesso tempo terribilmente realistico.

L'originalità del racconto di Farina&compagni, che attinge molto dall'Amleto di Shakespeare e dal mito di Edipo, sta proprio nel mostrare tutto dalla parte del bambino e nel mescolare sapientemente realtà e fantasie (molto malsane e pericolose), paure e fobie (tante, su tutte quella dell'acqua) con piaceri (pochi); il tutto in un lago di innocenza che fa da contrasto sia all'efferatezza delle azioni congegnate dal piccolo, sia alla secca logica con cui il pensiero di Alessandro fluisce implacabile a spiegare o commentare o giustificare ogni genere di sua azione. Ma, proprio come ha detto la maestra a proposito del comportamento degli animali, quando si agisce per difesa o per paura o per sopravvivere, non esistono più né bene né male. Tali dimensioni saranno restituite solo dalla perdita e dalla presa di coscienza di essere la causa di quella perdita. Questo intenso, per non dire estremo, cammino iniziatico è il vero tema centrale del film che risulta in tal senso potentissimo e coinvolgente.

Tecnicamente impeccabile, con una fotografia (di Pietro Sciortino) tutta giocata sulle tonalità del verde, del grigio e soprattutto dell'azzurro (a ricordare perennemente i colori dell'acqua), presenta momenti di autentico virtuosismo come nella iniziale scena della corsa in strada del bambino protagonista, o come nel suo trasferimento dal Commissariato in (ri)costruzione all'ospedale dove giacciono la mamma e lo zio (grandiosa prospettiva dall'alto con movimento verticale della macchina da presa... davvero geniale). Le musiche di Franco Piersanti sono perfettamente congeniali al plot e accrescono il coinvolgimento emotivo dello spettatore che non riesce a non identificarsi nel terribile bambino sofferente.

Il film, che ha vissuto vicende produttive e distributive davvero penose prima di entrare nelle sale, sta per ricevere un meritato riscatto: sarà in concorso al Montreal Film Festival e, soprattutto, è stato il film di apertura in Piazza del Popolo al prestigioso Pesaro Film Fest dell'anno scorso. Il successo di quella proiezione ha convinto la Irisfilm a distribuirlo. Passate parola, per favore, prima che sparisca dalle nostre sale!

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Ultima risposta 19/02/2011 01.58.25
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