il giardino dei finzi contini regia di Vittorio De Sica Italia, Germania 1970
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il giardino dei finzi contini (1970)

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locandina del film IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI

Titolo Originale: IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI

RegiaVittorio De Sica

InterpretiLino Capolicchio, Dominique Sanda, Fabio Testi, Romolo Valli, Helmut Berger, Camillo Cesarei, Inna Alexeieff, Raffaele Curi

Durata: h 1.34
NazionalitàItalia, Germania 1970
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1970

•  Altri film di Vittorio De Sica

Trama del film Il giardino dei finzi contini

Negli anni a cavallo della guerra, fra il 1938 e il 1943, la storia dell'amore non corrisposto di un giovane, figlio di modesti commercianti, per la bella, misteriosa figlia di un ricco professore, sua carissima amica sin dall'infanzia, divisa tra l'affetto per un fratello malato e la passione per un ragazzo d'idee socialiste.

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Voto Visitatori:   7,46 / 10 (35 voti)7,46Grafico
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
Miglior film
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior film
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Voti e commenti su Il giardino dei finzi contini, 35 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  02/11/2023 20:49:02
   7½ / 10
Non il miglior De Sica ma una pellicola che cresce mano a mano che i minuti passano, girata abilmente,presenta un inizio non proprio fluido, fortunatamente riprendendosi e non mancando di emozionare.
Bene il cast,bravi gli interpreti più giovani,notevoli quelli più navigati.
Dallo stile raffinato ed elegante,ritmo lento,belle le musiche e sceneggiatura realistica che evita di cadere in facili sentimentalismi.
Un bel film non c'è che dire,da vedere, un pezzo del cinema italiano.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  08/12/2022 23:33:10
   7½ / 10
Quanta malinconia...

Goldust  @  12/05/2020 11:59:44
   7 / 10
Molto evocativo, di forte trasporto più sul fronte visivo che contenutistico, è uno degli ultimi grandi lavori di De Sica nonché l'occasione per osservare da un punto di vista diverso il dramma sociale delle leggi razziali fasciste. Il giovane cast non fa gridare al miracolo ma non è un difetto rilevante perchè, per una volta, è il racconto nel suo insieme a superare i personaggi.

DarkRareMirko  @  22/01/2019 23:46:02
   9 / 10
Un film globalmente sottovalutato, curatissimo e ricercato, con imprecisioni varie che, credo, si debbano più allo script (che so che passò di mano in mano, subendo uno o più rimaneggiamenti; è pure uno dei pochi film, se non l'unico, a non esser stato scritto da Zavattini) che ad altre cause.

Bel cast (bellissima la Sanda), score musicale struggente (di Manuel De Sica e Bill Conti, quello di Rocky), Oscar come miglior film straniero.

E' vero, la critica alla dittatura è magari semplicistica (ma i suoi colpi bassi li sa dare ancora, diavolo, con ebrei che non posson stare neanche in biblioteca), ma il film vive di un'atmosfera tutta sua, personalissima, fine e delicata, che ancora colpisce dopo quasi 50 anni, cosa che non può lasciar indifferenti.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  04/01/2019 01:57:49
   6½ / 10
Per concludere il 2018, ho deciso di vedermi questo film dell'immortale De Sica, il risultato è soddisfacente, speravo mi coinvolgesse di più.
Il film si accompagna ad un'eleganza visiva raramente vista nei film di quell'epoca, grazie all'ottima scenografia e alla fotografia, con un'ambientazione (soprattutto la villa dei Contini) bella e affina.
L'aspetto scenografico è il forte del film, è la realizzazione della storia in se a non avermi coinvolto a pieno, parto con il presupposto di non aver letto il libro (quindi non posso fare un paragone tra il film e il libro) ma in alcuni tratti l'ho trovato lento, non casca mai banale o nel pesante, ma in alcuni momenti mi stavo annoiando.
Non viene approfondito l'aspetto storico del periodo, a mio avviso essenziale, mentre la storia dei personaggi l'ho trovata abbastanza esaustiva, soprattutto il degenerare degli eventi in casa dei Finzi Contini, causati dall'avvanzare della guerra e della malattia capitata al fratello di Micol, oscurando il cosidetto problema di cuore tra i due giovani, con un finale straziante, senza simboli o altro, ma esaustivo nel far capire che lo sterminio è in atto.
Definito da molti il punto più alto nella parte finale della carriera di De Sica, Il Giardino dei Finzi Contini per me resterà un buon film, anche se di De Sica ho visto di meglio.
Una visione è consigliabile, forse non è per tutti, ma vengono toccati alcuni eventi che hanno caraterizzato la storia del nostro paese.

kafka62  @  06/04/2018 19:03:19
   7 / 10
In un saggio del 1952, André Bazin aveva proposto un ardito (e un po' discutibile) accostamento tra Vittorio De Sica e Marcel Proust, vedendo in "Umberto D." un illuminato esempio di "cinema della durata", dove la continuità del tempo reale non viene sacrificata al racconto. Ben più profondamente proustiani mi sembrano però, a distanza di quasi vent'anni, gli esiti di un'altra opera di De Sica, "Il giardino dei Finzi Contini". La cifra stilistica dominante in questo film è infatti una delicata e pudica elegia della memoria: di fronte all'inarrestabile avanzare di tempi nuovi ed oscuri (la promulgazione delle leggi antisemite, l'entrata in guerra), i personaggi del film si rinchiudono ostinatamente in un mondo, fisico (la villa dei Finzi Contini) e mentale (i ricordi dell'infanzia), simbolicamente al riparo della brutalità della Storia. Diversamente dalla "Recherche", il passato è però inteso qui come "tempo perduto" e non come "tempo ritrovato". Il film è percorso infatti fin dalle prime inquadrature da un senso di fatalità, di catastrofe incombente, che raggiunge il suo culmine nello splendido personaggio femminile di Micol, intelligente e ironica, ambigua e impenetrabile, la cui incapacità di instaurare un positivo rapporto con il futuro (il rifiuto della storia d'amore con Giorgio, la volontaria reclusione nella villa) è soprattutto la conseguenza di una sensibilità che sembra presagire con straziante chiarezza la tragedia che di lì a poco spazzerà via tutto e tutti. Giorgio Bassani, nell'epilogo del romanzo da cui il film è tratto, così descriveva Micol: "Il futuro, in sé, lei lo aborriva, ad esso preferendo di gran lunga le vierge, le vivace et le bel aujourd'hui, e il passato, ancora di più, il caro, il dolce, il pio passato", e De Sica, traducendo visivamente queste impressioni, in un finale pieno di dignità e di commossa partecipazione, dà all'ultimo sguardo della ragazza alle cose (la villa, gli alberi, il cane) che sta per lasciare per sempre la dolorosa intensità di un testamento spirituale.
In virtù di questa vena di crepuscolare malinconia e di sdegno sommesso, che solo raramente (vedi la figura di Alberto-Helmut Berger) si ripiega su se stessa rincorrendo accenti di un languido neoromanticismo, il film di De Sica risulta del tutto all'altezza dell'impegnativo romanzo di Bassani. Sorprende non poco perciò che lo scrittore ferrarese abbia ripudiato la versione cinematografica, ritirando il suo nome dalla sceneggiatura, alla cui stesura aveva collaborato insieme a Ugo Pirro e Vittorio Bonicelli. E' vero che il film si sottomette alla logica del racconto cinematografico tradizionale (rinunciando al punto di vista soggettivo di Giorgio, ricorrendo un po' troppo frequentemente ai flash back, scegliendo di esplicitare certe situazioni – i convegni amorosi tra Micol e Malnate, l'arresto dei Finzi Contini – e infine inserendo arbitrariamente alcuni episodi didascalici – il viaggio di Giorgio in Francia, la cattura del giovane ebreo nel cinema), ma questo rientra in una scelta che, se da una parte "tradisce" indubbiamente l'originale, dall'altro rivendica l'autonomia del cinema nei confronti della letteratura. In ogni caso, lo spirito più intimo e autentico del romanzo rimane intatto, al punto che perfino la magica atmosfera ferrarese non sfigura nelle inquadrature desichiane (le pedalate "fuori mura", l'immagine finale dei tetti della città).
In questo film della sua tarda maturità, De Sica raggiunge dopo tanti anni il livello qualitativo dei celebrati capolavori del neorealismo. "Il giardino dei Finzi Contini" è oltretutto una pellicola stilisticamente molto raffinata. L'obiettivo di Ennio Guarnieri, ad esempio, crea virtuosistici giochi di luce (le acquose immagini iniziali, piene di bagliori e di rifrazioni), ricorrendo ad accecanti controluce che "annullano" i colori e danno alle tonalità bianche una assoluta prevalenza cromatica (accresciuta dai vestiti dei ragazzi che giocano a tennis e dal pallore dei visi degli interpreti). Più di uno stile che sfiora a tratti il manierismo, e al di là di una ricostruzione d'epoca (le canzoni e gli abiti anni 30, i cinegiornali fascisti) e di una descrizione della comunità ebraica (i rituali della Pasqua) appena decorose, ciò che attrae di più ne "Il giardino dei Finzi Contini" è in fin dei conti la sua profonda e toccante umanità. Il film è recitato quasi sottovoce, in sordina (i giovani attori, dalla Sanda a Capolicchio e a Testi si prestano tutti molto bene a questo stile interpretativo), e persino i radi scatti di rabbia sono smorzati, soffocati da un invincibile pudore, che è poi lo stesso pudore con cui De Sica guarda (con uno sguardo questa volta aristocratico e non popolare) alla tragedia di un'epoca e di una generazione, e che gli permette di non scadere mai nel sentimentalismo (quanta dignità c'è nella sequenza dell'abbandono della casa da parte dei Finzi Contini o nell'abbraccio tra Giorgio e suo padre dopo il lungo colloquio notturno, e quanta violenza è per contro insita, nel finale, non tanto nella ottusa brutalità dei fascisti, quanto in piccoli particolari, come l'incauta rottura del vaso o la separazione della famiglia dei Finzi Contini all'arrivo alla scuola, con quell'ultimo, straziante sguardo tra padre e figlia).

dagon  @  13/06/2015 16:45:04
   7 / 10
Adattamento che non rende giustizia al bellissimo romanzo di Bassani. Nondimeno, preso a sé stante, è un bel film, di confezione raffinata, che tocca -e talvolta sfiora soltanto- diversi temi, con finezza e delicatezza.
Purtroppo i personaggi non sono (non possono essere?) resi con la stessa profondità dell'opera letteraria da cui è tratto (con varie libertà).

The BluBus  @  04/01/2014 23:20:58
   6½ / 10
Discreto, ma il libro è tutt'altra cosa e quell atmosfera non si ricrea sullo schermo. Non mancano le deviazioni dalla trama, a me poco gradite.

Hakeem  @  13/06/2012 16:06:31
   7 / 10
Film intenso, che ha il merito di non cadere esageratamente nella retorica tipica in cui spesso si incappa affrontando tematiche così delicate. A tratti c'è qualche forzatura, ma complessivamente lo ritengo un lavoro riuscito, senza dubbio il miglior De Sica degli ultimi anni.

topsecret  @  10/10/2011 16:29:57
   6½ / 10
Il film che valse il quarto oscar a Vittorio De Sica non è, a mio modesto avviso, uno tra i migliori da lui diretti. Certamente ha una eleganza visiva che traspare anche da una più che buona fotografia, da dialoghi abbastanza ben congeniati e da un cast che pare essere convincente e di buona caratura artistica.
Il tutto però vira forse un po' troppo nel sentimentalismo atto ad emozionare lo spettatore, affrontando il contesto di drammaticità in punta di piedi, approfondendo poco la parte storica in cui si svolge la storia, pur mantenendo una certa dose di emozioni evidenti.
E' indubbiamente un lavoro apprezzabile e meritevole di un voto sufficiente, anche se personalmente non mi ha coinvolto in maniera netta.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  04/10/2011 19:13:48
   10 / 10
Ecco un ritorno grandisoso dopo le ultime opere neorealiste di Vittorio De Sica!Un film commovente, che non prende assolutamente parte sul fatto giusto-sbagliato del fascismo, ma che racconta semplicemente una storia. La storia di questi ragazzi e delle loro famiglie alto-medio borghesi che sembrano vivere una vita felice e spensierata, piena di ricordi del passato e sogni, speranze per un futuro non troppo lontano. Ma ecco che tutto ciò viene laccato, con immensa maestria non solo da De Sica ma anche dallo sceneggiatore Bonicelli, con un velo di malinconia, quasi come se nell'aria si sentisse già l'odore della morte che porterà con sè la guerra e i campi di concentramento. Bella la colonna sonora (fatta dal figlio maggiore Manuel e da Conti), belle pure le interpretazioni dei due protagonisti, che con una perfetta cura registica e fotografica vengono messi in risalto nei molti PP. Un film capace di mescolare tra privato e pubblico elementi personali con quelli politici inserendo una tirante storia d'amore senza stancare e che nell'insieme ci arriva dritta al cuore.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  09/04/2011 21:04:39
   4½ / 10
Mi piange il cuore a dare un voto così basso a un regista che amo moltissimo come De Sica.
Tuttavia sono assolutamente d'accordo con la stroncatura che Bassani diede del film, il quale può intitolarsi in tutti i modi, tranne che "Il Giardino dei Finzi Contini".
Amo Bassani e quel libro intensamente e mi sono sentito quasi tradito dalla brutta resa che ne è stata data, specialmente a vedere il nome del regista.
Premesso che alcuni "accorgimenti" cinematografici erano necessari poichè il romanzo è in molti punti un flusso di coscienza dell'autore, nonchè il prodotto di visionarie manifestazioni del suo io. Tutte cose che in un film sono difficilmente riproducibili. Allora De Sica ne evade per la tangente della coscienza storica: la persecuzione razziale. Certo essa è una componente fondamentale della storia di Bassani, ma nella visione desicana adombra ciò che è realmente protagonista del romanzo: il Giardino. La storia di Micol e Giorgio e di tutti gli altri sono la storia del Giardino, un Eden in cui la Storia non entra, ma stilla il suo germe maligno attraverso l'impossibilità della storia tra Micol e Giorgio. Quello del protagonista è il dramma dell'Impossibilità, del Diritto Negato. Ma Bassani lo sviluppa attraverso una storia d'amore incongrua, maledetta, ma estremamente suggestiva, la cui veridicità biografica è da porre pesantemente in questione. Niente di tutto ciò in De Sica.
in più
-Helmut Berger è fuori luogo. Alberto è un personaggio secondario, Berger deve essere protagonista.
-Micol è troppo cattiva. (anche se la Sanda è brava e scelta bene)
-Alcune interpretazioni secondarie sono a dir poco trash (si veda scena iniziale): Perotti, i fratelli di Giorgio, gli amici all'inizio, Ermanno Finzi Contini etc...
-Convincente il protagonista e anche il buon Romolo Valli.
-Ottima colonna sonora.
-Discutibile la parte girata a Grenoble, ridondante. Bella, tra le scene aggiunte, quella finale.
Personalmente, avrei iniziato il film come inizia il libro, ovvero della gita di Bassani alle tombe etrusche, ma è del tutto arbitrario.
Come si può vedere dal voto in ogni caso, il film non mi è piaciuto per niente. L'ho trovato lento e grossolano, rispetto alla profonda delicatezza intimistica del romanzo. Leggete Bassani e poi guardate De Sica, un consiglio.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  23/03/2011 17:49:54
   8½ / 10
un bellissimo film di De Sica.Tra i migliori sulla questione ebraica.Belle le musiche di Manuel De Sica.Bravi i giovani interpreti

arpia  @  16/01/2011 09:18:29
   10 / 10
una chicca per soli intenditori. Il film è tratto da omonimo celeberrimo romanzo. Tratto perchè non ne è rispettato lo spirito, volutamente. La storia narra l'amore, ravennate e ferrarese, di un giovane ebreo di madre di scuola veronese- veneziana convertitosi poi al quarto stato socialista (Serghyi Dante alighieri) per una giovane di nobile family ebraica italiana-francese. Le casate nobili ebraiche (più o meno nobili) non si chiamano blasoni ma family.
L'amore di Serghye per la mitica Micol dai capelli rossi e splendidamente intepretata da Dominque Sanda, infatti. Micol è invece attratta dagli ambienti ariani francesi e da essi pienamente corrisposta. E' dunque la storia di un amore non canonico e non approvato di una ebrea verso ambente di diversa matrice culturale. Pochi sanno come il film, di scuola italiana romana ma di livello universitario di Tor Vergata, sia stato attentamente studiato e analizzato proprio dalle più alte scuole rabbiniche internazionali, le quali lo ritengono di scuola gattopardesca.

benzo24  @  29/11/2010 18:53:46
   7 / 10
buon film di de sica, affascinante questo affresco dell'alta borghesia ebrea di ferrara, snob e viziata poco prima della caduta.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  29/06/2010 01:07:32
   7½ / 10
Ignobilmente stroncato dalla critica italiana dell'epoca ma amatissimo dal pubblico e premiato all'estero (Oscar e Orso d'Oro), è in realtà un bel film tratto da un capolavoro letterario del '900. Gli intrecci amorosi di una famiglia ebraica benestante distrutti dall'orrore della deportazione, resi con stile calligrafico ma sensibile da quello che è probabilmente il miglior De Sica di fine carriera. Magnificamente fotografato, racchiude al suo interno pagine di autentica poesia, alternate ad altre di più facile presa sentimentale. Belle interpretazioni, soprattutto di Capolicchio e del grande Romolo Valli.
Forse oggi si apprezzano di più questi film perchè siamo abituati a non aspettarci troppo dal nostro cinema, infinitamente distante da una simile classe.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  30/01/2010 10:18:34
   7½ / 10
La quotidianità di famiglie ebre e non dell' alta borghesia intrecciata con gli orrori della Storia. Non il migliore di De Sica, ma ha una fotografia bellissima che sembra inseguire senza voler raggiungere l' onirismo. Spielberg ha ammesso che non avrebbe mai fatto il suo "Schindler's List" senza aver visto "Il Giardino dei Finzi Contini". Mi sembra un po' strano ma ok.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  12/11/2009 15:23:57
   8 / 10
Bello. Nonostante abbia vinto numerosi premi tra cui l'Oscar, il Morandini gli assegna appena 2 misere stelline.
A mio avviso il film è buono, ben espone la vita della borghesia ebrea durante il fascismo.
Non conosco l'opera di Bassani da cui è tratto per cui non posso fare paragoni.
A mio avviso un buon film, merita una visione.

dobel  @  23/08/2009 23:44:50
   7½ / 10
Devo dire che questo film mi è sempre piaciuto. Non trovo giustificate certe critiche; pur non essendo il capolavoro di De Sica, è sicuramente un'opera di molto superiore alla media. Siamo nelle mani di un grande maestro e di un grande poeta. Trovo, inoltre, ma nessuno me ne voglia, che il giardino di casa Finzi Contini sia tutto fuorché solare. Quanti drammi si nascondono nei suoi sentieri!... Sono sempre stato colpito e commosso dall'interpretazione del compianto Romolo Valli.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  10/05/2009 15:37:05
   5½ / 10
Questo lavoro di De Sica è sottotono sia per l'argomento trattato, espresso forse con qualche nota stonata, sia per il cast che sembra recitare controvoglia. Non ho mai letto il libro, ma son sicuro che sia superiore a questo film.

nextam  @  07/01/2009 20:37:23
   10 / 10
rialziamo la media a questo capolavoro al quale persino Spielberg si e' ispirato per la sapiente regia. capolicchio e sanda superlativi.

Tony Ciccione90  @  31/10/2008 15:09:35
   8½ / 10
Interessante film sulle persecuzioni naziste ai danni degli ebrei italiani: i dubbi, le paure, i sogni di gente discriminata perchè appartenente ad un'altra "razza". Belle le scene all'interno del giardino, tra cui quella famosissima della bicicletta. Da vedere.

Napoleone  @  19/09/2008 11:50:23
   8 / 10
La cronaca di un microcosmo che, lentamente, lentamente, ma inesorabilmente viene travolto ed inghiottito da una forza inarrestabile.
Stupendo.

k@rlo  @  24/05/2008 14:54:38
   1 / 10
lento e orripilante

3 risposte al commento
Ultima risposta 07/01/2009 20.35.47
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Carnesecca  @  17/02/2008 21:56:34
   8 / 10
L'ho rivisto recentemente e mi sono molto immedesimato con il protagonista per motivi personali, quindi il mio voto non è oggettivo.
Mi ha colpito molto il dialogo tra lui e il padre verso la fine che ha come tema la delusione di amore. Comunque in generale film italiani così oggigiorno se ne vedono pochi...

anna..bertozzi  @  03/02/2008 11:10:32
   8 / 10
mi è piaciuto molto, e diversamente da come solitamente succede, mi è piaciuto anche più del libro.

Mister  @  31/01/2008 19:12:30
   5 / 10
Illustrativo e finto, elegante ma inetto nella ricostruzione, di una ruffianeria insopportabile, con attori al di sotto delle loro possibilità

eizenstein  @  19/07/2007 21:16:45
   9 / 10
Questo film è uno dei pochi che fa veramente percepire l'enormità della tragedia umana subita dagli ebrei.
Osserviamo frammenti di vita quotidiana e partecipiamo a piccole gioie e dolori, speranze e delusioni, di persone normalissime, che vogliono solo vivere una vita tranquilla. Da contraltare capiamo l'assurdità delle persecuzioni nazi-fasciste, evidenti e clamorose in quanto investono persone nelle quali ci siamo immedesimati.
Tutto ciò è rappresentato in maniera efficace grazie ad una fotografia perfetta e ad una regia ricercata, a volte fredda perchè il sentimentalismo non deve allontanarci da quella tragedia.
Il contrappunto tra quotidianità e tragedia, tra il tranquillo giardino e la scuola ammassata di prigionieri ebrei, può disorientare, inducendo lo spettatore più pigro ad accusare De Sica di povertà di significati, freddezza o sentimentalismo.
L'invito è di andare oltre e vedere il film nel suo globale di denuncia implicita del più grande crimine contro l'umanità (che è anche la quotidianità). L'olocausto ha colpito persone più o meno semplici, tutte insieme.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/05/2007 12:21:15
   6 / 10
mi trovo daccordo con l'ultimo commento...storia drammatica rappresentata in maniera troppo fredda e con pochissimi dialoghi da ricordare...De sica ci aveva abituato in maniera sicuramente migliore!
a tratti noioso

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  11/12/2006 13:00:55
   6 / 10
Film molto delicato che racconta come, piano piano, tutto si stringa attorno a dei ragazzi ebrei ed alle loro famiglie, che perdono, poco per volta, tutti i diritti fondamentali dell'uomo. Le proibizioni serpeggiano intorno passando, di volta in volta, quasi inosservate.
Nel solare giardino di Casa Finzi Contini, dove i ragazzi si riuniscono per chiacchierare e giocare le loro partite di tennis, si intrecciano storie ed amicizie quasi come in un rifugio senza tempo, un'incantevole, fragile isola di salvezza.
Tutti belli, colti, ricchi... ma la mano del nazismo s'insinua fino a distruggere e scomporre le loro vite.

6 risposte al commento
Ultima risposta 22/12/2006 15.15.39
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Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  22/11/2006 19:11:44
   8½ / 10
L’ultimo grande capolavoro del maestro Vittorio De Sica.
Un racconto intenso e struggente, che ci narra un periodo storico drammatico per il nostro Paese, che si macchia di una onta indelebile, quella della promulgazione delle leggi razziali nel ’38 ..un’analisi attenta e costruttiva, che ci avvicina alla tragedia delle famiglie e comunità ebraiche (di ogni ceto sociale) che si vedono annullare, poco a poco, ogni fondamentale diritto civile.
Il giardino dell’agiata famiglia Finzi-Contini si pone, solo per un breve periodo, come una zona franca, dove i ricordi ed i sogni possono ancora albergare liberi, nella speranza di una vana serenità, anche se chiusi in un timore crescente, trasformando così quel luogo in una dorata prigione ..la tormentata storia d’amore (la parte più introspettiva del racconto), così delicata e che trova nell’età fanciullesca il proprio focolare, ma che dovrà fare i conti con una realtà ben diversa, che come un macigno si svelerà dinnanzi agli occhi del protagonista.
Ed infine, ma non ultima, la guerra, che cancellerà ogni cosa, che così cruenta (pur se mai visibile), si frappone alla candida delicatezza del racconto, disegnato a tinte sfumate ..una maestria nella gestione delle immagini e delle ambientazioni, con la accuratezza di chi ci vuol mostrare una favola, tristemente interrotta dal cinismo di una cieca società.
Buona la prova degli attori, da Lino Capolicchio (Giorgio) alla bellissima Dominique Sanda (Nicol), senza dimenticare Helmut Berger (Alberto) e il grande Romolo Valli (nei panni del padre di Giorgio) ..come sempre stilisticamente ineccepibile la regia del maestro Vittorio De Sica.
Questa pellicola può considerarsi come l’ultimo vero capolavoro del grande maestro del neorealismo, anche se il periodo d’oro della produzione degli anni ’40-’50 non verrà più eguagliato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/09/2006 08:31:38
   7 / 10
Notevole (da antologia l'interpretazione "decadente" di Helmut Berger) addattamento del celebre romanzo, tuttavia il libro di Bassani offre infinitamente di piu'
Il miglior De Sica degli ultimi anni, comunque

chiara80  @  27/03/2006 14:50:32
   10 / 10
ecco un film che parla della morte attraverso la vita, le persone e i loro sentimenti.
film che ti arricchisce di storia e di poesia.

Caravita  @  09/02/2006 13:37:27
   9½ / 10
Un film in ogni sua parte intriso di un'Eleganza narrativa di una Delicatezza di una piena ed intensa, non forzata, partecipazione dei personaggi e di grandi significati storici ed umani che rusciamo a cogliere anche in piccole sequenze del film, mi fanno rendere conto della Grandezza di De Sica e di una certa branca del cinema Italiano oramai svanita

ds1hm  @  05/01/2006 16:56:51
   9 / 10
Uno dei film più voluti e indipendenti della produzione di De Sica. Vengono rappresentati con grande partecipazione emotiva gli anni della seconda guerra mondiale e lo spettatore avrà la percezione psichica delle violenze perpetrate in quel periodo. Le leggi razziali, le deportazioni e la perdita d'identità civile che la guerra portava con se, attraverso le immagini e le storie dei protagonisti, vanno oltre la semplice "rappresentazione storica" ma testimoniano il degradimento dell'uomo, l'inaridirsi dei sentimenti. Molto bella Dominique Sanda, forse la sua migliore interpretazione.

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