holy smoke regia di Jane Campion USA 1999
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holy smoke (1999)

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locandina del film HOLY SMOKE

Titolo Originale: HOLY SMOKE

RegiaJane Campion

InterpretiKate Winslet, Harvey Keitel, Pam Grier, Julie Hamilton, Tim Robertson

Durata: h 1.54
NazionalitàUSA 1999
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1999

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Trama del film Holy smoke

Ruth si è "perduta" in India, affascinata dalla spiritualità, dalla cultura, da un guru, da un'idea vaga e tenace di assoluto, dalla possibilità di raggiungere l'illuminazione. PJ è incaricato dalla famiglia di Ruth di "riportarla" psicologicamente in Occidente, alle sue abitudini e ai suoi affetti presunti. PJ è un esperto di disintossicazione e di riprogrammazione delle persone rimaste impigliate nella rete delle sette. Quello di Ruth è il centonovantesimo caso della sua carriera, il più difficile.

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Voto Visitatori:   6,53 / 10 (19 voti)6,53Grafico
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Voti e commenti su Holy smoke, 19 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Woodman  @  06/08/2013 19:44:28
   9 / 10
Da pelle d'oca. Letteralmente.
La Campion non lascia mai indifferenti, ed è spesso attaccata dal pubblico (al contrario della critica che l'adora), e con questa pellicola probabilmente firma il suo risultato più complesso, discutibile, controverso.
Con la consueta prosa asciutta e diretta, immagini splendide e suggestive, brezze erotiche languide e intensissime ancora una volta questa grande artista australiana ha fatto (quasi) centro. Un film pazzesco anche per via di quel confine molto sottile fra atmosfera mistica e assonanze ridicole.
Personalmente l'ho trovato incalzante e sensibilissimo, travolgente ed espressivo, recitato in modo sublime dai due protagonisti (duetti grandiosi fra Keitel e la Winslet, un'attrice immensa). Un'opera complessa e malinconica, struggente e selvaggia, che rivedrei mille volte. Per i fans la scena del "Be kind" è un momento cult. Una colonna sonora splendida firmata da Angelo Badalamenti. Mezzo voto in meno per la secca e tremenda conclusione. Speravo si concludesse sulle note di "Primitive" di Annie Lennox mentre il pick-up si allontana coi due folli d'amore. Sarebbe stato un finale più semplice, aperto, forse memorabile. Peccato.
Ciò non toglie che per me questo film potente e magnetico meriti un 9.
Da scoprire o riscoprire.
Capolavoro.

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Ultima risposta 06/08/2013 19.45.45
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gemellino86  @  06/02/2013 09:56:08
   7 / 10
Sono innamoratissimo di Kate Winslet da prima che ha fatto "Titanic" e ho voluto vedere questo film. Non ho apprezzato granchè delle opere di questa regista ma "Holy smoke" è una delle eccezioni. Poteva essere meno pesante nella seconda parte. Mezzo voto in più per le tette della Winslet.

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Ultima risposta 27/03/2014 21.41.01
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/01/2007 23:21:28
   6½ / 10
Al primo impatto, il film della Campion sembra collocarsi nel classico "le cose che sembrano appartenerci, che ci piacciono, possono apparire equivoche e persino pericolose agli occhi degli altri".
"holy smoke" è il trionfo della coercizione (come nel discutibilissimo finale) in quanto unica realtà plausibile che conduca al vero significato di "esperienza".
Ma la svolta della Campion (che un po' dopo darà vita a un noir ovvio ma terribilmente attraente e incompreso come "in the cut") è grottesca, calligrafica, ridondante, vagamente kitsch eppure finalmente priva(ta) di quel romanticismo tardovittoriano che rischiava di esaurirsi in se stesso.
Un film che spiazza, che - con i rimandi all'universo anticonvenzionale di "sweetie" - affascina e infastidisce, senza esitare di sconfinare nel paradosso, come nell'atto urinatorio della protagonista nuda (?) davanti al suo Guru.
La gabbia non è certo ideologica, anzi, tutto è messo in atto da un mostruoso complotto familiare che sembra uscito da una versione hardcore del delizioso film di Altman "una coppia perfetta" (1979)-
Liberare le emozioni? New age? Si parla di Manson e di Bel-Air, del reverendo della Guyana: il messaggio mistico dell'inganno strazia con lo stesso procedimento di certi epiteti.
L'elemento iconografico cfr. il sai baba e lo Zen si priva dei cliche' - talvolta - per affrontare come un road-movie tradizionale un'universo che è soprattutto fuga dalla realtà (notte brava in locale infimo).
Tutto - anche il mondo gay - puo' essere accettato se contestualizzato nella cultura nazionale da dove proviene.
L'importante è la sacralità del contesto ma solo in superficie, anche se la famiglia puo' essere una tremenda realtà, un padre non soffre ma si fa pure l'amante, la madre è una nevrotica, il fratello è omosessuale, e un'altro vive con una moglie ninfomane...
Il guru Keytel diventa "fuoco" di una conoscenza fisica atta a diventare emblema di ribellione al peso del tempo (vestito da donna sembra reclamare alle sue rughe di arrestarsi).

"Stiamo diventando tutti schiavi di qualcuno" sembra suggerire il film.

Che, accidenti, non è affatto male: peccato solo che a una prima parte stupenda ci si perda in un'estetica soft-porno retorica e confusa, scandalosamente filosofica (repulsione/attrazione, il gioco delle parti; la sopraffazione nella sessualità etc.).

Pochi anni dopo, arriva "in the cut", il noir piu' hardcore di fine secolo.

Mi resta sì, un dubbio, un dilemma latente: quali strane esperienze personali hanno portato Jane Campion a trasformare il suo cinema quasi castissimo in simili provocazioni?

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Ultima risposta 06/11/2007 22.32.29
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  11/09/2006 03:47:00
   5½ / 10
Dopo Titanic Di Caprio e la Winslet hanno preso due strade non così diverse...Di Caprio con The beach ci ha letteralmente fatto vomitare con il suo viaggio di ragazzino alla ricerca di avventura in un isola thailandese in The beach, e la Winslet ha giocato a fare la ragazzina persa nel gorgo del new age...entrambi assolutamente insopportabile. Diciamo però che la Winslet se l'è cavata un pò meglio, il film non è nulla di che ma si può guardare.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/12/2009 16.08.48
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