audition regia di Takashi Miike Giappone 2000
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audition (2000)

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locandina del film AUDITION

Titolo Originale: OODISHON

RegiaTakashi Miike

InterpretiRyo Ishibashi, Eihi Shiina, Tetsu Sawaki, Jun Kunimura, Renji Ishibashi

Durata: h 1.55
NazionalitàGiappone 2000
Generethriller
Al cinema nel Novembre 2000

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•  SPECIALE AUDITION

Trama del film Audition

Aoyama, dirigente d'azienda vedovo da dieci anni, indice, con l'aiuto di un amico, un'audizione, con il doppio scopo di trovare una protagonista femminile per un film, e una nuova moglie per lui. L'uomo è attratto subito dalla bella Asami, che sembra incarnare perfettamente il suo ideale di donna. Ma dal passato della giovane iniziano a emergere particolari inquietanti...

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Voto Visitatori:   7,81 / 10 (227 voti)7,81Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Audition, 227 opinioni inserite

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  Pagina di 3   Commenti Successivi »»

Boromir  @  24/01/2023 01:51:37
   10 / 10
Le parole creano bugie, e solo il dolore è reale.

A venticinque anni dalla sua creazione, Audition arriva per tre giorni nelle sale italiane restaurato in 4K. Quando si parla di questo film, il primo pensiero va alla sua sequenza più celebre, una prolungata e vivida scena di tortura sadomasochistica che ha messo sotto i riflettori mondiali la brutale eleganza del prolifico regista Takashi Miike. Tutta l'eredità del film pare costruita sulle sue immagini violente a discapito della complessità narrativa, esattamente come la partita a scacchi con la Morte ha finito per rappresentare nella sua interezza Il Settimo Sigillo. Eppure nel suo commentare lo stato dei rapporti tra sessi, Audition è la rivincita del cinema contro le pigre categorizzazioni dei generi, un monumento all'arte registica che destabilizza le aspettative del pubblico a suon di tensione composita e soluzioni oniriche da incubo, un'inquietante profezia delle "relazioni su ordinazione" nell'era di Tinder. Probabilmente la contaminazione di melodramma romantico e horror definitiva, il punto di contatto perfetto tra Ozu e Lynch.

Oskarsson88  @  06/01/2023 13:43:55
   8 / 10
Veramente inquietante, nonostante i momenti horror siano relativamente pochi e si concentrino nella seconda parte. Una storia che scorre inizialmente lineare per poi diventare un vero e proprio incubo per il protagonista - paradossalmente ben intenzionato - verso la giovane ragazza. Complimenti al regista.

Thorondir  @  20/12/2022 12:40:28
   8 / 10
Storia di un amore assoluto, storia di esseri umani che, a modo loro, cercano di riempire i vuoti: per Aoyama è quello della moglie defunta, per Asami è quello di un'infanzia strappata, imposta, non vissuta. In un crescendo di tensione e di ritmo che sconfina nella psichedelia di flashback e visioni, Miike costruisce un film che lentamente spazza via il classicismo della prima ora per abbracciare lo stile che gli riconosciamo e raccontarci quello che è un amore assoluto, totale, totalitario. Così lo concepisce Asami: Aoyama deve essere suo, non amare nessun'altra, essere unicamente suo possesso esattamente come lei è stata possesso di altri nell'infanzia e così da esorcizzare il fatto che lo stesso Aoyama l'abbia scelta come si sceglie un oggetto da mettere nel salotto. Ne viene fuori un film iconico, disturbante, conturbante ma per quanto molto bello per me più "cult" del passaparola che capolavoro cinematografico tout-court.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  27/10/2022 01:27:04
   6½ / 10
Trovo difficile commentare e giudicare "Audition" di Miike perche' nonostante lo abbia seguito con piacere spesso non ho potuto fare a meno di notarne i difetti. Il primo e' l'originalitá del plot: l'impianto di base é il più vecchio del Mondo, lo stereotipo della nascita e della crescita di un serial killer, individuo con svariati traumi ed abusi sessuali infantili finisce per sviluppare personalita' con tratti sociopatici; l'abuso fa assumere ad affettivita' ed erotismo connotati distorti e perversi e quindi l'individuo si trasforma da vittima a carnefice e per assurdo ridrammatizza l'abuso (ma a parti invertite), perché ormai coincide con il proprio principio di piacere. Il secondo e' la lunghezza della prima parte, un build-up di piu di un'ora (francamente eccessivo) modello dramma romantico che ha senso solo se messo in relazione e in contrasto con l'aberrante esplosione di violenza finale (i venti minuti di tortura su Aoyama). Questo non contribuisce a far salire in modo adeguato e costante la tensione e il senso di disagio, e il coinvolgimento ne soffre parecchio.
C'é pero' da dire che in piu' di un'occasione la messinscena e' eccellente, specie nelle sequenze oniriche (l'inquietante, quasi lynchiana visita al maestro di danza, la famigerata scena del vomito dato in pasto al subumano agente discografico). La "visita" di Aoyama al bar dove lavorerebbe Asami e' genuinamente disturbante, una discesa lenta, cauta fra le claustrofobiche scale rosse verso quella porta, l'arrivo dell'uomo che svela l'ultima delle bugie di Asami e le atrocitá che quella porta ha nascosto, sottolineato da un dutch angle col quale ci si sente veramente "in trappola". Tralaltro sono scene ben montate e mai sopra le righe, contestualizzate come delirio droghereccio pre-svenimento del protagonista.
La mia impressione e' che Audition abbia una nomea un po' eccessiva rispetto a quello che effettivamente è soprattutto grazie ad una fan base troppo accesa che Miike si porta appresso, che gode a definirlo ultra morboso e disturbante (svenimenti a Rotterdam per cosa? Per due scene ripugnanti/grafiche?) e che esalta troppo il prodotto horror giapponese quando è vagamente d'autore
Di certo non e' un prodotto becero ed e' ben girato (tranne la scena al bar con la birra, che problema hanno avuto col montaggio?) ma onestamente mi aspettavo di piu

Alpagueur  @  13/11/2020 13:51:41
   6 / 10
Come psicothriller questo film è abbastanza interessante, anche se non particolarmente profondo. Ha sofferto per più di un'ora di un accumularsi di significati che non andavano da nessuna parte, con questo vedovo di mezza età in cerca di amore (in modo abbastanza scettico, ingannando i giovani speranzosi e facendo sprecare loro del tempo e delle risorse, come Asami ha effettivamente sottolineato abbastanza correttamente verso la fine) e una giovane donna con problemi fino ai capelli con il papà (che, ovviamente, il nostro uomo di mezza età si rifiutava di notare o ammettere). Non c'era davvero molta sostanza, solo accenni e suggerimenti, e il film tendeva verso l'indifferenza. Poi l'azione riprende un po' e la rivelazione arriva e ci mostra...beh, non molta più sostanza. L'estremità del comportamento è difficilmente giustificata dai suggerimenti che abbiamo ricevuto. Questo non vuol dire che non possa essere credibile. Sarebbe stato assolutamente possibile, se i realizzatori avessero eliminato parte dell'assenza di obiettivo della maggior parte del film e avessero trascorso più tempo a soffermarsi sulla storia della donna in questione. Sembrava un ponte troppo lontano nella sua forma attuale. Per inciso, sono anni che sento parlare di quanto sia inquietante e viscerale questo film. Le parti successive del film sono inquietanti, senza dubbio. Viscerale? Non così tanto. Ci sono due sequenze (un uomo che spunta fuori da un sacco e una scena di amputazione) che sono state abbastanza spiacevoli da guardare, ma ci sono dozzine e dozzine di film più orribili nelle loro immagini di questo. Questo si è registrato a malapena sulla scala della nausea. Quando il film è stato proiettato al Rotterdam Film Festival nel 2000, ha avuto un numero record di abbandoni. Alla premiere svizzera, qualcuno è svenuto e ha avuto bisogno di cure di pronto soccorso. Posso solo presumere che le defezioni a Rotterdam e le persone svenute fossero solo stratagemmi pubblicitari, ma ho a malapena alzato un sopracciglio a queste notizie. Come ho detto, è stato inquietante, ma poiché la natura inquietante deriva principalmente dagli studi sui personaggi, non ha raggiunto il suo potenziale perché gli studi sui personaggi sono stati piuttosto superficiali e non hanno svolto il duro lavoro di sviluppare bene il film verso una logica conclusione.

antoeboli  @  03/03/2020 16:12:36
   7½ / 10
Film che parte come una commedia d amore diretta in maniera raffinata,e finisce tra momenti onirici e scene che chi non è aficionados della genialità di Miike potrebbe non digerire.
Forse proprio la parte onirica che è molto lunga,è quella che mi ha convinto di meno,tanto che il finale qualche dubbio me lo ha lasciato su come vada a finire.
Alcuni momenti di Audition sono da antologia del cinema giapponese e non solo,e lo mettono in quel posto a tante opere made in hollywood.
Sugli scudi l interpretazione della giovane attrice nel ruolo di Asami che merita ogni inquadratura.Fotografia degli interni che tocca vette notevoli,come anche l accompagnamento musicale al pianoforte che poi avrà un suo perchè.

biagio82  @  21/11/2018 22:41:11
   7½ / 10
particolarissimo film di miike, che parte in maniera lenta e portandoci a pensare ad un tipo di sviluppo quasi banale, ma che piano piano ci mostra le cose che non tornano e ci portano verso il deflagrante finale.
miike usa una regia pulita, priva di sbavature o particolari movimenti di macchina, senza risultare noioso o monotono, mettendo in scena una sceneggiatura, che mischia sapientemente il dramma e l'horror in maniera onirica, disturbante e malata.
un film sicuramente non adatto a tutti e che farà storcere il naso a chi ama le cose banali, ma stra consigliato a chi cerca qualcosa di particolare.

horror83  @  17/07/2018 21:01:10
   7½ / 10
Finalmente sono riuscita a guardarmelo, e devo dire che sono soddisfatta della visione anche se pensavo che fosse più impressionante! Specialmente la tortura pensavo che fosse peggiore, e che durasse di più, invece no!!! cioè il film dura quasi 2 ore e la tortura dura si e no 20 minuti. Per il resto mi è piaciuta la storia, lei è strana forte, e mi è piaciuto molto il continuo alternarsi di sogno e realtà (anche se questo si concentra di più nella seconda parte del film). Devo dire che oltre ai pregi ci ho trovato anche il difetto che la prima parte, a tratti, è un po' noiosa e che il ritmo dei film giapponesi è un po' troppo lento (più che altro quelli di un po' di anni fa, infatti questo film ha quasi 20 anni). secondo me se il regista lo faceva durare una mezz'ora in meno veniva un film migliore! Cmq promosso!!!

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Ultima risposta 18/07/2018 18.53.10
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BenRichard  @  16/02/2018 06:17:15
   6½ / 10
Contenenti SPOILER

Mi spiace dover andare leggermente controcorrente alla media che detiene questo film di Takashi Miike (nonostante il mio sia un voto positivo), regista di cui ammetto non so molto ma che informandomi ho potuto capire che è considerato uno dei registi giapponesi più talentuosi e controversi di sempre.
Siamo nella categoria del cinema degli eccessi, per me il cinema malato.
Innanzitutto voglio premiare tutta la prima parte del film, è la seconda che mi ha incasinato troppo la testa ma ci arriverò dopo.
Nonostante sia la parte più lenta ma è tutta la prima parte che mi è piaciuta molto ed è gestita benissimo, per come si presenta la trama, per come ci vengono mostrati i personaggi, la recitazione è ottima...ho apprezzato tantissimo il fatto che fino ad un certo punto si respira un'aria quasi benevola, è come assistere ad una classica commedia sentimentale americana...almeno fino a quella scena...Asami ferma davanti al telefono in attesa che Aoyama la chiami...con così poco una scena inquietantissima! Un fermo immagine che mi si è stampato nella testa tuttora mentre ne scrivo mi fa rabbrividire.
Come dicevo prima è tutto gestito benissimo, la curiosità di come procede il film è a 1000, si è davvero incollati allo schermo.
Un pò tutto (quasi) mi cade nella seconda parte, esattamente dal momento in cui sembra che i due abbiano avuto un rapporto intimo e il protagonista Aoyama si sveglia senza la presenza di Asami che a quanto pare non ha lasciato tracce di sè ed è scomparsa..Da qui in poi è una confusione totale...Io onestamente ho faticato veramente tanto nel capirci qualcosa...alcuni pezzi del puzzle vengono completati...ma nel delirio del protagonista c'è troppa confusione...in tutta questa parte l'interesse rimane altissimo, le scene che ci vengono mostrate sono piacevolmente disgustose e raccapriccianti, ma mi ripeto nel volerci capire di più mi è venuto un forte mal di testa..
Arriviamo così all'atto finale della tortura, che onestamente mi ha un pochino deluso..non mi ha scioccato o schifato come speravo...la stessa Asami per quanto brava, vederla con tutta quella strumentazione mi ha fatto non dico ridere ma quasi. Con quel viso così tanto giovane, pulito, lei così magra, inoltre così tanto timida ed educata eppure diabolica più che mai..si di sicuro è anche questo il bello, ma l'ho visto un pò esagerato non convincendomi del tutto.
Finito il film non ho capito davvero se alla fine è stato tutto un sogno e frutto dell'immaginazione di Aoyama, oppure se quello a cui abbiamo assistito sia successo veramente...o si lascia semplicemente all'interpretazione dello spettatore?
Magari mi sono perso qualche passaggio oppure non ho colto qualche messaggio...non lo so...se qualcuno che ha letto il mio commento me lo voglia spiegare lo apprezzerei.
Il cinema degli eccessi non mi ha mai entusiasmato, è un tema a cui mi ci sto avvicinando di più ultimamente essendo maturato io come persona.
Questo "Audition" mi è piaciuto, è un film molto coraggioso, essendo poi del 1999 non oso immaginare lo scandalo che si sarà creato attorno a questa pellicola...ma ad ogni modo non lo considero privo di difetti.

Peanuts02  @  09/07/2017 18:01:28
   9 / 10
uno dei film più disturbanti mai partoriti da una mente umana.
La storia di un uomo che ha l'idea insolitamente maschilista di raggruppare e selezionare delle ragazze per poter trovare la sua futura seconda moglie, e che con ciò darà il via ad un incubo sempre più oscuro e terrificante.
In questo film ne abbiamo di ogni (detto senza spoiler), da torture, aghi, corde di pianoforte, vomito, amputazione, sangue e chi più ne ha più ne metta.
Eihi Shiina è perfettamente calata nel suo ruolo di ragazza dolce, gentile ed educata, ma sadica fino al midollo eppure "lucida" nella sua follia.
La scena del sogno di Aoyama vi darà da pensare la notte, magari terrorizzati dall'idea di fare un sogno simile, statene certi.
Eppure, sotto tutto questo orrore si nasconde una poesia ed una maestria rare nel settore.
Questo film è un grido di denuncia a pieni polmoni verso il dolore e la solitudine che per colpa nostra molta gente prova, è un grido di richiesta verso lo spettatore al quale si chiede "tu, aldilà di quello che fai per vivere e da come ti vedono gli altri, chi sei veramente? come sei veramente? che cosa si nasconde nei meandri della tua psiche?"
Metto un 9 meritatissimo, ma spero che un giorno Miike riesca a raggiungere il dieci, sebbene il mio voto alla fine conti poco XD
Non c'è niente da fare: o riconosci la maestria del beh, maestro, oppure lo odi e non riconosci il suo genio

GianniArshavin  @  15/05/2017 21:17:09
   9½ / 10
Audition è un film di Takashi Miike uscito nelle sale nel 2000. A detta di molti questa pellicola è quella che ha consegnato a Miike il successo planetario, quella che ha permesso al suo nome di iniziare a girare con frequenza in occidente e non solo fra gli appassionati di un certo cinema di nicchia.
In effetti Audition è un grande film, a mio parere il migliore fra quelli che ho visionato del regista nipponico. Ci troviamo davanti un'opera complessa, dalle mille chiavi di lettura e che affronta tematiche potentissime e profonde, e lo fa utilizzando dei canali estremi e al limite, come di consueto con tale cineasta.
Il protagonista di questa storia è un uomo, rimasto vedevo 7 anni prima, che sotto consiglio del figlio decide di rifarsi una vita e risposarsi. Per trovare la donna giusta lui e un suo amico produttore decidono di indire un'audizione fittizia volta a trovare la donna adatta, mascherando il tutto dietro un casting per un ruolo principale in un film. Fra le tante, l'uomo sceglierà una ragazza sensibile e dolce ma anche molto misteriosa, che ricambia le sue attenzioni sentimentali.

In breve è questa la trama del film, indubbiamente molto semplice e all'apparenza meno complicata di altre pellicole del regista. Ovviamente con Miike la semplicità quasi non esiste, ed infatti Audition e tutt'altro che un prodotto fruibile e immediato.
La storia si divide in due tronconi ben distinti: il primo ci presenta i personaggi, introduce la storia con lentezza e parsimonia ed approfondisce il rapporto che viene a crearsi fra i due protagonisti. In questa prima metà di film Miike sembra essersi dato un contegno, tutto si svolge quasi nella normalità; il regista si concentra sulle anime solitarie e travagliate dei personaggi, cercando di sviscerare il loro vissuto nel modo più oculato possibile. Naturalmente non mancano alcuni accenni all'orrore che esploderà nella seconda parte, avvertiremo in modo esplicito e implicito l'odore mefitico e malsano del male che si cela dietro una superficie apparentemente benevola, ma nonostante questo il secondo troncone colpirà ugualmente forte visto il netto cambio di registro rispetto alla prima metà di pellicola.
Infatti, dopo un'ora abbondante di visione, in cui l'opera si mantiene sui binari del drammatico, il povero Aoyama inizierà la sua lenta discesa verso l'incubo: la giovane Asami, fino a quel momento misteriosa ma anche fragile e dolce, subirà un cambiamento repentino per poi sparire, cosa che costringerà l'uomo a mettersi sulle sue tracce; da questo punto in avanti Aoyama scenderà lentamente ma inesorabilmente nelle viscere della follia e dell'incubo, un crollo che avrà la sua apoteosi totale nella ormai celeberrima tortura finale e nell'allucinazione (?) infernale che l'anticipa.
Nella seconda metà di pellicola le certezze dell'uomo vengono piano piano distrutte con sadismo; Aoyama non può intervenire e impedire in nessun modo questo processo distruttivo, essendo per lui troppo repentino e inaspettato.

Non capisco quelli che si sono lamentati della noia della prima parte: essa è parte integrante della storia, e assume un significato ancora maggiore dopo aver visto la seconda. Il fulcro di Audition sta proprio qui: un uomo che si innamora follemente di una ragazza che ha un bisogno disperato di amore e attenzioni, un bisogno che forse non può essere soddisfatto e dunque questo circolo vizioso porta lei a distruggere ciò che in teoria dovrebbe farla stare bene. Il succo del film è questo, Miike ci parla di due anime devastate dalla vita, di due personaggi che soffrono di solitudine e che reagiscono ad essa in modi differenti.
Altri temi toccati dall'autore giapponese sono la morte, l'incomunicabilità, le critiche alla superficiale società nipponica; tuttavia principalmente Miike vuole parlarci delle difficoltà che si incontrano nel relazionarsi e nel concedere la propria fiducia agli altri e dei risultati devastanti che tali difficoltà comportano. Questi ultimi due aspetti sono riscontrabili soprattutto nel personaggio di Asami.

Oltre ai temi e ai contenuti, Audition resta un film dell'orrore, e sotto questo aspetto Miike tocca vette immense. Infatti per tutta la durata della storia respiriamo un'aria malata, sappiamo che qualcosa non quadra ma inizialmente (e forse anche alla fine) non riusciamo a capire cosa. Il regista ci suggerisce gradualmente, tramite tocchi di genio, che l'orrore sta per esplodere e col passare dei minuti la pellicola diventa sempre più inquietante (la sequenza di lei che aspetta la telefonata è davvero agghiacciante).
Nel secondo tempo la paura e l'inquietudine diventano tangibili, e Miike utilizza personaggi, ambientazioni e atmosfere per spaventare. Il picco massimo viene raggiunto nella lunga sequenza dell'incubo, dove il regista tocca picchi visionari davvero inauditi. Il mix di sensazioni che questa scena trasmette è assurdo: si passa dalla paura, allo sgomento, dal disgusto allo straniamento più totale.
Come se non bastasse questo calderone di emozioni negative, il regista ci piazza un finale dove la violenza raggiunge livelli elevatissimi che metteranno a dura prova anche il più scafato degli spettatori.

Concludo questo mio eccessivamente lungo commento parlando un secondo dei personaggi: tutti i protagonisti sono caratterizzati e interpretati al meglio, ma a spiccare è ovviamente lei, Asami, che ha il volto della bravissima Eihi Shiina. Questo personaggio ha una potenza e un'ambiguità incredibili, e non penso di dire un'eresia se inserisco Asami fra le migliori femme fatale di sempre.

In conclusione, Audition è semplicemente un capolavoro. Un'opera ostica ed estrema, che scontenterà molti spettatori. Tuttavia, se riuscirete ad entrarci, con molta probabilità lo amerete alla follia, un po' come l'amore provato dai protagonisti del film.

crimal9436  @  22/09/2016 12:12:50
   7 / 10
Il film sarebbe potuto essere una sequenza di fotogrammi bianchi e musichetta di cascate e uccellini fino al momento in cui nella sequenza vengono inseriti frammenti rosso sangue e urla strazianti, per poi riprendere la sequenza standard...
Senso di angoscia pura

gandyovo  @  21/03/2016 23:11:21
   6 / 10
con sottilissimi aghi infilzati negli occhi non sono riuscito a cogliere l'ampiezza del messaggio di questa pellicola. mi spiace e vado oltre.

Nic90  @  31/03/2015 21:34:16
   5 / 10
Questi giapponesi sono contorti,crudi e strani,il film sicuramente è ben fatto anche se ci sono pause(le ho notate in altri film giapponesi) in molti momenti che non mi piacciono molto.
La regia in alcuni casi molto interessante,ma nell'insieme il film non mi ha convinto appieno,non mi ha lasciato niente...forse sarà che io e i film asiatici non ci intendiamo.

Tra l'altro di thriller c'è veramente poco,si tratta di un film drammatico.

Biasx  @  12/03/2015 10:20:51
   3½ / 10
Allora, io mi fido quasi ciecamente della media voti di Filmscoop. Credo che veramente sia il sito italiano sul cinema fatto meglio. Sia per il film di cacca che per i capolavori, mi sono sempre trovato d'accordo con i commenti. Anche per questo non sono un utente che commenta molto. Ma su questo Audition leggo veramente cose assurde. Menziono solo il commento che mi precede: "l'horror più inquietante che abbia mai visto". No. Decisamente no. Questo film non ha nulla di inquietante. E' una palla bella e buona che ti fa addormentare. E' recitato male, peraltro. E solo nella parte finale sale leggermente il ritmo. Ma non c'è un colpo di scena manco per sbaglio. Io ho deciso di finirlo esclusivamente per la media altissima. Detto questo, trucidatemi pure ma per questo film fa schifo.

MonkeyIsland  @  06/02/2015 02:02:01
   7½ / 10
In assoluto uno degli horror più inquietanti di tutti i tempi diretto non a caso da uno dei migliori esponenti del cinema orientale.
Se è lo spaventato che cercate girate a largo visto che Miike lavora molto sulla psicologia e riesce a colpire nel segno visto che l'appartamento di questo film è una delle cose più angosciose di sempre grazie anche a una protagonista stratosferica nella parte..
Comunque non è un film su cui buttarsi a capo fitto a mio avviso, visto che per apprezzarlo maggiormente bisognerebbe aver già visto qualcosa di Miike.

3 risposte al commento
Ultima risposta 16/02/2015 13.29.54
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CavaliereOscuro  @  10/11/2014 17:31:36
   4 / 10
Quoto al 100% il commento precedente. Qui, su questo sito, c'è una sorta di setta di intellettuali filo orientali. Pare che basti avere gli occhi a mandorla per girare una qualsiasi ciofeca, tanto questi gridano al miracolo. Bah, tornando al film: noioso, dialoghi e situazioni inverosimili, attori pessimi (a parte la spostata, lei è brava davvero), sceneggiatura strampalata, finale... finale? Media voto ridicola (toh, ma che strano...).

Buba Smith  @  04/09/2014 00:44:30
   2 / 10
Va bene, no problem. Mettetevi in fila per favore. Prendete il numerino e non spingete. Uno alla volta grazie.

Bene, cominciate pure a insultarmi, e dire che non ne capisco nulla di film.

Ma non me ne frega assolutamente nulla. Per quanto mi riguarda, stò film è una schifezza bella e buona. Ma cosa ci trovate di bello? Le recitazioni pietose? La trama assurda noiosa e totalmente priva di interesse? Il trash? I luoghi privi di interesse? Cioè basta così poco, per ottenere tutti questi voti?

Cioè oltre a fare schifo, è totalmente banale.

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Ultima risposta 04/09/2014 09.55.47
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alex94  @  12/07/2014 19:01:43
   8½ / 10
Ottimo thriller diretto da Takashi Miike nel 2000.
La trama nonostante uno sviluppo piuttosto lento è molto intrigante ed appassionante.
La prima parte del film ricorda quasi quella di un film drammatico poi da metà film l'atmosfera cambia completamente diventando sempre più tetra e malata fino ad un finale veramente crudele.
Ottima naturalmente la regia e la recitazione.
Buoni gli effetti speciali.
Film assolutamente da vedere.

TheLory  @  20/04/2014 18:43:45
   5 / 10
No mi è piaciut! incipit interessante ma poi si perde lungo la strada, cane abbandonato che non è altro sto film, poveretto. comincia bene ma poi il regista pare quasi che dica: boh, fin qua mi è venuto benino, ma ora non so più come tirarlo fino alla fine... sai che ti dico? lo proseguo alla cipirippo di cane che tanto gli spettatori li ho ipnotizzati, con un incipit del genere e vorrei anche vedere di no, santissima maria delle pasque ovaiole cioccolatose!
no insomma, non mi è stato di mio gradimento, mi spiace. io lo boccio

maitton  @  23/01/2014 20:27:06
   7 / 10
drammatico, thriller, horror, surreale...questo film e'il festival del cinema.
mai visti tanti generi trattati tutti assieme e con tale profondita'..
sembra prima una cosa, poi un'altra, poi un'altra ancora fino a quella sterzata pazzesca, racchiusa in una singola agghiacciante scena puntata giusto nel cuore del film.
piu'che horror, quel momento e'stato terror, di audition mi restera' sempre e soprattutto quella scena, ho rischiato l'infarto proprio come lo rischiai qualche anno fa col barbone di lynch in mulholland drive.
a proposito di lynch, mi e'tornato spesso in mente durante il film, in particolare nella scena dello scantinato (quello dove avrebbe dovuto lavorare asami), li' ho davvero cominciato a pensare che da un momento all'altro comparisse il gigante di twin peaks.

Horrorfan1  @  12/01/2014 17:01:24
   8 / 10
Film molto particolare, che non centra perfettamente i miei gusti (horror e horror trash), ma che comunque ho apprezzato e posso raccomandare a chi ha stomaco e nervi saldi!

Neurotico  @  06/12/2013 14:54:53
   9 / 10
Penso sia uno dei maggiori film del geniaccio giapponese. Non è brutale come Izo o Ichi the killer, o surreale come il capolavoro Gozu. Miike opta per una regia statica (pochi movimenti di macchina, le riprese sono fisse con qualche piano sequenza) che ipnotizzi lo spettatore e lo incolli allo schermo dove regna sovrana la figura di Asami, dolce ma misteriosa ragazza dal passato oscuro. Mi piace vederlo come un film vicino al torture porn (anche perchè così si darebbe lustro ad un sottogenere spesso bistrattato o sottovalutato), anche se Miike non dà molto spazio a scene estreme di tortura o mutilazione, se non nella parte finale dove il film esplode in tutto il suo splendore di violenza e sofferenza.

paride_86  @  27/11/2013 03:44:19
   4½ / 10
Davvero uno dei thriller più brutti che io abbia mai visto. Senza né capo né coda, con una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti e una protagonista poco credibile.

topsecret  @  04/10/2013 17:52:56
   7 / 10
Era da un po' che volevo vedere questo film e perciò avevo delle aspettative forse un po' troppo alte. Ma devo dire che, tutto sommato, non sono state del tutto disattese.
L'andamento lento della prima parte fa da apripista a quello che viene dopo: un tumulto di scene visionarie, inquietanti, violente e sadiche che travolgono lo spettatore in un turbinio di emozioni e paure.
La regia di Miike è perfetta nel raccontare tutto questo e si affida ad un cast di grande capacità espressiva ed attoriale per mettere in piedi ("...questo filo è perfetto per tagliare carne e ossa...") questo incubo ad occhi aperti, di grande coinvolgimento e thrilling.
Ha bisogno di un po' di preparazione per carburare, ma quando lo fa è inarrestabile.

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Ultima risposta 05/10/2013 00.00.01
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The BluBus  @  09/08/2013 23:39:21
   8 / 10
Primo film di Miike che vedo, 8 pieno, promosso!

Crazymo  @  04/07/2013 18:20:39
   8½ / 10
Splendido film di Miike, con una regia perfetta e dei significati profondissimi che toccano ognuno di noi, trasmessi tramite dei concetti e delle immagini terribilmente forti. Da una prima ora che fa sembrare il film una storia d'amore atipica, tutto si trasforma in un incubo onirico e devastante, certe scene sono veramente difficili da digerire e colgono alla sprovvista dopo tanta pace e serenità. Bellissimi i significati dietro tutto, a prova che Miike è un regista maturissimo, alla faccia di chi dice che è solo sangue e *******, questo film è magnifico, se non un capolavoro siamo da quelle parti lì. Terribile, indimenticabile, ti cresce dentro!

_Hollow_  @  07/03/2013 02:50:30
   9½ / 10
Audition è un film splendido sotto molti punti di vista, proprio per questo è bello vedere come, essendo per strane logiche mentali umane "mainstream", sia grandemente s*******to da commenti ridicoli e riduttivi.
Sogni, allucinazioni, flashback, flashforward, soggettive, sguardi in macchina, delirio, parole tagliate dal suono della pioggia durante un'inquadratura al di fuori dell'auto ...
Mostri che creano mostri; consigli seguiti, disattesi; impossibilità di comunicare; percezione della realtà; impossibilità di conoscere l'altro/se stessi; amore, fiducia; mentalità di uno psicopatico; un finale quantomeno dubbio e aperto a diverse interpretazioni ...

... ma l'80% dei commenti al film (di chiunque, ovunque), sono riassumibili in: "il miglior film di Miike!!" (scommetto che li hanno visti proprio tutti, eh?) e "la morale è: non scoparsi mai la prima sconosciuta carina!!".


La scena della tortura comunque è una ****ta e quasi inguardabile (è un complimento), mettendo d'accordo critici e ibecilli. Che magari, nel dolore, scoprono di essere estremamente simili.

Invia una mail all'autore del commento diderot  @  08/02/2013 10:45:12
   6½ / 10
Un thriller interessante ma che non convince a pieno. Lento nella parte iniziale ma coinvolgente, la trama non è male. Dopo circa un ora si nota un radicale cambio di ritmo che aggiunge, in una continua sequenza, dettagli trascurati inizialmente ma che non contribuiscono a chiarirne la trama. Il finale, se pur credibile, non è il massimo! Bravo il protagonista, molto bella Eihi Shiina.

Badu D. Lynch  @  29/01/2013 10:59:10
   9½ / 10
Il capolavoro di Takashi Miike. Un film sconvolgente.
A mio parere, il miglior horror degli ultimi 32 anni.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  26/01/2013 00:52:45
   8½ / 10
Con un elegante, maturo e ricercatissimo stile Miike ci accompagna in un limbo dove possono convivere dramma familiare, ossessione, ricerca dell'amore, e la follia che sfocia in tortura. Evocando tabù come la pedofilia, superando le costrizione della facile suspence (come del facile effetto gore), e descrivendo con la sensibilità orientale i ruoli della vittima e del carnefice.

Un cinema di genere non per tutti i gusti, e capace di entrare nello stomaco, poi nella mente. Lavora sottopelle lasciando un forte senso di malinconia più che di fastidio, di solitudine più che di cinismo.

Il cinema di Miike lo si può accettare o respingere, ma è un cinema assolutamente da vedere.

Supercecco  @  14/01/2013 10:08:54
   7 / 10
Un buon film dove la tensione sale gradualmente e raggiunge livelli molto alti anche per me, che non mi spavento facilmente. Come altri anche io privilegio la parte iniziale e centrale del film... A tratti è molto onirico, si lascia quasi intendere che ognuno può scegliere di credere che la realtà in realtà sia il sogno o viceversa. Personalmente le torture nei film non mi sono mai piaciute perchè mi sembra un modo un pò "volgare" di fare impressione. Il protagonista è un personaggio in un certo senso un pò troppo neutro ma la ragazza compensa... Non chiara la caratterizzazione dei "familiari" della ragazza. Cmq da vedere se avete una mentalità aperta e vi piacciono le storie malate.

Jack_Burton  @  03/01/2013 21:24:50
   4 / 10
Delusione...il film regge fino a metà poi non ci si capisce più nulla.
Sogno e realtà si mescolano in un cocktail da capogiro (tenetevi pronti un aulin), lasciando lo spettatore con un pugno di mosche in mano.
Il regista ha voluto fare lo splendido cercando di stupire lo spettatore ma ha ottenuto, almeno nel mio caso, il risultato opposto.
Se non siete amanti dei trip-allucinatori nipponici, lasciate perdere questo film, ce ne sono tanti altri migliori.

Clint Eastwood  @  12/12/2012 10:19:18
   8½ / 10
Film insolito e disturbante, da vedere per provare qualcosa di nuovo, qualcosa di terrificante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  12/12/2012 03:38:30
   8½ / 10
Più di mezzo secolo fa Lang dichiarava che la violenza "deve" far parte di una sceneggiatura, essendo quella del sopruso fisico una delle più grandi paure umane. In tal senso il cinema si è emancipato a sufficienza. Parallelamente ha cercato di rassicurare il suo pubblico, definendo con sempre maggior schiettezza la propria essenza: autentica finzione. Ciò non toglie che la suggestione per compiersi debba contare su una rappresentazione credibile. Un incubo è sempre percorso dall' atroce convinzione che sia la realtà. Insomma se non è gratuita e, soprattutto, se non si crede onnipotente, la scena di violenza ha un forte potere drammaturgico. Anche per l' occhio più assuefatto o desensibilizzato. Io non posso affermare, come molti, che "Audition" mi abbia disturbato. Un po' li ho sentiti addosso anch' io, quegli spilli. Ma in definitiva una siffilmata efferatezza non riesce a sconvolgermi più di tanto. Fortunatamente la contorsione delle budella non è il fine del film, ma il veicolo per qualcosa d' altro. Quanto sia estenuante l' indugio sulle carni martoriate ha relativamente poca importanza, purché ci trascini a destinazione. Ovvero avvertire emozioni più durature, più sfiancanti di una reazione viscerale come il ribrezzo. Malinconia, angoscia, impotenza. Soprattutto impotenza. Per il dolore che si cristallizza e rende soli. Per la fragilità che diventa diffidenza. Per la perpetua asincronia di sensazioni, necessità, desideri fra due persone che si amano. Per la coesistenza irrealizzabile. E per il tempismo assurdo della morte, in tutto questo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  21/11/2012 14:16:57
   7½ / 10
Molto bella la (triste) storia che Miike ci racconta in "Audition". Al di là di questo aspetto che è stato ampiamente analizzato dagli altri commentatori devo dire di aver preferito, a differenza della maggioranza, la prima parte. A volte si dice che l'attesa sia bella tanto quanto l'avvenimento stesso, in questo caso secondo me è ancora più bella: quello della prima parte è un Miike molto particolare e contenuto, lo spettatore sa che prima o poi qualcosa deve succedere e così è, un Miike nella sua consueta versione sadica (che onestamente è quello che mi piace meno) che viene fuori nella parte conclusiva. Ma se quest'ultima è il punto di arrivo di "Audition" tutto ciò che avviene prima è altrettanto importante perchè è proprio nella prima parte che Miike costruisce i presupposti per l'esplosione finale, e lo fa con una calma solo apparente ma affascinante lasciandoci lentamente calare nei panni dei protagonisti.
Un gran Miike come (quasi) sempre.

KRIS.K  @  02/07/2012 16:25:52
   9 / 10
GRANDE Miike, film perfetto e molto molto sottovalutato, come inizia il film già si nota una atmosfera di dramma familiare , il rapporto tra il genitore e il figlio come lo ha rappresentato miike è interessante, lo svolgimento iniziale è perfetto, e non annoia mai.La seconda parte del film ha del incredibile, totalmente incredibile. Ci sono tante scene da ricordare, poi, nulla è enfatizzato. La pellicola così spenta e cupa rende tutto così alla perfezione. Film molto avanti sia come rappresentazione che di contenuti.

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sossio92  @  02/06/2012 16:49:40
   8 / 10
una vera perla orientale , profondo in tutti i sensi , oltre all'horror incarna anche del drammatico ma ben venga per come è strutturata la storia ...consigliato soprattutto agli amanti del cinema orientale

senefesi  @  03/04/2012 22:11:09
   7 / 10
Non è il solito film estremo che saremmo portati a credere conoscendo il regista, almeno nei primi 3/4 del film.
Il che porta inizialmente a pensare ad una trama semplice e prevedibile, ma immaginando che un colpo di scena rimetta tutto in discussione la tesione cresce comunque fino all' ultima parte dove inizia il vero thriller con tanto di rimescolamenti temporali, logici e simbolici con retrogusto granguignolesco.
Accompagna il tutto quache logica in nippo-style, comunque tutti questi elementi caratterizzanti non sono eccessivamente marcati, per cui lo consiglierei a chi vuole iniziarsi ai film di Miike od a quelli japponesi in genere.

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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  27/03/2012 20:37:27
   9 / 10
"Le parole creano solo bugie del dolore invece ti puoi fidare… sei d' accordo? Il dolore lo senti… grazie al dolore fisico scopri anche il tuo corpo"

Scioccante ed impressionante.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  26/03/2012 23:13:36
   10 / 10
Che capolavoro.
Una media ingiustissima.

Credo che abbia detto tutto cash con la sua splendida recensione. Credo anche che Miike sia davvero uno degli ultimi grandi geni del cinema.

Amo questo film perché parla della pericolosità intrinseca ai rapporti (la pericolosità, una cosa di cui si sente parlare poco, soprattutto riguardo alle relazioni. Ma credo sia uno degli argomenti più importanti della vita) con uno sguardo che non si può definire se non "cinematografico". Audition è un film che ci fa riflettere su cosa sia il cinema, su quale sia il senso e il linguaggio di quest'arte. La mia è una posizione forse scontata, una posizione semiologica, ma di fronte alla sconvolgente originalità estetica e narrativa di Audition, cosa si può dire?

2 risposte al commento
Ultima risposta 05/04/2012 13.34.32
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Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  15/02/2012 12:38:15
   9 / 10
Lo scontro tra la quotidianità di una vita ordinaria, amori ordinari, sensazioni e sentimenti nella norma e l'eccezionale, rara talvolta, estrema crudeltà e perversione che può dominare la vita sino a divorarla.
Un incontro denso, sconvolgente, una rivelazione non richiesta, non cercata ma che travolge la realtà soavemente annebbiata di una famiglia come tante altre.
Possiamo esorcizzare la visione demonizzando l'infelice fanciulla, possiamo mitigarla con giustificazioni pedagogiche, psicologiche, distinzioni tra un mondo triste e malvagio ed uno innocente. Possiamo sentirci buoni e sperare che i colpevoli non ci trovino.
Tuttavia in qualche modo è stato un amore sincero, un'illusione di felicità per entrambi, una contaminazione più profonda di una semplice tragedia fortuita: una fatalità ben più pregna e compatta. Per quanto spinta all'eccesso, al limite della sopportazione, quanto davvero è distante dalla struttura che regge le nostre connessioni?
Una splendida regia, un felice connubio tra feticismo e psicosi onirica sino alla forzata apoteosi del dramma, una silenziosa cavalcata di una valchiria vindice e ingiusta. Ma qualcuno è davvero nel giusto o è solo una parola, menzognera per natura? Davvero solo il dolore è sincero?

Gruppo COLLABORATORI ilSimo81  @  12/02/2012 16:49:00
   8½ / 10
Esiste un amore che sia più forte della solitudine e del dolore?

Aoyama ha smesso di sorridere da sette anni, dal momento in cui la voce pacata di un dottore ("Mi dispiace") gli ha comunicato la morte della moglie. E' suo figlio, che nel frattempo è cresciuto, a suscitare in lui il desiderio di rifarsi una vita. Ma Aoyama non ha intenzione di accontentarsi, perciò si lascia convincere a seguire il piano ideato dall'amico e collega: approfittando del suo ruolo all'interno di uno studio cinematografico, sceglierà la donna che più di tutte risponderà al suo ideale tramite una selezione, mascherata da audizione rivolta ad aspiranti attrici. Una candidata, la giovane Asami, si rivelerà perfetta per lui, al punto da diventare un'ossessione. Un'ossessione che ad un certo punto confonde i profili di realtà, sogno ed incubo. Fino alla domanda fatale: è possibile l'amore?

"Audition" è idealmente costituito da due parti e due verità.
. PRIMA parte . Potrebbe chiamarsi: Personaggi in cerca d'amore.
Un uomo dall'indole buona e dal carattere mite, Shigeharu Aoyama. Una vita drammaticamente oppressa dall'immane peso dell'assenza della moglie. Speranza di un amore dopo il dolore, fenice di un amore che vorrebbe rinascere dalle ceneri di un altro. Determinante l'insistenza di Shigehiko, il giovane figlio, alle prime armi con la scoperta adolescenziale dell'amore e animato da quella vitalità ottimista e propositiva, tipica della sua età. Il figlio che studia i dinosauri è metafora del padre: entrambi concentrati su fossili, su vite ormai passate.
Una ragazza affascinante e misteriosa, Asami Yagazaki. Un fiore delicato, con uno struggente bisogno d'essere amata. Dramma, tragedia e apoteosi di un amore sincero rimasto deluso.
Un dato di fatto inconfutabile: l'uomo ha in sé il connaturato desiderio primordiale di amare ed essere amato.
. SECONDA parte . Potrebbe chiamarsi: Universo di monadi.
"Audition" si mostra come una rappresentazione cinica e crudele dei rapporti umani. La verità nascosta di Miike sembra sussurrare che tutte le relazioni sono un equilibrio illusorio. Maschere di speranza sopra un universo di solitudine.
La morte della madre è un momento di rottura, a cui seguono storie di persone sole e animate da quell'atavico impulso alla relazione. Ma l'amore conosciuto dai personaggi di Miike esiste solo finchè dura l'illusione, dettata dall'attrazione o dalla giovane età: caduto il velo, rimangono soltanto amare spoglie.

"Audition" è carezza e schiaffo.
Nella prima parte è un film fine e delicato, come lo sono i personaggi e le loro storie. C'è un'aura di fragilità, di dolcezza e di rispetto nelle parole e nei rapporti tra di loro. E' una parte lenta e pacata, tenue nelle immagini e nei dialoghi essenziali, come una commedia un po' sentimentale un po' drammatica.
Nella seconda parte, che pure non perde quella sensazione ovattata, mostra maggior vivacità. Diventa un film duro, nelle scene e nelle parole. Viene esaltata la componente simbolica: in sequenze a volte oscuramente enigmatiche, si fondono sogno e realtà, presente e passato, amore ed orrore. Un crollo che era preannunciato dalle parole scettiche dell'amico di Aoyama ("Penso solo che la vita non sia così facile"). Lo spettro della perversione inizia ad aleggiare nella bellissima immagine del sorriso maligno di Asami, al suono dell'attesa telefonata che spalanca le porte di un esito drammatico.

Forse "Audition" non assurge ai livelli di altri capolavori assoluti, ma resta senz'altro notevole e pregevole per molti aspetti. Certo è molto più che un horror: è un delicato dramma che si interroga sulla possibilità di un amore che sia più forte della solitudine e del dolore. Le due risposte stanno nelle parole di Aoyama ("Un giorno scoprirai che la vita è bellissima") e in quelle di Asami ("Le parole generano bugie. Il dolore invece è veritiero"). E' bello pensare che non sia Miike, ma lo spettatore, a scegliere quale sia la risposta definitiva.

Gabo Viola  @  07/11/2011 16:25:48
   7½ / 10
Lungi dall' essere un capolavoro, mantiene però sempre una feroce vitalità e una grande maestria nel terrorizzare. Segna lo standard di qualità per l' horror del futuro.

speXia  @  11/08/2011 23:49:45
   10 / 10
Il capolavoro di Takashi Miike! Non molto horror,ma drammatico,triste e poetico come solo i film asiatici sanno essere! Dopo anni di solitudine,di rancore e malinconia,lee torture sono solo un modo di esprimere l'amore! Del resto,Asami vuole solo essere amata!
Consigliatissimo a chiunque detesti gli onryo,ma anche a tutti gli altri!

CyberDave  @  06/06/2011 17:48:52
   5 / 10
Il voto qui lo metto un pò a casaccio nel senso che il film mi è piaciuto nella seconda parte ma Mi spiace, non sono riuscito a capirlo....proprio per niente.
Dopo una prima ora moooolto noiosa e insipida ecco che arriva il delirio di Miike che cambia totalmente il verso del film, mi è piaciuta la storia della ragazza, come sono state raccontate le sue sofferenze, la parte con le torture ecc ma di fondo c'è un problema: quando si viveva la realtà e quando era fantasia?
Come ha fatto Aoyama a "vedere" il passato della ragazza ecc, erano visioni a caso?
Spero che qualcuno mi aiuti a capirlo perchè io non ce l'ho proprio fatta.

incubodimorte  @  27/03/2011 18:44:14
   8 / 10
Questo film non mi ha colpito per la parte orrorifica, ci vuol ben altro che qualche ago per spaventare. Mi ha colpito il dramma della solitudine. La ragazza che ha solo bisogno di qualcuno che la ami completamente, e che da vittima si trasforma in carnefice. Dopo tutte le violenze subite, riesce ad esprimere il suo amore soltanto con la violenza, per tenere chi ama vicino a sè. Del resto dice lei stessa che l'unica cosa certa è il dolore e tutto il resto sono bugie. E lo dimostra al suo uomo con dei simpatici aghetti :)

Attila 2  @  02/02/2011 13:21:57
   7 / 10
Film interessante ,diverso da ogni prodotto cinematografico gia' visto.Un po' noioso nelle prime battute,ma non fermatevi di vederlo,anche se non ci sono i presupposti,perche' e' lento ma non tanto da interromperne la visione.Poi e' un escalation di tensione e violenza.Un bel po' crudo ma e' folle e strano il contrasto tra lapparenza dolce della ragazza e la sua lucida e spietata crudelta',un film da vedere

Stunter  @  20/11/2010 17:45:32
   5 / 10
Di solito gli horror orientali non mi deludono , ma questo Audition non mi ha convinto a pieno nonostante Takashi Miike riesce a tirar fuori pellicole uniche...

Mothbat  @  13/11/2010 21:00:05
   8 / 10
Malato, sadico, visionario, poetico.
Secondo solo a Ichi.

guidox  @  02/11/2010 18:24:29
   8½ / 10
ringrazio gli utenti di filmscoop, perchè questo regista l'avevo solo sentito nominare e non essendo per niente un appassionato di film orientali, non mi ero mai interessato più di tanto.
invece leggendo i vari commenti, mi sono deciso a guardare un paio di film di Miike e devo dire che ne sono rimasto ben contento.
Audition mi è veramente piaciuto: teso al punto giusto, realizzato benissimo, a tratti veramente inquietante (interpretazione dell'attrice assolutamente da 10), con una presenza di follia che rende ancor più interessante la visione d'insieme.
un prima parte un po' lenta ma mai noiosa, una seconda parte eccezionale.
molto bello.

Sae2006  @  16/10/2010 23:46:52
   8½ / 10
Ebbene, ho appena finito di vedere questo film che dire?
Pur conoscendo alquanto le produzioni asiatiche in genere, non avevo mai visto prima un film di questo regista. Sicuramente "Audition" non è un'esperienza cinematografica comune. Confesso che avevo a malapena letto la trama e solo di sfuggita un commento il quale sosteneva che bisognava vedere questo film per riuscire a farsene un'idea.
Generalmente non gradisco i film stile "Hostel". Le scene di tortura violenta su indifesi esseri umani non sono esattamente il mio concetto di horror ideale, preferisco maggiormente le scene con porte che scricchiolano e momenti privi di musica che fanno sobbalzare. Nonostante questo il mio voto è otto e mezzo e il mio giudizio complessiovo è che questo sia un film eccellente che va sicuramente visto.
Durante la prima parte del film, che i più giudicano lenta, ho avuto qualche dubbio, del resto la cinematografia asiatica segue degli schemi e dei ritmi diversi rispetto a quelli delle produzioni occidentali, quindi ho pensato lo confesso di dovermi sorbire il classico mattocino giapponese pieno di interpretazioni vedesi "Acacia" (coreano per la verità) che pur essendo un ottimo prodotto comunque non lo classificherei come horror. Ho dovuto però ricredermi dopo la famosa scena della telefonata, del sacco che si muove e del sorriso inquietante. Una delle scene di film horror più belle che mi sia mai capitato di vedere tra l'altro. Raramente c'è stato qualcosa che mi ha fatto saltare il cuore in gola così.
Trovo che la differenza di ritmo tra la prima parte del film, al contrario di quanto ho letto in altri commenti sia invece ben calibrata, è proprio questa grande differenza che spiazza lo spettatore. Quando arriva la scena del sacco e della telefonata...ormai non ci si aspettava più niente del genere, ovvero lo spettatore era ormai sicuro di trovarsi in una zona sicura. Niente di più sbagliato perchè da quel momento in poi comincia una discesa dapprima lenta che portà "Più giù, più giù, più giù" sempre più velocemente.
Se dovessi paragonare questo film a qualcosa, lo paragonerei a un giro sulle montagne russe : all'inizio si pensa sempre " Dai non è poi così male" alla prima discesa dici "Wow! non me l'aspettavo!" ma quando ti trovi al giro della morte urli "Per favore qualcuno fermi questo coso voglio scendere!!"
Questo è "Audition" un film che parte dal tema della solitudine e della ricerca dell'amore perfetto per dimostrare in modo delirante che non esistono perfette isole felici nella realtà e che gli abissi dell'animo umano che cerca di scappare al dolore mentale e fisico sono come sempre insondabili.
Il finale? Si è vero forse eccessivamente onirico, forse eccessivamente forte, forse irragionevolmente splatter. Ma senza tutto questo non lascerebbe lo spettatore interdetto? Che cosa sarà successo realmente? Il protagonista si è immaginato tutto? Era solo un sogno oppure la terribile realtà? Che cosa è vero e che cosa è immaginazione?
Questa è la grandezza di questo film che oltre il senso di disturbo e orrore, e non schifo badate bene, ma orrore vero puro e semplice, lascia interdetti quasi a chiedersi "ma che cosa ho visto?"
Mai scontato, mai troppo lento, mai troppo splatter.
Se non per leggerissime imperfezioni sarebbe un capolavoro.
Da vedere assolutamente! Un esperienza che gli amanti del genere non possono assolutamente lasciarsi scappare.

-Uskebasi-  @  14/10/2010 13:21:26
   8 / 10
Purtroppo sapevo della brusca sterzata che avrebbe preso il film, altrimenti sarebbe stato ancora più inquietante.
La storia è semplice e geniale, la ragazza è meravigliosa e la scena della telefonata (e aggiungo del pre-telefonata con lei che aspetta) è sicuramente uno dei migliori momenti horror che ricordi e vale da sola la visione del film. Però c'è ancora una volta qualcosa che non convince; non tanto le motivazioni della violenza per le quali accetto l'apprezzabile scena finale, ma la gestione della seconda parte, con tutte quelle scene oniriche che possiamo esaltare quanto vogliamo ma che in realtà non hanno alcun senso, senza considerare poi l'inspiegabile montaggio di una delle cene tra il protagonista e la ragazza. Bastava ancora una volta poco, ma per qualche motivo non lo si è fatto. E' solo il secondo film di Mike che vedo e ho l'impressione che questo regista ha si dei grandi pregi, ma anche dei limiti che non possono farmelo considerare ancora un Maestro o un Genio come qualcuno dichiara.
Per la seconda volta ho sentito il profumo del capolavoro a cui avrei assistito, ma poi mi sono accorto che era di nuovo solo profumo...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  06/10/2010 14:46:58
   7 / 10
ATTENZIONE. Il coomento potrebbe contenere anticipazioni.

Una ragazza ci gira intorno da anni. E' carina, ma in realtà non ci è mai interessata. Poi, di colpo, senza alcuna motivazione valida ci innamoriamo di lei. Quello che ci sembrava gradevole ci sembra ora meraviglioso, c'è una luce diversa, in lei vediamo cose che prima non potevamo (o volevamo) vedere, sentiamo emozioni che prima semplicemente non potevamo sentire. Questo potrebbe accadere per me un domani con Audition, c'è possibilità che un giorno possa conquistarmi completamente, farmi innamorare, ma quel giorno non è questo.
Se Mike ha una qualità (ho visto solo 3 film) è senz'altro quella di dare ai propri lavori un proprio marchio e stile, probabilmente riconoscibile dai suoi fan da pochissime scene. Anche Audition è tutto fuorchè un film banale o stereotipato sia a livello narrativo che visivo.
La pellicola si apre con una scena molto forte, la morte in ospedale di una madre alla quale il figlio stava per l'appunto portando fiori per la pronta guarigione. Il padre, protagonista del film, è al suo capezzale. Tra l'altro, come a chiudere un cerchio, il film si chiuderà con un'altra scena di dolore famigliare degli stessi 2 protagonisti, 7 anni dopo, di matrice però completamente diversa...
Da qui parte la prima ora del film, da definirsi nemmeno drammatica, tutt'altro, c'è anche a tratti un'atmosfera allegra e spensierata. Il padre ha deciso di rifarsi una vita e un amico gli organizza un'audizione (col pretesto che sia cinematografica) per fargli conoscere più ragazze possibili e sceglierne una. E' qui che Mike, a mio parere, non offre il meglio di sè facendomi pensare che forse è un regista che eccelle con l'estremo, il grottesco, il sadico, il surreale e l'onirico (oltre Audition ho visto Visitor Q e Ichi the Killer), e non si trovi a suo agio con tutte le parti "riempitive", decisive però per plot e ritmo. Dialoghi stantii, scene inutili, minuti che passano come macigni. Era una parte che avrebbe dovuto ben analizzare l'elaborazione del lutto per la perdita della moglie e la successiva voglia di rinascita; lo fa, ma in maniera scolastica. Io mi sono letteralmente annoiato (attenzione, la noia non c'entra niente con la lentezza) fino alla superba scena del sorriso della ragazza allo squillo del telefono. Se non avessi saputo che comunque stavamo parlando di Mike e di un "horror" sarei andato avanti con fatica. L'ultima mezz'ora non rappresenta solo un cambiamento radicale narrativo, ma anche visivo e stilistico. Mike passa dall' Horror (soggettiva della ragazza nella casa dell'uomo) al torture (tra parentesi, credo di essere tra i pochi ad essere rimasto indifferente alla tortura degli aghi, dato che l'ho presa semplicemente come una sessione di agopuntura; micidiale quella del fil di ferro invece), dall' incubo onirico (la scena commistione tra sogni e realtà, tra ricordi e presenze inquietanti) al drammatico esistenziale (il discorso finale della ragazza morta); si passa da tonalità rosse ad altre blu, il senso di realismo è perso del tutto. Come detto, qui Mike è perfetto, ma risulta troppo alto il divario tra i 2 blocchi narrativi e questo, per un regista che ha il coraggio di fare un tipo di film così, è a mio avviso un piccola grande mancanza. Non casco nel tranello della profondità del messaggio, la solitudine, il bisogno di sentirsi amati, il trauma infantile, semplicemente perchè non sono sensazioni che il film mi ha lasciato a visione terminata nè ho mai provato chissà quale empatia con i personaggi. Come detto all'inizio, a chi mi parla di Audition come capolavoro non poso dir niente, si vede che hanno provato subito quell'innamoramento che un giorno, forse, colpirà anche me.

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Ultima risposta 07/10/2010 20.34.42
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Invia una mail all'autore del commento Totius  @  05/10/2010 23:17:54
   7½ / 10
Mi è piaciuto tanto... ma come altri generi di film (tipo Muholland Drive) va interpretato più che capito. Ed è questo che un pò mi infastidisce...
Ad ogni modo rimane un grandissimo film! Strano, visionario, schizofrenico !!

goodwolf  @  25/09/2010 17:47:13
   8 / 10
Film molto particolare con tantissimi spunti di riflessione.
Parte estremamente e volutamente lento,ma nella seconda parte rivela il suo incubo con delle scene degne del miglior Lynch e con tutta l'ultima sequenza che ha i tratti del capolavoro assoluto.
Non mi sono ancora fatto un'opinione su cosa succeda effettivamente,è tutto lasciato a libera interpretazione o forse si deve rivedere più volte per poterlo capire meglio. Lo rivedrò di sicuro.

-ataren-  @  21/09/2010 16:35:38
   8½ / 10
Film stupendo con un finale che è un capolavoro. Incentrato sul tema della solitudine, la riesce a trattare con una profondità mai vista prima. il più bel film J-Horror che ho visto... insieme a Kairo.

Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  @  19/09/2010 13:59:45
   8 / 10
Quinto lavoro visionato del prolifico regista nipponico Takashi Miike.
Tra quelli che ho visto finora questo è il migliore, gli altri gli sono inferiori e non di poco, nonostante strappino tutti una meritata sufficienza.
La vicenda è interessante e singolare, e anche se i primi 80 minuti sono lenti e succede ben poco a me non hanno mai annoiato, anzi mi hanno appassionato molto, grazie anche ad alcune inquadrature originali.
Come detto il film è strutturato in due parti in netto contrasto fra di loro, la prima è lenta e scarna dal punto di vista della trama, non ci sono particolari colpi di scena o ulteriori sviluppi della trama, ma è comunque interessante e ben fatta e non sembra neanche diretta dal pazzo regista giapponese.
Negli ultimi 25 minuti, tra sogno e realtà,il film prende una piega insolita e rivela la sua vera natura, oltre che la mano di Miike, che via via si sente sempre più.
Le recitazioni sono buone, lei mi ha convinto più di lui, ma anche quest'ultimo non è affatto male.
Purtroppo il doppiaggio non è all'altezza, è infatti scarso e superficiale, ma nel giudizio complessivo ovviamente non l'ho contato.
Volevo dare 7 e mezzo, ma dato che la prima parte mi ha colpito nonostante la sua lentezza il voto non può che alzarsi:)
Gli amanti del regista, pochi quelli che lo amano e non hanno visto il film, apprezzeranno di sicuro questo"Audition".

movieman  @  20/08/2010 00:26:41
   10 / 10
Non ho mai apprezzato le pellicole orientali ma questo film mi ha letteralmente sconvolto. Di una bellezza struggente, questo film tratta il tema della solitudine e la pazzia che da esso deriva. Dalla seconda metà del film è inutile chiedersi se ciò che sta accadendo sia reale o illusione, tanto, tutto serve a spiegare lo stato emotivo dei personaggi. Non dimentichero mai la frase del recensore: Ayoama non vuole stare solo, Asami non vuole essere sola. Semplicemente stupendo, difficile da capire sino in fondo ma veramente imperdibile.

Dosto  @  18/08/2010 14:16:34
   8½ / 10
L'audizione strappa più di una risata, nella prima parte il film è gradevole, volutamente lento e ben riuscito, nella seconda(dal 40ntesimo minuto in poi circa) si fa spazio un senso di angoscia e di tensione perenne che accompagnerà lo spettatore fino alla fine. L'incubo è girato magistralmente. Alcune scene tormenteranno il sonno a più di uno spettatore.

Marco247  @  01/08/2010 14:44:14
   6½ / 10
film interessante anche se la prima parte va un pò troppo per le lunghe ed il finale, tra sogno e realtà, è di difficile interpretazione.
Diciamo che si poteva fare meglio, ma restano un paio di scene decisamente interessanti per gli "amanti" del genere

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  24/07/2010 14:27:48
   7½ / 10
"Più giù, più giu, più giù". Questo è quello che mi viene in mente quando ripenso a questo film. Inizialmente sembra un normale film "drammatico", poi piano piano diventa come l'Inferno della Divina Commedia, si scende sempre di più fino ad arrivare alle cose più atroci. Davvero un buon film, solo che la parte "drammatica" mi sembra che occupi troppo tempo e la prima ora sia un pò sperperata. Comunque un film angosciante, da vedere se vi piace il genere.
Ma il migliore di Miike resta Ichi the Killer.

Kymmy  @  07/07/2010 20:42:22
   8½ / 10
Freddo e coinvolgente. uno dei più riusciti dell'interessante Miike. Buona direzione degli attori, belle luci e buon montaggio. Da vedere con gusto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/06/2010 18:41:41
   8½ / 10
Agghiacciante,non esiste altra parola per esprimere meglio Audition.
è un Miike apparentemente più contenuto e lento,più introspettivo e romantico...poi l'illusione finisce bruscamente nella citatissima scena del sacco e del telefono. Qualcosa,da quel punto in poi,comincia a non andare come dovrebbe,si perdono tutte le certezze,ci si perde in un sogno, in un incubo,nella realtà,nella follia.
Essenzialmente,ma tutt'altro che banalmente,quella che racconta Miike è una storia di assolute solitudini che tentano di unirsi,di due persone che hanno qualcosa di morto dentro,e per sempre. Ma guai a pensare che il ritratto che Miike ci dà di Asami sia crudele,cattivo e perverso,o perlomeno guai a pensare che sia solo quella la sfaccettatura del suo carattere mentre il resto solo apparenza.
Perché c'è un grande senso di pietà che traspare per la protagonista di questa storia da parte del regista,o perlomeno non è possibile condannarla a priori senza per questo condannare Aoyama (il protagonista maschile): sono due facce della stessa medaglia.
La storia è circolare,alla fine Aoyama si innamorera della stessa donna che perde all'inizio,di una donna morta.

Dal punto di vista registico Miike è ineccepibile: parte in maniera lenta,non sembra un suo film e viene da chiedersi "siamo sicuri che questo sia il film violentissimo di cui avevo sentito parlare?". Ma è perfetto ed essenziale cominciare così,con una analisi dei protagonisti lenta ma mai noiosa e se riflettiamo Miike non abbandona mai il ritmo lento che imprime alla pellicola: perfino le famigerate scene di tortura,ai limiti dell'insostenibile,sono tali proprio perché lente e misurate.
L'incubo in cui piomba il protagonista è intessuto in maniera tale e con tale forza onirica che viene voglia di fare un applauso al regista,ma le mani sono abbandonate lungo i fianchi o sugli occhi per nascondere le scene più eccessive ed insostenibili. Le musiche bellissime contribuiscono all'effetto finale,non devastante ma che si insinua sottopelle come tutte le pellicole del geniale regista giapponese.
Finale magnifico,film che ha nella sua seconda parte il punto di forza ma che ha anche nella passività e calma apparente della prima parte il senso di tutto il resto.
Quoto Bulldog,Miike è cento anni avanti.


"Se ti donassi tutta me stessa,neanche allora saresti completamente mio"

Riddler  @  13/06/2010 16:49:32
   8½ / 10
Ottimo film.
La prima parte scorre un po' lenta, ci permette pero' di conoscere i protagonisti. Protagonisti che sono l'emblema della solitudine che aleggia in tutto il film. Una città "fioca", vite distrutte, rovinate, peggiorate, malinconiche e con un briciolo di speranza e una violenza che ti salta davanti agli occhi quasi immotivata, improvvisa e forte. Poi realizzi come la violenza non sia stata circoscritta solo ed esclusivamente nelle battute finali ma c'è in tutto il film, implicita o esplicita che sia. Una violenza che ha cambiato i personaggi e li ha trasformati in quello che vediamo sullo schermo, che agiscono secondo i loro propri desideri e passioni, noncuranti del resto che li avvolge.
Un buon cast, ottime scene e un buon finale.

Manu90  @  12/06/2010 10:02:48
   7 / 10
L'amore secondo Miike. Malato, violento, controverso, spietato...
I sogni e le visioni poi sono qualcosa di raccapricciante.
Ichi the Killer gli sta sopra, ma questo Audition merita sicuramente una visione

dibinho  @  23/04/2010 10:35:55
   6 / 10
Premetto che e' il primo film che vedo di questo regista .
film particolare e anche disturbante direi.. devo dire che la prima parte l'ho trovata un po' noiosa e lenta, riscattata da un finale allucinante..
nel complesso non mi e' piaciuto molto, sara' anche per via degli attori che mi sembrano tutti uguali e non mi piacciono molto.

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Ultima risposta 25/04/2010 23.00.09
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  22/04/2010 17:56:23
   8½ / 10
Malato, estremo, onirico, spiazzante, disturbante...
Un film da vedere, difficile da descrivere. Non adatto a tutti.

Gold snake  @  11/04/2010 21:33:00
   9 / 10
Sono rimasto terrorizzato, questo film è fatto benissimo. Peccato che l'introduzione viene tirata un po' per le lunghe.

Comunque io non ho trovato che gli attori recitassero malissimo, è che avendo gli occhi a mandorla devono giocare tutto sulle sopraciglia, e a noi che siamo abituati agli attori occidentali ci sembra che gli orientali recitano male. Ma questa è solo un opinione, non un dato di fatto.

@dry  @  09/04/2010 01:53:50
   3½ / 10
Troppo lento e noioso, attori senza un briciolo di verve.
Non succede niente per oltre un'ora!
Un'agonia.

axel90  @  08/04/2010 11:50:11
   7½ / 10
Finisci di vedere questo film e quello che ti provoca è un disturbo completo, uno spiazzamento totale. Takashi Miike racconta un nuovo modo di vedere l'amore, attraverso l'uso della violenza. Un film diviso in due parti: da una prima parte delicata, statica e molto vicina ad un film romantico, ad una seconda dove si intrecciano pienamente momenti di tensione degne di un thriller, horror e quel tocco di surreale che richiama alla mente Lynch. Il tutto poi condito perfettamente per un finale che lascia attoniti e non può, anche a chi non è piaciuto, non emozionare.

chem84  @  07/04/2010 14:54:10
   7½ / 10
Davvero particolare questo prodotto del tale signor Takashi Miike del quale, pur avendolo sentito osannare più volte, non avevo ancora visto nulla. E questo Audition è stato un inizio senz'altro buono, con una prima parte che potrebbe lasciar presupporre una tranquilla commedia senza troppe pretese e una seconda che vira in tutt'altra direzione, con guizzi interessanti e passaggi piuttosto inquietanti.

Buona scoperta.

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wooden  @  05/04/2010 12:42:40
   10 / 10
Beh, la mia affinità cinematografica con bulldog sta diventando inquietante, ma tant'è.

Una sarabanda allegorica, la vita, l'amore (che è violenza), la ricerca impossibile dell'"altrà metà" perfetta, intellettualmente stimolante in un "giappone morto" (tema purtroppo attuale), la violenza (che è amore), filosofia di vita grandiosa instillata in un capolavoro ritmato impeccabilmente, tutto infarinato come piace a me - sogno o realtà - molti piani interpretativi - eccesso visivo - sempre solita "sensibilità" splatter - trama fumosa, mai troppo chiara, volutamente bucherellata e onirica, non so neppure come commentarlo, sono commosso e sorpreso.

Uno dei film più belli della storia del cinema, dopo questo film (che ovviamente ritengo il Miike migliore in assoluto) Tachesci Miche personalmente si installa stabilmente, alla pari col mio grande amico Davide Lince, sul trono del più grande regista vivente. E c'è ancora molto da aspettarsi da questi due geni, credo.

Grazie a questi due folli manicomiali il cinema ha ancora qualcosa da dire.
Per fortuna non tutti i matti vengono internati, sennò sai che palle, 70000 film "sentimentaliconlietofine" all'anno, 9000 "filmdazionesupereroieffettispecialiecazzotti" al giorno, 80000 "filmstoricilacrimosidaoscarsullaguerra" al mese, 30000 "thrillerhorrorgiallidetectivepoliziottimafiosiscorsese" al minuto...

E dai, smettiamola di paragonarlo a Tarantino, che sarà pur bravo, ma c'è un abisso in mezzo. Via, vado via che è pasquetta.


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76eric  @  18/03/2010 20:06:43
   9 / 10
Su consiglio di un intenditore di horror, ma anche io un pochino lo sono, e di films horror nipponici (thank you), mi sono dedicato alla visione di questa ottima pellicola. Forse per il fatto che aspettavo i momenti di spavento e tensione ( che non sono poi tutto sommato molti, ma in compenso sono varemente notevoli), la vicenda è stata sorprendentemente godibile. Non il cosa, ma il come. Spiegandomi meglio voglio intendere che non è vero che i giapponesi siano mono espressivi o che non sappiano recitare o che lo fanno alla c***o, anzi ( e con questo però non voglio cadere dalle nuvole come se fosse il primo film orientale che vedo, anche se a dire il vero non mastico bene la materia).
Poi, le spruzzatine di inquietudine che mette il regista prima della violenza finale dicevo,sono veramente notevoli come ad esempio la lettura del curriculum di Asami, con quei riferimenti sulla sua difficile esistenza soprattutto dopo l' incidente che ne ha impedito di proseguire il suo sogno di ballerina.
Oppure il suo svelare della sua quotidianità, durante la cena,che poi non coinciderà col vero. A proposito davvero devastante (o spaventosa) la scena del telefono con Asami seduta in quella strana postura dal quale profilo si nota un sorriso accennato davvero inquietante , prima che il sacco non completi l' opera.
Molto bello anche il finale, non per la violenza in sè ( anche se quel filo metallico a contatto con le ossicine.............), ma per la sua temporanea ambiguità e per il pensiero di un ' Asami che, ormai moribonda, esprime tutto il suo rammarico per quello che è diventata, causa l' impossibilità di riuscire a farsi amare e ad amare allo stesso tempo, cioè la sua follia.
Molto ma molto convincente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  02/03/2010 17:49:04
   6 / 10
E’ un film la cui struttura dovrebbe somigliare alla propria protagonista: bianco, delicato, angelico in apparenza; e buio e atroce e diabolico al suo interno. Ma se la prima parte non mi ha suscitato un vero senso d’inquietudine; nella seconda è andata ancora peggio: dacché dietro a tanta attesa cosa c’era? Un incubo - risolto mediante una serie interminabile di mescolanze spaziali e temporali, dove tutto, frasi personaggi fatti luoghi, veniva centrifugato - e una storia piuttosto sciocca; e figure che sembravano uscite da un fumetto di serie B.
E infondo, infondo a tutto questo? Nulla: sadismo, sterile.
E’ naturale che mostrando tali violenze, torture e mutilazioni, un certo impatto emotivo lo si crea: ma non in un registro artistico. E anche sul piano tecnico, un insieme raffazzonato di stili non fanno un proprio stile.
L’ho trovato bizzarro, ma non geniale né innovativo.
Tanto entusiasmo attorno a questo autore mi lascia perplesso, dico davvero. Decisamente Miike non fa per me.

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Ultima risposta 02/03/2010 20.33.38
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LEMING  @  26/02/2010 08:09:49
   5 / 10
sono giunto all'amara conclusione che gli attori giapponesi sono dei cani e per giunta monoespressivi, questo thriller-horror e per tre quarti di una lentezza esasperante (devo confessare che mi sono appisolato un paio di volte e questo per un film del genere è grave), poi si anima con dello splatter senza senso, devo riconoscere comunque una grande fotografia ed una buona tensione nel finale (li i giappo invece sono bravi), comunque vista la media mi aspettavo la luna ed invece mi sono ritrovato nella laguna di Marano. Un film cosi in Europa sarebbe impensabile, i loro silenzi e la loro calma per noi (o almeno per me) è assolutamente esasperante!

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Ultima risposta 02/03/2010 18.17.31
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James_Ford89  @  12/02/2010 01:39:00
   3 / 10
Miseria, parte molto lento, a mò di commedia, parte centrale che da sola si prende 3 voti. Finale insulso e splatter inutile. Spero di rimuovere presto questo film dalla mente. L'horror-thriller giapponese di solito mi piace, ma qui si rasenta la stupidità

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Ultima risposta 20/08/2010 00.33.56
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popper_83  @  11/01/2010 19:50:04
   2 / 10
******* mostruosa!!!!!!!!!!

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Ultima risposta 11/01/2010 20.15.14
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tylerdurden80  @  06/01/2010 20:27:35
   6½ / 10
ben fatto per carità ma non mi è piaciuta molto l'ultima parte,mi spiego meglio: il film riesce ad essere inquietante nella parte centrale pur non mostrando scene particolarmente crude e secondo me doveva proseguire su quella linea,invece nel finale si assiste a uno spettacolarizzazione x me eccessiva,con dei primi piani voluti con l'intento di far rabbrividire lo spettatore.
avrei preferito se il regista avesse continuato a far salire il pathos e la tensione senza mostrare scene crude,si può essere ancora più inquietanti senza scene così dirette(per es. la scena di lei nella camera sola con il telefono e il sacco che si muove) quella era la linea che avrebbe dovuto tenere per tutto il film e x me è risultato + inquentante quella scena che non il tanto osannato finale...

infine non concordo con quasi la totalità delle interpretazioni del film

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The Cane Family  @  30/12/2009 00:47:43
   10 / 10
veramente incredibile un film che si può dividere in tre parti
la prima è una commediola romantica
la seconda parte thriller
la terza parte sfocia in un finale tostissimo
sono un grandissimo estimatore di Takashi Miike e Audition è uno dei suoi capolavori

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