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Titolo Originale: GUKGABUDO-UI NAL

RegiaChoi Kook-Hee

InterpretiKim Hye-soo, Yoo Ah-In, Jun-ho Heo, Jo Woo-Jin, Vincent Cassel

Durata: h 1.54
NazionalitàCorea Del Sud 2018
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2018

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Trama del film Default

Corea. 1997. Si-hyun, responsabile della politica monetaria presso la banca coreana, prevede una crisi finanziaria nazionale e cerca di impedirla. Jung-hak, un consulente finanziario, si accorge della crisi imminente e decide di sfidare le probabilità facendo investimenti contraddittori. Nel frattempo, Gap-su, un proprietario di una piccola fabbrica, firma un grosso contratto con un grande rivenditore, ignaro del disastro imminente.

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Voto Visitatori:   5,44 / 10 (8 voti)5,44Grafico
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Voti e commenti su Default, 8 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  18/07/2021 19:31:25
   6½ / 10
Spike Lee ci regala la seconda pellicola in sequenza a tema black.
Tema sempre molto interessante condito con altre caratteristiche dell'uomo che portano i fratelli a non essere più tanto fratelli davanti all'oro.
La trama mi è parsa un po' confusa, ho trovato il film spesso "facilone" nello smarcare alcuni problemi incontrati dai protagonisti.

Comunque buona opera Netflix.

marcogiannelli  @  17/04/2021 20:11:10
   7 / 10
Primi due minuti maestosi con foto e immagini di repertorio che conoscevo e che mixate e sovraesposte trasmettono un messaggio fortissimo. In generale quando c'è il cambio di ambientazione Spike Lee cambia formato e tutta la saturazione e la fotografia in maniera azzeccatissima.
C'è un evidente problema con i personaggi: tra le immagini della guerra in Vietnam e quelle di oggi non sono invecchiati di 50 anni e purtroppo si nota anche tanto.
E' incredibile come la figura di Chadwick Boseman compaia come quella di un essere mitologico, specie se comparata alla sua reale fine.
Purtroppo alcune sequenze durano troppo e tagliuzzando qui e là si poteva stare nelle due ore, minutaggio più appropriato.
Spesso il plot è sconclusionato e non si capisce dove voglia andare a parare. I dialoghi sono scritti un pò bizzarramente.
Poi nella parte post ritrovamento assume tutto un tono così al limite che sembra difficile mettere insieme armonicamente un senso logico e un messaggio dal regista.
Nota di merito per Delroy Lindo, incredibile prestazione e per la capacità, almeno questa volta, di Spike Lee di far vedere come tutti gli umani (non solo i bianchi caucasici) siano mossi da mire poco cavalleresche.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/08/2020 20:17:37
   7 / 10
Un film molto più complesso e stratificato rispetto all'apparente semplicità del soggetto. Il Vietnam è, malgrado tutti i tipi di retorica he si possono utilizzare, una ferita aperta e soprattutto una ferita aperta nel personaggio di Paul (grandiosa l'interpretazione di Lindo) e di conseguenza di tutta la comunità nera. Contraddittorio e controverso. Mosso dall'ideale del recupero del compagno, a sua volta vera e propria guida spirituale del gruppo, ma inquinato mano a mano che l'oro in tutto il suo seducente splendore diventa la cartina di tornasole di tali contraddizioni. L'avidità di un intero popolo, bianco e nero, di fronte al giallo dell'oro. E su questo Lee non fa conti a nessuna razza. Se la prima parte serve ad introdurre i personaggi, la seconda è più incentrata nel genere vero e proprio, con tutti i clichè del caso che Lee utilizza per raccontare un'America, partendo da Mohamed Alì fino a Martin Luther King è ancora preda di se stessa. Imperfetto, non all'altezza del BlacKkKlansman, ma che mostra comunque un Lee ancora capace di parecchi guizzi, in mezzo ai suoi eccessi che sono a volte un pregio, ma allo stesso tempo un limite.

Beefheart  @  31/07/2020 15:34:54
   4½ / 10
Bruttarello, mal diretto. Uno Spike Lee involuto sembra volersi cimentare in campi che non gli competono. Molto meglio il contesto sub-urbano del ghetto nero che non la giungla del vietnam.
Qui tutto sembra assemblato in maniera disorganica con un casting improvvisato, dialoghi ultra banali e troppi minuti di idee farlocche e sciocchezze in fila.
Salvo solo alcuni passaggi di Delroy Lindo, ma più per simpatia personale che altro. Il resto è troppa carne al fuoco ed il risultato è che quella che non bruciacchia rimane cruda.
Forse il peggior film del regista.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  26/07/2020 11:32:47
   7½ / 10
Il nuovo film di Spike Lee sembrerebbe essere uscito con un timer nel periodo del "Black Lives Matter", ma in realtà sappiamo benissimo quanto la tematica razziale sia cara al regista statunitense e quanto questa sia presente in quasi tutti i suoi film. Solo questa volta viene trasportata dalla giungla urbana di New York a quella vietnamita, raccontando il lato "nero" di quella ignobile guerra con tanto di ritorno ai giorni nostri e annessa critica anti-trumpiana.
"Da 5 Bloods" è una storia di rivincita che riesce ad unire l'impegno civile del regista con lo spettacolo e l'intrattenimento, nonostante la durata, effettivamente eccessiva, farebbe supporre diversamente. Così ad una prima parte ragionata ed introspettiva dove a farla da padrone sono i personaggi, su cui svetta un monumentale Delroy Lindo (strepitoso), e le loro contraddizioni fa da contraltare una seconda all'insegna dello spettacolo, dove Spike Lee scioglie le briglie con sparatorie e colpi di scena (alcuni dei quali francamente poco credibili).
Tecnicamente ineccepibile (in particolar modo la sontuosa fotografia) "Da 5 Bloods" non è comunque esente da difetti. In particolare la narrazione non sempre fluida ma, anzi, piuttosto farraginosa in alcuni frangenti unita all'eccessiva durata può aprire una falla nell'attenzione dello spettatore. Lo sbaglio di Spike Lee è forse quello di voler mettere troppa carne al fuoco con il risultato che non tutte le strade intraprese portano effettivamente ad un punto di arrivo. Ma a parte questo non si può dire che il momentaneo successo di "Da 5 Bloods" sia immeritato o semplice conseguenza del momento storico che stiamo vivendo; a Spike Lee va riconosciuto di aver realizzato un film che non è il suo lavoro (come probabilmente nelle sue intenzioni per come le cose vengano fatte in grande) ma che sà andare a segno negli occhi e nella coscienza dello spettatore.

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/07/2020 17.24.51
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dagon  @  25/07/2020 14:01:41
   4 / 10
Bufalona Leeiana, film fastidioso sotto tutti i profili, da quello tecnico, un po' da Oliver Stone dei poveri, a tutto l'impianto narrativo. Per me è incomprensibile l'entusiasmo della critica statunitense, ma probabilmente sono io che sto sconnettendomi sempre di più con il gusto odierno...

1 risposta al commento
Ultima risposta 31/07/2020 15.45.30
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  02/07/2020 18:51:09
   4 / 10
Stavolta Spike Lee stecca .. dopo la buona prova di Blackkklansman il regista americano tira fuori un film nobile nelle intenzione ma estremamente pasticciato e confusionario ..
Troppa carne al fuoco , personaggi improbabili , scene d'azioni in stile tarantiniano scopiazzato alla meglio , seconda parte con un colpo di scena ogni 5 minuti che alla fine rendono il tutto finto e falso .. Male male

Mauro@Lanari  @  22/06/2020 23:19:49
   3 / 10
Militante, sperimentale, mainstream: 154 minuti di sconnessa smania affabulatric'e formale ch'azzera qualunque tentativo di fornire un indirizzo univoco e sensato al film. Un imbarazzante tutti contro tutti dettato dalle più strampalate o banali motivazioni: fors'un remake d'"Apocalypse Now" sott'un bad trip perfino peggiore?

Mauro Lanari

7 risposte al commento
Ultima risposta 31/07/2020 15.40.33
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