Recensione speak - le parole non dette regia di Jessica Sharzer USA 2004
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Recensione speak - le parole non dette (2004)

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locandina del film SPEAK - LE PAROLE NON DETTE

Immagine tratta dal film SPEAK - LE PAROLE NON DETTE

Immagine tratta dal film SPEAK - LE PAROLE NON DETTE

Immagine tratta dal film SPEAK - LE PAROLE NON DETTE

Immagine tratta dal film SPEAK - LE PAROLE NON DETTE

Immagine tratta dal film SPEAK - LE PAROLE NON DETTE
 

"La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta."
Anne Frank

Sembra banale iniziare una recensione con una famosa citazione, ma in questo caso ci sembra azzeccata, perché risuona come l’ epilogo di "Speak - Le parole non dette".

La storia di Melinda Sordino (Kristen Stewart), ragazza di tredici anni che frequenta il primo anno di superiori, ci viene raccontata in maniera cruda e diretta.
L'estate prima di iniziare il nuovo anno scolastico, viene violentata da un ragazzo durante una festa. Melinda è terribilmente scossa da questo tragico evento e, ironia della sorte, viene anche incolpata dai suoi coetanei ignari di aver rovinato proprio quella stessa festa, attirando su di sè l'attenzione delle autorità. Il trovarsi in mezzo ad un gran frastuono e il sentirsi incolpata dopo aver subito una violenza, fa scattare nella testa di Melinda come una sorta di barriera. Infatti, inizia un instancabile silenzio, o meglio uno sciopero della parola, che la porterà a riflettere sulla sua condizione e sull'ostinazione delle persone a lei vicine.

Ispirato al romanzo di Laurie Halse Anderson, "Speak - Le parole non dette" è un film che ben riflette le condizioni adolescenziali della nuova società. Giovani abbandonati, ignorati e molto spesso sottovalutati, che si chiudono in loro stessi attuando una sorte di morte interiore dell'animo. La figura di Melinda Sordino altri non è che un contenitore (muto) di una miriade di pensieri e riflessioni, sotto questo punto di vista è da applausi l'interpretazione "sentita" di Kristen Stewart, qui ancora sconosciuta, che riesce a portare sullo schermo in maniera fedele al romanzo, il personaggio di Melinda.

Man mano che la pellicola scorre, diventa sempre più forte il coraggio della protagonista, che riesce a trovare conforto anche grazie alle mirabolanti lezioni del professor Freeman (Steve Zahn), suo insegnante d'arte.
Solo le continue "provocazioni" del ragazzo che la violentò alla festa (e che si fidanzerà con una ex amica di Melinda) riescono a scatenare nella sua testa una forte reazione/ribellione, che la porterà a parlare e a raccontare tutto, per liberarsi dal fardello diventato enorme come un macigno.

La voglia di scappare costantemente e di chiudersi a riccio di fronte ai problemi, porteranno Melinda a scontrarsi faccia a faccia con il suo carnefice. Lì, tutto viene messo in discussione e la protagonista farà appello alla sua forza interiore per riuscire a contrastare la cattiveria e i soprusi generati dalla società adolescenziale.
Melinda in quel preciso istante comprende che l'unico modo che ha per riuscire a superare i problemi, è quello di affrontarli, anche con la paura di rimediare una sonora sconfitta.

Ottima pellicola diretta da una brava ma inesperta Jessica Sharzer, che riesce nell'intento di portare sullo schermo una storia difficile e piena di riflessioni. Altro grande contributo è quello del cast, con Steve Zahn ("Il diario di una schiappa") in un'interpretazione ironica e toccante allo stesso tempo. Ed infine, è quasi inutile citare Kristen Stewart in quella che potrebbe essere una delle sue migliori prove recitative. Forse, sul piano dell'espressività, è parsa a tratti monotona o mono espressiva (ma è una caratteristica tipica dell'espressione dell'attrice), comunque era proprio il personaggio che lo richiedeva. La giovane attrice di "Into The Wild", "Panic Room", "Twilight" e "Welcome to the Rileys" comincia a muovere i primi passi verso il successo hollywoodiano, che da lì a qualche anno, la vedrà come una delle attrici più pagate dello show business.

"Speak - Le parole non dette" è un film accattivante che non delude sotto il piano dell'intrattenimento, nonostante il romanzo di Laurie Halse Anderson non sia proprio scorrevole. Sicuramente mira a catturare l'attenzione di un pubblico adolescente che cerca di invitare al dialogo e al confronto, piuttosto che ad un silenzio interiore che porta ad una muta sofferenza.

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Recensione a cura di HollywoodUndead - aggiornata al 04/03/2013 16.27.00

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