Recensione nuevo orden regia di Michel Franco Messico 2020
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Recensione nuevo orden (2020)

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locandina del film NUEVO ORDEN

Immagine tratta dal film NUEVO ORDEN

Immagine tratta dal film NUEVO ORDEN

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Immagine tratta dal film NUEVO ORDEN
 

Michel Franco non è nuovo alla kermesse venenziana. Nelle vesti di produttore è già stato protagonista del Leone d'oro nell'edizione del 2015, quando fra la sorpresa generale vinse Desde Allà di Lorenzo Vigas (Ti Guardo, in italiano). Alla 77esima edizione della Mostra cinematografica svoltasi al Lido, si è presentato nelle vesti di regista, offrendo la sua ultima opera e sesto lungometraggio personale, Nuevo Orden. Il film di Franco può apparire come un'opera molto vicina al genere, ma in realtà, pur prendendone qualche spunto, è un'opera non solo attuale, possedendo al suo interno tematiche e meccanismi che si possono perpetrare ciclicamente con tutte le possibili varianti.

Non è un futuro distopico del Messico attuale, non è nemmeno un presente distopico, quanto una possibile variante distopica di quest'ultimo che colpisce nella fattispecie il Messico, ma con meccanismi che possono essere perfettamente adeguati ad altri contesti. Questo è uno dei meriti del film di Franco: la sua capacità di essere universale e non essere confinato entro i limiti dello stato messicano.

Nel mondo assistiamo quotidianamente ad una crescente disparità fra classi sociali, con l'appiattimento verso il basso del cosidetto ceto medio sia in termini economici, sia a livello esistenziale. Tale disparità genera rabbia ed odio che in maniera naturale si incanalano verso le classi più abbienti, meno numerose a livello quantitativo ma che detengono la maggiorparte della ricchezza a scapito di tutti gli altri.
Nuevo Orden parte da questo presupposto, con uno stato e la sua capitale in preda a delle rivolte che insanguinano le strade come mostra la sequenza su mucchi di cadaveri ammassati in maniera indistinta. Il caos domina le strade, apparentemente incontrollabile, con muri e pareti spruzzati da schizzi di vernice verde, che dai quartieri più poveri sia allarga a macchia d'olio verso tutte le zone della capitale.

Una città in fiamme con vandalismi e saccheggi, con posti vengono praticamente requisiti dai rivoltosi negli ospedali pubblici per curare i propri a scapito di persone che sono già ricoverate, alcune in attesa di un intervento chirurgico e fatte mandare via senza troppi complimenti. A Franco non interessa minimamente quale sia stata la miccia della rivolta, nulla ci viene spiegato in maniera precisa. Gli accadimenti possono avere una o più ragioni, non importa quali, ma oggettivamente viene mostrato un dato di fatto la cui origine è irrilevante.

La scena poi si sposta in un contesto completamente opposto a ciò che succede nelle strade. Siamo in una lussuosa villa dove si sta svolgendo il ricevimento per il matrimonio della figlia di un ricchissimo e potente uomo d'affari. Un contesto ovattato, apparentemente intoccabile in cui il caos esterno rivive solo in timidi eco. Un posto al sicuro, solo che man mano che arrivano gli invitati si scorgono già piccoli segni di quella tempesta che si sta avvicinando. Invitati che hanno macchine e vestiti con macchie verdi di quella vernice che viene utilizzata dai rivoltosi. Anche in tale contesto i commenti fra i commensali sono perlopiù sprezzanti e cinici nei confronti dei rivoltosi ed il culmine di questo tipo di comportamento altezzoso avverrà quando alla porta arriverà un ex domestico ceh chiede aiuto finanziario per curare la moglie, anche lei ex domestica di quella casa, gravemente ammalata attraverso un intervento chirurgico da effettuarsi in una clinica privata, dato che è stata anch'essa fra i pazienti "sfrattati" dai rivoltosi dall'ospedale pubblico. La risposta dei familiari sarà ai limiti del disprezzo, dato che elemosineranno soltanto una somma chiaramente insufficiente per effettuare l'intervento e l'ex domestico verrà messo bruscamente fuori dalla porta.

Dopo questo momento, avviene il contatto fra rivoltosi ed ricevimento nuziale. I primi riusciranno a penetrare nella villa anche grazie alla complicità della servitù e si fronteggiarenno. I rivoltosi hanno gioco facile e devasteranno e rapineranno la casa e tutti gli invitati. La servitù, già schierata, ma inizialmente accondiscendente nei confronti dei propri padroni, si prenderà la sua vendetta depredando ed uccidendo gran parte dei ricchi commensali. Le classi povere hanno avuto la loro sia pur estemporanea rivincita, lasciando dietro di sé solamente distruzione. Il Caos ormai regna nella capitale e nella nazione messicana ormai giunta al collasso, tra l'enome divario di ricchezza fra le classi, la profonda corruzione ed il malaffare che sono diventati un tratto distintivo. Ma il Caos non è una condizione permamente. Dal Caos può rinascere l'Ordine ed è qui che entra in gioco l'elemento dei militari.

I militari giocano una partita su due fronti: una più di facciata con l'introduzione di un rigido coprifuoco e della soppressione dei disordini nei confronti dei rivoltosi, mentre l'altro fronte sequestra ed interna i figli delle classi più abbienti in una specie di campo di concentramento, dove quest'ultimi vengono torturati e stuprati, senza che Franco faccia sconti sulle immagini dure, perchè Nuevo Orden è un film di immagini, forti e potenti che scuotono lo spettatore, che ne viene annichilito. Quindi da una parte si cerca di ristabilire l'Ordine, dall'altra si simulano rapimenti affinchè le classi ricche chiedano l'aiuto ai militari stessi. Nei confronti degli internati il trattamento è disumano e si girano video in cui i carcerieri sono invisibili e dove i prigionieri vengono costretti a dichiarare che saranno liberati solo dopo il pagamento di un riscatto. Ma è solo uno specchietto per le allodole, perchè anche di fronte al pagamento i prigionieri vengono comunque uccisi senza pietà.

Nuevo Orden pur essendo caratterizzato dalla coralità dei personaggi, non è un film di personaggi. Sono solo pedine di un meccanismo ed è quest'ultimo che Franco sottolinea con forza. Un meccanismo che annichilisce i personaggi che hanno tratti appena accenati solo in funzione di tale meccanismo. I personaggi, dai ricchi ai poveri rimangono nella sostanza passivi agli eventi che passano davanti a loro. Non hanno alcuna possibilità di influenzarli. Non c'è una netta divisione tra buoni e cattivi, semmai sono caratteri che vanno dal cinico (Daniel, il figlio maggiore) fino a Cristian e sua madre, domestici di quella stessa famiglia, mossi dalle buone intenzioni, ma cui verrà riservato un destino tragico. Come le buone intenzioni sono la molla del personaggio di Marianne, la promessa sposa della ricca famiglia, unico componente che ha a cuore il destino della sua ex domestica e che cerca di aiutarla in tutti i modi persino nel giorno del suo matrimonio.

Il personaggio di Marianne è quello che attraversa quasi tutte le fasi del film, dall'idillio iniziale, fino ad essere essa stessa internata e stuprata dai militari nel campo di concentramento. L'immagne del suo incontro con la vecchia domestica malata è emblematico e dal forte carattere simbolico: l'ex domestica è come l'attuale nazione messicana, ormai in agonia e morente, mentre la Marianne potrebbe essere la forza se non addirittura il futuro della stessa, ma non sarà così. Marianne è convinta di poter far qualcosa e cambiare gli eventi, ma non sarà altro che uno dei tanti agnelli sacrificali al Nuovo Ordine stabilito e disegnato da quelli che posso essere definiti dei semplici caratteri di contorno. Le figure dell'alto politico (forse addirittura un ministro) che si ferma al ricevimento per un breve saluto e del Generale Uribe rimangono sempre ai margini, ma per come ogni buona eminenza grigia, guidano senza esitazione il passaggio dal Caos al Nuovo Ordine. Se è vero che tutti gli altri personaggi subiscono gli eventi, questi due sono gli unici e governarli e portarli in una certa direzione: il Nuovo Ordine.

Nuovo Ordine che significa una svolta autoritaria di tipo militare con esecuzione sommarie e di massa che non fa distinzioni di ceto e classe. Non c'è più differenza fra Innocenti e Colpevoli. Se non si è allineati significa morire e se sei, anche in maniera inconsapevole, un mezzo o un pretesto per ottenere l'Ordine significa morire (Marianne, Cristian e sua madre impiccata pubblicamente alla fine del film). Sullo sfondo la bandiera messicana inquadrata mentre sventola al vento in controluce per sottolineare il futuro oscuro di una nazione rimasta vittima di una logica gattopardesca ancora più perversa. Non è tempo del "Tutto cambia affinchè nulla cambi", ma dove il cambiamento rappresentato dal cosiddetto Nuovo Ordine rappresenta la sua soluzione peggiore.

Franco non fa sconti a nessuno. Nuevo Orden è pervaso da una forte dose di nichilismo e disillusione e dove non c'è spazio alla minima speranza. Un film che ha colpito molto la giuria, la critica ed pubblico della Mostra del Cinema di Venezia, meritando ampiamente Gran premio della Giuria, perchè Nuevo Orden può anche non piacere, ma è un film che scuote nel profondo, che non lascia indifferenti e pur nella sua distopia di fondo, ci si domanda con una certa paura se tale distopia, non sia solo una possibile e tragica variante del nostro realistico presente.

"Dio, aiutaci a trovare la speranza in questi tempi difficili"

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Recensione a cura di The Gaunt - aggiornata al 30/04/2021 08.39.00

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