Le armate tedesche minacciano Stalingrado e i comandanti sovietici sono ancora incerti sulle decisioni da prendere: alcuni sostengono la necessità di difendere la città ad oltranza, riversando ogni risorsa nella lotta; altri propongono di abbandonarla a se stessa. Stalin vorrebbe la difesa ad oltranza ma senza impegnarvi le riserve, che devono essere invece destinate a controllare lo schieramento nemico. I tedeschi si incuneano in una sacca pericolosa. Il generale Murav'ëv segue il volere di Stalin, ma deve lottare con Krivenko, che vorrebbe agire d'impeto; quando la morte della moglie lo spinge alla rappresaglia, fa forza a se stesso. Fra crisi di coscienza, atti disperati, resistenze eroiche, le truppe sovietiche si rinforzano. Grazie alla cattura di un guastatore tedesco, il comando sovietico viene a conoscenza dell'ora del grande attacco nazista. I bolscevichi riescono quindi ad anticipare l'azione prendendo di sorpresa il nemico e la trappola funziona come previsto: i tedeschi, in mancanza di un secondo fronte, sono costretti ad arrendersi e per le sorti della guerra arriva "la grande svolta".
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