tarda primavera regia di Yasujiro Ozu Giappone 1949
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tarda primavera (1949)

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locandina del film TARDA PRIMAVERA

Titolo Originale: BANSHUN

RegiaYasujiro Ozu

InterpretiHaruko Sugimura, Yameji Tsukioka, Setsuko Hara, Chishu Ryu

Durata: h 1.48
NazionalitàGiappone 1949
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1949

•  Altri film di Yasujiro Ozu

Trama del film Tarda primavera

L'anziano vedovo Shikichi si finge intenzionato a risposarsi; ma è solo un espediente per convincere l'affezionatissima figlia Noriko a sposarsi a sua volta e a non sacrificare la propria esistenza per restare vicina al padre.

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Voto Visitatori:   9,55 / 10 (11 voti)9,55Grafico
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Voti e commenti su Tarda primavera, 11 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  26/03/2020 09:27:09
   9 / 10
Come sempre Ozu riesce a creare capolavori raccontando avvenimenti semplici all'interno di una comune famiglia Giapponese. Una trama che si potrebbe riassumere in una sola riga ma che importa?
Scarno, senza sensazionalismi, inquadrature spesso fisse che regalano grandi geometrie di interni.
A contare sono gli sguardi, splendida la scena in teatro, e i sorrisi.
Finale emozionante e malinconico che mantiene ancora oggi un messaggio fortissimo su quella che è la solitudine.

Zappash  @  07/08/2014 10:08:38
   10 / 10
Capolavoro assoluto, una delle vette del Cinema giapponese e mondiale. L'abilità registica di Ozu raggiunge qui un equilibrio di rara perfezione: ogni gesto vive di luce propria, così semplici e insieme così universali questi gesti si offrono al divenire dell'esistenza per svanire malinconicamente tra le pieghe del tempo. La dignità umana riflette un mondo contemplativo silenzioso, un angolo remoto eppure ancora incorrotto e sincero dove i sentimenti trovano pace e ristoro.
Quella di Ozu è la più silenziosa e profonda testimonianza cinematografica che ci sia.

1 risposta al commento
Ultima risposta 23/08/2014 02.07.24
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Ciaby  @  13/04/2013 18:27:15
   9 / 10
Credo che l'immagine di Setsuko Hara sorridente in bicicletta mi resterà impressa per sempre. Grande film, divertente e dolente insieme, strepitoso, sensuale, lieve. Bellissimo.

_Hollow_  @  03/12/2010 01:56:14
   10 / 10
Compito dell'arte è quello di suscitare emozioni. Per questo, Tarda Primavera per me è sicuramente un capolavoro. Semplice e poetico come un haiku. Un film d'altri tempi, eppure attuale. Era il mio primo film di Ozu, sicuramente non sarà l'ultimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  19/10/2010 05:43:24
   9 / 10
Eccetto un minore come "Ohayo", è il primo film che vedo di Ozu Yasujiro; quindi non posso valutarla in relazione all'opera del regista. Ciò che comunque ha destato in me il maggiore interesse è la concezione del necessario e del superfluo in questa pellicola di Ozu: egli mostra ciò che qualsiasi altro regista non mostrerebbe, poichè si susseguono situazioni di vita quotidiana insignificanti dal punto di vista narrativo ma che diventano il nucleo della sua poetica. Ma d'altro canto, elimina molti elementi che altri riterrebbero necessari: Noriko va all'ospedale ma non viene detto il perchè, molto poco ci viene detto della madre defunta, e nulla ci viene mostrato dell'appuntamento combinato e del matrimonio di Noriko, nonostante questi costituiscano gli avvenimenti attorno ai quali ruota la vicenda. E l'intreccio stesso è ridotto all'osso, in quanto basterebbero poche parole per riassumere quasi due ore di film. Ciononostante, anche lo spettatore viene coinvolto in questi piccoli drammi quotidiani, poichè il suo punto di vista lo porta a diventare parte della famiglia e a sentire i personaggi vicini a sé, effetto reso dal regista con le numerose e lunghe inquadrature fisse al livello dei tatami e la quasi assenza dei movimenti d macchina. Dal punto di vista tematico, come in "Ohayo", è cruciale il contrasto tra tradizione e modernità. Tradizione che in "Tarda Primavera" vuol dire convenzioni sociali; e in particolare l'idea che una donna debba assolutamente sposarsi, anche se ciò va contro la volontà di lei che vorrebbe rimanere col padre. Convenzione sociale talmente forte da spingere il padre a mentire alla figlia pur di farla sposare, nonostante l'ultima sequenza mostra come egli diventerà triste nella sua nuova solitudine.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  25/03/2010 13:05:53
   10 / 10
Non c'è nulla di sensazionale nel cinema di Ozu.
Eppure in esso, quel nulla, lo scopriamo sorprendente. E in esso troviamo sorprendente una passeggiata in bicicletta, e un sorriso; o uno squarcio di luce che si staglia al di là delle pareti; o la lirica delle musiche e dei luoghi casalinghi che s'insinua tra le piccole e le grandi confidenze (quelle tra un padre e la propria figlia), tra la monotonia dei gesti, tra i quadri di vita quotidiana descritti con rigore e con dignità - ora dolcissimi, ora velati dalle nebbie del tempo che fugge.

E troviamo sorprendenti quelle immagini che talvolta appaiono per pochi istanti:
il mare che trascina un po' della sua solitudine sulle rive;
gli alberi che si riempiono dei silenzi;
i bambini che giocano sulle strade.

Sono esse sporadiche e brevi, ma nell'opera di Ozu le scopriamo essere in realtà essenziali, e in un certo senso illustrano, e forse suggeriscono, già l'inizio di un viaggio - che avrà inizio qui ma che si completerà nel meraviglioso e successivo "Viaggio a Tokyo"- verso la fine di un qualcosa. Che portano via invece di conservare, che ne completano la storia, molto bella tra l'altro, raccontata nella giusta misura d'amore e di compassione.

Il sacrificio finale del padre (che sente la necessità di affidare, e in qualche modo donare, la propria serenità a quella della figlia) è uno degli epiloghi più belli e commoventi che abbia mai visto.

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3 risposte al commento
Ultima risposta 29/03/2010 21.27.31
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  12/03/2010 10:52:30
   10 / 10
"Tara Primavera" credo sia il capolavoro assoluto di Yasujiro Ozu, se non altro il suo film più bello ed emozionante, che colpisce per questa caratteristica perché non tratta tematiche crepuscolari o di morte. Shikichi è un padre anziano e vedovo, interpretato dal solito Ryo che ha una figlia - una altrettanto presente Setsuko Hara nella filmografia del regista - oramai con la giusta età da maritarsi. Passo che non vuole fare perché troppo attaccato alla figura paterna, il quale si ritroverebbe inesorabilmente solo e in difficoltà. Con uno stratagemma però il padre riuscirà a far sposare la figlia, nel pieno rispetto delle tradizioni nipponiche. Il film presenta tematiche e situazioni tipiche dell' Ozu anni '50, in particolare il valore della famiglia e il rapporto tra vecchio e nuovo. La dialettica tra modernità e tradizione trova una specifica esemplificazione proprio nelle due figure principali, e in particolar modo nel loro abbigliamento: Noriko in casa veste con una moda occidentale, il padre rigorosamente in kimono. Nelle tematiche familiari emerge la volontà di un rapporto generazionale indissolubile, una volontà che andrà a sfalsarsi nelle ultime opere di Ozu, secondo una prospettiva che è però già propria del successivo "Il Tempo della Mietitura". Al rigore delle linee e delle geometrie degli interni sono contrapposte immagini esterne di spazio libero, secondo una cifra stilistica che si discosta un po' dal classico Ozu, con frequenti usi di carrelli e una fotografia spesso fortemente contrastata. Eccellente montaggio, con tempi che fanno pensare un po' a Pasolini.

5 risposte al commento
Ultima risposta 29/03/2010 21.21.50
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Mr.619  @  04/07/2009 19:21:45
   10 / 10
Passionevole ed esteticamente, oltre che emozionalmente, capolavoro sentimentale e melanconico di Yasujiro Ozu, al quale l'immaginificazione trainante e cinematicamente dinamica dei treni che si volgono in direzioni diverse, ma al tempo giusto si ritrovano nella stessa stazione e sugli stessi binari, rasenta la combinazione dei caratteri monolitici, quindi magnifici e xilografici, dell'infinita enciclopedia multimediale dei moti sussultori dell'animo, e dell'amore.Il messaggio finale di quest'ammaliante e filosimbolico-naturale pellicola esprime la motricità spazio-temporale a sè conducente della forza della felicità, che, come in una grande favola o mito cosmogonico e antropomorfo, non può che susseguirsi alla solitudine e alla tristezza interiore.Stucchevole.

addicted  @  20/10/2007 09:17:48
   9 / 10
Ozu era un maestro nella rappresentazione di semplici "drammi familiari".
Il rapporto tra padre e figlia, che sottende il rapporto tra generazioni diverse, è un tema che gli fu molto caro, tanto che molti anni dopo realizzò una specie di "seconda versione" dello stesso soggetto: "Il gusto del Sakè".
"Tarda primavera" è un opera magistrale: elegante e poetica.
Ozu ci fa entrare nelle profondità della cultura giapponese, mettendo a nudo le convenzioni sociali e i riti di una cultura tanto diversa dalla nostra. Ma i sentimenti sono universali, come è universale il linguaggio cinematografico.
Molto bello.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  23/09/2007 14:32:03
   9 / 10
FILM DI STRAORDINARIA DOLCEZZA. TRA LE OPERE DI OZU E' SICURAMENTE QUELLA CHE MI E' PIACIUTA DI PIU'. IL REGISTA RIESCE A RENDERE L'AMAREZZA PER IL TEMPO CHE PASSA IN MANIERA ESTREMAMENTE STRUGGENTE. FINALE DAVVERO TOCCANTE.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  09/01/2006 16:49:40
   10 / 10
Film in cui Ozu raggiunge la maturità artistica, che si completerà con il magnifico Viaggio a Tokyo.
Un film sobrio e malinconico che dipinge la relazione tra padre e figlia. Bellissima e affascinante la fotografia.

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Ultima risposta 09/01/2006 17.02.16
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