secondo amore regia di Douglas Sirk USA 1955
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secondo amore (1955)

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locandina del film SECONDO AMORE

Titolo Originale: ALL THAT HEAVEN ALLOWS

RegiaDouglas Sirk

InterpretiAgnes Moorehead, Rock Hudson, Jane Wyman, Virginia Grey, Conrad Nigel

Durata: h 1.29
NazionalitàUSA 1955
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 1955

•  Altri film di Douglas Sirk

Trama del film Secondo amore

Una vedova conosce una nuova stagione d'amore. Si innamora però del suo giardiniere che ha dieci anni meno di lei. I figli della donna disapprovano questa sua scelta e tentano di ostacolarla, ma poi l'amore trionfa.

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Voto Visitatori:   7,75 / 10 (12 voti)7,75Grafico
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Voti e commenti su Secondo amore, 12 opinioni inserite

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Goldust  @  05/04/2019 17:41:48
   7½ / 10
La coppia protagonista, già vista in Magnifica Ossessione, continua a piacermi poco visto che lei sembra la madre di lui e l'amore che nasce tra i due sembra avere poco di genuino; ma rispetto al film precedente questo melò di Sirk ha una forza propulsiva straordinaria che è data dalla spietata rappresentazione di una società bigotta e perbenista che si preoccupa solo di ben figurare all'interno della propria classe borghese, sacrificando a questo altare anche la felicità personale. Dall'inizio alla fine si segue così con apprensione le sorti della povera vedova ed anche il rapporto tra Cary ed i propri figli è trattato in maniera esemplare, con questi ultimi che sono continue fonti di stimoli, negativi soprattutto. Il finale lascia spazio alla speranza e suggella una storia di grande trasporto emotivo, da consigliare agli amanti del genere.

steven23  @  19/04/2014 14:36:27
   8 / 10
Un anno dopo "Magnifica Ossessione" Sirk riprende la stessa coppia di protagonisti e li getta in un altro melodramma, ben diverso dal precedente ma comunque di gran classe e da non perdere.
La vicenda è molto diversa e, per certi versi, decisamente più sempliciotta di quanto non lo era nel lavoro precedente. Una ricca vedova s'innamora, ricambiata, di un bel giardiniere parecchio più giovane di lei. La disapprovazione dei figli e i pettegolezzi della società ai quali fatica a non dare importanza creeranno non poche difficoltà al suo rapporto arrivando persino a metterlo seriamente in discussione.
Insomma, la storia non è certo chissà che, ma al solito Sirk mostra di poter trarre qualcosa di notevole anche sfruttando idee tutt'altro che originali. E lo fa grazie a una gran regia, una sceneggiatura decisamente solida ma, soprattutto, a una messinscena davvero fantastica; la fotografia è davvero straordinaria. Per non parlare della cura con cui affronta l'aspetto psicologico dei protagonisti e sociologico del contesto che li circonda.
Il cast, poi, è impeccabile. Il binomio Wyman-Hudson conferma una grande sintonia e replica l'interpretazione eccellente del film precedente, senza dimenticare la sempre brava Moorehead... quasi dimenticavo che c'era anche lei in "Magnifica Ossessione".

Italo Disco  @  12/02/2013 18:51:50
   8 / 10
Bel filmone d'amore con due grandi protagonisti.Sono rimasto impressionato in special modo da Jane Wyman,è la prima volta che vedo un film dove c'è lei,la trovo veramente molto intensa,molto bravo anche Rock Hudson specialista in ruoli di questo tipo.Divertente anche l'uso dei colori da parte del regista mentre sono un pò inquietanti alcuni personaggi di secondo piano (i borghesi amici della protagonista).Pensavo fosse un pò noioso invece il ritmo è abbastanza svelto per una storia del genere e non è neanche troppo melenso.Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/01/2013 00:43:38
   8 / 10
Meraviglioso melodramma firmato da Douglas Sirk.
Bellissima fotografia dell'amore, della diversità, del pregiudizio e del classismo.
Interpreti e dialoghi eleganti e raffinati.
Sceneggiatura solida per un film che non cade mai nell'inutile melensaggine.
Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  02/01/2013 01:24:26
   8 / 10
Melodrammone targato Sirk che incanta per tutta la sua durata. Una fotografia pazzesca, sottofondo musicale perfettamente incastrato con le immagini è un indimenticabile coppia di attori. Quel belloccio di Rock Hudson che interpreta Ron rappresenta l'uomo semplicione dal grande cuore di oggi, una figura ben costruita e ugualmente ben diretta. Jane Wyman invece ha il sesso femminile dalla sua parte ( anche se il film non mi è parso femminista ), una donna forte ma estremamente persa senza amore ( affetto ). Da non perdere per gli amanti del genere.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  13/05/2012 12:44:52
   8 / 10
"Secondo amore" è un altro piccolo gioiello del cinema classico di Sirk. Pur nei suoi limiti di opera semplifice ed esemplare, riesce a esprimere in maniera efficace e forte i conflitti e i sentimenti in cui si dibattono i personaggi.
Protagonisti anche in questo film di Sirk sono due esseri umani che le convenzioni vorrebbero distanti ed estranei fra di loro (un uomo giovane e scapolo, una vedova con prole ma ancora piacente). Il loro destino sembra essere quello di essere condannati alla solitudine e allo sperpero delle loro forze interiori. Invece si ribellano alla ristrette ed ipocrite norme sociali e cercano di combattere insieme per la propria felicità interiore, a dispetto di tutte le sirene del mondo materiale.
Il segreto del cinema di Sirk è quello di essere chiaro ed esemplare senza essere pedante o artificiale. Tutto è finemente misurato, né esagerato né superficiale. Ciò che differenzia Sirk da Hitchcock e da altri maestri del cinema classico è la grande capacità visiva di esprimere ln maniera convincente quel sentimento difficilissimo da comunicare che si chiama amore. Nei film di Hitchcock due persone si conoscono e subito si innamorano (vedi Grant e Berman in Notorius, ecc.) quasi in maniera automatica, come se questo fosse il destino e perché così vuole la storia. Lo spettatore però non riesce a percepire o a capire la scintilla che ha causato il fuoco. Rimane tutto un po' astratto ed estraneo. Sirk invece prepara a dovere l'incontro dei due personaggi che si innamoreranno. Intanto crea un'ambientazione suggestiva (in questo film i colori autunnali), con brevi accenni e dialoghi ad hoc svela l'animo e la situazione interiore di un personaggio, infine con una successione lenta e sapiente di campi medi e primi piani ci suggerisce e ci comunica in maniera molto piena e convincente quello che frulla nell'animo del personaggio e il suo sviluppo.
In questo è assecondato da splendidi attori. I sorrisi improvvisi di Rock Hudson, il suo essere posato e sicuro, i suoi rari momenti di sconforto riescono ad essere molto comunicativi. Il suo personaggio è un po' lasciato in ombra nel film, è in tutto e per tutto funzionale a quello di Carey. E' lei la protagonista e Jane Wyman ce la presenta in tutta la sua sottile insofferenza per il mondo ipocrita e falso della classe media borghese e il suo desiderio di genuinità e spontaneità, che forse un idealizzato mondo popolare può darle (vedi il confronto fra la festa campagnola e i ricevimenti esclusivi al club).
Sirk è tutto sommato un autore eticamente molto impegnato. Il suo più che cinema di intrattenimento, è un cinema di sensibilizzazione: invita a riflettere e considerare, oltre che a commuovere e toccare l'animo.
La sua battaglia è su due fronti: da una parte contro la morale rigida, puritana, ipocrita e materialista, dall'altra contro la preminenza degli istinti egoistici e consumisti. In "Secondo amore" in prima linea c'è la battaglia contro il duro conformismo borghese, che ammazza la genuinità e la profondità sentimentale e falsifica tutti i rapporti sociali. Il punto di riferimento è la vita distaccata, austera, orgogliosamente disobbediente di Thoreau, come descritta in Walden (espressamente citato). La seconda battaglia è più sottile e si esplica nel non mostrare o scavare negli istinti sessuali dei protagonisti, dando loro poca importanza, anzi lodando la loro continenza e il rispetto delle "loro" regole. Il mondo di Sirk non è quindi contrario al fondamento etico su cui reggeva la società americana degli anni '50, semplicemente ne predica uno spirito diverso, più profondo e impegnato. Gli istinti amorosi non devono essere liberati tout-court, semplicemente devono scavalcare le norme sociali e farsi qualcosa di spirituale, di esistenzialmente basilare.
E' questo tuttora il fascino del cinema di Sirk, l'universalità dei sentimenti espressi, un modello certo passato, sconfitto ma che continua ad affascinare e ad essere comprensibile. Questo fa sì che si possano perdonare gli snodi melodrammatici che falsificano la storia e la rendono un po' "costruita". Certo il suo mondo è forse troppo idealizzato, troppo perfetto, troppo irreale per essere vero. Ma che bello sognare che possa esistere!

LoSpaccone  @  11/09/2011 12:15:43
   8 / 10
Il commento del buon Atticus ha già detto tutto, uno dei migliori melò di Sirk, una rappresentazione ai limiti del fiabesco, talmente stilizzata da farne perdere gli apparenti riferimenti di tempo o luogo, animata da figurine scolpite con una precisione tale che sembra di assistere ad un vero e proprio "presepe" della società americana degli anni '50, o almeno di alcuni suoi segmenti culturali (provincia, arrivismo, tv...) . Regia di altissima classe e una fotografia ammaliante che è un film nel film. E ci sarebbe molto da dire anche sul ciuffo posticcio di Rock Hudson...

3 risposte al commento
Ultima risposta 13/09/2011 13.45.02
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  16/05/2011 23:57:15
   8 / 10
Grandioso melodramma di Sirk sul conformismo come forma di prigionia sentimentale, costruito con una tale potenza visiva da lasciare stravolti. La forza delle immagini, l'ineccepibile regia (forse tra le più eleganti, barocche, metaforiche della sua filmografia), la straordinaria fotografia, l'indimenticabile tema musicale e i meravigliosi interpreti ne fanno una tappa obbligata del genere e fanno dimenticare una certa scontatezza narrativa di fondo.
Dice Umberto Eco :"Dieci stereotipi fanno ridere, mille incantano".
Citato e omaggiato non si sa più quante volte nella storia, da Fassbinder ("La paura mangia l'anima") a Todd Heynes (il bellissimo "Far from heaven").

Mpo1  @  22/05/2010 23:04:44
   7½ / 10
Uno dei più tipici melodrammi di Sirk, un tempo trascurati dalla critica, oggi un po' sopravvalutati. Sono straordinarie la fotografia, le scenografie e la composizione di alcune inquadrature, mentre la sceneggiatura non è proprio il massimo e gli attori paiono poco convincenti. Le immagini ammaliano, il resto lascia un po' indifferenti. Il merito principale di "Secondo amore" è di aver ispirato 2 altri bellissimi film: "La Paura mangia l'anima" di Fassbinder e "Lontano dal paradiso" di Todd Haynes.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/05/2010 16:56:30
   7 / 10
Altro famoso melodramma di Sirk che sembra essere l'antenato di "indovina chi viene a cena?" di Kramer...anche qui il bigottismo della comunita' e l'ottusismo della famiglia porteranno burrasca nei rapporti d'amore dei due protagonisti!
Un po' retorico il finale ma necessario per accontentare il grande pubblico!

topsecret  @  12/05/2010 19:03:26
   7½ / 10
Un tema senza tempo, attualissimo anche ai giorni nostri, è trattato in maniera più che discreta in questa pellicola di grande presa emotiva ed ottimamente strutturata e recitata.
Figli viziati, più attenti alla loro posizione sociale ed al giudizio della casta d'elite a cui appartengono, con il loro egoismo costringono la madre, vedova matura, a rinunciare al giovane amore, mal visto e mal sopportato anche dai cosiddetti amici. Per fortuna che l'amore vince (quasi sempre).
Un dramma che riesce ad essere incisivo grazie ad una storia non banale e ben caratterizzata, merito anche dell'apporto di un cast ben amalgamato e diretto in maniera intelligente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/02/2007 23:02:39
   7½ / 10
Altro memorabile dramma di Sirk, un'opera che amplifica ed estremizza (consapevolmente) il pathos del melodramma che sfocierà successivamente nei capolavori "come le foglie al vento" e "lo specchio della vita".
Vero e proprio antisegnano delle soap-opera, come altri film del suo autore, un regista che resiste al tempo e ha straordinariamente avuto il merito di accontentare un vasto tipo di pubblico, dallo spettatore "romantico" a quello piu' esigente e settario
Ottimi gli attori principali

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