relic (2020)

Film particolare e riflessivo.

Intelligentissima metafora horror della malattia mentale degenerativa e degli effetti che ha sulle persone care, che svela le proprie carte a poco a poco, verso un finale meraviglioso. Dolorosissimo per chi ha o ha avuto esperienza della malattia tra i propri affetti, forse un po' difficile da apprezzare fino in fondo per gli altri.

Non male questo horror australiano. La trama può sembrare poco originale ma il significato del film è davvero sorprendente. Bella la location e ottima la recitazione. Consigliato

Drama horror che cambia radicalmente direzione dopo la prima parte che lascia presagire alle solite tematiche di possessione e case infestate. Come ben argomentato da altri utenti il messaggio del film di base è la solitudine, l'abbandono e la malattia degenerativa che colpisce le persone anziane troppo spesso lasciate sole al loro destino. La nonna in alcune scene fa venire i brividi...

Riponevo buone speranze in questo horror drammatico ma sono stato deluso...
Inizio lento ma con una buona tensione, complici le location ed una anziana attrice piuttosto brava nel suo ruolo da demenza senile (un pò alla "The Visit").
Dalla seconda parte la sceneggiatura si palesa confusa e prevedibile rendendo in breve tempo il film sempre più noioso e poco accattivante.
Il "criptico" finale da una parte lascia interdetti ma dall'altra alza l'asticella del voto perché ci si rende conto del profondo messaggio della regista.

Non so perchè ho deciso di farmi del male ultimamente vedendo "the father" qualche settimana fa e adesso "relic". Forse ad alcuni questi due film possono sembrare lontanissimi fra loro ma in realtà pur se con stili e percorsi diversi raccontano entrambi lo stesso strazio.
Questo film mi ha tolto il fiato perchè sulle prime sembra un horror da casa infestata, neanche troppo cupo, poi via via ti porta in un labirinto sempre più claustrofobico ma reale.
I volti amati che si fanno estranei, l'atto fisico di ingoiare i ricordi, le memorie preziose da sottrarre alla malattia, da nascondere al sicuro, mentre non si è più certi di chi ci si trova accanto.
E poi loro... la figlia e la nipote che si ritrovano accanto qualcosa a cui non riescono più a dare un nome, perchè di Edna ha solo il volto, finché anche quello cede al dolore e diventa mostruoso.
la tentazione di andar via e scappare è forte "perchè non è più lei" ed è così che tanti anziani muoiono soli, perchè è inutile andarli a trovare, perchè ormai non ci riconosco, perchè ormai non sono più loro...
un film che forse può comprendere solo chi ha vissuto sulla propria pelle lo strazio delle malattie neurodegenerative

SPOILER

Ok,va bene il messaggio che lo eleva al di sopra dei soliti film horror,ma il film risulta noioso.

Forse la noia provata per gran parte del tempo, in cui non succedeva nulla di intrigante, mi ha portato a perdere una spiegazione del film dell'esordiente Natalie Erika James, dato che non ho colto il significato che si nasconde (piuttosto bene) dietro questo rapporto fra tre generazioni di donne (nonna, madre e figlia).
C'è chi trova attinenze con HEREDITARY e BABADOOK (di gran lunga migliori di questo) ed è il motivo per cui l'originalità non è prerogativa di RELIC, ma bisogna dire che, in alcune circostanze, l'atmosfera di mistero ricreata riesce a instillare un minimo di curiosità. Purtroppo il finale non porta a niente, rovinando quel poco di buono che sono riuscito a trovare. Il cast però se la cava bene.
A mio avviso, non è una pellicola meritevole della sufficienza piena.

Nonostante la trama non offra niente di nuovo mantiene una discreta tensione alternata da un po' di noia ma la mia votazione crolla notevolmente per l'epilogo finale a dir poco grottesco e a mio parere orrendo. Emily Mortimer recitazione molto scadente.

A guardare solo la superficie, Relic sembra il classico film di case infestate, con rumori e ombre che si muovono nel buio che costellano la prima parte del film, nemmenoin maniera tanto originale. Tuttavia quando si entra nel cuore di questo fatto composto da tre personaggi, tre generazioni di una famiglia che si riunisce, si scopre che il tema iniziale è in realtà una falsa pista che conduce a tale cuore, cioè la malattia degenerativa. Una malattia che trasforma il malato in altro, completamente diverso da quello che si era conosciuto ed amato fino a quel momento. Certamente non è un film per tutti, bimbominkia in primis, ma offre un ultima parte molto ricca di invenzioni visive dove le due donne, madre e figlia entrano simbolicamente nei meandri irreali della casa, proiezione distorta della mente malata della nonna. Brave tutte e tre le attrici e nota di merito nella costruzione dell'atmosfera che non abusa di jump-scare un tanto al chilo.

Un esordio tutto sommato apprezzabile,che si inserisce nella scia di opere come Babadook ed Hereditary,pur senza possederne la stessa forza.
Una metafora su malattie come Alzheimer e simili,che si fa perdonare una scarsa originalità e qualche lentezza di troppo grazie ad un aspetto tecnico di un certo livello (sopratutto la fotografia) e ad uno script duro ed angosciante al punto giusto.
Ambizioso ed imperfetto,questo è indubbio,però ha un suo perché,meritevole di una visione.