man on wire (2008)

Buon documentario su una storia incredibile

Storia spettacolare e documentario girata in maniera molto coinvolgente. Chapeau a Philippe..

Riesce a trasmettere quasi le stesse emozioni del film in maniera documentaristica, quindi meno emozioni, ma poù approfondimento, quindi li piazzo allo stesso modo

Per quanto riguarda l'incredibile impresa del funanbolo Philippe Petite ho preferito vedermi prima questo documentario del 2005 piuttosto che il film recente di Robert Zemeckis; non tanto per Zemeckis che apprezzo come regista, ma più che altro perchè non essendomi mai informato specificamente riguardo a tale evento ho pensato fosse più opportuno informarsi tramite questo film documentaristico piuttosto che affidarmi ad un film vero e proprio patinato e spettacolarizzato......anche se a questo punto sono curioso di vedermi pure quello.....

Che posso dire di Philippe Petite? probabilmente uno degli uomini più pazzi della terra; penso che ci voglia un coraggio davvero titanico per poter pensare di andare da un tetto all'altro delle Twin towers camminando sopra ad una fune senza alcuna protezione o forme di sicurezza; sicuramente ha fatto qualcosa che ben pochi uomini al mondo avrebbero avuto la forza di fare; non tanto per la capacità di camminare su una fune, ma per l'incredibile azzardo e la preparazione del tutto.....tra l'altro solo per una pura sfida personale(anche se io certi individui non li capisco proprio....sono d'accordo che a impresa conclusa si acquisisca una certa fama, sono d'accordo che possa trasmettere una certa adrenalina, sono d'accordo che si raggiunga un primato.....ma certo, rischiare la vita per passare da un tetto ad un altro di due grattacieli immensi è da folli secondo me...e anche da esibizionisti....non condivido molto questa mentalità....la vita è preziosa ed è da stupidi metterla a rischio per una cosa così frivola....però ognuno la pensa a modo suo)....

Il documentario è realizzato molto bene, illustra passo dopo passo tutti gli studi che Philippe e il suo team hanno dovuto fare per potersi permettere tale impresa....l'elevata altezza comportava rischi non indifferenti e la stessa preparazione dell'attrezzatura non fu cosa semplice; attraverso foto, vecchie riprese dell'epoca ed interviste attuali, lo spettatore viene informato di tutti i dettagli e le emozioni che hanno provato i protagonisti di questa storia....veramente interessante.....

Mi chiedo cosa ha provato Petite quando vide la tragedia del 11 settembre......

Buon documentario,in alcune parti però il mio interesse è calato.

Solo a vedere la gestualità e sentire dalle vive parole del Petit attuale, ricordando la sua memorabile impresa, ti trasmette adrenalina che James Marsh asseconda alla perfezione assemblando immagini e filmati di repertorio con ricostruzioni fittizie e costruendo questo documentario come un thriller tesissimo come il cavo di 61 metri steso tra una torre e l'altra. Un'avventura appassionante per assecondare un sogno folle come costruire teatri nella giungla amazzonica. Un'esperienza talmente totale che sfocia in un malinconico finale quando tutti compagni d'impresa, nonchè la fidanzata, gradualmente si allontaneranno fra di loro, quasi a sottolineare l'unicità di un'impresa destinata a non ripetersi e la fine di un periodo cruciale delle rispettive esistenze. Uno dei migliori documentari del decennio senza dubbio.

Sublime documentario del 2008 che, stranamente, non cita neanche minimamente l'11 settembre...

Chessò, perlomeno lo si poteva ricordare in dialoghi, ecc..

Comunque, commovente, sentito, lirico lavoro di Marsch, meritatamente vincitore di un Oscar.

Stupenda l'ultima parte, dedicata proprio alla traversata delle due torri (seppur non è che abbia ben capito come abbian fatto a fissare le funi, ma tant'è).

Uno dei migliori momenti cinematografici che mi sia mai capitato di vedere, davvero, riguarda quando Petit si sdraia sulla fune, a 450 metri di altezza, una cosa davvero maestosa ed indescrivibile.

Bello anche il suo discorso finale: il non conformarsi alle regole permette di vivere davvero sino in fondo la vita, proprio come uno che va sulla fune.

Stupendo e mai noiso, neanche in un istante.

Un film-documentario esaltante,poetico e profondamente bello. Non sono avvezzo a questo formato di film per dare tanto un giudizio nei termini dei suoi parametri, ma se conquista è in virtù di un soggetto tanto particolare quanto carico di riflessioni universali,e sapere realmente successo ciò che è qui raccontato porta ad ammirazione particolare per il film e il suo protagonista,Philippe Petit.
Onestamente il coinvolgimento mi è venuto un po' meno in qualche frangente proprio per la sua portata documentaristica, e la cura del dettaglio non sempre ha una resa espressiva, sennò altrimenti non avrei avuto alcun problema a definire tutta la pellicola un capolavoro del cinema tout court. Ma tutta la parte finale, ed è il caso di dirlo, "vola" alto.
Bello e struggente anche l'effetto che provoca il ricordo delle Twin Towers anche senza affrontare direttamente quella tragica giornata.

Bel documentario su un impresa pazza ed eclatante:
camminare su una corda tesa tra le Torri Gemelle.
Intervista al funambolo francese e ai suoi "complici".
Foto e filmati d'epoca, i lunghi preparativi e l'azione svolta
con l'organizzazione di una rapina in banca.
Alcuni montaggi di immagini dal risultato divertente e
circense, in momenti arriva a vette di poesia.
Ne vien fuori un inno alla giovinezza, che traspare anche dalla
malinconia negli occhi di questi simpatici signori di mezza eta'.
Un'immagine degli anni 70, idealistici, artistici, spericolati: vivi
E le Torri Gemelle ancora in piedi in un mondo forse piu' ingenuo
e romantico...

Poetico si.

1974, New York, WTC. Un uomo è appeso su una fune che collega le due torri a 400m d'altezza. Per una durata di 45 minuti l'uomo fa 8 volte il giro di passare da una parte all'altra, si stende sulla fune, ride e sghignazza davanti agli agenti di polizia increduli di ciò che vedono. E' la storia del francese Philippe Petite (artista funambolo) che insieme ad altre persone/compagni organizzò questa impresa folle sulle Torre Gemelle che oggigiorno non esistono più. Un gesto indimenticabile e allo stesso tempo assai pericoloso/rischioso.
Il documentario, secondo me, vale solo per quei 5-10 minuti nella scena in cui l'impresa giunge all'apice : l'artista sulla fune e la testimonianza del poliziotto accompagnati da una colonna sonora accattivante, ma per godersi appieno quel momento cruciale è indispensabile vedere l'intera pellicola per capire affondo le ragioni, le paure, i rischi, la preparazione, i personaggi del grande progetto ... avere quindi il quadro completo.

Consigiliato.

Documentario che visto oggi, dopo la caduta delle torri gemelle ha un altra faccia ,molto piu' drammatica e riflessiva...
Tutto fatto per gioco,per passione e come dice Jellybelly nel suo commento,un terrorismo goliardico che viene contrapposto a ben altro tipo di attentato!
Un buon documentario anche se un po' noioso...

Poetico, incredibile, suggestivo per l'inquietudine che lo accompagna. Un piccolo capolavoro del documentario che racconta la vita di un uomo che decide di sfidare la gravità per compiere un'impresa ai limiti dell'impossibile. Aleggiano i richiami all'11 settembre, che il regista riesce ad evocare indirettamente mostrandoci le Torri Gemelle in costruzione che da un cantiere non molto diverso dal Ground Zero si elevano lentamente verso il cielo, ferro dopo ferro. E la vicenda di un bizzarro poeta del funambolismo vuole a tutti i costi conquistare. Un piano diabolico per attaccare le Torri, non meno ingegnoso di quello che negli anni a venire provocò il loro annientamento. La volontà di sfidare il sistema, di provare il brivido dell'immensità in bilico su un cavo teso tra due pilastri della Terra. Una storia che andava assolutamente raccontata.

man on wire è la conferma del talento di james marsh. documentario atipico, molto teatrale.

Magnifico documentario che ha il potere di commuovere e stregare nonostante si sappia sin dall'inizio come andrà a finire.
Si vede che c'è una grande ricerca da parte del regista perché il materiale è molto e ben confezionato.
Geniali alcune scene, poetiche altre, bellissime le musiche.

Pensare che un uomo, senza protezioni, ha camminato su un file teso tra le torri gemelle... faccio fatica a crederci!

Io che avevo le vertigini quando lo vedevo sul Notre Dame... attenzione a chi ha davvero paura dell'altezza!!

Philip Petit è un eroe comune, quasi anonimo.
Questo documentario racconta la sua follia, gli affascinanti dettagli relativi alla preparazione del suo sogno di camminare su un cavo d'acciaio sospeso tra le torri gemelle.
Il 7 agosto ‘74 appare nel cielo di Manhattan come un angelo vestito di nero che cammina per 45 minuti nel vuoto.
Marsh non vuole giudicare ne chiedere il perchè di questo gesto, come afferma lo stesso Petit: "mi chiedono sempre perchè l'ho fatto.. ma non c'è un perchè?"
Oggi le torri gemelle non ci sono più e la storia sembra dar ragione a Petit, quando affermava che le torri gemelle erano state costruite per lui; costruite per camminare sospeso e realizzare un sogno, niente di più.

Adoro i ducumentari su uomini costantemente ai limiti come Philippe Petite e adoro ancora di più imprese straordinarie come quella compiuta dal funambolo francese nel lontano 1974: Man on Wire è un resconto completo sulla lunga ed estenuante preparazione di un sogno divenuto realtà.

James March attraverso immagini di repertorio, filmati d'epoca e interviste ai protagonisti, ricostruisce l'incredibile vita di un personaggio unico, un "artista" alla ricerca del punto massimo, un uomo partito da Notre Dame per raggiungere il palcoscenico più alto a 450 metri d'altezza, pura provocazione artistica racchiusa in una serie di sequenze da brivido.

Applaudito un pò ovunque (dal Tribeca al Sundance) Man On Wire è ovviamente uno dei migliori documentari della stagione, privo di punti morti o lungaggini varie, con menzione particolare per quanto riguarda il vulcanico protagonista, dotato ancora, a trent'anni dalla storica impresa, di contagiare tutta la platea con la sua straordinaria esplosività....un pazzo, un maledetto pazzo, mai visto niente di più folle.

Affascinante documentario su di un francese fuori come un balcone, il cui più grande sogno sin dalla più tenera età era quello di camminare su un cavo teso di nascosto tra le due torri gemelle, a 450 metri di altezza senza protezioni: una passione troppo estrema per poter essere compresa, e per ciò stesso emozionante.
Sotto un altro profilo, l'intero documentario può però essere anche visto come l'altra faccia del terrorismo, quello goliardico fatto a fini assolutamente sciocchi: un piccolo gruppetto di "terroristi" pianifica per anni un'incursione nelle torri gemelle con dei pass falsi, un'attrezzatura imponente ed intenzioni illegali, ma al solo fine di fare una marachella...
Gradevole ed avvincente, ma sconsigliato a chi, come me, soffre di vertigini: uscirete dalla sala con le gambe tremanti.