In Texas, un detective della sezione omicidi unisce le sue forze a un poliziotto arrivato da New York per indagare su un omicidio avvenuto nella sua contea e che sembra connesso a una serie di crimini irrisolti avvenuti tutti in Texas.
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Non bastano due bravi Sam Worthington e Jeffrey Dean Morgan a risollevare le sorti di quello che a tutti gli effetti si dimostra essere un thriller che, basandosi anche su fatti realmente accaduti, ci crede troppo da quello che mostra sullo schermo quando invece tutta la trama viene trattata in maniera troppo piatta, facendo veramente fatica a coinvolgere, giungendo ad un finale scontato lasciando un totale senso di indifferenza della visione dedicata al film nella sua interezza. La regia di Ami Canaan Mann, figlia del noto regista Michael Mann, non è neanche così malvagia. è la sceneggiatura che non convince, così come i personaggi che nonostante l'impegno da parte degli attori risultano essere caratterizzati in maniera piuttosto irrilevante. Si salvano un pò le atmosfere del film e le musiche.
Solido ma abbastanza convenzionale thriller-poliziesco diretto dalla figlia di Michael Mann, qui in veste di produttore. Cupe le ambientazioni e le atmosfere, un po' alla "True Detective", il film possiede un buon ritmo senza avere però particolari sussulti e colpi di scena. Buone le caratterizzazioni e bravi gli attori. Simpatiche le frecciatine alla chiesa cattolica e le citazioni di Twin Peaks con il primo cadavere avvolto nel telo di plastica e la presenza di Shreryl Lee (la celeberrima Laura Palmer).
Non mi sento di demolirlo così. Qualcuno si aspettava il livello dei film del padre? Beh, direi che c'è poco da commentare in quel senso. Siamo davanti ad un film già visto, milioni ne sono stati girati con detective alle prese con serial killer. La macchina da presa a volte si muove troppo bruscamente e come detto l'originalità non è un punto forte. Ci sono difetti ma ci sono anche pregi: la fotografia, per certi versi simile a ciò che vedremo dopo nella splendida serie True Detective (prima stagione), uno svolgimento che non vuole addolcire la visione allo spettatore e la sfida uomo/dio rappresentata dalle paludi e dalla personale lotta che il personaggio di Dean Morgan imbastisce con quel luogo dove "non sai nemmeno dove sei finito". Dio perde, le paludi vincono, soprattutto a giudicare da come va a finire il tutto. Certo, siamo anni luce distanti dai capolavori di Michael Mann, ma "Le paludi della morte" è un thriller godibile e con un'atmosfera azzeccata.
Modesto thrillerino con troppi stereotipi e attori convincenti ma freddi. L'interpretazione della bambina non mi è proprio piaciuta. Un film che stanca e finisce per diventare lento e noioso. Belle le ambientazioni.
Spesso i thriller basati su fatti realmente accaduti non riescono ad essere veloci , pieni di colpi di scena ed avvincenti . Probabilmente a causa della vera "banalità del male" ( chiedo scusa a Hannah Arendt !!) e del fatto che ormai siamo abituati ai ritmi vorticosi ed irreali dei telefilm tipo "CSI" , dove tutto si risolve ( quasi ) sempre bene e nel giro di poche ore !! Non fa eccezione questa opera prima della figlia di Michael Mann , dotata di un buon cast ( dove si fa notare la giovane Moretz ) e ben fotografata nelle atmosfere torbide e paludose del profondo Texas . Sei di incoraggiamento .
Anche se c'è poco da spoilerare in quanto gli assassini sono molto scontati... Il film è comunque un discreto thriller che paga forse del fatto che la regista sia figlia d'arte e non è certo aiutato da un trailer malfatto e penalizzante. Effettivamente però si sfalda nell'ultima parte, stranamente frettolosa. La telefonata finale di Worthington non mi sembra rientri in un modus operandi impeccabile per un detective, fa più danni della grandine e non so cosa avesse in mente. In più rimane in qualche modo irrisolta la vicenda dei papponi.
Non ha la mano ferma del padre, l'inizio gratuitamente virtuosistico sembra uno spot autocelebrativo per recidere il cordone con padre Mann, in seguito si fa più regolare e standarizzata nel dispiegare i fili della detective story, è una regia televisiva simil primo Affleck. La cosa migliore che offre è lo spaccato naturalistico del Texas e il ritratto del sottoproletariato del sud, omertoso, colluso con la malavita. Le paludi del titolo sono lande di cadaveri in cui l'indagine resta invischiata, la Chastain in versione cazzuta alla Zero Dark Thirty, si rivede la twinpeaksiana Sheryl Lee, madre scapestrata della Moretz, altra buona prova nella sua fase di crescita nonostante di rado l'abbia vista in buoni film.
"Le paludi della morte" porta la firma di Mann, la cosa curiosa e buffa consiste nel fatto che l'autore di tale film non è il famoso Michael bensì la figlia di questo ultimo. Cominciamo bene… Non sono, ovviamente, i preconcetti verso una regia femminile a far scoppiare, nella critica, un banchetto di polemiche efferate e tangibili. "Le paludi della morte" di intrigante forse ha il titolo, non altro. Onestamente parlando qui i punti di non ritorno sono alquanto numerosi, quello più evidente abbraccia storia e sceneggiatura; ma anche lo stesso lavoro tecnico della regia va a perdere credito. Insomma non funziona nulla. La trama si incunea in tessuti frivoli ove, strada facendo, viene meno la logica e si perde il filo del tutto. A servire l'assist mortale all'apparato di Mann è senza altro una sceneggiatura incredibilmente negativa che compone personalità di sbirri sanguinari, antipatici e mentalmente piatti. Volano più pugni che parole. Svanisce l'effetto suspense. La corteccia esterna (quella correlata alla fotografia e all'ambientazione) è legata esclusivamente ad una pesantezza visiva con pochi eguali; il tutto si snocciola in scenari forzatamente bui e troppo costruiti; manca il "romanticismo" estetico (chiedete ad Argento!). "Le paludi della morte" funge da ghiacciolo, la freddezza permane per tutto il tempo, la noia e la confusione gli altri enti che ammazzano questa ridicola presa per i fondelli.
L'ho visto perchè mi aveva incuriosita il titolo "Le paludi della morte"!! pensavo che fosse un pò come The gifth e twink peaks invece mi ha abbastanza delusa! non è un film di grande impatto e se non fosse stato per il finale gli avrei dato un voto più basso!
alla fine la trama è ispirata a fatti realmente accaduti in Texas, dove si aggira un serial killer che ammazza delle ragazze ma non si capisce il perchè, quindi ci sono questi due poliziotti che indagano e ritrovano i corpi nella zona vicino a delle paludi! però io mi immaginavo qualche ripresa da brivido vicino a queste paludi e invece niente, va bè pazienza! nel frattempo c'è una ragazzina sui 12-13 anni che ha una famiglia problematica (la madre si prostituisce, il padre è strano e il fratello maggiore sembra psicopatico) e i due poliziotti cercano di aiutarla! i sospetti degli omicidi cadono su un uomo biondo, tatuato, con precedenti di crimini orrendi e l'amico di colore anche lui nel giro della delinquenza, e invece alla fine si scoprirà che sono stati il padre e il fratello della ragazzina! in più hanno quasi ammazzato la ragazzina perchè frequentava i due poliziotti e avevano paura di venire scoperti! io sinceramente non ho capito perchè questi due ammazzavano però anche se non è un colpo di scena formidabile cmq è stato fatto abbastanza bene (cioè io non pensavo che fossero quei due).
in conclusione lo ritengo un thriller carino ma poteva essere migliore!
La figlia di Michael Mann con il genere tanto amato dal padre... il thriller. Inizialmente si rimane spiaziati dallo stile registico quasi televisivo, fatta l'abitudine si rimane invischiati in questa palude di sospetti e si cerca, insieme ai due poliziotti, la verita' sul caso. In realta' i nostri primissimi sospetti verranno confermati da un finale un po' pasticciato e prevedibile. Le figure stereotipate dei due poliziotti vengono in parte salvate dalla figura della ragazzina che ,a mio modo di vedere, ha il ruolo migliore del film.
Esordio alla regia per la Mann minore aiutata da papà. Le paludi della morte è un di quei film dove se ci si aspetta qualche scossone o colpo di scena si rimane abbastanza delusi. Un thriller con ambizioni autoriali e intimiste, attraversato da quel pathos bene/male assai tipico nella visione americana. Giudizio ? Benché suggestive risultino le ambientazioni e la fotografia (e anche alcune sequenze non sono da buttare) la pellicola patisce la mancanza di un finale che prometta una svolta vera e propria. Insomma...qualche aspettativa di troppo rimasta insoddisfatta, colpa anche del trailer che presenta Le paludi della morte come un prodotto caratterizzato da una certa dose di suspance e violenza.
Ho guardato il film sempre in attesa che succedesse qualcosa che stravolgesse gli eventi e mi portasse a rimanere intrigato dalla vicenda..... Sono arrivati i titoli di coda e ancora aspettavo.....
non così lento come dicon.ha dalla sua ottime ambientazioni ma la trama e il criminale son scontati,come pure varie situazioni.se si fosse prestata maggior cura alla storia ovviamente sarebbe stato meglio.pensavo peggio.
buon thriller senza pretese...non è avvincente ne eccezionale ma l'idea e i luoghi sono carini...rende l'idea ma non riesce a lasciare il segno malgrado la bravura dei protagonisti.
"Texas Killing Fields" vede la figlia di Mann alla regia, il risultato non è da buttare in toto ma nemmeno troppo incoraggiante. Sull'affascinante ambientazione delle paludi texani viene cotruito un thriller mediocre, totalmente privo di tensione. L'indagine si svolge in una maniera incredibilmente confusionaria, troppo confusionaria, e senza un minimo colpo di scena, perciò non rimane che andare a rifuguiarsi nella caratterizzazione psicologica dei protagonisti ma anche questo aspetto è deludente perchè dopo un inizio promettente tutto viene trattato in maniera superficiale. Durante la visione regna la noia, solo l'atmosfera cupa riesce a mantenere viva una piccola scintilla vitale. Tra gli attori la Moretz è superiore agli altri che invece sfoderano prove appena appena decenti, Jeffrey Dean Morgan poteva andare bene per prodotti televisivi (ricordiamo che è il John Winchester di "Supernatural") ma al cinema sembra un pesce fuor d'acqua. Insomma un thriller che di originale ha solo l'ambientazione, il resto è solo confusione. Il 5 forse è anche generoso.
E così la figlia di Mann, dopo aver vissuto i set del padre, ne segue le orme. Le paludi della morte è la prova che come opera prima non è di certo malaccio. Lento, ma abbastanza scorrevole, anche se la suspance non viene mantenuta ad altissimi livelli. Putroppo non vien sviluppato nessun altro aspetto, malgrado i vari tentativi di costruirci qualcosa attorno, e la storia si ben narrata. La sensazione è quella di seguire una storia qualunque di poliziotti che fanno le loro indagini. Poco caratteristico, a cui si può soprasseredere visto l'autenticità dei fatti, ma rimane troppo freddo e distaccato. In verità s'intuisce che vorrebbe puntare in alto, costruendo una sorta di spessore, ma il risultato è come pompare aria in un palloncino bucato. Ricorda il più piacevole "In the electric mist", in cui tema e location sono simili, ma sostenuti in miglior modo. Personalmente Micheal Mann mi piace parecchio, ma spero che in futuro la signorina Mann superi "il maestro". Inoltre avrebbero la possibilità di combinare l'esperienza e la carica giovanile, o in altri modi, le riflessioni di fondo e l'adrenalina (anche se il vecchio non l'ha mai fatta mancare). Però sarebbe un duo da sfruttare.
Andamento noiosissimo che ne abbassa ulteriormente il voto,così come lo svolgimento di capisce tutto da meta film...salvo i due protagonisti e quel poco d azione e suspence che ce nel film..
Incuriosito dall'esordio della figlia del grandioso Mann ho visto questo film. E l'ho trovato un buon esordio e un film interessante sotto molti aspetti... La storia tratta da avvenimenti realmente accaduti rende la trama piu coinvolgente (un thriller senza dubbio che non verra annoverato ai posteri) e le ottime performance di tutto il cast da una gran mano all'esordiente regista. Mi piace molto la caratterizzazione che da Jeffrey Dean Morgan ad ogni suo personaggio nei vari film,e Worthington escluso i Titani lo ritengo un buonissimo attore. E non dimentichiamo la Chastain,tre film e tutte gran prove di recitazione! E la ragazzina mi ha stupito molto visto che l'avevo vista da poco nel flop di Burton. Il ritmo poi del film non è senza dubbio adrenalinico,ma l'ho trovato adattissimo per quersto tipo di film e mai noioso ne lento a dispetto da molti giudizi. Ritengo che l'erede di Mann parta bene infine...
Inspiegabile.. un film davvero inspiegabile.. il film parte lento e il che fa pensare che ci sarà presto un risveglio con un susseguirsi di colpi di scena e invece continua lento a stancare e ad abbattere le ultime speranze che il film possa raggiungere la decenza. buoni gli attori, la fotografia non male.. pessimo invece come è stato costruito il tutto..
Il thriller di Ami Canaan Mann è piuttosto convenzionale sotto vari aspetti ma non per questo non riuscito. Innanzitutto l'ottima scelta delle ambientazioni riesce a rendere una storia solida ma poco originale abbastanza affascinante da seguire. Inoltre il cast risulta convincente e anche la caratterizzazione dei personaggi non è lasciata troppo all'immaginazione. Ben sviluppata anche la figura della ragazzina. Certo non siamo davanti ad un capolavoro ma come thriller e come esordio o quasi alla regia merita di essere visto.
Film mediocre. La storia non mi ha agganciato anzi mi ha annoiato moltissimo. Tuttavia gli ho messo cinque e mezzo perchè comunque non è fatto male...ha una buona regia e una buona recitazione. Da vedere se non si ha altro di meglio.
Non male l'ambientazione nella nefanda palude texana, metafora degli orrori di cui la società vuol disfarsi, e neppure la cornice di morbosità e contraddizioni. Però il film lascia francamente a desiderare, parte in modo coraggioso distillando sfiducia a piene mani ma pian piano si tradisce e crolla in un finale tremendo. Sceneggiatura bucata e perdente pezzi per strada, dialoghi stereotipati, personaggi anonimi: per la figlia di Mann un lavoro ambizioso ma frenato e dimenticabile. Caso eclatante di "vorrei ma non posso", peccato che il botteghino abbia dato buca ugualmente, tanto valeva rischiare.
Visto ieri sera al cinema, thriller che non mi ha convinto per niente anzi secondo me non arriva nemmeno alla sufficienza.. Seppur tratto da fatti realmente accaduti, il film non decolla mai non coinvolge a pieno e in certi momenti risulta un po' pesante e noioso.. Nulli i colpi di scena, tra l'altro dopo poco l'inizio del film si capisce subito chi è l'assassino.. Thriller senza mordente ..scialbo..
molte ingenuità, un pò di confusione e tante mini-storie accennate e lasciate cadere troppo presto e con poca professionalità. Belli i duetti tra i due protagonisti, la trama è sufficiente ma non del tutto coinvolgente. Un 6 di incoraggiamento dato che la regista è all'esordio
Thriller francamente non riuscitissimo..spesso e volentieri risulta essere troppo lento e noioso e non coinvolge pienamente. Le atmosfere sommesse si ripercuotono anche sulla dinamicità del film..poche sparatorie ed inseguimenti (che poi non è sempre un male sia chiaro) ma in questa pellicola un po più d'azione non sarebbe guastata. Buone le ambientazioni texane e le sequenze della palude..ma è troppo poco per risollevare un thriller francamente insipido seppur non pessimo.
Texas killing fields è un thriller ambizioso che presenta una cornice molto interessante dove il disagio economico, morale ed esistenziale è tangibile, in cui due poliziotti con approcci diversi cercano di affrontarla e risolverla. Il guaio è che non riesce ad amalgamare bene i tanti elementi che ha disposizione, così facendo si sacrificano sull'altare i personaggi da cui si poteva ricavare di più e una trama con qualche buco di troppo, perdipiù con qualche dubbio di credibilità sulle dinamiche del finale. In definitiva rimane solo la cornice come elemento in positivo, il resto troppo confusionario e mal gestito.
deludente secondo film della mann.deludente perchè non ti aspetti da un thriller di capire dopo 15 minuti chi è l'assassino.attori non in parte.una delusione, buono per una serata senza impegno il padre è tutt'altra cosa.
L'esordio della figlia di Mann non è certo un capolavoro, ma non merìta nemmeno le critiche ingiuste che la critica gli ha riservato. Sembra il plot di una serie televisiva, e certo la recitazione approssimativa e scialba non aiuta.Tantomeno il solìto poliziotto moralmente ineccebile che finisce in crisi davanti all'immoralità del mondo circostante. Come a dire: in certi casi la fede non aiuta, semmai enfatizza le difficoltà. Molto più riuscìta invece la figura della ragazzina. Complessivamente la Mann cerca di percorrere più strade parallele, ma crea soprattutto disagio. Funziona soprattutto per l'ambientazione, ma le emozioni restano poche. Si fa comunque vedere