la vida loca (2008)

E' un pugno nello stomaco, senza tanti eufemismi. La Vida Loca sembra la logica conseguenza di anni di sanguinosa guerra civile che ha lacerato il piccolo stato di El Salvador. Famiglie divise e distrutte, uomini e donne emigrati negli States e rientrati/espulsi nel paese d'origine. La forza di questo documentario sta nel suo estremo naturalismo della rappresentazione. Nessun filtro, nessuna voce fuori campo, nessuno spiegone sociologico, tantomeno mostrare le azioni violente o criminali delle gang. Il segreto è proprio in questa disarmante semplicità del quotidiano tragico, di una realtà altrettanto tragica che in mancanza di punti riferimento forti sia sociali ed istituzionali, trova nella logica delle gang un succedaneo di una famiglia con fratelli e sorelle.
Famigliari acquisiti che nello spazio di un fotogramma, un fondale nero con colpi di arma da fuoco te lo puoi itrovare sopra il freddo marmo di un obitorio improvvisato prima di essere messo in una bara. Un attimo prima eri vivo e festeggiavi con compagni, un attimo dopo un cadavere ancora caldo. L'imprevedibilità drammatica della vita di strada, una condanna impressa come i tatuaggi della gang, indelebili come l'indifferenza o forse collusione a non voler arginare un problema che è uno stillicidio di vite giovanissime. Un lavoro prezioso e un documentario straordinario nella sua forza di essere denuncia senza palesarlo. E Poveda forse ci ha rimesso la vita per quest'opera scomoda.