il corridoio della paura regia di Samuel Fuller USA 1963
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il corridoio della paura (1963)

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locandina del film IL CORRIDOIO DELLA PAURA

Titolo Originale: SHOCK CORRIDOR

RegiaSamuel Fuller

InterpretiPeter Breck, Constance Towers, Gene Evans, James Best

Durata: h 1.41
NazionalitàUSA 1963
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1963

•  Altri film di Samuel Fuller

Trama del film Il corridoio della paura

John Barrett è un giornalista che vuole compiere un'inchiesta facendosi internare come ""malato"" in un manicomio dove è stato compiuto un omicidio. Durante il periodo che Barrett trascorre nell'ospedale riesce a scoprire la verità. Arriva a fare confessare l'assassino e il suo articolo sul caso gli procura anche la proposta per il premio Pulitzer, ma a un altissimo prezzo: la sua stessa salute mentale.

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Voto Visitatori:   8,43 / 10 (60 voti)8,43Grafico
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Voti e commenti su Il corridoio della paura, 60 opinioni inserite

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stratoZ  @  09/11/2023 12:56:08
   9 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Fuller col suo stile visionario e anche un po' ibrido tra classicismo e modernismo ci trasporta all'interno di una vicenda unica per quei tempi, anticipando anche un po' le tendenze degli anni successivi e realizzando una delle critiche più feroci al sogno americano e al successo a tutti i costi tipico della mentalità occidentale.

"Shock corridor" è un film molto ancorato al suo tempo, visto oggi potrebbe sembrare desueto a causa delle tematiche trattate fin troppo correlate al periodo, tuttavia ha una funzione di pietra angolare nel passaggio tra il cinema classico e quello moderno - si parla di cinema americano però - col suo stile tendente col passare dei minuti sempre di più all'astratto, Fuller tratta la tematica con un'espressività incredibile, regalandoci anche delle sequenze fantastiche di pura visionarietà, ma andiamo con ordine.

Individuare il main topic di "Shock corridor" non è facile, ce ne sarebbero almeno un quattro o cinque candidati, sicuramente uno è il contrasto tra i malati mentali - o tali considerati dalla società - e i sani. Fuller sembra non voler tracciare una linea precisa tra di essi, anzi il confine è astratto tanto quanto possa sembrare il suo stile, in una clinica di gente fuori di testa alla fine chi ha commesso il crimine più atroce è colui che doveva occuparsi della cura dei degenti, sebbene non manifesti esplicitamente i sintomi. A questo significato si correla facilmente la critica al sistema psichiatrico, ricordandoci comunque che siamo negli anni 60's e i metodi non erano gli stessi di oggi, Fuller critica non tanto quei metodi che oggi potrebbero essere considerati barbarie quali elettroshock e compagnia bella, quanto l'incompetenza e l'approssimatività di specialisti che dovrebbero assicurare la cura dei pazienti, e l'incipit del film in se ne è l'esempio lampante, un giornalista riesce ad ingannare una troupe di medici specializzati semplicemente fingendo.

All'interno del centro di cura poi vi è un catalogo di personaggi particolarissimo, come se ognuno rappresenti un particolare dettaglio delle problematiche che affliggono la civiltà occidentale, dal nero che probabilmente a causa delle intimidazioni subite è arrivato a credersi un bianco razzista con le sue continue manifestazioni razziali fino a credersi direttamente il fondatore del Ku Klux Klan, continuando con lo scienziato che dopo aver contribuito alla costruzione di armi di distruzioni di massa, probabilmente per senso di colpa, è arrivato a regredire fino a tornare bambino.

Altro personaggio interessante e discretamente profetico è il militare che si crede ancora in guerra e obbedisce soltanto a chi si finge suo superiore, qui sono abbastanza sicuro non sia fatto volontariamente, anche perché storicamente era troppo presto, ma Fuller anticipa quella tendenza che poi vedremo nella New Hollywood di trattare la sindrome post traumatica dei reduci di guerra, non c'è bisogno che nomini i cult in questione.

E infine la discesa del protagonista nella follia, diventa il filo narrativo principale della seconda parte del film, una caduta graduale un po' per i metodi, un po' per impersonificazione, un po' per l'ossessione di scoprire la verità che logora sempre di più il personaggio, questo evento non è altro che la metafora di un mondo che va sempre di più verso una modernità cinetica e senza un attimo di tregua in cui i soggetti sono sempre più avari di successo tanto che mettono in gioco la loro salute sia fisica che mentale, il capitalismo che travolge come un treno la vita delle persone e le influenza al punto da giocarsi tutto per ottenere un riconoscimento e la celebrità, e infine la realizzazione, qui arriva in maniera spietata e diretta allo spettatore, e voglio dire Peter Breck - che ammetto mia colpa non conoscevo affatto prima di vedere questo film - ci regala un'interpretazione magistrale, la progressiva discesa nell'incubo e nella follia è resa benissimo, il cambiamento di linguaggio del corpo, gli attacchi d'ira, la perdita di linguaggio, il voice over, diventando anche claustrofobico in alcuni momenti.

E poi Fuller che regala una prova registica senza eguali, appunto i momenti claustrofobici sono tanta roba ma lui gioca benissimo sia con le inquadrature, spesso fatte di corpi accovacciati per la disperazione e le tare mentali, sembrano quasi dei quadri, arrivando alle sequenze surreali, tra i racconti narrati a colori come se fossero vividi ricordi in contrasto con la cupa e grigia realtà del bianco e nero dell'ospedale psichiatrico, ad una scena cult, quella della tempesta che entra di diritto tra i momenti più belli del cinema, con la forte pioggia in interni a spazzare i residui di sanità mentale del protagonista ormai divorato da i suoi stessi demoni e incapace di ribellarsi - da notare come classicamente la pioggia è spesso stata usata come "lavaggio" dei peccati o brutte azioni che siano e qui Fuller cambia questa concezione -

Semplicemente meraviglioso

topsecret  @  26/07/2022 13:56:13
   7 / 10
Un film interessante per come confezionato, con scene davvero ben realizzate, ma con una sceneggiatura che non colpisce per precisione maniacale (termine appropriato visto il contesto) dove alcune dinamiche non sembrano convincere pienamente. Nonostante tutto, il film di Fuller ha delle buone carte da giocare, risultando abbastanza coinvolgente e meritevole di una considerazione positiva.
Non male il cast.

Goldust  @  17/06/2022 16:10:20
   7 / 10
Non così imperdibile come il voto vorrebbe alludere ma è sicuramente uno dei migliori film sull'argomento salute mentale / ospedali psichiatrici. In alcuni passaggi è un pò scolastico - c'è sempre ad esempio la figura del malato che si crede un soldato ed obbedisce solo agli ordini dei suoi presunti superiori - , in altri stupisce per la genialità delle trovate ( il paziente di colore che arringa la folla credendosi bianco ). Fuller comunque si conferma un cineasta tutt'altro che convenzionale ed assistere ai suoi lavori suscita sempre interesse.

DarkRareMirko  @  18/05/2021 20:17:49
   8 / 10
Un Forman in vitro, con un bel bianco/nero (ma non mancano scene a colori), un'atmosfera straniante e riuscita (taluni dicono che questa è dovuta al low budget, e forse han ragione) e buone recitazioni.

Palesi denunce sociali ed al sistema psichiatrico, buona regia per un film drammatico, non morboso (e magari non il capolavoro che certi dicono) da riscoprire.

zerimor  @  02/12/2020 15:33:20
   9 / 10
Ancor prima di "One Flew Over the Cuckoo's Nest", "Shock Corridor" ci catapulta all'interno di un'ospedale psichiatrico. Tuttavia, a differenza dell'opera (maestosa) di Forman, la pellicola di Fuller appare addirittura più "reale". La follia dei pazienti della struttura è "tangibile" e arriva allo spettatore in tutta la sua "crudezza". Ottima davvero la prova di tutti gli attori, dove emerge l'incredibile interpretazione di Peter Breck nel suo viaggio verso una graduale ma ineluttabile perdita di lucidità e sanità mentale. Spettacolari e d'impatto alcune scene, caratterizzate con un tocco visionario di alta qualità. Tecnicamente ineccepibile dunque, nonostante gli anni che il film si porta dietro.
Ne consiglio assolutamente la visione.

Alpagueur  @  01/11/2020 18:19:33
   8 / 10
Johnny Barrett, un giornalista americano determinato a fare luce a tutti i costi su uno strano e poco chiaro omicidio, per poter vincere il premio Pulitzer, si fa internare nell'ospedale psichiatrico in cui è avvenuto. Questo grazie all'aiuto della sua ragazza Cathy (una spogliarellista, che fingendosi la sorella chiede aiuto alla polizia e lo denuncia per molestia) e del dottor Fong (che lo aiuta nella preparazione psicologica, in modo da rendere la sua simulazione attendibile davanti ai medici). Mentre è lì dentro, dovrà però lottare per mantenere la sua salute mentale...La denuncia e l'omicidio sono in realtà dei MacGuffin (espedienti narrativi per fornire dinamicità a una trama). Il più grande 'difetto' dell'opera è che questi MacGuffin sono rimasti così intatti (Barrett credeva davvero che tutto ciò che poteva dimostrare intervistando i pazienti malati mentali dell'ospedale avrebbe potuto resistere come prova in tribunale?), che fanno risaltare un po' troppo la parte allegorica del film. Per fortuna l'allegoria è potente e ben fatta. Sorprendentemente, queste importanti critiche alla società americana, espresse in monologhi da tre ottimi interpreti, esistono in questo film, girato nel 1963. La tensione della generazione del secondo dopoguerra si stava un po' indebolendo in quel momento, ma il tipo di cose che sono espresse qui, esponendo la paranoia, il bigottismo e la belligeranza delle masse americane, è audace. Suppongo che fosse permesso perché questo era ovviamente pensato per essere un film di serie B di sfruttamento ed interessare quindi solo a un pubblico ristretto. 'Shock Corridor' è molto famoso per il suo stile e questa fama è molto meritata. L'illuminazione dura è stupenda, così come tutta la cinematografia, in generale. Anche il montaggio discontinuo, probabilmente influenzato dalla new wave francese (la nouvelle vague), un movimento cinematografico d'arte francese emerso alla fine degli anni '50 (caratterizzato dal rifiuto delle convenzioni cinematografiche tradizionali a favore della sperimentazione e di uno spirito di iconoclastia), che si stava svolgendo all'epoca, è piuttosto buono. La recitazione è adeguata. Certamente il cast non è di prima qualità e i protagonisti sono facilmente dimenticabili. Tuttavia, alcuni dei detenuti danno buone performance. Hari Rhodes, nei panni di Trent, è probabilmente il più memorabile. Interpreta il primo studente nero in un'università del Sud (non quella storica, ma un composito di fantasia). Era impazzito a causa del bigottismo che lo circondava, e ora pensava di essere un gran drago del Ku Klux Klan (e pensa anche di averlo inventato lui). Il film rientra in quel genere da ospedale psichiatrico in cui si assegnano problemi stravaganti a tutti i detenuti. Non conosco nessun film precedente sugli ospedali psichiatrici, quindi forse questo ha stabilito quella tendenza. La sceneggiatura e la regia di Fuller sono superbe con tutti gli stili giusti per creare momenti sia inquietanti che avvincenti, ne viene fuori un dramma psicologico che tiene sulla corda lo spettatore dal primo all'ultimo minuto, così brillante che consiglierei sicuramente. Per me sicuramente il miglior film di Samuel Fuller assieme al celebre "Il grande uno rosso". Molto, molto bello.

Oskarsson88  @  07/05/2020 13:55:47
   7 / 10
Mi sorprende una media così stratosferica. Di positivo ci sono recitazioni, critica sociale chiara ed evidente con tre personaggi incarnanti tre grandi tematiche (Guerra Fredda, Ku Kluz Klan, nucleare) e una fotografia ed un ambiente angusti e ben caratterizzati. A controbilanciare però tutto questo abbiamo una trama non del tutto convincente ma soprattutto uno svolgersi della narrazione che non cattura e avviene un po' con distacco, non ci si sente trascinati dalla storia, almeno per me non è stato così. Rimane comunque un buon film su una tematica scottante come la pazzia e gli istituti di "igiene mentale".

Overfilm  @  16/01/2017 00:02:08
   7 / 10
Prendo a prestito le parole di un utente visto che trovo sottolineino un aspetto importante:
"Fuller utilizza l'ospedale e i suoi "ospiti" come metafora del malessere sociale:
- c'è l'ex soldato simbolo di troppe guerre combattute e di un'ossessione anormale verso lo spauracchio comunista,
- il nero emarginato vittima di feroci disparità razziali,
- ed infine il luminare complice dell' orrore di cui si è macchiata una nazione intera."
Cio' detto segnalo le ottime interpretazioni.
Memorabile la scena del diluvio onirico...
Meno quella delle ninfomani.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  16/03/2015 10:46:27
   8 / 10
Ha un po' subito il passare del tempo, ma rimane un film estremamente affascinante, oltre che innovativo. L'angoscia dell'ospedale psichiatrico è reale, e l'abisso in cui sprofonda Johnny perfettamente credibile, così come la sua caratterizzazione cinica e strafottente: non si era mai visto (e raramente si vedrà) un protagonista così amorale, mosso solo dal proprio ego, che va a fare un reportage in un ospedale psichiatrico provando zero empatia verso i malati e che in fondo disprezza anche la propria fidanzata, vista solo come oggetto sessuale o, al massimo, come una pedina per raggiungere il suo obiettivo. Ottimo.
Strepitosi poi regia e montaggio: la scena del corridoio allagato è da storia del cinema.

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Ultima risposta 16/03/2015 14.37.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  02/10/2014 12:04:44
   7½ / 10
Johnny Barnett, giornalista rampante in combutta con la bella fidanzata, decide di fingersi folle per agevolare il suo ricovero in manicomio. Lo scopo verte nel risalire all'identità di un omicida, colpevole di aver fatto secco qualche tempo prima un paziente dell'ospedale. Nella sua impresa non è motivato da alcun senso di giustizia o spirito caritatevole, la sua è pura semplice ambizione rivolta a conquistare lo scoop storico e magari conseguire il premio Pulitzer.
La vita nella struttura non è delle più semplici e la sanità mentale del protagonista comincia a vacillare in modo preoccupante mentre l'indagine avanza collezionando una serie di risultati soddisfacenti. Tre sono i testimoni chiave: un reduce della guerra di Corea convinto di essere un ufficiale sudista durante la battaglia di Gettysburg, un nero incapace di integrarsi nella razzista società americana e passato ad essere un membro del Ku Klux Klan con tanto di esortazioni a linciare i suoi "fratelli", e uno scienziato regredito all'età infantile per il senso di colpa causato dall'aver contribuito a realizzare la bomba atomica.
Tre pazienti presenti durante il fattaccio, non semplici da interrogare vista la loro clamorosa dissociazione dalla realtà.
Fuller utilizza l'ospedale e i suoi "ospiti" come metafora del malessere sociale: c'è l'ex soldato simbolo di troppe guerre combattute e di un'ossessione anormale verso lo spauracchio comunista, il nero emarginato vittima di feroci disparità razziali, ed infine il luminare complice dell' orrore di cui si è macchiata una nazione intera.
Lo stesso protagonista è un cancro in seno alla società, è arrivista e orientato al successo a tutti i costi, tutt'altro che un esempio di integrità morale.
Girato in uno splendido bianco e nero con un paio di sequenze oniriche a colori "Il corridoio della paura" è film in cui gli aspetti thriller sono volutamente marginali (tanto che il colpevole è facilmente smascherabile), a Fuller preme denunciare i malesseri della sua epoca e lo fa in maniera ammirevole evitando di banalizzare gli argomenti con una reprimenda sguaiata.
La pellicola ha subito il passare del tempo e certe sequenze giungono un po' goffe, fatto sta che l'idea di fondo resta interessantissima e ottimamente sviluppata.

Dick  @  23/07/2014 17:12:52
   9 / 10
Bellissimo thriller-psicologico che scava attraverso questo viaggio nella follia nella cultura americana. Grandi tutti gli attori e m' è piaciuta la caratterizzazione della coppia: lei fa la ballerina-sexy per guadagnare abbastanza per garantire un futuro sicuro mentre lui

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Ultima risposta 23/07/2014 17.13.44
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DogDayAfternoon  @  02/03/2014 13:55:32
   5½ / 10
Vista la tematica trattata un paragone con "Qualcuno volò sul nido del cuculo" sorge inevitabile, ma devo dire che questo lavoro di Fuller non regge proprio il confronto: ciò che più delude è la completa indifferenza che si prova verso i malati di mente, non c'è minimamente l'empatia che si prova con i personaggi del capolavoro di Forman, per i matti de "Il corridoio della paura" non si prova né simpatia né compassione ma una totale indifferenza. E quello che dovrebbe essere il punto forte del film si rivela quindi il suo punto più debole.

La prima mezz'ora è sicuramente la più interessante, poi il film si perde completamente e annoia parecchio. La regia non mi è sembrata granché, come già evidenziato da altri utenti le scene in cui l'amante compare in sogno sono abbastanza ridicole; quest'ultima tra l'altro molto bella, nulla da dire, ma molto scarsa sul piano recitativo. Un film che offre qualche spunto interessante ma che non coinvolge.

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Ultima risposta 02/03/2014 15.20.29
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Horrorfan1  @  19/02/2014 13:06:02
   4½ / 10
Visto negli anni 60 questo film poteva forse risultare gradevole e interessante.

Il mio voto si riferisce però a quanto questo film piace a me, e adesso.

Orribile: la vicenda non sta in piedi, i "sogni" del protagonista sono stucchevoli, le immagini a colori inutili e fuori tema, il ritratto dei pazienti psichiatrici da teatrino.

Non so davvero cosa salvare in questo film: non do un voto peggiore solo perché considero l'attenuante degli anni (mal portati).

vieste84  @  09/02/2014 12:17:51
   9 / 10
Questo film è una voragine, un precipizio vero e proprio nei meandri della mente umana, solo nell'Angelo Azzurro ho visto di peggio. Non so come sia possibile che sia cosi poco conosciuto e trovo altrettanto assurdo che una performance perfetta come quella di Peter Breck sia praticamente dimenticata. Aggiungo che Breck non ha neanche una pagina wikipedia italiana dedicata a lui.
Bianco e nero perfetto, i discorsi dei pazzi sono particolarmente perfetti nella loro follia, gli incubi e le allucinazioni diventano anche quelli dello spettatore grazie all'indovinata e sapiente regia che ci trascina in questo vortice e ne esci solo quando leggi la scritta "fine". Straziante il finale, ma la scena che preferisco di più è:



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il cinema è fatto di emozioni e queste sono le scene che più mi ammaliano

guidox  @  09/06/2013 04:07:33
   9 / 10
tolte delle piccole e trascurabili ingenuità sulla trama, possiamo tranquillamente affermare di essere davanti ad un film eccezionale, che cala lo spettatore alla perfezione nelle atmosfere che il regista riesce a creare.
lineare ma oltremodo inquietante, didascalico ma da brividi per ciò che trasmette nell'affrontare l'alienazione.
bellissima anche l'idea di ripercorrere i conflitti che hanno visto coinvolti gli Stati Uniti attraverso i tre personaggi che forniranno gli indizi al protagonista.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  10/01/2013 19:54:12
   8 / 10
Thriller ospedaliero assolutamente da riscoprire. Da qui figlieranno molti film analoghi che miglioreranno alcune ingenuità (di sceneggiatura o nel tratteggiare i personaggi o nella recitazione di alcuni malati), ma che di certo non hanno ancora eguagliato la ricchezza formale del film.

La fotografia è sublime, e crea molta della tensione sottile del film, la regia classica e visionaria insieme: e ricordiamo che è un film del 1963.

phemt  @  22/07/2011 11:40:54
   8 / 10
Fuller al top della carriera con questo dramma ospedaliero talmente grande da diventare punto di riferimento per tanti film del genere (e non solo)...

Fotografato in un bianconero favoloso da Stanley Cortez, diretto con mano ferma e stile da Fuller altro non è che una lenta e inesorabile discesa negli inferi della psiche umana... Metaforico (l'ospedale è l'America del tempo), surreale, teso e angoscioso, narra di un giornalista che pur di vincere il premio Pulitzer è pronto a sfidare gli Dei come fosse un eroe greco...
Tutto gira ottimamente compreso il cast assolutamente adeguato al caso dove brilla l'eccellente Peter Breck...

Qualche piccolo difetto va riscontrato in una sceneggiatura un pelo troppo schematica (ad onor del vero non è ben evidenziato neanche l'intervallo temporale in cui si sviluppa la storia), in un finale ottimo ma abbastanza telefonato fin dall'inizio (questa però credo sia una cosa voluta dallo stesso Fuller e dal modo in cui ha impostato il film) e qualche paziente dipinto in maniera un po' superficiale o poco convincente (le ninfomani specialmente)...

Ma sono difetti che non minano il livello complessivo dell'opera, film consigliato praticamente a tutti!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bellin1  @  04/03/2011 21:10:00
   5 / 10
Onestamente non mi è piaciuto piu di tanto. L'ho trovato molto soporifero ed improbabile, nonostante qualche buona interpretazione con temi toccati rilevanti. C'è effettivamente qualche buon spunto ma in defiinitiva nulla di clamoroso,

Mediocre. 5

James_Ford89  @  02/01/2011 02:12:31
   9 / 10
La bravura del regista e una splendida fotografia ti fanno sprofondare in un abisso da cui difficilmente ne uscirai sano di mente.
Alcune scene sono indimenticabili. Un vero gioiellino anni '60.
Un cinefilo deve vederlo per forza!

nutshell82  @  11/10/2010 00:55:07
   5½ / 10
tutto assolutamente improbabile e forzato... e il finale studiato a tavolino mi è sembrato davvero ridicolo..

rob.k  @  05/10/2010 22:17:10
   6 / 10
La recitazione è ottima, la trama su cui si basa il film è buona (soprattutto per l'epoca) ma è anche un po' ingenua... Pensare che un "infiltrato" in così poco tempo (o per lo meno lo spettatore percepisce gli eventi come avvenuti in poco tempo) diventi pazzo così in fretta è abbastanza improbabile... Fino a diventare addirittura catatonico...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  10/06/2010 00:05:46
   8½ / 10
Film angosciante sulla natura umana. Aspra critica all'arrivismo e alla sete di gloria.
Un film claustrofobico, un viaggio allucinante all'interno dei disturbi mentali.
Alcune scene sono indimenticabili.
Attori perfetti, personaggi giustamente caraterizzati e ottima regia.

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Ultima risposta 13/06/2010 03.46.03
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  06/06/2010 16:15:42
   7 / 10
Il film è bello e merita una visione, anche se definirlo angosciante mi sembra eccessivo.

tnx_hitman  @  03/05/2010 00:20:04
   9½ / 10
E ricordiamoci che prima del capolavoro di Forman,c'era Il Corridoio Della Paura.
Il protagonista ambizioso che viene inserito furbescamente in un manicomio,facendo credere di essere pazzo...cosa ti dici in quel punto?
"Che azione da schifosi per un premio Pulitzer scovando un assassino in quel modo e in quel luogo.Chissa' cosa gli capitera'."
Infatti..gli capitera' di tutto.A suon di elettroshock,senza via di uscita..il giornalista dovra'immergersi in un'esperienza da incubo...con conseguenze che saranno inevitabili.

Intanto noi spettatori rimaniamo folgorati dall'ambientazione stretta,che non lascia respiro.Dal sapiente uso del bianco-nero e da spruzzate di colori improvvisi in sequenze oniriche e dalle interpretazioni straordinarie dei 3 testimoni,che con le loro dichiarazioni riescono anche a denunciare razzismo e scienza mal gestita,intervistati dal piu' malato fra tutti..il protagonista stesso,assetato di fama.

Alla ricerca di quel che si vuole..bisogna pur sempre rischiare qlks.Ma in certi casi..e' meglio non fare il passo piu' lungo della nostra gamba.

Ed e' l'annata 1963 che vi propone il meglio in un thriller/drammatico.
Da vedere.

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Ultima risposta 03/05/2010 23.30.45
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  06/04/2010 16:23:49
   8 / 10
Molto bello, ingiustamente dimenticato.
Tutto molto buono anche se il finale era largamente prevedibile.
"Si tratta di un apologo trasparentissimo sull’inutilità della corsa al successo in un mondo dove la nevrosi sta facendo più vittime di una guerra mondiale." (T. Kezich)

edmond90  @  06/03/2010 23:09:41
   10 / 10
Capolavoro visionario e intensissimo di Samuel Fuller,autore purtroppo quasi dimenticato.Decisamente in anticipo rispetto ai tempi questo film emoziona oggi come allora e non può non essere conosciuto da ogni buon cinefilo che si rispetti.

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pinhead88  @  29/01/2010 22:05:15
   8 / 10
Bel film,decisamente claustrofobico in alcuni punti e con un bianco e nero suggestivo,ma di certo non è un'esperienza così angosciante da infastidire o turbare lo spettatore.a mio parere un tantino sopravvalutato,comunque un ottimo film.

rapture  @  03/01/2010 12:40:50
   9 / 10
Anche se l'esito è annunciato dall'inizio, è un film che mette i brividi sino all'ultimo fotogramma, da non perdere.

Bathory  @  02/12/2009 20:37:09
   10 / 10
Il Corridoio è il capolavoro assoluto di Samuel Fuller, nonchè uno dei migliori film di tutti i tempi.

E' inevitabile paragonarlo con il successivo e più celebre Qualcuno volò sul nido del cuculo, ma l'opera di Fuller è indubbiamente superiore a quella di Forman, vista la maggiore potenza visivo-espressiva unita a una maniacale analisi dei personaggi, i matti, gli schizzati, ritratti senza cadere in facili pietismi o commiserazioni.

Peter Breck è solo uno degli innumerevoli grandissimi (ma sconosciuti) attori che si alternano in questa claustrofobica, delirante, folle pellicola che risulta essere il più lucido e spietato ritratto della follia umana, un ritratto senza speranza o via di scampo.



Il mio film preferito.

bulldog  @  17/10/2009 11:52:15
   8 / 10
Shock Corridor di Fuller è uno dei film più claustrofobici della storia del cinema.
Ingiustamente dimenticato.,è un Qualcuno Volò Sul Nido Del Cu**** più intimista e profondo ma menocoinvolgente nella caratterizzazzione dei personaggi.
Molto europeo nell'impostazione,ha nella sua pecca a mio avviso la forzatura nel portar dentro a tutti i costi il razzismo e l’intolleranza,problematiche dell'America di quegli anni.
Più che buono.

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Ultima risposta 17/10/2009 13.03.16
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Dr.Orgasmatron  @  01/10/2009 02:18:02
   9½ / 10
Cosa non si fa per vincere il premio Pulitzer.....Pellicola totalmente a porte chiuse, che non conosce spazi aperti. Claustrofobico, soffocante, ma soprattutto dimenticato e non valorizzato a dovere. Una gemma meravigliosa. In alcune versioni c'è la sequenza onirica (fantastica) anche a colori. Folle perderselo

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  19/07/2009 16:30:33
   9½ / 10
Un film immenso troppo sottovalutato. Psichicamente folle, onirico e delirante, fa percorrere all'uomo "normale" un lento ed inevitabile declino nella pazzia (?). Per ulteriori approfondimenti rimando ancora una volta al commento di Ultraviolence78, anche in questo caso ineccepibile

JOKER1926  @  15/06/2009 02:22:29
   7½ / 10
"Il corridoio della paura" è una pellicola di Fuller che tratta tematiche molto drammatiche imperniate nei manicomi (teoricamente case di cura) che si trasformano ben presto, in modo sistematico, in carceri della morte.

Il lavoro di Fuller è un viaggio amarissimo nelle ambizioni di un uomo bramoso che vuole raggiungere un suo prestabilito obbiettivo ovvero vincere il premio "Pulitzer"; la megalomania di entrare fra i migliori, l'ossessione di fama e successo spinge spesse volte l'uomo in un micidiale "vortice" di miseria fisica e psicologica…

"Il corridoio della paura" inoltre, attraverso determinati protagonisti (ovvero i tre pazienti), delinea e allo stesso tempo attacca a testa bassa problematiche americane come il razzismo, l'intolleranza (queste due strettamente sociali/politiche) e l' "arrogante" e distruttivo movimento di pseudo progresso scientifico; insomma Fuller con la sua pellicola regala teoremi di vita, alcune scene di delirio vanno dunque a consolidare un "tragitto" teoretico terminante in simbologie "avvolte" in visioni oniriche e paurosamente drammatiche e beffarde…

Il film (concezioni a parte) è anche molto convincente sul piano tecnico presentando una buona fotografia e un cast discreto.

"Il corridoio della paura" presenta dunque una sceneggiatura robusta, film molto lineare (a tratti schematico) e soprattutto molto convincente sostenuto da un ritmo discreto; magari nella prima parte l'emozione e la commozione non sarà tanta ma verso il finale la trazione e le emozioni salgono in modo prettamente imperioso, le ultimissime sequenze inoltre regalano momenti (interminabili) di tristezza, di amarezza ; l'ultimissima sequenza (magari un po' forzata) sigilla in modo irrevocabile la fine di un sogno e l'inizio di un incubo per un giornalista ambizioso risucchiato in modo quasi beffardo ed impotente in un "mondo" alternativo e micidiale ove si smarriscono le concezioni vivendo in un "limbo" di sofferenza…

Queste erano le pellicole profonde di un tempo, purtroppo sconosciute e poco celebrate dalla massa odierna molto superficiale...

LEMING  @  22/05/2009 10:30:58
   6½ / 10
Devo dire che è forse la prima volta che non sono daccordo, con la media di un film ritenuto dai più un capolavoro.
Intanto gli anni trascorsi (46) se li porta tutti, gli attori "recitano" tutti in modo molto molto teatrale e sopra le righe, tanto per cui in certi frangenti passa da un'arguzia (per i tempi) molto spinta a delle grosse ingenuità, interessante il tema trattato, ma io non riesco a considerarlo un capolavoro....forse a quei tempi..mah!
Lemming

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Ultima risposta 22/05/2009 21.05.37
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leonida94  @  21/05/2009 20:56:50
   9½ / 10
Capolavoro.
E non parlo solo sul piano contenutistico. Parlo anche della grandissimi recitazione, che farebbe invidia a molti attori di oggi. Parlo della magnifica fotografia. Parlo delle sensazionali scene e tecniche usate (memorabili le scene in cui John sognia, oppure quando impazzisce).
Geniale la storia e terrificante il viaggio dentro alla pazzia e alla fragilità umana.
Emblematico il ragazzo nero che crede di far parte del KKK e magnifici gli aspetti mentali di ogni singolo paziente.
Datata 1963, credo che questa sia una delle pellicole più significative della storia.
Non riesco a capire come Filmoni di questo calibro vengano seppelliti, magari lasciando spazio a bellissime pellicole come:"Qualcuno volò sul nido del cucul0", che comunque sono nettamente inferiori. Straziante il finale.
Perla.

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Ultima risposta 17/11/2009 01.38.34
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  18/05/2009 09:14:29
   8½ / 10
Filmone con la F maiuscola, un ritratto praticamente perfetto dell'inconsistenza umana e della sua fragilità. Proprio come nel ben più noto film di Forman siamo messi di fronte ad un uomo alle prese con dei pazzi in una visione più intimistica però rispetto al lavoro del regista ceco. Impressionanti due delle scene conclusive: quella corsa sfrenata per i corridoi e la sequenza onirica della pioggia, supportata da un montaggio difficile da vedersi anche in film dei giorni nostri.

Sepultura  @  11/05/2009 00:40:58
   9½ / 10
E' una pazzia che abbia così pochi commenti la migliore opera di Samuel Fuller, il top mai raggiunto nel suo genere. La prima volta che lo vidi da come ne rimasi estasiato lo riguardai immediatamente la sera dopo.

Invia una mail all'autore del commento Gondrano  @  16/04/2009 10:13:28
   9 / 10
Molto molto bello, ma purtroppo, come detto da altri nei commenti precedenti, molto molto sconosciuto.
Originale nella trama, trasmette una sottile e malata inquietudine, che con il trascorrere dei minuti diventa vera e propria angoscia, finché si arriva ad un finale decisamente spiazzante e traumatizzante.
Bravissimi tutti gli attori, memorabile la sequenza della pioggia.
Cercate di non perdervelo, questa è la Storia (anche se nascosta) del cinema.

LoSpaccone  @  05/03/2009 13:54:54
   7 / 10
Media eccessiva per un film ben girato e senz'altro da vedere ma che non mi ha colpito tantissimo, mi aspettavo un pò di meglio.

paolino77  @  07/02/2009 14:29:06
   9½ / 10
E' vero, non ha avuto il successo di "Qualcuno volò sul nido del cu****", ma questo di Fuller gli è di gran lunga superiore. Un viaggio nell'indagine sulla pazzia che porta inevitabilmente alla pazzia

3 risposte al commento
Ultima risposta 07/02/2009 14.56.47
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lampard8  @  07/11/2008 14:03:36
   9½ / 10
E'vedendo film come questi che uno capisce che nella storia del cinema ci sono delle pellicole che non hanno avuto la effettiva fortuna che meriterebbero. L'esempio del film di Fuller è estremamente calzante: è un film eccezionale, un meccanismo perfetto ad orologeria in cui tutto funziona, con degli attori in stato di grazia, una trama super-originale e una fotografia ed un montaggio spettacolari. Eppure, stranamente questo film non è conosciuto alle masse, non ha avuto la fortuna di un"Qualcuno volò sul nido del cu****". Il film è un portento e ci mostra il degrado, la pazzia, una sorta di cammino verso la follia di un uomo normale che pur di conoscere la verità sull'assassino decide di farsi internare in un vero e proprio manicomio; il tutto per vincere il premio Pulitzer. Quel che colpisce del film di Fuller è il profondo senso di angoscia e frustrazione che si prova durante la visione. Raramente un film è riuscito a indagare in modo così dettagliato e approfondito negli aspetti più reconditi della mente umana e conseguentemente delle sue deviazioni. Tutti caratterizzati in modo ineccepibile i personaggi"secondari" : dagli infermieri ai pazienti( in particolare il signor Pagliacci,interpretato da un grandissimo Larry Tucker).
Capolavoro , signori, di quelli con la C maiuscola.

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xxxgabryxxx0840  @  05/03/2008 01:08:16
   9 / 10
Eccellente capolavoro non conosciuto come meriterebbe. Guardatelo immediatamente, non ve ne pentirete.

Bomber&Bionda  @  28/02/2008 00:39:09
   10 / 10
Un giornalista per vincere il premio Pulitzer si fa internare in un manicomio con lo scopo di scoprire l'autore di un omicidio, ma poi... Geniale! Un film che non annoia mai, praticamente perfetto. I pazzi sono veramente uno spasso, e la sensazione di claustrofobia che si respira guardando questo film è una cosa mai provata prima. Non scherzo se dico che è uno dei migliori film di genere della storia. Divulgatelo!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/02/2008 23:42:11
   9½ / 10
Un'indagine giornalistica per far luce ad un omicidio all'interno di un ospedale psichiatrico si rivelerà in un viaggio allucinante nei mali oscuri dell'America dove l'odio reciproco, il razzismo sono talmente palpabili da ridurre alla pazzia. Questo viaggio da incubo è reso in maniera straordinariamente visionaria da un Fuller, qui alle prese con una delle sue migliori pellicole. La forza delle sue immagini sono talmente potenti che in scene come quella del nero che si crede un cavaliere del Ku Klux Klan, gli applausi vengono spontanei.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  28/01/2008 22:09:06
   9½ / 10
Invito la visione almeno un paio di volte ed al commento a visione appena terminata..
E' un film magnifico, uno dei primi film credo ansiogeni, la parti oniriche dei momenti di follia sopraggiunta ormai sono da antologia, per un film degli anni '60. Pazzesco il sonoro della corsa attraverso il corridoio e una delle ultime sequenze dove il protagonista si sente sotto un vero temporale in corsia, con un montaggio allucinante di pioggia e cascate vere. La fotografia è bella sì, ma più che bella la definirei funzionale alla storia e sopratutto contribuisce a darne uno stampo onirico anche nel momento di ordinario giornaliero. I dialoghi sono praticamente perfetti dialoghi tra malati di mente, e rendono decisamente l'idea di una turbe psicologica. A completare il film l'eccezzionale interpretazione del protagonista e le gambe della sua "sorella" tanto amata.
L'unica cosa che non mi ha convinto più di tanto, sono i dialoghi immaginari tra lei ed il giornalista, intendo esclusivamente un discorso di montaggio.
Ma è un Noir?

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  01/12/2007 20:29:38
   9½ / 10
FILM MAGNIFICENTE.

Se ne "Il grande uno rosso" l’intento di Fuller è quello di scandagliare la follia perniciosa e distruttiva dell'uomo dal punto di vista dei "sani", nel "Corridoio della paura" (cronologicamente antecedente) la visuale si ribalta al fine di mettere in scena le conseguenze dell'odio e della malvagità umana sulle persone più fragili e sensibili.
Il ragazzo nero, vessato della discriminazione xenofoba del proprio paese (espressione, tra gli altri, dell'inquietante fenomeno del Ku Klux Klan), lo scienziato la cui esperienza è stata piegata e strumentalizzata per scopi di sterminio (con l' ideazione e la fabbricazione delle bombe atomiche ed a idrogeno), e infine il ragazzo che per fuggire agli scempi ed alle nefandezze prodotti dalla società americana si è trovato inconsapevolmente coinvolto nelle alrettanto esecrabili azioni del movimento comunista russo, sono le vittime palesi di quella forma più dannosa e pericolosa della follia umana, cioè la cattiveria della società civile: la pazzia "sana" dei malati mente diventa l'effetto dei comportamenti abominevoli dei cosiddetti civili. Emblematici, ai fini di questa rappresentazione della follia, sono gli episodi di stupro e di omicidio che, all'interno del manicomio, sono stati perpetrati da un infermiere ai danni di due internati.
Lo Sguardo di Fuller, attraverso l'incursione del giornalista nel microcosmo degli alienati, si sofferma anche sugli opinabili metodi terapeutici utilizzati all'interno dei manicomi, che sembrano soltanto aggravare la situazione di squilibrio in cui versano i pazienti. A questo proposito, il precipitare di John nella sindrome schizofrenica e catatonica sembra determinata, più che dal contatto coi malati, dalla psicanalisi e dalle tecniche invasive applicate dal medico del manicomio, incapace di individuare la sanità mentale del suo paziente: in questo senso suona come tragicamente beffarda l'analisi del medico che, dopo mesi di insostenibili trattamenti, giunge a riconoscere dei miglioramenti in colui che un tempo era soltanto un impostore.
Ma al di là di tutto un sistema che si presenta viziato nei suoi fondamenti teorici, la causa primaria del delirio di John sembra essere John stesso, che con la sua irrefrenabile ambizione ha trasceso dei limiti invalicabili. Ciò pone la vicenda del protagonista di questo splendido dramma come paradgmatica: gli effetti disastrosi della smania del giornalista Barrett, tutto teso all'obiettivo di conseguire il premio Pulizer, rappresentano il riflesso di quella brama degenarata dell'umanità che da sempre cagionano nel mondo ineffabili catastrofi.

Semplicemente stupefacenti le interpretazioni dei due protagonisti.

Tony Ciccione90  @  10/11/2007 15:59:02
   8½ / 10
Dopo un avvio lento, il film diventa interessantissimo. La pazzia umana è descritta da scene bellissime, che fanno sorridere a tratti, ma gettano nel nostro animo un senso di insicurezza e ansia. Memorabile la parte finale, che mi ha fatto sprofondare nello sconforto più assoluto. Peccato che questo film sia perlopiù sconosciuto. Da vedere assolutamente!

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/11/2007 23:01:11
   8½ / 10
Provo ancora un senso di atavico terrore nell'ultima grande scena del film, quando lo smascheramento del protagonista cela una folle (è il caso di dirlo) realtà. Un film assolutamente da non perdere, con un protagonista grandioso e guardacaso sconosciuto ai più, capace di una performance degna dei grandi divi... un vero e proprio capolavoro del genere

Sestri Potente  @  30/10/2007 12:06:51
   10 / 10
Alla domanda: "Che film avresti voluto fare?" Park Chan Wook ha risposto: "Il corridoio della paura". Meno male che ho letto quell'intervista! Questo film è un capolavoro, purtroppo sconosciuto ai più. Consiglio a tutti la visione, merita davvero!

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Ultima risposta 05/11/2007 10.56.45
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Mizoguchi  @  08/10/2007 18:00:11
   10 / 10
Un capolavoro assoluto, purtroppo ancora poco conosciuto (che il pregiudizio sulla presunta reazionarietà di Fuller stia dando ancora i suoi frutti?! - infatti la distribuzione in dvd ancora latita)
Ovviamente il maestro sfugge ad ogni etichetta e qui dirige un film sperimentale sotto ogni punto di vista, assolutamente in anticipo sui tempi...
Mitica la carrellata dei matti, con il tenore Pagliacci, l'afro americano fantico del KKK e non solo...
Un film che ti fa sentire nelle interiora la pazzia che ti rode e ti fa sentire in trappola... Da antologia la s*****ttata disperata in un unico piano (con abile raccordo semi-invisibile) nella cucina.

Sam Fuller: l'unico zio Sam a cui dire sempre di sì...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/09/2007 09:27:31
   7 / 10
in buona parte sono daccordo con "cash",il film non mi ha angosciato molto...ho solo notato una splendida fotografia e la solita bravura del regista!
il soggetto non è molto origiinale ma la cosa è passabile visto che siamo negli anni sessanta!
bello

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  12/07/2007 13:07:08
   7½ / 10
bel film, certate di vederlo. solo una cosa; se non avessi letto ovunque che il film è angosciante, non avrei mai pensato di poterlo osservare da quel punto di vista. nel senso che di angoscia ne ho provata davvero zero, esattamente come il senso di fastidio che la pellicola dovrebbe lasciare. zero.
ma rimane indiscutibilmente un bellissimo film.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  28/06/2007 19:06:44
   9 / 10
Capolavoro! Forse il miglior film di Fuller. Amaro e crudo, è un film angosciante che lascia davvero il segno.

Mavors84  @  04/02/2007 11:03:23
   10 / 10
una tantum si organizzano dei cineforum interessanti :D

film da vedere assolutamente!

Rusty il Selvag  @  23/06/2006 13:18:05
   9 / 10
L'ossessione per il successo può portare l'uomo alla follia, dimensione

del buio e accecamento della vista(Ragione), perdita di contatto con la realtà

e le persone che amiamo e che ci amano veramente.


Nella società del "o hai successo o sei insetto" forse siamo tutti folli,

penso sia questo il messaggio finale di Fuller in questo film

che mi ha fatto gridare :

Sei pazzo? Esci da quel manicomio !

Crimson  @  08/04/2006 09:52:18
   9 / 10
Bellissima e amarissima denuncia del potere devastante dell'ambizione dell'uomo. Barrett ne è vittima e non può uscirne in nessun modo, perchè manca del tutto chi possa salvarlo. O meglio, l'unico personaggio a connotazione positiva dell'intera vicenda è la fidanzata, che sembra l'unica a non perdere il lume della ragione, o forse ha semplicemente quella capacità di prevedere le conseguenze che tanto manca agli altri. Al contrario, sono assolutamente mediocri il direttore del giornale e il dottore che hanno la facoltà di poter tirere fuori a loro piacimento Barrett dal manicomio ma che sembrano in realtà non possedere la minima percezione dei gravi rischi che egli corre per la propria salute.
Fino a che punto il deperimento psichico di Barrett sia dovuto all'ambizione e quanto realmente influisca la permanenza nel manicomio, possiamo solo intuirlo. C'è di fatto che l'atteggiamento recalcitrante degli utenti a l'eterna domanda ("chi ha ucciso Sloane in cucina?") ricopre un ruolo fondamentale. E possiamo quasi vivere questa sensazione noi spettatori, secondo me specialmente nel tentativo di dialogo con il disegnatore.
Infatti Pagliacci, il ragazzo di colore e il disegnatore a causa dei loro disturbi vivono una realtà differente da quella che al contrario vive, almeno inizialmente, il giornalista. E' vero che per cavare delle notizie utili bisogna aspettare i loro 'momenti di lucidità', ma è altresì vero che alla lunga sembra che solo uniformandosi alla loro realtà alienante il giornalista possa essere in grado di scoprire del tutto il mistero. E così è infatti.
Fantastico il giallo che emerge a poco a poco in un'atmosfera così difficile. Cavare un ragno dal buco è talmente arduo che ogni piccolo particolare scoperto ha un valore ancor più importante.
Non manca l'ironia, specialmente grazie al secondo testimone (il ragazzo di colore che ritiene di essere un membro del ku klux klan!!).
La sequenza onirico-allucinatoria è pregevolissima.
C'è solo un aspetto che mi lascia un pò deluso. L'esplosione sintomatologica del giornalista, considerando anche che si tratta di una prima manifestazione del disturbo, è troppo assurda, inverosimile. E' vero che si tratta di un film e che erano decisamente altri tempi, perciò la mia valutazione non ne risente praticamente per nulla.
Al di là di questo comunque secondo me non è un film da 10.

"Chi ha ucciso Sloane in cucina??"

Jarvis  @  19/07/2005 20:38:54
   10 / 10
Uno dei film più belli della storia del cinema, regia, fotografia, montaggio, interpretazioni...tutto è perfetto e ogni seguenza è indimenticabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  03/07/2005 17:40:44
   10 / 10
Imperdibile! Assolutamente imperdibile!
"Il corridoio della paura" mette i brividi per quanto è inquietante, e visionario.
Fuller fa un viaggio nei meandri della mente di un uomo la cui ambizione si trasforma in follia.
Il regista si serve di una magistrale fotografia per dirigere questo film senza via d'uscita, con un finale così amaro da lasciare a bocca aperta.
Incredibilmente belle alcune sequenze oniriche, come quella dell'incubo alla fine.
Un assoluto capolavoro, diretto dal miglior Fuller.


Dark Funeral  @  26/06/2005 23:54:21
   10 / 10
Claustrofobia, fobia, psicodepressione, un film eccellente. Per estimatori.

benzo24  @  20/06/2005 20:12:06
   10 / 10
Tra tutti i film che sono stati ambientati in un manicomio, questo è sicuramente il più bello, il più vero, il più atroce, il più politicamente scorretto, il più inquietante, il più irresistibile. L’are di Samuel Fuller è quasi inarrivabile.

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