angelo regia di Ernst Lubitsch USA 1937
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angelo (1937)

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locandina del film ANGELO

Titolo Originale: ANGEL

RegiaErnst Lubitsch

InterpretiMelvyn Douglas, Edward Everett Horton, Herbert Marshall, Marlene Dietrich, Ernest Cossart, James Finlayson

Durata: h 1.31
NazionalitàUSA 1937
Generecommedia
Al cinema nel Giugno 1937

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Trama del film Angelo

Trascurata dal marito che si occupa troppo di politica internazionale, Lady Maria va in vacanza a Parigi dove apre un flirt con un appassionato e ricco corteggiatore che è, tra l'altro, un conoscente del marito. Dopo equivoci, contrasti e imbarazzi, tutto rientra nell'ordine.

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Voto Visitatori:   7,86 / 10 (7 voti)7,86Grafico
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Voti e commenti su Angelo, 7 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  23/09/2019 13:26:00
   7½ / 10
Lubitsch per una volta mette da parte la commedia e racconta del classico triangolo d'amore lui-lei-l'altro.
Trama sicuramente non originale ma tutto raccontato con la classe dei grandi maestri.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  19/07/2011 09:55:25
   7½ / 10
Tutto sommato "politically correct" e non troppo originale, ma diretto sempre in maniera grandiosa, questo film è un trionfo del divismo dell'epoca. Gli attori sembrano presi da copertine patinate di riviste, in primi piani destinati a diventare fotografie da autografare. Anche in questo film sono i tanti particolari geniali a impreziosire il tutto.

dave89  @  21/04/2011 17:20:49
   9 / 10
magnifico film.

Clint Eastwood  @  28/01/2011 09:35:43
   7 / 10
L'archetipo delle scadenti commedie/melodrammoni d'oggi ed eravamo nel '37. Elegante, diretto con stile ma troppo aristocratico per i miei gusti. Ad ogni modo un'occhiata gli si può dare.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  05/03/2010 00:33:14
   7½ / 10
Elegantissima commedia sofisticata con la Dietrich al centro di un incandescente triangolo galante: chi vincerà tra il pacioso e rassicurante Marshall e lo charmant modaiolo Douglas?
Cimelio di un cinema che ormai non esiste più (lui a lei "Angelo, so soltanto che ti amo e che sei, del mio cuore, l'assoluta signora!"), delizioso e irresistibile, seppur Lubitsch baratti il suo consueto humour caustico con toni più da melò romantico, accettando anche qualche forzata semplificazione sceneggiativa. Tutta la scena è comunque dominata dal fascino magnetico di Marlene, che sfoggia un guardaroba da capogiro e che con il suo sbatter le chilometriche ciglia ammalierebbe anche un diavolo della Tazmania.
All'epoca un grande insuccesso, nonostante il tris di star.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/01/2010 14:38:06
   8 / 10
Assolutamente incomparabile, delizioso, stiloso, sofisticato. Il Tocco di Lubitsch raggiunge qui livelli perfetti, grazie anche alla performance della Dietrich e dei divi maschili (il raffinato Marshall e il fascinoso Douglas, chi lo ricorda 80enne in "Oltre il giardino" con Peter Sellers?).
Visto oggi, potrebbe apparire risibile e demodè (immaginate un film del genere davanti a uno spettatore amante dei blockbusters) ma mantiene inalterato il suo charme.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  08/11/2008 20:04:29
   8½ / 10
Un Lubitsch insolitamente austero. Marlene Dietrich, come il personaggio di Antoine Doinel di Truffaut nella cinematografia mondiale, rappresenta un' eccezione particolare. Se il protagonista francese è l' unico esempio di un personaggio cinematografico seguito cronologicamente nella fasi della crescita, nell' arco di venti anni, Marlene credo sia stata l' unica che delle caratterizzazioni di talune pellicole, venissero riprese poi successivamente. E' il caso di Wilder con "Scandalo internazionale" e "Testimone d' accusa" dove nel primo era una cantante da locale di Berlino e nel secondo, una donna che 15 anni prima(quindi quasi cronologicamente compatibili), cantava in locali in Germania. Ho visto da poco "Shanghai Express" dove Marlene interpretava una prostituta d' alto borgo in viaggio, in questo film di Lubitsch, "Angelo", di qualche anno più tardi, inizia con lei a Parigi da un' amica per consigli, che dirige una casa d' appuntamenti di lusso, e la sensazione, è che nel suo passato ci fosse proprio un lavoro di tipo come questo. Un equivoco è quasi sempre il fattore scatenante dei triangoli di Lubitsch, in questo modo conoscerà un americano, Anthony, con cui avrà una notte d' amore, prima di fuggire improvvisamente. Ma Angelo è sposata con un uomo importante, che tratta di politica, e l' americano, che è un amico del marito, verrà invitato a pranzo, lui l' ama e cercherà in ogni modo di portarsela via, lei sarà costretta ad una scelta, in un classico finale alla Lubitsch. Non il migliore, ma egregio prodotto di un regista che ha il dono di dire molto senza mostrarlo, come la sequenza dove Angelo ai giardini fugge mentre Anthony le compra un fiore, ed il piano resta sulla fioraia e la sua reazione alla scena, con la sola voce fuori campo del protagonista e dei suoi passi e la successiva inquadratura del fiore lasciato per terra. Straordinario, naturalmente poi la fioraia lo raccoglierà di nuovo. Notevole importanza viene data alle figure della servitù, mostrate anche se in brevi spazi, nelle rispettive vite parallele, in più, il punto migliore del film, è proprio quando dalle inquadrature di ogni singola portata che ritorna in cucina, si capisce lo stato d' animo dei tre a pranzo, una sequenza capolavoro. Importantissimo il contrappunto musicale, usato questa volta dal regista come indicatore delle atmosfere presenti nella pellicola. Per gli amanti di Lubitsch, imperdibile.

16 risposte al commento
Ultima risposta 09/11/2008 11.19.51
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