Recensione viola di mare regia di Donatella Maiorca Italia 2008
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Recensione viola di mare (2008)

Voto Visitatori:   7,50 / 10 (38 voti)7,50Grafico
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locandina del film VIOLA DI MARE

Immagine tratta dal film VIOLA DI MARE

Immagine tratta dal film VIOLA DI MARE

Immagine tratta dal film VIOLA DI MARE

Immagine tratta dal film VIOLA DI MARE

Immagine tratta dal film VIOLA DI MARE
 

"Siamo due femmine, è peccato"
"Cos'è peccato?"

Un'isola della Sicilia. Angela e Sara sono legate dalla stessa sofferenza nell'infanzia, la prima subisce le violenze di un genitore crudele, la seconda perde il padre a causa della guerra ed è costretta ad emigrare in un'altra terra. La loro amicizia non verrà rotta. Al ritorno, cresciuta, Sara incontrerà nuovamente l'amica d'infanzia e si innamorerà di lei. Ma il loro sincero e genuino amore sarà ostacolato dai pregiudizi sociali della famiglia e da una società, quella ottocentesca del Sud Italia, ancora poco pronta a staccarsi dalle proprie convenzioni sociali e tradizioni per accettare il concetto di "diverso" in tutte le sue forme.

"Viola di Mare" è il secondo film di Donatella Maiorca, che sceglie un soggetto molto difficile ma allo stesso tempo adattabile ai tempi d'oggi: quello dell'accettazione dell'omosessualità nella società moderna. Ispirato al romanzo di Giacomo Pilati, "Viola di Mare" racconta la commovente e trasportante relazione di due donne, disposte a perdere la propria reputazione in nome della passione e dell'amore che le unisce, amore impossibile da distruggere né con il tempo, né con la lontananza. Un amore intimo che si consuma sulle rive di un mare agitato, che bagna perennemente le coste della piccola isola teatro della vicenda.

Lungi dal dire che la regista Maiorca abbia una mano leggera: la sua messa in scena è, in certi punti, frammentaria e poco convincente. I flashback della parte iniziale potevano essere resi meglio, ma tutto sommato il significato generale si capisce. Ad ogni modo "Viola di mare" non scade mai nella mediocrità e nella volgarità, non ci sono scene di auto compiacimento, vari momenti sono resi emozionanti e commoventi attraverso l'azzeccatissima colonna sonora di Gianna Nannini e la fotografia impeccabile, che ritrae gli stupendi habitat insulari della Sicilia. Applausi anche ai costumi che descrivono perfettamente la società ottocentesca nei suoi aspetti principali: la ricerca del lusso e il disinteresse verso la cura del proprio animo e della propria intelligenza.

Le figure più intriganti sono quelle secondarie: suor Agnes, la zia di Angela, che nasconde dietro  il suo velo di religiosità una passione, ritenuta dalla chiesa cattolica immorale e carnale e il parroco del paese, che, non volendosi confrontare con la realtà esterna, accusa tutti i "ribelli del paese" di essere degli indemoniati e di compiere un oltraggio divino. Interessante sotto questo punto di vista il dialogo fra lui ed Angela nella parrocchia: "Angela, tu devi rispettare tuo padre" e lei risponde "E mia? Mia chi mi rispetti"

La Maiorca ci descrive quindi una società permeata nel suo sostrato da valori cattolici ipocriti e da una mentalità maschilista, che non lascia spazio a qualsiasi diversità (che siano le donne o gli omosessuali). Il soggetto principale è l'amore, visto nella sua purezza e autenticità, che purtroppo può essere manifestato solo a costo di patetici compromessi con la società.
Queste cose succedono anche oggi, non solo in Sud Italia, forse soprattutto lì, ma un po' dappertutto. Noi non ce ne rendiamo conto, ma i valori che la società ci impone sono spesso fuorvianti e vanno contro la nostra natura. Fortunatamente abbiamo oggi un mezzo per ribellarci che è la conoscenza ed è grazie a questa che dobbiamo inseguire la nostra felicità. Nella consapevolezza che nulla o nessuno ci devono mai privare o allontanare da quel traguardo che stiamo raggiungendo. Forse per una donna omosessuale della Sicilia ottocentesca, che non poteva lavorare né emigrare e fare la bella vita in una grande città, le cose erano diverse, ma fondamentalmente nell'animo c'era e non si spegneva il coraggio.

Coraggio e conoscenza, il binomio che ci porta dove siamo arrivati e ci fa arrivare dove non siamo ancora.

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Recensione a cura di dubitas - aggiornata al 07/01/2014 15.02.00

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