Recensione transformers: la vendetta del caduto regia di Michael Bay USA 2009
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Recensione transformers: la vendetta del caduto (2009)

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locandina del film TRANSFORMERS: LA VENDETTA DEL CADUTO

Immagine tratta dal film TRANSFORMERS: LA VENDETTA DEL CADUTO

Immagine tratta dal film TRANSFORMERS: LA VENDETTA DEL CADUTO

Immagine tratta dal film TRANSFORMERS: LA VENDETTA DEL CADUTO

Immagine tratta dal film TRANSFORMERS: LA VENDETTA DEL CADUTO

Immagine tratta dal film TRANSFORMERS: LA VENDETTA DEL CADUTO
 

Due anni dopo la battaglia epocale per il dominio dell'Allspark, che vide gli Autobot prevalere sui Decepticon, molte cose sono cambiate: Sam è in procinto di partire per il college, desideroso di una vita normale; Sector 7 non esiste più; l'agente Simmons è stato rimosso dall'incarico e gli Autobot collaborano con il governo degli Stati Uniti per estirpare gli ultimi Decepticon rimasti sulla Terra.
Peccato, però, che il loro aiuto non sia di gradimento al nuovo consulente della sicurezza nazionale che, anzi, li vede come causa scatenante la guerra civile in corso sul pianeta, tanto da proporne il ritorno sul loro pianeta.
Il tutto mentre i Decepticon, orfani del loro leader Megatron, si stanno riorganizzando sotto la guida di The Fallen, il caduto del titolo, ansioso di rivincita nei confronti della Terra.

Nel 2007 Michael Bay, specializzato in pellicole spettacolari e pirotecniche, sbalordì tutti portando sul grande schermo i robot creati dalla Hasbro: effetti speciali di altissima qualità, tanta azione e un audio ad alto potenziale. Ecco, se ricordate tutto questo, preparatevi a qualcosa di ancora più estremo, perché "La vendetta del caduto" è, come da Bay promesso, bigger, longer e louder.
Pronti, partenza, via e già ci troviamo in una Shangai letteralmente devastata e sventrata, nella prima scena d'azione che coinvolge i veri e indiscussi protagonisti della pellicola, i Transformers, appunto.

L'incipit chiarisce fin da subito come si svolgerà l'intera proiezione, quasi fosse un manifesto programmatico: tanta adrenalina e altrettanta CGI. Sotto questo profilo, non si può certo dire che la pellicola deluda le attese dei tanti fan, perché, come fatto intendere sopra, il film ha una marcia in più rispetto al suo predecessore, solo che questa marcia non è stata regolata razionalmente; si assiste, infatti, ad un vero e proprio abuso della computer graphic per il puro e mero gusto di esibirla. Ecco, forse è proprio questo il problema principale del cinema di Bay e, nella fattispecie, di "Transformers"; sembra quasi di assistere ad una sorta di narcisismo gratuito; il regista non fa altro che specchiarsi nei suoi prodotti ipertecnologici e dallo snervante montaggio frenetico, dimenticando quasi totalmente ciò che da sempre costituisce l'anima di un film, ossia il plot.

Molti sono, difatti, i punti in cui la trama evidenzia più di una falla: la semplicità con cui i protagonisti passano il confine tra Egitto e Giordania; il personaggio di John Turturro che dà ordini ad una portaerei come se niente fosse; il fatto che Sam, tenendo nella sua mano il frammento di Allspark, viene a conoscenza della lingua dei Prime e delle istruzioni che portano all'ultima fonte di Energon sulla Terra, quando, nel primo episodio, reggendo in mano l'intero cubo, non gli era accaduto niente di tutto ciò.
Altro punto sono le scene di combattimento: troppo convulse, troppo affollate, per poter realmente capire chi stia avendo la meglio su chi; tutto quell'aggrovigliarsi di lamiere non fa altro che disorientare lo spettatore, peraltro già spiazzato da una trama non proprio impeccabile. Forse l'unica vera scena di combattimento coinvolgente, e anche piuttosto chiara, è quella che si svolge nella foresta e che vede il capo degli Autobot, Optimus Prime, scontrarsi con tre Decepticon, nel disperato ed eroico tentativo di salvare la vita di Sam; sicuramente la godibilità di questa sequenza è data proprio dal ridotto numero di personaggi coinvolti, cosa che favorisce un più alto livello di concentrazione da parte dello spettatore.

A fare da contorno ci sono i due protagonisti del film, ma forse chiamarli coprotagonisti sarebbe più consono al ruolo che ricoprono, specie per quanto riguarda la donna più sexy del pianeta, quella Megan Fox che, ancora una volta, ha poco spazio, e quel poco che le viene ritagliato non è sufficiente per nulla per poterla seriamente giudicare professionalmente. Peccato, perché ci piacerebbe davvero tanto vederla impegnata in un ruolo un po' più di spessore, ma evidentemente Bay non deve pensarla alla stessa maniera.
Diverso il discorso per quanto concerne Shia LaBeouf, che svolge sempre bene il suo compito, malgrado il suo personaggio questa volta sia alle prese con una svolta mistica della quale non si sentiva certo il bisogno; torna anche Turturro che fa sempre la sua signora figura, anche se la scalata di una piramide a mani nude, per giunta bombardata da ogni dove e sventrata da tale Devastator, appare più che improbabile. Del resto, comunque, stiamo parlando dei Transformers, e quindi non ci si aspetterebbe altro se non ciò che viene mostrato in due ore e mezza di pellicola; certo, se magari Bay avesse evitato di rendere certi robot ridicoli e infantili, moltissimi loro fan gliene sarebbero stati infinitamente grati, ma appare tutto piuttosto funzionale al nuovo target di riferimento, palesemente inferiore rispetto al primo.
Ultima nota: il caduto del titolo si vede, sì e no, per circa una decina di minuti, esagerando; un po' poco per uno che, dalle premesse, dovrebbe fare sfracelli.

Non tutto è negativo, però, nell'opera di Bay: risultano particolarmente riusciti i personaggi interpretati da Turturro e dalla new entry Ramon Rodriguez; solo che, mentre del primo già conoscevamo le qualità, il secondo appare come una lieta sorpresa. Sicuramente la loro presenza rende più leggera la visione.
Ottima anche la scelta dei pezzi che compongono la colonna sonora: gruppi come Green Day, Nickelback e Linkin Park ben si addicono ad una pellicola come questa, grazie al loro sound graffiante; la traccia "New Divide" poi, sulle note della quale scorrono i titoli di coda, è particolarmente riuscita.

Detto ciò, il film non raggiunge certo vette da Oscar, come ovvio che sia, fatta eccezione per quelli tecnici (dopo il vergognoso mancato riconoscimento del 2008, sarebbe il caso di porre rimedio a tale blasfemia alla prossima notte degli Oscar); ma è comunque godibile, buono per una serata da trascorrere in totale relax, senza dover necessariamente ricorrere troppo all'uso della materia grigia, sebbene in certi frangenti venga eccessivamente insultata l'intelligenza umana. Un blockbuster che farà certamente fare tanta cassa a Bay e soci (i primi dati sono da record) in attesa dell'inevitabile terzo episodio che, speriamo, guadagni un pizzico di serietà in più e magari anche una gestione più mirata degli effetti speciali.

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Recensione a cura di Luke07 - aggiornata al 16/07/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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