Recensione lo spazio bianco regia di Francesca Comencini Italia 2009
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione lo spazio bianco (2009)

Voto Visitatori:   6,53 / 10 (34 voti)6,53Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film LO SPAZIO BIANCO

Immagine tratta dal film LO SPAZIO BIANCO

Immagine tratta dal film LO SPAZIO BIANCO

Immagine tratta dal film LO SPAZIO BIANCO

Immagine tratta dal film LO SPAZIO BIANCO

Immagine tratta dal film LO SPAZIO BIANCO
 

"Una forma senza immagine, un atto vivente che dietro di sé non aveva nessuna idea platonica a sorreggerlo..."

"Lo spazio bianco" di Francesca Comencini sarebbe potuto essere (sulla carta) uno dei film italiani più coraggiosi e acuti usciti in questi anni.
Tratto dall'ononimo romanzo di Valeria Parrella, riesce pur sempre a districarsi dalla trappola fumosa delle trasposizioni cinematografiche da bestseller "al femminile", fors'anche per la forza interiore del libro, che non è esattamente quello di una Maria Venturi qualsiasi.

La grande lucidità potenziale del film arriva allo spettatore, però, più per le notevoli soluzioni stilistiche della ragista che per la storia in sé: la Comencini, pur reclamando una sceneggiatura con una forte licenza all'empatia femminile, si dichiara profondamente soddisfatta se è anche solo in parte riuscita a trasporre questa realtà attraverso lo sguardo solitamente indifferente del pubblico maschile, a coinvolgere l'Uomo nel dramma umano e temporale di Maria.
Per questa ragione "Lo spazio bianco" riesce a vincolarsi dignitosamente dal cliché "uterino", dove solitamente prevalgono punti di vista ancorati alla storia e al costume della nostra nazione: su tutti il femminismo degli anni '70 con le sue importanti battaglie a favore di uno stato di diritto laico purtroppo oggi sembra in via di estinzione.

Il libro della Parrella è, prima di tutto, un romanzo laico, dove si racconta della formazione culturale e ideologica, su fronti opposti, di Maria, divisa tra un padre comunista e una madre cattolica, ma di queste esperienze nel film si perdono le tracce.

La Comencini sembra pertanto interessata più al confronto diretto tra l'attesa e la vita quotidiana di Maria, ultraquarantenne napoletana, insegnante d'italiano in una scuola serale, mentre assiste, ora dubbiosa ora fortemente lacerata, alla dolorosissima transizione che riguarda Irene, la figlia nata prematura e sottoposta per settimane in un'incubatrice, davanti a tanti/e nascituri/e come lei, in perenne posizione tra la vita e la morte, tra una rinascita definitiva o a un fatale e precoce interruzione vitale.

Per la seconda volta (dopo il disastroso "I giorni dell'abbandono" di Roberto Faenza) Margherita Buy affronta un ruolo che copre quasi l'intera durata del film, essendo Maria protagonista ambivalente della storia, ma con ottimi risultati.
La forza del suo personaggio è di essere vero, sincero, mai ipocrita: Maria è una donna sola che non disdegna rapporti occasionali, che può anche vivere una relazione sessuale senza farsi coinvolgere affettivamente.
Può sembrare pretestuoso e assurdo parlarne come di una realtà non comune, ma purtroppo nell'Italia di oggi certe convenzionalità sessiste sopravvivono ancora.

La lunga attesa di Maria vive in una forte simbiosi con una realtà sconcertante e per certi versi sorprendente, soprattutto quando il film (o il romanzo da cui è tratto) ci costringe a guardare dentro questa donna, divisa tra il rifiuto anche ideologico della maternità ("una donna a 40 anni non fa figli") e una nuova consapevolezza materna, unita ovviamente a un forte senso di frustazione davanti al fatto che la realtà potrebbe nuovamente tradìrla.

Il lasso temporale del film, che sembra infinito, costringe la protagonista ad attraversare la propria vita quotidiana "come se avesse una benda negli occhi", capace com'è di respingere le difficoltà di una città come Napoli o le dimostrazioni affettive dei personaggi che interagiscono insieme a lei (dal giovane medico con cui intreccia una relazione disinteressata al maturo "alunno" della scuola serale).

La Napoli del film è un vero e proprio set cinematografico dove la Buy sembra unica esistenza effettiva, una città quasi metafisica, come la Londra inquietante e laconica di "28 giorni dopo" di Boyle.
Una metropoli dove traspare una sorta di purezza ancestrale, tuttavia rassicurante e ben diversa dal fragore urbano e dalle problematiche sociale per cui è riconosciuta.
La forza del film, è - come dicevamo - dovuta più alla capacità tecnica della regista che al contenuto. La spersonalizzazione di Maria, mentre incombe davanti ai lunghissimi minuti trascorsi in ospedale nello "spazio bianco" delle incubatrici, davanti ad altre madri in perenne attesa come lei, sembra mutarsi ogni volta in una sorta di perdìta ambientale, e più tutto questo avviene più si acquisisce, paradossalmente, una rinnovata (per quanto faticosa) coscienza della donna: madre fortemente divisa anche dalle proprie convinzioni, ma pronta a riscattarle e modificarle, quando serve (diversamente da un testo come quello di "Lettera a un bambino mai nato" della Fallaci, che propende fin dall'inizio per la rivalsa genetica delle responsabilità maschili).

Se però l'interiorità di Maria, chiusa nei suoi pensieri e nelle sue laceranti attese, a poco a poco acquista un bisogno di aprirsi con gli altri (mentre "lo spazio chiuso" dell'ospedale, nonostante la sua rassicurante visione assistenziale, determina un complesso cordone ombelicale tra la speranza e il fallimento!) la Comencini tenta, con uno sforzo commovente, di liberare la prigionia delle forme anche istituzionali mettendo in risalto un forte complesso onirico, diciamo pure bergmaniano, che a tratti risulta suggestivo ma lievemente artificioso.

La prova della Buy è comunque assolutamente straordinaria: le nevrosi di Maria, amplificate dalla vicenda che la riguardano, non sono esattamente le stesse con cui ci ha abituato l'attrice nel corso di questi anni.
Sembrano appartenere a un mondo che forse ci è (misteriosamente) distante, e che forse per questo deve riguardarci da vicino.

C'è "spazio" per tutti: dall'ex amante di Maria, novello padre di un figlio avuto da un'altra donna, alla vicina di casa magistrato che ha lasciato i figli per occuparsi di un importante caso giudiziario (il riferimento palese è alla discussa Ilda Boccassini) a Mina, una ragazza che ha partorito anch'essa un bimbo prematuro e si trova in forti difficoltà economiche.
I personaggi ruotano attorno a Maria, quasi sempre con la costante prevalenza del tema materno e/o paterno, mentre l'incombenza di una fatidica data finisce per diventare inesorabile, e con essa l'emozione provata dagli spettatori.
Il film riesce pertanto a superare splendidamente l'elissi temporale della vicenda, fino a coltivare sempre più la speranza, insieme alla protagonista, quasi un processo virtuale che porta gli spettatori a testimoniare attivamente dei progressi raggiunti dal nascituro durante il lungo processo verso un'epilogo tormentato, tardivo e liberatorio.

Nel bel libro della Parrella, però, "lo spazio" concesso ai comprimari rischiava di sconfinare in una serie di inutili apparati romanzeschi, e purtroppo neanche il film riesce a evitarlo: a tratti la regista rischia di impaludarsi nelle penombre sterili della fiction televisiva, nonostante l'indubbia capacità di realizzare una storia quasi "comune" con una visionarietà ben lontana dalle convenzionalità del tipico "prodotto di massa"(ottimo il piano-sequenza dal soffitto dell'ospedale mentre ispeziona decine di incubatrici).

Però,caspìta, persiste comunque una forte centralità direzionale nella capacità di un film, rischiosamente uniforme, di raccontare la vulnerabilità di un trapasso, impercettibile, simbiotico, "nel limbo", dove tutto può mutare, testimone delle latenti imprevedibilità delle leggi naturali, davanti a una vita che sappia o possa (r)esistere e reclamare il diritto alla propria continuità.
È grazie a questo "transìto genetico" che possiamo ancora sperare ottime cose per il nuovo cinema italiano.

Commenta la recensione di LO SPAZIO BIANCO sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di kowalsky - aggiornata al 15/10/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

a big bold beautiful journey - un viaggio straordinario
 R
a house of dynamiteafter the hunt – dopo la caccia
 NEW
allevi - back to lifeamataanemoneanna (2025)black phone 2bugonia
 NEW
c'e' un posto nel mondochien 51cinque secondicome romeo e giuliettacrossing istanbuldalai lama - la saggezza della felicita'dead of winterdepeche mode: mdj ahmetdracula - l'amore perduto
 NEW
due famiglie, un funeraleeddingtonelvira notari: oltre il silenziofantasma in guerraferdinando scianna – il fotografo dell’ombrafrankenstein (2025)fuori la verita'heidi - una nuova avventurahim
 NEW
i colori del tempo
 NEW R
il maestro (2025)il mostro (2025)il principe della folliail sentiero azzurroio sono rosa ricci
 NEW
jay kellyjohn candy: i like mela ballata di un piccolo giocatorela chitarra nella roccia - lucio corsi dal vivo all’abbazia di san galganola divina di francia - sarah bernhardtla donna della cabina numero 10la famiglia halloweenla grande paura di hitler. processo all'arte degenerata
 NEW
la mano sulla culla (2025)la mia amica evala ragazza del corola vita va cosi'
 R
la voce di hind rajabl'attachement - la tenerezzale citta' di pianura
 NEW
l'illusione perfetta - now you see me 3l'isola di andreane zha - l'ascesa del guerriero di fuoconoi e la grande ambizione
 NEW
paw patrol: missione nataleper tepiero pelu’. rumore dentropredator: badlandsqui staremo benissimoriproberto rossellini - piu' di una vita
 NEW
scarletscirocco e il regno dei ventisiamo in un film di alberto sordi?springsteen - liberami dal nullasquali (2025)stevesuper charlieteresa - la madre degli ultimitesta o croce? (2025)the last vikingthe mastermindthe perfect neighbor: la vicina perfetta
 NEW
the running manthe smashing machinethe toxic avengerthe ugly stepsisters
 NEW
to a land unknowntoni, mio padretre ciotoletron: aresun crimine imperfettoun semplice incidenteuna battaglia dopo l'altrauna famiglia sottosopra
 NEW
una ragazza brillantezvani' - il romanzo famigliare di giovanni pascoli

1066966 commenti su 52837 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

28 ANNI DOPO: IL TEMPIO DELLE OSSAABRAHAM'S BOYSBILLY JACKBILLY JACK GOES TO WASHINGTONBUTCHERS BOOK THREE: BONESAWCOMING BACK FOR YOUCULLODENDIE'CED: RELOADEDDON'T LOG OFFDRAINEDEL DIABLOGENIE (2023)GIOVANI IENE (1961)HELL IN A BOTTLEIL CLUB DELL'AMOREIL PICCOLO BILLYIL SEGNO DEL COMANDO (1992)INNAMORARSI A CHRISTMASLANDLA COMMUNELA DANZA NERAL'ACCIDENT DE PIANOMANCHURIAN AVENGERMEERKATSNATALE CON PEPPERMINTRIVER OF BLOODSILENT NIGHT, DEADLY NIGHTSTARSHIP TROOPERS - ATTACCO SU MARTESTRANGE HARVESTTE L(E)O COMANDOTHE BANISHEDTHE PROPER TIMETHE RETURN OF BILLY JACKTHE TRIAL OF BILLY JACKTHE WEBTO THE ENDS OF THE EARTHUN LIBRO SOTTO L'ALBEROUN NATALE SORPRENDENTEUN VIAGGIO PER RICOMINCIAREV/H/S/HALLOWEENVIOLENCEWEEKEND PER DUE (CON DELITTO)

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


IL MAESTRO (2025)
Locandina del film IL MAESTRO (2025) Regia: Andrea Di Stefano
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli, Giovanni Ludeno, Dora Romano, Paolo Briguglia, Valentina Bellè, Edwige Fenech
Genere: commedia

Recensione a cura di The Gaunt

A HOUSE OF DYNAMITE
Locandina del film A HOUSE OF DYNAMITE Regia: Kathryn Bigelow
Interpreti: Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos, Moses Ingram, Jonah Hauer-King, Greta Lee, Jason Clarke
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

NOSFERATU (2024)
Locandina del film NOSFERATU (2024) Regia: Robert Eggers
Interpreti: Lily-Rose Depp, Nicholas Hoult, Bill Skarsgård, Aaron Taylor-Johnson, Willem Dafoe, Emma Corrin, Ralph Ineson, Simon McBurney, Adéla Hesová, Milena Konstantinova, Stacy Thunes, Gregory Gudgeon, Robert Russell, Curtis Matthew, Claudiu Trandafir, Georgina Bereghianu, Jordan Haj, Kateřina Bílá, Maria Ion, Tereza Dušková, Liana Navrot, Mihai Verbintschi, Karel Dobrý, Andrei Sergeev, Matěj Beneš, Marek Pospíchal, Jan Filipenský, Alex East, Christian Dunckley Clark
Genere: horror

Recensione a cura di Harpo

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net