Recensione crimen regia di Mario Camerini Italia 1960
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Recensione crimen (1960)

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locandina del film CRIMEN

Immagine tratta dal film CRIMEN

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Immagine tratta dal film CRIMEN

Immagine tratta dal film CRIMEN

Immagine tratta dal film CRIMEN
 

A Montecarlo si indaga sull'omicidio di un'anziana signora. Ad essere sospettati sono cinque italiani recatisi sul posto per diversi motivi e tutti in qualche modo collegati all'accaduto.
Il loro carattere poco fiducioso nei confronti della giustizia e il loro voler restare fuori dai guai li condurrà ad una serie di equivoci non indifferenti. Alla fine tutto si risolverà e i cinque impareranno a fidarsi delle autorità, salvo poi ricadere in "disgrazia" per eccesso di zelo.

Un simpaticissimo e irresistibile giallo-comico questo di Mario Camerini, che assembla un cast non indifferente e si avvale di alcuni espedienti comici davvero molto divertenti.
Al centro dell'attenzione ci sono tre coppie molto differenti tra loro che, direttamente o meno, si ritrovano coinvolte in un omicidio misterioso e sinistro. E' questo il crimen che dà il titolo alla pellicola, piccolo espediente (una sorta di mcguffin hitchockiano se vogliamo esagerare con le interpretazioni) che serve per dare spazio alle tre digressioni che riguardano ciascuna coppia e, soprattutto, al racconto umoristico - ma anche sarcastico - di molte delle caratteristiche dell'italiano medio di allora (del resto Alberto Sordi, primo esponente in assoluto di questo genere di personaggi, più volte all'interno del film ripeterà: "Facciamoci sempre riconoscere!").

Ecco che allora avremo a che fare con due semplici ed ingenui coniugi, in viaggio per riscuotere la ricompensa dovuta al ritrovamento del cane appartenente alla vittima, sempre restii ad ammettere qualsiasi cosa li riguardi (persino che sono marito e moglie) e sempre colti in fallo (bravissimi Nino Manfredi e Franca Valeri nel dare vita a questi due personaggi che contrassegnano la prima parte del film, quasi interamente ambientata di notte tra le strade di una Montecarlo più scura che mai).
A seguire altri due coniugi stanchi di lavorare sotto padrone e decisi in tutto e per tutto a vincere una grossa somma al Casinò, per potersi aprire un'attività come parrucchieri unisex. Li vediamo quindi soffocati dalle loro ambizioni e incapaci di raggiungere il proprio obiettivo se non seguendo questa facile scorciatoia (grandi anche Silvana Mangano e Vittorio Gassman che però sono protagonisti del segmento più debole dei tre).
Per finire arriva la coppia più rappresentativa (formata da Alberto Sordi e la Dorian Gray), composta da un giocatore incallito, apparentemente guarito dalla sua ossessione, e dalla moglie trascurata che decide di gettarsi tra le braccia di un altro.
Inarrestabile Alberto Sordi, che si pone una spanna su tutti gli altri, e la bellissima Dorian Gray, ci regalano i momenti più divertenti e risultano i migliori rappresentanti della volontà del regista di comunicare una determinata predisposizione tutta italiana alla cialtroneria e all'ipocrisia).

Numerose sono le gag comiche, legate a determinati elementi della narrazione, che arrivano a sconquassare e distruggere il fragile castello di bugie e sotterfugi, costruito dai vari protagonisti, per evitare di essere coinvolti nelle indagini.
Una valigia, il cane della vittima, un pacco di fiammiferi, una fish del Casinò e così via fino a giungere ad un finale davvero delizioso e al tempo stesso spassoso, che si riallaccia all'incipit nel quale i tre protagonisti maschili vengono indicati come colpevoli di un crimine non precisato, così come tutte e tre le digressioni si allacciano perfettamente tra loro grazie ai vari incontri, casuali o meno, che avvengono tra i vari protagonisti.

"Crimen" dunque, partendo da una base giallistica (la cui soluzione è volutamente di una semplicità disarmante, a dispetto dei mille equivoci creati dai protagonisti) riesce ad essere una perfetta commedia all'italiana, resa esilarante sia dalla presenza dei suoi maggiori rappresentanti sia da uno spirito e una vervè notevoli che la contraddistinguono più che positivamente, rendendola meritevole di accostarsi alle migliori pellicole del genere, evolutosi in una stagione cinematografica mai più riproducibile.

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Recensione a cura di A. Cavisi - aggiornata al 28/10/2010 10.48.00

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