speciale la quadrilogia romeriana dei morti viventi - le dinamiche psicologiche
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Le dinamiche psicologiche

Assai interessanti sono le dinamiche psicologiche che muovono i protagonisti dei diversi film della saga. Esse sono ad un tempo basate sulla psicologia degli individui e su quella dei gruppi, posti in un contesto di forte stress emotivo. Per comodità di trattazione, le dividerò qui di seguito in due condizioni generali di contesto: lo Stato di emergenza e lo Stato di assedio. Tratterò poi la peculiare sintomatologia relativa al momento del crollo del rifugio e, da ultimo, alcune interessanti caratteristiche simboliche della Zombie Feast.

Stato di Emergenza

Nei primi due film i protagonisti vengono introdotti nella trama chiaramente in questa fase: essi devono da subito fronteggiare l'attacco degli zombie tanto fisicamente quanto psicologicamente. Debbono sfuggire loro, combatterli, respingerli, trovare riparo. Si raggruppano e cercano strumenti, mezzi e costruzioni in grado di proteggerli. In questo stadio, le reazioni sono immediate, non vi è tempo per elaborazioni troppo profonde. Tutti i personaggi reagiscono con ribrezzo. Molti di essi cercano solo la fuga, unendosi a chiunque incontrino per cercare conforto e aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza. Si formano dunque piccoli gruppi di estranei, legati dal trauma della fuga. I compagni di avventura sono spesso in precedenza sconosciuti tra di loro e solo il caso (ovvero il regista) li assembla in gruppi individui tra essi compatibili (come in Dawn) ovvero incompatibili (come in Night o Day). Tra essi alcuni, per indole o per addestramento, trovano il sangue freddo per fronteggiare la situazione ed assumono dunque automaticamente la leadership dei gruppi creatisi. Nella fase di Emergenza, durante la lotta e la fuga, la leadership non viene messa in discussione, poiché i personaggi sanno istintivamente che farlo significherebbe ridurre per tutti le chance di sopravvivere. In questa fase vengono definiti i ruoli di comando e ciascuno non ha altro che il tempo di agire secondo le sue possibilità per la salvezza propria e del gruppo. In questa fase l'affermazione della forza, prima psicologica che fisica, è essenziale. Il comando ed il potere vengono raccolti e mantenuti da chi meno subisce il terrore dei nemici e per primo intuisce come combatterli efficacemente e sfuggire loro. La meta è, naturalmente, un rifugio almeno temporaneamente sicuro dall'attacco degli zombie.

Stato di assedio

Ma quando il gruppo si trova al sicuro, si avvia la seconda fase delle dinamiche psicologiche che rendono interessanti i film di Romero. Gli individui infatti hanno il tempo di metabolizzare i fatti avvenuti e di rimettere in discussione ruoli e status dei componenti del gruppo stesso. Se nei primi due film questa fase ha svolgimenti completamente opposti, portando in un caso a tensioni che inducono lo sfacelo completo e nell'altro invece ad un affiatamento che pare poter durare nel tempo, è nel terzo e nell'ultimo film della serie che lo stato di assedio diventa il teatro fondamentale dell'azione. Lo stato di assedio vede i protagonisti radunati in un luogo difendibile ma circoscritto, ed il resto del terreno di battaglia in balia degli zombie. In questa fase i mostri sono una costante pressione più psicologica che fisica. Le loro mani che battono continuamente, stolidamente le pareti del rifugio in cerca di un ingresso costringono gli umani all'interno a sforzi immensi per dimenticarsi del pericolo che li assedia. Ricordano loro continuamente che la sicurezza che vivono è solo una illusione temporanea. Il logorio della situazione è il motore che provoca negli individui più deboli la crescita delle tensioni fino ad un livello insopportabile, al conflitto intestino nel gruppo ed infine la sua distruzione.


Torna suSpeciale a cura di Stefano Re - aggiornato al 23/06/2006

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