un bel mattino (2022)

Ottimo film delicato e leggero nella rappresentazione , profondo e intenso nelle emozioni .
Il continuo alternarsi perfettamente alternato tra la vita che avanza e quella che finisce , le cose che lasciamo e quelle che troviamo , le sensazioni che perdiamo e quelle che riscopriamo .
Ottima Love alla regia, autrice ormai consacrata inutile annoverarla ancora come promessa . Tutti bene gli attori

Film delicato, ben interpretato e diretto.

"Un bel mattino" è un film intriso di autobiografia e questo si percepisce in come la regista maneggia con cura e grazia il racconto, i suoi temi e la messa in scena. Con un lavoro registico che si limita ad un piano mostrativo, Mia Hansen-Love ci racconta del sentimento dell'amore nelle sue opposte tendenze: quello doloroso nel vedere un padre che, causa malattia, non riesce più a riconoscere chi gli sta intorno e in quello più "canonico" e romantico provato dalla protagonista nei confronti dell'ex amico Clèment. Un dissidio, un contrasto che Sandra vive come complesso rito di passaggio, come inevitabile momento di cambiamento famigliare e personale. Sono temi delicati e la regista sa giocare costantemente in bilico tra implosione e gestione dei tepi da cinema d'essai e momenti più generalisti e da "cinema per tutti". Lo fa senza esasperare la drammaticità alla maniera hollywoodiana, senza indulgere in un sentimentalismo frivolo, ma anzi puntando sulle contraddizioni sentimentali, le difficoltà emotive, gli stati laceranti. As usual, ottima la Seydoux.

La regia raffinata mantiene il film equidistante tanto dall'estetizzazione d'"Amour" (Haneke 2012) e "The Father" (Zeller 2020), quanto dal realismo che patirebbe la proverbiale obiezione morettiana ("Chi voleva sapere sa, poi chi non vuole capire...dài"). Mia Hansen-Løve continua ad attingere dalla sua biografia e mitiga la brutalità esistenzialistica dei fatti e degl'autori citati col lieto fine del "survival goes on", i fremiti passionali ancora le prevalgono su quelli agonici. Finché le dura, buon per lei. "Tutto il piano della natura intorno alla vita umana si aggira sopra la gran legge di distrazione, illusione e dimenticanza" (Leopardi, "Frammento sul suicidio", in "Appendice alle Operette morali", circa 1820).