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Film in parte girato in Italia ( Firenze ) racconta una storia dannatamente triste e malinconica e stavolta Pollack si affida troppo alla straordinaria bravura di Al Pacino che, anche in un ruolo atipico, riesce ad incantare per quasi tutto il film ma non basta per ottenere l'attenzione del pubblico. Eccessivamente drammatico per i miei gusti senza contare che si dilunga in maniera fastidiosa, è un film che nella narrazione manca di qualcosa ( magari una colonna sonora differente avrebbe aiutato ) e che riesce ad esprimere solo in parte diniego e malcontento nella giusta misura perchè per il resto pare fossilizzato in una bottiglia di vetro.
Orripilante love story, incredibilmente indigesta pur avendo Pacino come protagonista (qui al minimo sindacale). Lo sviluppo e' piattissimo e non c'e' la minima passione per cio' che viene raccontato, tra le altre cose le premesse sulla formula 1 traggono in inganno in quanto si rivelano fin da subito un mero contorno del tutto irrilevante; Pollack dal canto suo sembra piu' interessato alle location che ad altro, e si vede.
Ma quel che e' peggio, sono i dialoghi tra i due... giuro, da farsi saltare le cervella seduta stante da quanto sono spossanti. A chiunque abbia trovato la pazienza di starli a sentire per piu' di cinque minuti vorrei fare i miei più sinceri e sentiti complimenti. Lei poi non ne parliamo...impossibile non prendersela sulle balle dal primo momento che apre bocca.
Se volete vedervi un film sul genere nettamente migliore guardatevi "La Morte in Diretta"... e credetemi che scomodando un titolo di tal calibro nella scheda di sta schifezza starei gia commettendo un reato.
Mai avrei pensato che Pacino potesse avere una macchia simile nel proprio curriculum... ma in fondo non e' colpa sua se il film fa cag.are.
4 e non meno solo perche' oggi sono in giornata buona.
Offre tanti spunti, destinati però a rimanere tali. Un film a suo modo incompleto, ma se ad esempio nell'arte le opere incomplete spesso raggiungono ancor più fascino e valore (penso a Leonardo o Modigliani), nel cinema non vale la stessa regola.
Si accenna molto superficialmente alla psicologia del pilota, le sue paure, le motivazioni che lo spingono a fare quello che fa (aspetto toccato in modo migliore dal recente "Rush" di Howard), ma in realtà senza andare troppo a fondo sprecando a mio avviso una bella occasione. Pure il lato sentimentale non è troppo coinvolgente, una bella storia d'amore sì ma sempre con il freno a mano tirato. E pure il tema della malattia è appena accennato nella parte finale.
Infine Al Pacino: come sempre è uno spettacolo vederlo recitare, ma probabilmente questa oltre ad essere forse la pellicola più sconosciuta della sua filmografia è pure una di quelle meno memorabili (escludendo il nuovo millennio che per quanto mi riguarda non fa testo). Bobby Deerfield è un personaggio poco adatto a Pacino, troppo poco impulsivo, spesso quasi freddo e apatico: avrei visto molto bene Sylvester Stallone nella sua parte, forse anche perché in questo film Al Pacino ha una certa somiglianza con Sly.
Un film con un gran potenziale non pienamente sfruttato.
sempre grandioso Al Pacino, in un film tra il sentimentale e il drammatico, poco conosciuto ma meritevole di essere visto. Niente di eccezionale o indimenticabile, ma una storia d'amore che si sviluppa senza cadere nel patetico. A tratti forse un po' noioso, ma si fa guardare con piacere
Il film è ora sublime ora noioso, e tuttavia è la prova della Keller (ma dov'è finita?) a compensare qualche stanchezza di un Pollack ambizioso ma irrisolto. Visto di recente, si comprende la capacità del regista di filtrare una storia che avrebbe potuto perdersi nello strappalacrime (v. love story) ma il problema è che il pathos emotivo non riesce a trovare "la giusta distanza" tra il film e gli spettatori