tutti possono arricchire tranne i poveri (1976)

Una satira senza idee e senza ritmo sui nuovi ricchi e sulla superficiale società consumistica italiana del tempo. Fa piacere vedere la Mazzamauro valorizzata come coprotagonista ma il film è davvero poco cosa, nonostante Montesano si danni l'anima per strappare una risata facendo il cretino dal primo all'ultimo minuto. L'unica scena riuscita: i "pellegrinaggi" dei parenti scrocconi verso la casa del protagonista, il quale è messo chiaramente alle strette dalla loro invadenza.

E' un film in fondo abbastanza ambizioso, perchè mostra come il potere di avere dei soldi, tantissimi e subito, comporta comunque una sorta di blocco sociale verso l'alto. Se non ci si abitua alla ricchezza, unita alla mancanza di gestirla, si ricade fatalmente alla condizione precedente, cornuti e mazziati. L'assunto parte bene, ispirato dalla vena di Montesano e dal buon supporto dela Mazzamauro, poi scade tutto nella farsa, invece di fare satira come immagino erano le intenzioni. Si ride poco ma si poteva fare di più.

La scena finale sembra presa in prestito da AMORE MIO AIUTAMI, solo che Montesano e la Mazzamauro non sono ai livelli di Alberto Sordi e Monica Vitti, perciò il tutto sembra poco divertente e insipido.
Tutto il film comunque non lascia grande spazio al divertimento vero e proprio con Montesano che non sembra in grande spolvero, sciorinando battutine di poco conto in scenette asciutte e senza grande vivacità.
Pellicola che giustamente è passata sotto silenzio.