Catturato tra la folla e la pattuglia di confine, il musicista rovinato Yiannis dovrà rimandare i suoi piani per lasciare Cipro quando il suo amato cane fuggirà attraverso il confine verso la parte turca dell'isola.
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Dramedy cipriota dall'impianto semplice ma funzionante, capace di assestare colpi di critica politica e sociale, senza rinunciare a qualche momento di leggerezza. Discreto il ritmo e buono l'apporto del cast, diretto da una regia sobria e senza grandi incertezze. Un film godibile, forse in alcuni momenti un po' ripetitivo, tratteggiato in maniera calibrata, tanto da non annoiare e meritare una considerazione positiva.
Senza i cinepanettoni e i blockbuster gli spettatori non esisterebbero più. Peggio per chi si perde film come questo, una godibilissima commedia satirica greca girata con un gusto del nonsense, con un'improvvisazione e una persuasivita' che sembra uscita dalla penna dei migliori fratelli Coen. Sullo sfondo, perfino una lontana eco del caustico humour di Beckett. Il dramma Politico dell'occupazione, di lustri fa ma più che mai attuale, fa perno alle vicissitudini di un cane "rock" - se accostato al celebre nome del chitarrista - che vede la Libertà come unica concessione mentre gli Uomini impongono steccati e se la costruiscono, questa libertà, solo con un improbabile e dannoso fatalismo. Il film ha una leggerezza che affascina, ma in realtà è uno dei più profondi dell'anno, diverte e fa bene al cuore e allo spirito, mette malinconia ma in balia degli eventi l'epilogo è benevolo e strepitoso. Davvero la Sorpresa dell'anno