shelley regia di Ali Abbasi Danimarca, Svezia 2016
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shelley (2016)

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locandina del film SHELLEY

Titolo Originale: SHELLEY

RegiaAli Abbasi

InterpretiEllen Dorrit Petersen, Cosmina Stratan, Björn Andrésen, Kenneth M. Christensen, Patricia Schumann, Peter Christoffersen, Marianne Mortensen, Marlon Kindberg Bach

Durata: h 1.32
NazionalitàDanimarca, Svezia 2016
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2016

•  Altri film di Ali Abbasi

Trama del film Shelley

Louise e Kasper sono una coppia sposata che è pronta ad avere un figlio, ma Louise scopre con dolore di non poterne avere. Alla fine la donna, in preda alla disperazione, decide di suggellare un patto con la sua cameriera rumena, Elena, che accetta di portare in grembo il figlio di Louise come madre surrogata in cambio di una grande quantità di denaro . Ma la vita che cresce dentro Elena prende forma troppo velocemente, colpendo la vita di ognuno come una forza maligna pronta a distruggere ogni cosa.

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Voto Visitatori:   5,94 / 10 (9 voti)5,94Grafico
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Voti e commenti su Shelley, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Oskarsson88  @  07/12/2023 23:48:36
   7 / 10
Mi piace molto Ali Abbasi come regista, soprattutto dopo aver visto Border, che è certamente un film più maturo di questo, dove si intravede molta qualità ma dove anche la trama non è del tutto limpida e ci sono delle cose un po' incomprensibili. Però la forza narrativa c'è, così come la parte diabolica della nascitura, a richiamare certamente Rosemary's Baby già dalla locandina, e con una - almeno da me interpretata - critica sulla disparità tra paesi, il ricco occidente rispetto al povero Est-Europa. Un thriller-horror pacato ma coinvolgente, sarebbe potuto essere migliore ma non assolutamente da bocciare...

benzo24  @  31/03/2019 16:42:54
   1½ / 10
in questo film c'è tutto quello che un autore non dovrebbe mai fare. mezzo punto in più solo per la bellezza e interpretazione di Cosmina

BenRichard  @  05/05/2018 04:49:09
   9 / 10
Onestamente mi sento di premiarlo alla grande questo film drammatico dalle atmosfere horror di produzione danese a basso costo, scritto e diretto da un regista che non ho idea di chi sia, Ali Abbasi, che secondo me mette in mostra un grande talento nel girare una pellicola di questo tipo. Basti calcolare che le riprese perlopiù sono girate nello stesso luogo eppure Abbasi riesce a cogliere le inquadrature giuste, facendo pesare molto meno un film dall'andamento assai lento.

Il film si presenta basandosi su di un tema drammatico ma che è completamente avvolto e sviluppato nello stile mistery-horror. Molto bello come inizia, con queste riprese lunghe sui paesaggi alquanto suggestivi accompagnati da una musica a dir poco inquietante che già lasciano presagire una visione mistica e grottesca. Difatti la coppia protagonista si presenta fin da subito in maniera bizzarra, una vita isolata da tutto e da tutti senza voler usufruire dell'elettricità. Quindi niente che abbia a che fare con la tecnologia; niente computer, cellulari, tv ecc...una chiara critica alla società moderna ormai completamente dipendente da tutto questo.
Alla coppia si unisce una ragazza che per necessità di denaro si rende disponibile nel dare una mano con gli affari di casa in quanto la moglie ha subìto un intervento e non è in grado di gestire i lavori da sola. Tra le due nascerà un rapporto d'amicizia che daranno così il via a quello che diventerà il tema principale del film.

è vero che il film è molto lento, è vero che soffre di una certa staticità, è vero che man mano che il film prosegue nonostante cerchi di rimanere nel mistero si renda sempre più telefonato...però porca misera direi il falso se dicessi che questo film non sia stato in grado di inquietarmi. Oltre ad una fotografia molto fredda che dà alla pellicola una sensazione quasi surreale, priva di vita. Le musiche angoscianti, un comparto sonoro in certi frangenti "graffiante", delle ottime interpretazioni in special modo delle due donne, Cosmina Stratan ed Ellin Dorrit Petersen...soprattutto grazie all'agonia che prova il personaggio di Elena..giuro che il film mi aveva acchiappato così tanto che soffrivo assieme a lei...insomma un pò tutto nell'insieme è veramente riuscito a soddisfare le mie esigenze.

Mi spiace che se Abbasi avrebbe osato qualcosa di più l'avrei considerato un piccolo capolavoro. Non so magari qualche scena un pò più d'effetto o più spinta dato che nel finale si permette comunque di farlo, oppure averci dato una sorta di spiegazione anche se in realtà non è che ce ne sia tanto il bisogno da quanto sia chiaro di cosa si tratti..però una qualche delucidazione o qualche contenuto in più per soddisfare quella voglia di ricevere direttamente dal film delle risposte non avrebbe guastato. Anche se immagino che Ali Abbasi avesse il timore di non soddisfare tutti quanti, dando così un finale molto ambiguo che nonostante si renda comprensivo lascia comunque un senso di incompletezza facendo storcere un pochino il naso.
Peccato, è mancata la ciliegina sulla torta.
Personalmente ne sono rimasto molto affascinato, ed è riuscito ad acchiapparmi come pochi film di questo genere riescano ormai a fare con me. Il voto può sembrare esagerato me ne rendo conto, ma mi sento in dovere di essere estremamente generoso nei riguardi di questa pellicola che mi ha veramente ipnotizzato davanti allo schermo dall'inizio alla fine.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/05/2018 15.55.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  13/12/2017 09:49:46
   6 / 10
Elena, giovane governante rumena, finisce a lavorare in Danimarca presso una coppia benestante che ha deciso di vivere isolata senza alcun supporto tecnologico. Il rapporto con la ragazza è ottimo, tanto che i coniugi, vista la sterilità della lei, propongono alla nuova arrivata di portare in grembo il loro futuro bimbo in cambio di una sostanziosa somma di denaro.
Il tema è quello dell'"infante satanico" che da "Rosemary's baby" in poi ha avuto centinaia di emuli. "Shelley" poggia su vie mai manifeste, scavando nel perturbante a livello psicologico senza mostrare più di tanto.
L'oscurità si muove più nei sogni che nel reale, avvolta da una natura affascinante ma anche opprimente e segregante, come a ricreare un mondo in cui vecchie maledizioni e malocchi sono ancora possibili. Abbasi gioca a nascondino, suggerisce e si ritrae delineando un ambiente famigliare che da gioviale marcisce sempre più, intaccato da sensazioni e piccoli eventi che contribuiscono a rendere l'atmosfera sempre più opprimente. Spiegazioni e morale non esistono (mi pare non vi sia nessuno sfruttamento del "poveraccio", ne pena del contrappasso per ciò che negato si desidera eccessivamente) e ad una fase preparatoria pregevole fa eco un'aderenza all'orrore non proprio all'altezza perchè assente di tensione continuativa.
Ammirevole il tentativo di Abbasi di proporre qualcosa che scavi più a livello immaginifico che esplicito, purtroppo la natura tenebrosa della situazione non viene mai esplicitata con forza restando vittima di una reticenza misurata male.

alex94  @  15/05/2017 10:30:05
   6½ / 10
Una discreta opera prima questo Shelley diretto dall'iraniano Ali Abbasi che dimostra di sapersela cavare in modo abbastanza brillante dietro la macchina da presa.
Shelley è un riuscito miscuglio tra horror e dramma che strizza più di un occhio al classico di Polansky, "Rosemary's Baby".
Ci ritroviamo così a seguire le disavventure di una colf rumena che accetta in cambio di denaro a fare la madre surrogata per una coppia di eccentrici danesi...... Inutile dire che la gravidanza si rivelerà più difficile e complicata del previsto.
Lo sviluppo della trama non è niente male,molto lenta e concentrata sui piccoli particolari riesce a costruire un atmosfera abbastanza oscura,anche se non ad inquietare come dovrebbe.
Si poteva infatti fare molto di più sotto questo punto di vista,le scene che dovrebbero inquietare non sempre ci riescono in quanto l'orrore che sembra crescere all'interno della sfortunata ragazza è solamente accennato,superficiale....
Lascia un po con l'amaro in bocca,non spaventando come avrebbe potuto.
Molto bene invece la regia (e l'aspetto tecnico in generale) Abbasi a mano a mano che la gravidanza della ragazza avanza mostra in modo efficace il cambiamento che coinvolge il luogo dove si svolge la vicenda,da luminoso ad oscuro quasi a rappresentare lo stato d'animo della neo mamma.
Un film tutt'altro che esplicito nella sua rappresentazione del male (forse anche troppo poco),a tratti anche eccessivamente lento e sicuramente non per tutti,bisogna però anche ammettere che è un lavoro affascinante,un opera prima che mostra al mondo il talento di questo esordiente..... sono curioso di vedere cosa farà in futuro.

luke76bg  @  19/01/2017 16:46:30
   3 / 10
Lentissimo, con una storia che non sta ne in cielo e ne in terra, non tanto per la trama in se e per se, ma per come è portata avanti. Sembrano tutti sotto l'effetto di qualche droga, silenzi, mutismi, sussurri e respiri affannati continui, con persone che non si comportano come si comporterebbe qualsiasi essere umano al loro posto. Come in ogni film horror del resto, anche se questo lo diventa solo verso la fine. Si salvano solo le atmosfere, la fotografia, alcune musiche e suoni azzeccati, e qualche scena qui e li. Per il resto è lontano anni luce da poter creare una qualsi voglia forma di pathos o di tensione, proprio perchè sembra di vedere gente drogata che tenta di recitare e, se l'effetto è voluto, è pessimo davvero e irritante davvero. Poi non parliamo di chi ha una gravidanza problematica e invece di correre in ospedale ogni giorno o giù di li sta a casa a stare male. Mah...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/01/2017 23:45:09
   7 / 10
Una ragazza rumena che svolge compiti da colf presso una coppia di coniugi danesi, fuori dal contesto urbano, diventa una madre surrogata. La donna danese non può avere più figli dopo una gestazione travagliata in cui ha perso sia il bambino che subito l'asportazione dell'utero. Sembrerebbe una rilettura del Rosemary's baby polanskiano, però a mio parere, siamo più vicini ad una variazione del vampirismo. La complicità iniziale fra le due donne lentamente muta: il vigore della ragazza rumena durante la gravidanza scema sempre di più, mentre il vigore della donna danese riprende vita. La ragazza ormai sente quel feto come un parassita che la sta divorando e la donna vede ormai la ragazza come un contenitore del suo più grande desiderio, cioé la maternità. Pur non essendo privo di fascino, il film di Abbas procede troppo per sottrazione specialmente nella prima parte caratterizzata da impercettibili variazioni del quotidiano. Lavorando molto bene sulla fotografia l'atmosfera subisce un crescendo sempre più angosciante e sinistro. Nella sua dimensione più onirica indubbiamente il film sconfina nell'horror puro, però è efficace anche quando il quotidiano viene turbato dalla presenza di questa bambina che, madre a parte, provoca una sensazione di rigetto profondo in chiunque. Nulla è mai veramente esplicitato o spiegato. Vivamente sconsigliato ai bimbominkia.

topsecret  @  06/12/2016 22:20:39
   6 / 10
La gestazione travagliata (a dire poco) di una delle protagoniste del film investe anche lo spettatore che per buona parte deve assistere ad una ripetitività snervante, con poco mordente e poca lucidità. Molto meglio nella parte conclusiva della storia, dove il pathos e l'inquietudine che assale i protagonisti si fanno man mano sempre più palpabili e pungenti, e nonostante la quasi assenza di spiegazioni (tutto è lasciato alla percezione del pubblico), la storia riesce ad elevarsi trasmettendo quelle sensazioni malate e malsane che prima erano assenti, rendendo la visione più interessante e più coinvolgente.
Purtroppo non è un film che si riguarda volentieri, proprio perchè la lunga "prefazione" lascia poco o nulla a quelli che volevano e si aspettavano qualcosa di meno cerebrale e più pratico.
Comunque sufficiente, grazie soprattutto alla prova del cast.

InvictuSteele  @  27/11/2016 23:31:24
   7½ / 10
Filmone con gli attributi, inquietante, velenoso, diretto benissimo. Per fare un gran thriller non serve poi molto: una sceneggiatura brillante, tre attori e una casa sperduta nel bosco. Gli scandinavi si confermano maestri di certe atmosfere orrorifiche. Da vedere assolutamente, altro che le pacchianate americane...

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