ro.go.pa.g. regia di Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti Francia, Italia 1963
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ro.go.pa.g. (1963)

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locandina del film RO.GO.PA.G.

Titolo Originale: ROGOPAG - LAVIAMOCI IL CERVELLO

RegiaRoberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti

InterpretiTomas Milian, Orson Welles, Mario Cipriani, Alexandra Stewart, Enzo Siciliano, Maria Pia Schiaffino, Laura Betti, Lisa Gastoni, Bruce Balaban, Ugo Tognazzi, Rosanna Schiaffino, Jean-Marc Bory

Durata: h 1.51
NazionalitàFrancia, Italia 1963
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1963

•  Altri film di Roberto Rossellini
•  Altri film di Jean-Luc Godard
•  Altri film di Pier Paolo Pasolini
•  Altri film di Ugo Gregoretti

Trama del film Ro.go.pa.g.

1) 'Illibatezza' (R. Rossellini con R. e M.P. Schiaffino e Bruce Balaban): una hostess d'aereo comunica col suo fidanzato per mezzo di film in Super8; 2) 'Il pollo ruspante' (U. Gregoretti con U. Tognazzi e L. Gastoni): ossessionata dalla pubblicità, una famiglia vuole comprare un terreno nella 'Svizzera dei lombardi' e fa una brutta fine; 3) 'Il mondo nuovo' (J.-L. Godard con J.-M. Bory e A. Stewart): un'esplosione atomica su Parigi cambia i sentimenti dei parigini; 4) 'La ricotta' (P.P. Pasolini con M. Cipriani, O. Welles e L. Betti): il sottoproletario Stracci fa il buon ladrone in un film su Gesù Cristo e, dopo un'abbuffata di ricotta durante una pausa, muore d'indigestione sulla croce.

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Voto Visitatori:   7,19 / 10 (18 voti)7,19Grafico
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Voti e commenti su Ro.go.pa.g., 18 opinioni inserite

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Evarg Nori  @  12/11/2022 11:30:21
   6 / 10
Antologia di episodi "sugli allegri principi della fine del mondo",dove ai primi due di Rossellini e Godard francamente datati e troppo minimalisti anche per l'epoca se ne contrappongono un terzo e un quarto decisamente più riusciti.Pasolini è al suo meglio ed anticipa molte delle sue tematiche future.Bellissime le sequenze dei sogni a colori e grande interpretazione autoironica di Welles(che recita in italiano ed è doppiato da Giorgio Bassani).Gregoretti si affida a Tognazzi che vivacizza una satira del consumismo abbastanza di maniera ma riscattata dal finale tragico e da certi tocchi grotteschi(il figlioletto che spara al padre,il discorso del laringofono che inframmezza la vicenda).Prevedibili polemiche per "La ricotta" che valse al regista un'accusa di vilipendio alla religione e il taglio di certe scene e il cambio di certi dialoghi.Godard è il passante che prende una pillola e attraversa gli Champs Elysèes.montaggio di Nino Baragli,musiche di Carlo Rustichelli.

Goldust  @  12/01/2022 15:41:53
   6 / 10
Film ad episodi come spesso succede di diverso livello qualitativo: il primo è una sciocchezzuola leggera di Rossellini, talmente leggera da non sembrare neanche opera sua. Il secondo di Godard ha un bell'incipit basato su di un pericolo nucleare ai tempi non così remoto, peccato non ci sia lo spazio per svilupparlo a dovere ( e messo giù così, con una voce off un pò anonima, fatica davvero a lasciare traccia ). Quello di Pasolini è chiaramente il più riuscito del novero perchè fonde insieme all'illustrazione gioviale ma allo stesso tempo precaria delle maestranze impegnate nelle produzioni cinematografiche un'anima dissacratoria molto pronunciata, ed è suggellato dalla gran chiusa finale di Welles. L'ultimo firmato Gregoretti è una satira del consumismo famigliare dell'Italia del boom, con adulti in preda alla frenesia del momento e piccini già fuorviati da trasmissioni e pubblicità televisive. Tognazzi lo governa come meglio non potrebbe, il messaggio è sufficientemente manifesto perchè possa arrivare a tutti ma il finale

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A conti fatti è una tipologia di film che oggi non lascia più il segno: episodicamente divertente quando non interessante, il più delle volte a visione ultimata si tende a dimenticarli e basta. Anche se talvolta, da salvare, qualcosa c'è sempre.

alex94  @  19/11/2020 18:31:43
   7 / 10
L'episodio di Rossellini nonostante il buono spunto di partenza, l'ho trovato ripetitivo e tirato per le lunghe,quello di Godard risulta più affascinante sulla carta che nella resa ( nonostante tecnicamente sia quello meglio girato),brutto il commento fuori campo e noioso nel suo sviluppo.
Sorprende invece Gregoretti con un efficace satira del consumismo,impreziosita da una grande interpretazione di Tognazzi.
Il miglior episodio ovviamente è quello di Pasolini,surreale e poetico,con delle ottime musiche e splendidamente interpretato.
Mi aspettavo qualcosa di meglio,visto i nomi coinvolti,resta comunque un opera interessante, in anticipo sui tempi per tematiche affrontate.

Oskarsson88  @  20/03/2017 14:36:25
   7 / 10
Buona serie di episodi rappresentanti da quattro registi diversi la società. Ho apprezzato gli episodi in ordine crescente vale a dire Gregoretti col suo pollo ruspante al primo posto, con l'attualissima problematica del consumismo e della insoddisfazione, mentre il meno riuscito a mio avviso il primo di Rossellini. Godard e Pasolini nel mezzo. Piacevole sorpresa.

Filman  @  26/04/2016 23:36:42
   8 / 10
Dati i limiti di un insieme di cortometraggi facenti parte di un film collettivo, setacciando ROGOPAG - LAVIAMOCI IL CERVELLO si riesce a delineare con soddisfazione un, quasi, unico senso tematico nonostante le diverse nature concettuali poste come voci narranti, che trovano, tra l'austerità della Nouvelle Vague di Jean-Luc Godard, il didascalismo di Gregoretti e anche gli altri due episodi, una ampia distanza separatrice. La società di massa, il consumismo, dalla perdita di valori, la diversità di classe, la borghesia e l'alienazione sociale sono le tracce convergenti di questo film, che pone uno sguardo, diviso in quattro angolazioni poco compensanti, sul mondo moderno, trovando una strada da percorrere interessante ma affrontata con alcuni alti e bassi che vanno dall'episodio di Rossellini, poco incisivo, all'espressivo "Il pollo ruspante" di Ugo Gregoretti, passando per l'inutilmente essenzialista e poco ispirato episodio di Godard e concludendo con l'enorme corto di Pier Paolo Pasolini, che trasuda arte e poesia figurativa in una visione impropriamente cristiana che è conforme alla poetica del regista, per cui l'uomo povero e misero ha sempre avuto una indicibile grandezza e importanza.

dobel  @  11/04/2014 21:49:50
   8½ / 10
Questo film corale ha una sua precisa ragion d'essere nell'episodio di Pasolini (che merita un 10!). Si tratta di uno dei momenti cinematografici più alti e profondi del nostro cinema in quanto poesia. Pasolini è stato forse il più grande poeta del cinema italiano (accosterei a lui solo Fellini e De Sica, gli altri grandissimi cineasti come Visconti, Rossellini, Antonioni o Monicelli essendo prosatori…). E' proprio la misera vicenda di Stracci, protagonista della Ricotta, a divenire metafora poetica della vita proletaria che ognuno di noi vive senza saperlo di fronte alla intellighenzia borghese e disperata rappresentata dalla figura del regista (un immenso Orson Welles). "Povero Stracci, non ha trovato di meglio che morire, per ricordarsi di essere vivo". Credo che questa sintesi sia sufficiente a farci comprendere quanto in realtà la vita di ognuno di noi sia una vita di carta (come diceva Mahler!), e come la morte sia il momento nel quale un uomo raggiunge il proprio stato definitivo di essere umano. Ognuno di noi, come Stracci, vive per le proprie necessità animali, corre la propria giornata solo per il raggiungimento di un qualcosa che ci nutre a metà…quando sarà la morte allora ci ricorderemo della vita. Chissà cosa direbbe oggi Pasolini di fronte a quei social network che hanno sostituito gli uomini nei propri rapporti. Come se la stanchezza del vivere sia divenuta tale da sentire l'esigenza di delegare ad altro la propria vita…La ricotta, anche in quest'ottica, diviene riflessione di grande attualità!

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  18/11/2011 23:01:46
   7½ / 10
Tipico film a episodi anni '60, il cui tema è la manipolazione delle coscienze (non a caso si chiama anche "Laviamoci il cervello"). Il primo episodio di Rossellini tratta la manipolazione delle coscienze attraverso l'immagine e l'aspetto esteriore. E' l'episodio più classico sia come stile che come tematica (la tipica gelosia e possessività italica). I caratteri e la storia sono un po' stereotipati. Girato prevalentemente in studio o con falsi fondali, ha un ritmo molto lento. E' secondo me l'episodio più debole. Rimane notevolissima però l'ultima scena, quella in cui il turista americano abbraccia e bacia l'immagine filmata della Rosanna Schiaffino. E' una scena molto riuscita e suggestiva, che ha avuto illustri seguiti in "Persona" di Bergman e "Dillinger è morto" di Ferreri.
Il secondo episodio, quello di Godard, si occupa invece della manipolazione più sottile dovuta ai giochi politico-planetari e alle paranoie di cui il comune cittadino rimane vittima. Ha un'impostazione esistenzialista (tipicamente francese), mettendo in evidenza l'estraneità con cui l'individuo partecipa alla vita collettiva. Ha un ché di surreale. Girato quasi tutto in esterni, con tante immagini di vita quotidiana e banale (tipico della nouvelle vague), ha un ritmo lento e frequenti primi piani o piani medi prolungati sui personaggi. E' un episodio enigmatico e che non ha conclusione (assenza di trama narrativa evidente, altra caratteristica nouvelle vague). Anche questo episodio non mi ha lasciato molto soddisfatto.
L'ultimo episodio di Gregoretti si occupa della manipolazione operata da parte della pubblicità ed è l'episodio più didattico. E' una denuncia molto chiara della spersonalizzazone e della riduzione del cittadino a rotella dell'ingranaggio del sistema. Fa effetto vedere l'Italia primi anni '60, tutta presa dalla corsa al benessere e al consumo, pronta a "divorare" anche l'ambiente. Allora questo fenomeno veniva percepito e denunciato alle coscienze. Oggi ci siamo assuefatti. E' un episodio che io ho trovato interessante.
La parte clou del film ce l'ha però il terzo episodio, quello della "Ricotta", girato da Pier Paolo Pasolini. Qui si parla di manipolazione dovuta alla sostanziale ipocrisia della borghesia. Il tema è quello scottante (allora ed ora) della religione cattolica. Pasolini se la prende soprattutto con la riduzione della religione a semplice esteriorità, a vuota liturgia, mentre intorno dilaga il materialismo e lo scetticismo. Lo "scandalo" è dovuto all'accostamento delle immagini iconografiche religiose con uno stile sarcastico e grottesco. Solo Bunuel con "Viridiana" aveva osato tanto. Quindi non viene presa in giro la religione in sé, ma la sua iconografia (le immagini statiche, fotocopia delle immagini devozionali o artistiche). In realtà nell'episodio si esprime a suo modo un profondo senso religioso, soprattutto grazie alla figura di Stracci (il ladrone), rappresentato come un povero cristo, e quindi il vero Cristo. Niente blasfemia dunque, ma la rivendicazione di una forma religiosa genuina e di contenuto, attenta ai poveri, e non esteriore e attenta solo ai potenti.
Con questo episodio Pasolini afferma inoltre la propria identità di intellettuale sicuro di sé, che si sente superiore a chi lo condanna o lo critica. Mette in bocca a Orson Welles parole e giudizi molto duri, soprattutto sulla borghesia italiana; parole che si sono rivelate profetiche ma che allora fecero l'effetto di provocazione o di esibizionismo. Forse c'è un po' anche di questo, ma sfortuna ha voluto che Pasolini abbia azzeccato tutti i suoi giudizi negativi che allora sembravano paradossali.
Anche in questo episodio si nota il gusto di Pasolini per le facce segnate dei popolani, per la loro cultura spontanea e verace, per i ritmi spezzati e le inquadrature contrapposte, nonché la fascinazione per i volumi fisici del corpo maschile.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  04/11/2011 14:52:22
   7½ / 10
OTTIMO L'EPISODIO DI PASOLINI,BUONO QUELLO DI GREGORETTI CON TOGNAZZI,TRASCURABILI GODARD E ROSSELLINI

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/09/2011 15:54:20
   7½ / 10
Per quanto io abbia un ricordo troppo vago degli episodi di Rossellini e Godard, trovo che sia un film a episodi diverso dal solìto, perfettamente tangibile degli anni del boom economico, a tratti insolito e originale. Lo è "La ricotta", splendida parabola con un monologo del grande Orson Welles, e lo resta "Il pollo ruspante", ritrattino vetriolico dell'Italiano medio consumatore interpretato da un Tognazzi in gran forma con tanto di figlio "vero" (Ricky Tognazzi) agli esordi

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/07/2011 18:15:53
   8 / 10
Classico film a episodi anni '60.
Niente di speciale l'episodio di Rossellini, tranquillamente trascurabile.
Qualche spunto interessante nell'episodio di Godard ma nemmeno lui stupisce.
Bello l'episodio di Gregoretti, amara e cinica ironia su un'Italia che sta per essere distrutta dal consumismo. Ottimo come sempre Tognazzi.
L'episodio di Pasolini è invece una perla, una della sue migliori produzioni cinematografiche. 'La Ricotta' vale da sé la visione del film. Criticato, denunciato, sequestrato, un episodio che ha fatto molto discutere e che, ancora oggi, mantiene intatto tutto il suo splendore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/06/2010 19:23:42
   6 / 10
Carino questo film a episodi che ammetto di aver visto principalmente per La ricotta di Pasolini. La critica è alla corruzione dell'animo umano vista attraverso 4 registi e 4 "filosofie" diverse. Andiamo per ordine:

1) Illibatezza di Rossellini: forse il più fiacco e meno coinvolgente,ammetto di non averne capito gran parte. Voto 5,5.

2) Il mondo nuovo di Godard: interessante e con un'atmosfera apocalittica,è anche il più corto degli episodi ma riesce ad essere incredibilmente intenso. Trasmette un senso di solitudine e di alienazione con una trama che riguarda una catastrofe nucleare che ha cambiato il sentimento degli uomini,nel caso specifico di un uomo. Voto: 6,5.

3) La ricotta di Pasolini: è il più bello e blasfemo,con un Welles nella parte del regista e un Pasolini con una vena ferocemente ironica. Procede in maniera grottesca fino al finale amaro e veritiero,ma non serio,prendendosi gioco spesso e volentieri dell'iconografia cristiana ma mai gratuitamente. Per l'ennesima volta,fu un lavoro che venne tentato di bloccare in tutti i modi. Voto:7.

4)Il pollo ruspante di Gregoretti: carino e anche questo ironico,è supportato da un grande Tognazzi e affronta il consumismo nei suoi aspetti più tragicamente e comicamente veri. Alla fine non è eccezionale ma si può guardare. Voto:6.


Forse un pò deludente dato che con 4 registi di questa caratura il risultato non è ampiamente soddisfacente,ma comunque è passabile.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/06/2010 17.02.55
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  13/08/2009 19:03:56
   7½ / 10
Film ad episodi discontinui, non tutti convincenti, ma tra i quali splende uno dei lavori più espressivi e inventivi del Pasolini regista, “La ricotta”, che non è un film su un film, ma bensì un film girato sopra un’immagine sola, pregna d’antica densità pittorica, della crocifissione di Gesù. Una raffigurazione attorno alla quale si snoda, ormai svincolata dalle regole del Neorealismo, tutta la poetica dissacrante del grande artista e intellettuale italiano.
Morirà in croce un poveraccio, nella parte del ladrone, la fame del popolo e la mancanza di pane, vera e propria ragione di fede nell’arte di Pasolini, per scherzo della sorte, morirà, a causa di un’indigestione di ricotta.
Straordinaria e corposa la partecipazione di Welles. Il solo episodio, magnifico, vale l’intera visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/02/2009 13:49:09
   6 / 10
Di solito quando mi trovo di fronte a un film ad episodi non mi aspetto grandi contenuti sociali ma solo dei "corti" solo a scopo di intrattenimento...Qui pero' le firme dei quattro episodi sono importanti ed è normale attendersi qualcosa di piu'!
Passato il primo,forse il piu' deludente,troviamo l'episodio piu' breve che è quello di Godard...I classici temi del famoso regista Francese vengono affrontati divinamente sullo sfondo di un emergenza nucleare che ha cambiato l'umore degli esseri umani!Breve ma intenso!
Anche il terzo episodio rispecchia alcuni temi cari a chi l'ha girato...Pasolini!
Con un Orson Welles che ricorda davvero Fellini (come da lui citato)...Ma la serietà dell'episodio viene rovinato da sequenze girate a doppia velocità che lo rendono troppo grottesco e quindi lontano dai miei gusti personali!
Poi l'ultimo episodio,forse il migliore,ci parla del consumismo sfrenato e associa gli esseri umani addirittura a dei polli d'allevamento!
Critica importante e riuscita anche se il finale...beh,che ci fa li quel finale?

paride_86  @  27/10/2008 00:53:01
   7 / 10
Interessante lavoro a quattro mani che affronta diversi temi, a seconda del regista. L'episodio più degno di nota è sicuramente quello di Pasolini,riuscito sia nei temi che nella tecnica; il più insignificante è probabilmente quello di Godard. Sufficienti gli altri due, che pur toccando questioni interessanti le affrontano con manierismo.

Beefheart  @  09/05/2007 15:29:28
   7 / 10
Film a episodi, quattro, rispettivamente firmati, in ordine di montaggio, Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti, vertenti sullo stato di
vittima del sistema in cui versa l'individuo con la sua impotenza materiale. Il primo dei quattro episodi, "Illibatezza", concettualmente slegato dal resto, mostra le difficoltà di una donna, hostess di professione, nel contenere ed assecondare le invadenze maschili, ma rimane il più frivolo ed insignificante dei quattro. Non diverte, non scuote, passa quasi inosservato. Il secondo, "Il nuovo mondo", perfettamente incanalato nello stile godardiano a me indigesto, è il racconto fanta-apocalittico di una potente esplosione nucleare avvenuta parecchie migliaia di metri sopra i cieli di Parigi; apparentemente senza conseguenze, letale, in realtà, nello stravolgere e disumanizzare i comportamenti delle persone. Migliore del primo come soggetto ma sforzatamente intelletuale e tipicamente improbabile a livello di dialoghi e recitazione. Il terzo, "La ricotta", è un riuscito racconto grottesco, assolutamente pasoliniano, sull'infelice e beffarda situazione della gente povera; uno in particolare, Stracci, l'interprete del "ladrone buono" nel film su Gesù che un regista, Orson Welles, sta girando a Roma, rinuncia al cestino del pranzo fornitogli dalla produzione per passarlo, di nascosto, alla sua affamata famiglia; così facendo però rimane attanagliato dai crampi allo stomaco fino a che, finalmente, attraverso alcuni espedienti, riesce a comprare della ricotta e ad abbuffarcisi senza preoccuparsi delle conseguenze... Il quarto, "Il pollo ruspante", è, a mio avviso, anche il migliore degli episodi: l'uomo medio, qui magistralmente interpretato dal grande Ugo Tognazzi, è letteralmente succube delle moderne tecniche di marketing che riducono gli individui a psico-schiavi consumatori e, come tale, si arrabatta con tutta la famiglia al seguito (della quale fa parte anche il piccolo figlioletto Ricky), nel vano tentativo di investire nel mattone, acquistando un lotto di terreno, edificabile, ma, per lui, economicamente inarrivabile. Nel frattempo, parallelamente scorrono le immagini di un sinistro individuo, guru dell'economia, che con l'ausilio di un macchinario vocale elettronico, esprime con inquietante voce metallica i dettami di quelle che sono le migliori ed infallibili tecniche di vendita. Ogni cortometraggio ha un taglio decisamente amaro di cui fanno le spese i relativi protagonisti, ma non tutti, risultano all'altezza. Nel complesso l'assemblaggio ha il pregio di andare qualitativamente in crescendo liquidando subito gli episodi meno riusciti ed efficaci e lasciando lo spettaore con "la bocca buona" grazie ai due ottimi episodi finali che, da soli, valgono l'intero film.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  09/08/2006 00:20:28
   7 / 10
Come appare scritto inizialmente, la corruzione dell'animo umano è il filo di arianna dei 4 episodi, (apparentemente non correlati), che affrontano il tema da altrettanti punti di vista.
---Rossellini descrive la sopravvenienza dell'incapacità dell'uomo di affrontare l'esistenza.. e la conseguente ricerca di una qualche via di fuga e di un senso di protezione; questo episodio è pero il meno interessante..perchè non riesce assolutamente a coinvolgere (Voto 5,5).
---Godard con il suo episodio presenta una causa (della degenerazione) del tutto diversa e correlata ad aspetti più materiali.. ossia gli effetti di una catastrofe nucleare; la sua regia si riconosce subito, ma l'episodio, così come il precedente, non è particolarmente interessante (Voto 6)
---Pasolini in maniera assolutamente essenziale e attraverso l'interpretazione di Welles, affronta da tutt'altro punto di vista il tema.. e lo fa in un modo che può sostanzialmente riassumersi nella frase finale: "crepare.. non aveva altro modo di ricordarci che anche lui era vivo" (Voto 7,5)
---Gregoretti, il suo episodio è per me il più interessante perchè affronta la "manipolazione" del consumatore medio attraverso lo studio della "Psicologia del consumatore" (in particolare attraverso quella tecnica che prende il nome di "apprendimento per emulazione") e come, nella pratica tale studio possa sfociare nel non rispetto nei confronti dell'uomo ( come può essere la pubbl. occulta ).Grande Tognazzi. (Vot 8,5)

Bella l'idea dei 4 epsiodi affidati a 4 diversi registi..quindi arrotondo la media per eccesso.

turbogio  @  10/05/2006 23:40:03
   9 / 10
Gregoretti e Rossellini in splendida forma. L'episodio di Pasolini splende per l'intervista con il "regista" e per la conclusione, la morte come unica via per ricordarsi di essere vivi. Assolutamente da vedere!

Gruppo REDAZIONE maremare  @  12/12/2004 01:12:45
   7 / 10
Film discontinuo, come gli episodi che presenta, si distingue per la presenza del bellissimo episodio di Pasolini.

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