polar (2018)

"Polar" rientra in una determinata fattispecie: è un film che può piacere a pochi, si tratta di un prodotto d'autore, fra audacia e inesorabili débâcle.

Jonas Akerlund propone un film basato sulla storia di un temibile sicario, il plot può dare, sin da subito , una netta e fedele idea, "Polar" è un film di distruzione e sangue.
Gli amanti del thriller americano (per gli americani è thriller qualsiasi cosa che abbia a che fare con pistole ed uccisioni) e del pulp, "Polar" può valere la visione; l'interesse e l'intrattenimento, non dovrebbe mancare.
Akerlund almanacca un film che si snocciola su due binari diversi, da una parte una storia improntata sul personaggio, e un'altra incentrata su il blocco dei "cattivi". La trama non ha picchi di genialità, ma è costruita in maniera tale da agevolare il lavoro ad una sceneggiatura a dir poco colorita.
Le grandi peculiarità, in effetti, del prodotto risiedono proprio nella sceneggiatura, nonostante gli inesorabili difetti, ha dei punti a proprio favore.
"Polar" è costruito intorno ad un eccesso visivo , curioso e persino simpatico, si fondono più stili, un po' di barocco, un po' di dark. Insomma se il Cinema di oggi è afflitto dal problema della scarsa originalità, "Polar" sicuramente ha molto da dare, per questo può esser premiato.

I ritmi alti, il sangue e l'azione mantengono viva la pellicola, per il contenuto, ovviamente , il film non è consigliabile a tutti, alcune sequenze sono veramente molto forti.

Il nostro consiglio per la visione è destinato ad un pubblico avanzato che sappi apprezzare le sfumature di un Cinema alternativo, ma non per questo inferiore a quello delle altre produzioni standardizzate. La volontà deve esser premiata, laddove è possibile.