Versione moderna, ambientata in Spagna, della leggenda dell'Olandese Volante condannato a navigare in eterno finché una donna non si sacrifichi per lui…
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Nonostante sia un pò appesantita dai numerosi flashback - che mescolano sogno e realtà in un cocktail affascinante, rischiando però di creare confusione nell'evoluzione dei fatti - questa pellicola di Lewin ha tutte le carte in regola per essere catalogata tra i drammi fantastici più struggenti e allo stesso deliranti della storia del Cinema. E' infatti impetuosa come la sua protagonista - una Gardner novella Pandora, che della Dea greca reincarna la pericolosità fatta a donna - ed elegante come Mason, un damerino senza età condannato nell'Olandese Volante all'infelicità eterna. La fotografia di Jack Cardiff sfrutta poi tutta la potenza del technicolor e conferisce al film una dimensione quasi ultraterrena, senza tempo. Piacerà più agli esteti che ai razionali, e sicuramente ai romantici; farà storcere il naso a chi di melò ne ha visti troppi o a chi non sopporta più le femmes fatale. Ma in un modo o nell'altro è uno di quei lavori destinati a lasciare il segno, nel bene o nel male.
Scritto e diretto da Albert Lewin, Pandora è un film che sfiora il capolavoro. Ispirato alla filosofia di Omar Khayam, che ha sempre influenzato le opere di Lewin, "Pandora" è un film sontuoso, ardito, sempre in bilico fra l'onirico e il delirio, fra l'eccesso e la ricerca d'equilibrio. E' al contempo un inno della carnalità e dell'amour fou. E' ricerca di bellezza ed eleganza, è arte nell'arte a partire dal quadro dipitinto da James Mason e che ricorda De Chirirco, passando dalle statue elleniche e dalle anfore antiche fino ad arrivare alla corrida che si trasforma in una danza di morte. James Mason si conferma un attore incommensurabile, mentre Ava gardner ci regala un raro sfoggio di sensualità, di bellezza e dieleganza. La regia così ben curata si trasforma in arte, grazuie anche alla cura scrupolosa con cui ogni singola inquadratura è stata costruita. Affascinante l'uso dei flashback. Superba la continua alternanza fra il passato il presente e il futuro, visti in un sola dimensione, una continuità onirica e poetica. Si pensi ai suonatori di musica jazz in mezzo alle statue greche o alla dicotomia che caratterizza i pretendenti di Pandora (macchina da corsa, corrida e un veliero che, pur mutando, naviga attraverso i secoli). Un film superbo, poco capito e poco apprezzato da certa parte della critica, e forse ormai dimenticato. "Pandora" è stato realizzato con passione e con sentimento. E' un film che arriva dritto al cuore o che lascia assolutamente indifferenti.