lo strangolatore di boston (2023)

Resta nel mezzo , senza incidere nè sull'emancipazione femminile nè sulla caccia al killer .
è ben realizzato per ciò che riguarda la scenografia , sono ricreati bene gli anni '70 , ma per il resto è tutto un pò troppo vago..

La vicenda dello Strangolatore di Boston con la prospettiva delle giornaliste che per prime unirono i puntini sugli elementi in comune fra gli omicidi. Giornaliste all'epoca degli anni sessanta era un ruolo difficile perchè essendo donne non erano ritenute credibili rispetto ai colleghi uomini. La necessità di conciliare lavoro e famiglia, dove la seconda componente era un elemento castrante sulle loro aspirazioni professionali. La confezione del film è elegante, con una buona ricostruzione d'epoca. Finchè viene portata avanti questa visione al femminile della vicenda il film ha qualcosa da dire: donne che indagano con la loro inchiesta omicidi di donne che vivono da sole. Quando il film si concentra sul caso in concreto si evidenzia ancora di più il limite di questo film, cioè quello di essere un calco di Zodiac (anche citato) con verità sfuggenti e di comodo, le svariate incongruenze del caso e quella tipica ossessione che si insinua in misura sempre più maggiore nel personaggio della Knightley. Il film tutto sommato è vedibile, però rimane la sensazione di non aver deviato dalla traccia del film di Fincher.

Rispetto al film del 1968 con Curtis e Fonda, visto un po' di tempo fa, questo LO STRANGOLATORE DI BOSTON ripercorre le famigerate tappe dell'assassino seriale dal punto di vista delle giornaliste che si occuparono del caso.
La narrazione è un po' lenta, molti momenti appaiono dilatati e inutili ai fini del racconto e delle sensazioni che vuole ricreare, peccando soprattutto in quelle tensive, tanto che la durata del film appare eccessiva e, in alcuni momenti, pesante da digerire.
I punti cruciali toccati dal film sono diversi: dal tentativo di ricostruire una verità ancora incerta, all'evidenziare le mancanze degli uomini di legge e le capacità di donne intelligenti e caparbie nel condurre il proprio lavoro con cura e passione. Tutto in piena era ANCHE IO, film uscito più o meno nello stesso periodo di questo.
Buona la fotografia, non male il cast e la regia ma i difetti ci sono e si vedono.

Ricorda un pò "il caso spotlight " percorrendo le indagini delle due giornaliste che si occuparono del caso. Una buona ricostruzione degli anni 70 con una fotografia spenta e grigia ci cala nelle atmosfere cupe del caso del serial killer tutt'altro che risolta. Molti dialoghi, tanti intrecci, un accenno alla tematica dell'emancipazione femminile e una buona interpretazione di Keira Knightley, hanno reso interessante la visione..pochi momenti lenti, pecca però nella tensione e nel finale un pò dispersivo. tutto sommato però porta a casa il risultato.

Un film noioso che punta molto sull'emancipazione femminile...
Regia e ritmo piatti, poca tensione...
Sono riusciti a ben ricreare gli anni 70 ma non per forza è un pregio.

Prodotto da Sott Free, Ridley deleg'a Ruskin quella parte della propria poetica che ha di molto anticipato il #metoo e l'hype contemporaneo per femminicidi, mascolinità tossica, donn'eroine. In una fotografia livida, il film parte da "Zodiac" (Fincher 2007) e dalla verità inafferrabile per scivolare nel buddy movie di "Thelma & Louise" (1991) a scapito dell'impatto emotivo e d'un'avvincente tensione.