Ultimo rampollo di una ricca dinastia, Leone studia dalla finestra del suo palazzo l'umanità che lo circonda. Quando decide di aiutare i poveri, in famiglia lo dichiarano pazzo.
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John Boorman prima di intraprendere la strada della New Hollywood fa tesoro della rivoluzione punk che vive in Gran Bretagna, dimostrando nuovamente come la controrivoluzione moderna, sia sociale che artistica, leghi tutto il mondo occidentale. LEO THE LAST è un film sovversivo, ma lo è politicamente e didascalicamente, e come tale va preso. E' un film forte del suo surrealismo ma facile nelle sue metafore antiborghesi, convenientemente moderno nelle sue scelte tecniche (ad esempio l'uso del voyeurismo) e libero di fare del cinema alternativo.
Eccentrico lavoro di Boorman,una storia metropolitana contro il razzismo. Mastro1anni è ancora una volta gigantesco,uno dei pochi veri motivi per ricordare il film non del tutto riuscito. La sua presa di coscienza,la sua indignazione alle vessazioni che subiscono le persone di colore che lui spia stile Finestra sul cortile,valgono almeno una visione. Il risultato finale non è proprio entusiasmante,è appunto una pellicola molto strana e poco omogenea in fin dei conti. Forse in questa sua stranezza sta anche un certo fascino,oltre che nel grottesco che non abbandona mai i toni del film fino al finale. Alcuni momenti,pochi effettivamente,sono molto divertenti.
Tentativo non del tutto riuscito di esportare in Usa il nome di Marcello M., anche attraverso un regista di grande talento come Boorman. Il film ha molte velleità, ma non riesce quasi mai a diventare persuasivo. Forse è più ridondante che pretenzioso, in fondo. Comunque una prova non disprezzabile, ma poteva essere meglio