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Una delle pellicole più particolari della "vecchia" Hollywood, in cui commedia e dramma si incastrano perfettamente grazie ad una sceneggiatura che regala sorprese dall'inizio alla fine. Impossibile catalogarla in un sottogenere preciso poichè fa il verso alla sophisticated comedy, alla screwball tanto cara al regista, al dramma e anche alla satira sociale, è un prodotto estremamente godibile ed invecchiato benissimo perchè può contare su di una batteria di attori perfetti ed una ragnatela di dialoghi a dir poco scoppiettanti ( si veda ad esempio l'esilarante seppur pacato battibecco iniziale tra i due cognati ). Machiavellico il piano in cui nel primo flashback Alfredo progetta di vendicarsi della sua amata; è invece meno riuscita la lunga parte slapstick finale
dove il nostro distrugge casa cercando di realizzare il proprio intento.
Il tutto - cosa non secondaria - innaffiato da musica di qualità, con lunghe parti concertistiche capaci di emozionare veramente ( solo ne "Il Concerto" di Mihăileanu ho registrato un trasporto emotivo maggiore ). In una parola, grande Cinema.
Sembra prendere la piega della commedia drammatica ma l'enfasi della parte finale la fa sembrare quasi demenziale, nella goffaggine "omicida" del protagonista. Una pellicola fondata su una buona regia, dei dialoghi ben articolati e un protagonista in grande spolvero che primeggia con gli altri interpreti nei continui e repentini scambi di vedute. Una visione discreta che lascia soddisfatti.
Spassosissima commedia sofisticata che, oltre appunto a divertire, riesce anche a regalare delle buone trovate registiche, dei dialoghi a tratti eccezionali e una coppia protagonista in gran spolvero.
Alfred Carter è un famoso direttore d'orchestra. Di ritorno da un lungo viaggio viene suo malgrado a conoscenza del presunto tradimento della moglie con il suo giovane segretario. Durante il concerto successivo a quella scoperta si ritroverà a immaginarsi tre modi diversi per risolvere la situazione: uxoricidio, perdono o duello?
Sturgers si conferma ai miei occhi come un ottimo regista, e qui lo mostra non solo regalandoci una commedia che funziona a meraviglia, ma anche inserendo la trovata delle fantasie che assalgono il protagonista durante il concerto. Quella macchina da presa che dalla sala stringe sempre di più l'obiettivo sino ad arrivare all'occhio di Harrison per finirci quasi dentro è notevole. Senza prendere in considerazione i molti momenti di puro divertimento, la maggior parte dei quali riservati alla seconda parte della pellicola. Su tutti il tentativo dell'uomo di mettere in atto le sue tre fantasie... davvero esilarante. E tutto questo lo fa sfruttando con una certa sapienza elementi che, invece, sembrerebbero tipici del cinema drammatico: il dettaglio sull'occhio di Harrison appunto, oppure il gioco d'ombre sulle pareti. Insomma, è fantastico! Azzeccata anche la scelta di mantenere in sottofondo la costante musica dell'orchestra. E poi gli attori. Rex Harrison, al quale Sturges riserva molteplici inquadrature ravvicinate, mostra di avere la stoffa del grande attore; basta guardare anche solo una delle due espressioni successiva alla scoperta del presunto tradimento della moglie. Senza dimenticare l'intera comica della messa in atto di ciò che aveva immaginato. E la Darnell? Ma che meraviglia rappresenta in questa pellicola? Non che nelle altre non lo sia, ma qui sembra persino più bella del solito, oltre che perfettamente calata nella parte. Con quell'abito nero accompagnato dalla stola bianca, poi, è da rimanere senza fiato. Bellezza a parte, risulta letteralmente irresistibile quando fa la civetta durante una delle galoppate d'immaginazione del marito.
In sostanza direi una commedia ingiustamente caduta nel dimenticatoio ma che, senza dubbio, merita almeno una visione e per svariati motivi. Imperdibile!
Buonissima commedia, peccato sia finita nel dimenticatoio...parte un pò lenta, ma da metà in poi fila via che è un piacere, tra trovate esilaranti e un cast di attori di tutto rispetto.
Una divertentissima commedia sofisticata che gioca con la gelosia e l'adulterio con grande audacia, sceneggiata come un operetta diabolica tra sogno e realtà. Sturges, forse anche per l'ingegnosità dell'intreccio, mi ha ricordato il miglior Mankiewicz. Un film leggero, elegante e di classe, con uno straordinario Rex Harrison e una splendida Linda Darnell. Rifatto negli anni '80 con Dudley Moore.