Bambina gravemente ammalata è sequestrata da una banda criminale italo-francese. Il commissario Sarti (C. Cassinelli) fa evadere da Rebibbia “Monnezza” (T. Milian) e con lui e altri malviventi organizza una strana squadra d'assalto.
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Ormai questa e' storia del Nostro grande cinema che fu...purtroppo quasi più nessuno di coloro che presero parte alla pellicola e' ancora in vita ( tolto Biagio "Calabria" Pelligra); Milian per la prima volta nei panni del Monnezza (ruba la scena), la sapiente regia di Umberto Lenzi e il cast in grandissima forma in cui spiccano Hundar e il granitico Henry Silva , ne fanno una piccola perla del genere; Ottimo anche il compianto e sfortunato Claudio Cassinelli; Divertente e malinconico il finale: "Stavolta il Monneza se ne va!" E purtroppo alla fine se ne e' andato per davvero.
Un buon poliziesco di Lenzi,un riuscito mix tra il serio e lo spassoso, con un Milian che forte della sua mimica ( e dello splendido doppiaggio di Amendola) monopolizza praticamente la scena. Cast di contorno composto da volti noti del cinema bis dell'epoca. Per il resto nulla di nuovo, sceneggiatura non eccelsa ed un po' ripetitiva fortunatamente salvata dalla solita buona dose di violenza e da numerose scene d'azione ( come al solito ben gestite). Buona anche in questo caso la colonna sonora di Canfora. Non memorabile ma un buon prodotto d'intrattenimento,questo è sicuro.
Non male ma abituato a Nico Giraldi ho fatto un poco fatica ad affezionarmi al Monnezza...qui Milian non è completamente protagonista, ci sono momenti polizieschi troppo serie rispetto alle mie aspettative, il cast non mi ha entusiasmato. Fortunatamente lui tiene alta la baracca.
Bel film di Lenzi, che non spicca comunque rispetto agli altri dello stesso genere (anche quelli diretti dallo stesso Lenzi e interpretati dallo stesso Milian, penso soprattutto a Il cinico, l'infame, il violento). Sebbene non memorabile, comunque, è piuttosto apprezzabile specialmente per gli amanti del filone. Per il resto, nulla di particolare da segnalare, se non il fatto che questo lungometraggio introduce il personaggio del Monnezza, uno dei protagonisti dell'ancora più riuscito (a mio avviso) La banda del gobbo.
Beh che dire? "Il Trucido e lo Sbirro", altra perla del mitico Umberto Lenzi, segna l'entrata in scena del Monnezza, per cui non serve stare molto a discutere. Un grandissimo Tomas Milian la fa da padrone, in un ruolo che sembra essere stato cucito apposta per lui, grazie anche ad uno straordinario Ferruccio Amendola che gli presta la voce in maniera a dir poco sublime. Molto apprezzabile poi la figura del Commissario, interpretato da quel Claudio Cassinelli, visto anche in "Milano Violenta"; certo non siamo ai livelli dell'inarrivabile Maurizio Merli, ma qui non sfigura affatto, anzi si lascia apprezzare più che dignitosamente. Eccezionale, per concludere il discorso sui personaggi, il solito grande Henry Silva, forse non sfruttato appieno, ma pur sempre efficace. E poi c'è il film con tutti gli ingredienti classici al loro posto; rapine come se piovesse, abbondanza di inseguimenti con ottime inquadrature anche di dettagli interessanti, discreto abuso di piombo e violenza in genere. Le scene epiche si sprecano, soprattutto quelle in cui il Monnezza è protagonista, spesso con le sue tipiche battutacce sullo stile di "Ma secondo me non po' esse che c'hai tutto sto c.ulo…perche?...perchè quando è scritto è scritto,str.onzo", oppure "Sia lodata l'anima delli mortacci tua" e non ne aggiungo altre ma potrei andare avanti all'infinito. Certo è che il dialetto romano calza proprio a pennello ed in tal senso i "a fiio de na mìgnotta" non si contano e ci stanno sempre bene in questo contesto. La storia è tutto sommato avvincente, senza neppure troppi buchi di sceneggiatura come invece spesso accade in film del genere. Il coinvolgimento poi è assicurato e la visione scorre via in un attimo.
Vecchi classici da riscoprire, anche per i non appassionati del genere.
Il film che ha lanciato la figura iconica del Monnezza al grande pubblico, è un poliziesco violento e curato che vede uno sbirro ostinato assemblare una squadra di malviventi per far fronte ad una banda della criminalità organizzata. Niente di trascendentale, semplice ma efficace. E' chiaramente Milian/Amendola e il suo borgataro parolacciaro a far la differenza, alleggerendo la crudezza della storia e rubando i riflettori a tutto e tutti ad ogni sua entrata in scena (ma mentre qui è coinvolto nella vicenda, nei due seguiti è quasi un segmento a parte).
Nel complesso un buon prodotto che, grazie all'apporto cruciale del suo immenso protagonista, è riuscito a rendere il nostro cinema popolare mille volte più popolare; se non altro getta le basi per un'altro personaggio che, sebbene simile nel look e nei modi di fare, preferisco di gran lunga, ovvero il commissario Nico Giraldi (che, ribadisco, non è il Monnezza!).
Interessante pellicola di Lenzi che se da un lato rispetta le regole del poliziesco di quegli anni, dall'altro introducendo il personaggio indovinatissimo del Monnezza riesce a stemperare l'atmosfera violenta del film con inserti pressochè da commedia. Milian sugli scudi (insieme ad Amendola al doppiaggio) ed una fila di ottimi comprimari come Cassinelli danno vita ad una pellicola particolare basata sull'alleanza fra polizia e delinquenza comune.
Poche parole per descriverlo, Tomas Milian e Ferruccio Amendola in stato di grazia è già una combo che ha del leggendario. Un cinema di borgata, ingenuo nelle scene d'azione ma profondo nello spirito e nella volgarità sincera. Solo applausi per il Monnezza.
Poliziesco dozzinale cafone e mal fatto, si salva solo qualche battuta di er monnezza ma per il resto è il classico poliziesco stereotipo come tanti altri
Milian sotto tono, non ha la crudeltà di un gobbo né ancora la simpatia del commissario Nico Giraldi. Anche la storia è il solito rapimento di una bambina (ovviamente ammalata) con sparatorie, rapine e inseguimenti annesse. Sotto utilizzato Henry Silva.
Un film discreto, passabile, ma senza l'esordio del mitico Gobbo/Er Monnezza/Tomas Milian, non se lo sarebbe filato proprio nessuno.
Troppo classico e controllato come poliziesco, è anche un pò strano vedere er Monnezza in un contesto ne totalmente drammatico, ma comunque non proprio da commedia; il personaggio quindi starà più a suo agio in futuro, regalando "il meglio di sè" in altri film.
Come poliziotteschi Lenzi ha fatto di sicuro di meglio; tutto, seppur diretto con mestiere, è un pò anonimo e la visione vale, ripeto, solo per il lancio del mitico romanaccio interpretato dal grande attore.
che onore commentare questo piu che sufficiente film cn per la prima volta sullo scherzo nei panni del monnezza tomas milian......naturalemnte essendo romano mi risulta pressochè impossibile non capire:"aho ma perche c.azzo m'hai portato fori dar carcere?" o altre frasi in dialetto che ora non sto a dirvi...il film ha la solita trama nel genere poliziottesco..quindi se vi è piaciuto questo film non perdetevi la banda del gobbo,la banda del trucido e squadra volante(sempre con tomas milian)...volgarità onnipresenti nei film in questione....il regista di questo film successivamente si dedicherà all'horror-splatter...un film del genre che vi conisglio è sicuramente cannibal ferox(leggete la mia recensione sul sito se volete saperne di più...)