Per un incidente capitato alla star, un'ingenua trovarobe diventa la protagonista di un musical. E proprio quella sera, in platea, c'è il famoso regista hollywoodiano De Millon.
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Non ho mai amato i musical, tranne rarissime eccezioni, ma il nome di Ken Russell mi ha fatto vincere questa ritrosia. Il palco di un teatro di periferia diventa un subbuglio causato dalla presenza di un noto produttore hollywoodiano. Ecco quindi che prende piede una rappresentazione ed al tempo stesso un'audizione collettiva finalizzata a colpire l'illustre spettatore e raggiungere le mete della celebrità. Dietro questo omaggio al musical di una volta a colpi di tip tap e charleston c'è il sogno hollywoodiano che con la sfrenata visionarietà del regista inglese trasforma letteralmente il povero palcoscenico teatrale in un sontuoso set cinematografico dove i numeri vengono amplificati nella loro bellezza e grazia. Vale la pena vederlo anche ai non appassionati solo per la sua visionarietà che raggiunge livelli straordinari.
Uno dei film più "froci" della storia, poco ma sicuro: senz'altro per affinità culturali e musicali (Broadway, Cole Porter, le commedie di Noel Coward, un certo climax di libertinaggio inglese). Molti lo troveranno adorabile, altri insopportabile: se amate Rufus Wainwright e avete amato l'ultimo di Neil Jordan è il film che fa per voi, altrimenti girate al largo. La presenza di Twiggy, famosa icona-beat (fotomodella-grissino lanciata al cinema da Antonioni in "Blow-up") non fa che evidenziare il glamour di questo film