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Se cercate il Miike folle,perverso e visionario,autore di tanti capolavori state visionando la pellicola sbagliata ( nonostante un paio di elementi presenti in quasi tutta la sua filmografia non manchino). Un Miike ad inizio carriera dirige in modo non particolarmente ispirato un action con qualche combattimento marziale ed un po' debitrice ai celebri yakuza-movie...nulla di eccezionale ma una visione comunque simpatica e non particolarmente impegnativa. Per me ad una sufficienza ci arriva benché sia un prodotto tralasciabile all'interno della sterminata filmografia del regista nipponico.
Uno dei Miike più noiosi in circolazione: un film talmente didascalico che si fa fatica ad associare allo straordinario cineasta giapponese che del resto qui era ancora alle prime armi. C'è qualche traccia dei film che verranno ma l'amalgama è troppo eterogeneo per appassionare lo spettatore che si troverà più volte a trattenere qualche sbadiglio. Consigliato solo a chi vuole vedere veramente tutto di Miike.
Un affiliato alla yakuza decide di fregare il proprio boss sottraendogli un' ingente somma destinata allo spaccio di droga. Vorrebbe cambiar vita insieme alla fidanzata costretta a prostituirsi. Il colpo riesce ma finisce in carcere, dopo cinque anni passati al fresco può finalmente recuperare il denaro nascosto con astuzia e ritrovare la compagna con la quale ha perduto ogni tipo di contatto. Fuori dal carcere ad attenderlo però non ci sono solo i soldi, ma anche i suoi ex colleghi di malaffare desiderosi di fargli la pelle e recuperare il bottino. Per evitare il peggio l'ex galeotto ingaggia l'energumeno Kiba, imbattibile karateka ed affidabile guardia del corpo. Tra le innumerevoli pellicole firmate da Takashi Miike, indiscusso stakanovista della mdp, ce ne sono alcune inevitabilmente di mediocre livello (almeno per un regista dotato di capacità fuori dal comune come le sue). "Bodyguard Kiba" è uno dei primi lavori in assoluto, un film fiacco ed impersonale, totalmente privo di quelle idee spesso piacevolmente sopra le righe che hanno sancito le fortune del filmaker giapponese. Ci sono tracce embrionali delle sue ossessioni ma la storia è veramente troppo lineare per poter avvincere. Un noir con sfumature melò e parecchi siparietti dedicati alle arti marziali, momenti in cui il karate prende pieno possesso dello schermo con combattimenti girati in maniera abbastanza grossolana. Non mancano violenza e qualche momento soft-core ma la morbosità di cui Miike si è fatto più volte notevole portavoce è ben lontana. Siamo davanti ad un film acerbo e molto debitore all'action Hollywoodiano e a quello di Hong Kong. L'epilogo melodrammatico non convince, quanto l'appendice dello scontro. Abbastanza grottesca la rivalità tra i vari dojo, suona come inserita a forza nello script.
Uno dei primi Miike. Un giovane ha truffato la Yakuza e uscito dal carcere decide di noleggiarsi una guardia del corpo, ovvero Kiba, un karateka dalla solida morale. Qua c'è praticamente poco o niente del suo sensazionale cinema, quel che resta sono forse due fra i suoi temi principali, ovvero sesso e violenza! Il film non è però male e scorre piacevole. Per chi non si vuole perdere nemmeno un capitolo nella saga di questo mitico regista.