american gigolo' regia di Paul Schrader USA 1980
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american gigolo' (1980)

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locandina del film AMERICAN GIGOLO'

Titolo Originale: AMERICAN GIGOLO

RegiaPaul Schrader

InterpretiRichard Gere, Lauren Hutton, Bill Duke, Hector Elizondo

Durata: h 1.57
NazionalitàUSA 1980
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1980

•  Altri film di Paul Schrader

Trama del film American gigolo'

Julian Kay, di professione gigolò, diventa l'amante di Michelle, moglie del senatore Straton. L'agente per il quale lavora, Leon Jaimes, lo mette in contatto con i Rehiman, una coppia di coniugi perversi. Quando la signora Rehiman viene assassinata, Straton fa ricadere i sospetti su Julian. Riuscirà a cavarsela grazie all'intervento di Michelle.

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Voto Visitatori:   7,07 / 10 (41 voti)7,07Grafico
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Voti e commenti su American gigolo', 41 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  25/03/2024 21:03:03
   8½ / 10
Una delle pellicole simbolo degli anni '80, un film che ha la fama di essere patinato per via del culto dell'estetica che porta in dote, ma che in realtà ci mostra un mondo torbido che ruota attorno all'apparenza e al denaro. Julian Kay è il figlio naturale di questo mondo, un uomo che apparentemente ha tutto (o quasi) quello che un maschio vuole avere, dai soldi alle donne, ma che in realtà soffre di inconscia solitudine.
"American Gigolo" ha anche il merito di aver reso famoso Richard Gere, attore che personalmente non apprezzo particolarmente ma che comunque con il tempo è diventato uno dei volti più famosi di Hollywood, oltre al fatto che in questo specifico ruolo ci calza a pennello.

Filman  @  01/11/2023 15:12:09
   8 / 10
Un thriller cospirazionista come i classici di Hollywood ma con un nuovo senso di monumentalità. AMERICAN GIGOLO rappresenta un'altra realtà filmica degli anni 80 e della sua estetica romantica e tagliente dove Paul Schrader ragiona ancora sui temi del sesso e del denaro, gli unici veri elementi di controllo dell'essere umano. E' inutile dire che l'intrattenimento qui passa non soltanto dal vedere il protagonista intrappolato dalle trame tessute dai più ricchi e potenti ma anche dalla sensualità di dialoghi e recitazioni.

andrea90  @  13/03/2023 01:15:44
   7 / 10
Molto difficile da valutare veramente ,regge abbastanza bene la prova del tempo,inebriante e ammaliante (come il suo protagonista) da un lato, ma appena si cambia angolazione di analisi appare vuoto e controverso come la vita del protagonista...
grande interesse fu suscitato dalla potenziale scabrosità del tema trattato ,anche se le scene spinte sono quasi assenti ,a parte quella con la Hutton ,peraltro molto sensuale e piacevole come scena.
Iconica la sigla di apertura sulle note di Blondie ,con la mitica "Call Me".
un film che ha segnato l' ingresso dell' Umanita' in una nuova epoca (i famigerati Eighties), connubio tra auto di lusso,smoking e agiatezze di ogni tipo su cui incombeva pero' lo spettro di un Olocausto nucleare.
Tornando al film bisogna riconoscere la regia di Schrader, molto attenta e raffinata,una meravigliosa fotografia di John Bailey, ma soprattutto straordinarie caratterizzazioni di contorno ( formidabile il viscido Detective Sunday di Elizondo, memorabile il tenebroso Leon di Bill Duke) che fanno impallidire l'inesperto Gere, in un ruolo che John Travolta e Christopher Reeve rifiutarono (comprensibilmente).

Il problema principale e' la sceneggiatura ,piena di forzature inverosimili, specie nelle fasi conclusive con l' intento di far convogliare la cupa vicenda verso un inverosimile lieto fine.
Uno di quei film il cui valore simbolico e tematico prendono il sopravvento su tutto,al di la' del reale effettivo, valore.

Thorondir  @  07/01/2023 23:49:10
   8 / 10
I commenti che si soffermano sul film cult, "film anni '80", "film lento", evidentemente sono scritti da chi non conosce minimamente il cinema di Paul Schrader. "American Gigolo" non è solamente il racconto dell'effimero edonismo degli eighties, della ricerca materialista del benessere, dell'apparire: nel film di Schrader c'è un tema portante del suo successivo cinema, per 40 anni: l'impossibilità di sfuggire ai disegni del destino, un qualcosa di profondamente connaturato ai personaggi di Schrader. I suoi sono uomini che per loro personali scelte o per situazioni legate al loro essere finiscono sempre e inevitabilmente per farsi del male, per non poter scappare all'imbuto dentro il quale si sono messi da soli. C'è tutto un tono di progressiva decadenza in questo film (fisica e d'aspetto oltre che morale) che permea tutto il successivo cinema di Schrader. E alla fine, anche se l'amore tanto cercato sembra arrivare, non c'è mai reale distensione, mai pieno appagamento. Sono uomini che non ce la fanno mai quelli di Schrader. Insomma, un film che a causa dell'aura di "cult" (che si guadagnò più per le sbavate e l'organo in bella vista di Gere che per reale comprensione del film) ha finito per essere banalizzato, non compreso, quasi reso ridicolo.

Da segnalare un finale che anticipa altri praticamente identici di Schrader come quello de "Lo spacciatore" e di "The Card Counter": tutti omaggi al finale di uno dei film più importanti per Schrader, "Diario di un ladro" di Bresson.

Gigetto01  @  27/04/2020 21:30:17
   6 / 10
Un film che ha fatto epoca e che senza dubbio fece un certo effetto, ma a me personalmente non ha fatto impazzire, sia perchè lo trovo abbastanza lento e poco avvincente, sia perchè Richard Gere è parecchio insopportabile. Bella la fotografia e la colonna sonora...per il resto niente di che.

VincVega  @  12/03/2018 19:45:53
   6 / 10
Film che senza dubbio ha segnato gli anni '80 (sopravvalutati). Il ritratto di un mondo patinato e superficiale, proprio come il protagonista interpretato da Richard Gere. Ecco questo ritratto, con tutto il contorno, è la cosa migliore, perchè la vicenda che si sviluppa è piuttosto altalenante qualitativamente e non particolarmente interessante, incluso i dialoghi che mi sembrano un po' troppo artificiosi.
Richard Gere in parte. Quasi ossessiva la colonna sonora con il brando di Blondie, riproposto in più versioni anche strumentali.
Fa specie comunque notare che questo è il film di maggior successo e, forse, il meno personale di Paul Schrader regista (come per esempio è successo anche ad un altro grande regista, Sam Peckinpah col suo "Convoy").

Pianetasud  @  26/02/2017 23:34:43
   10 / 10
Film inimitabile con un Richard Gere straordinario. Il film che apre ufficialmente gli anni '80.

DogDayAfternoon  @  26/01/2017 13:33:43
   6 / 10
La più grossa barriera nell'aver aspettato tanto a vedere questo film è sempre stata Richard Gere, il quale si è rivelato poi una grossa barriera anche per l'apprezzamento finale del film. Diciamo che è sicuramente adatto ad interpretare questo tipo di personaggio, ma quando si parte con un pregiudizio verso un attore è difficile poi ricredersi, e nello specifico Richard Gere non mi ha dato proprio nessun motivo per cambiare opinione (in questo, ma anche nei suoi successivi film).

Al di là del suo protagonista, ho comunque trovato "American gigolò" un film non molto attraente o interessante, con una buona confezione ma con una trama che fatica a ingranare, risollevandosi solo nella mezz'ora finale. Celeberrima la colonna sonora di Moroder, anche se devo dire che "Call me" non la trovo molto adatta al contesto, specialmente nell'associazione musiche-immagini.

Spotify  @  08/12/2016 04:36:48
   6 / 10
Con "American Gigolò" ci troviamo senza dubbio di fronte alla pellicola che ha lanciato Richard Gere, conferendogli certamente più la fama di sex simbol che di attore top. Diciamo che questo film si può definire come un'antesignano dei prodotti cinematografici che hanno lanciato attori non eccelsi ma dotati di quel bell'aspetto che faceva accorrere le donne in sala. Ben che l'anno di produzione sia solo il 1980, l'atmosfera degli anni 70 non si sente per niente e più si visiona la pellicola più si ha l'impressione che essa, sia stata fatta per scopi puramente commerciali, come del resto, ogni produzione artistica degli anni 80. Già la trama di per se è parecchio ordinaria, una vicenda che di originale ha ben poco. Si capisce subito quale è il messaggio che Schrader vuole mandare, piuttosto scontato. Tuttavia, è Schrader stesso a far si che il film sia comunque piacevole (per lo più nella prima parte), in quanto il regista sfodera un regia piacevole, non dinamicissima ma che coinvolge lo spettatore al punto giusto. Ci si immerge in un contesto elegantissimo, fatto di persone per bene, ma che dentro di loro nascondono le pulsioni più sfrontate (vedi spoiler). In tale ambiente però, c'è anche un'altra zona, una sponda dove c'è corruzione, brogli, intimidazioni di ogni genere perpetrate verso chiunque come succede proprio a Julian quando finisce nei guai. Difatti, è proprio qui che il director vuole andare a parare, cioè ci vuole mostrare che un gigolò come Julian Kay, può godere della protezione di persone che si ergono sopra a tutto, ma, appena certe cose prendono una piega inaspettata, questi individui voltano le spalle ai "loro" stessi gigolò , i quali improvvisamente, senza più la copertura, si sciolgono come gelati al sole. Basta quindi perdere l'appoggio delle alte sfere, ed ecco che crolla tutto in un attimo e oltretutto, ci si ritrova contro, quelli da cui prima, si era protetti. Messaggio che, come ho scritto prima, era prevedibile già da diverso tempo prima che la pellicola si avviasse verso la fine. Eppure, ammetto che quella di Schrader è una comunicazione purtroppo sempre veritiera.
Buona la direzione di Gere, reso decisamente credibile nel suo ruolo, il regista lo rende molto naturale in tutti i suoi atteggiamenti, lo caratterizza quanto basta per farlo sembrare il più classico dei gigolò. Bene anche la caratterizzazione del personaggio di Michelle, molto particolare. Tale figura nel film è anche molto affascinante, non è come tante altre donne presenti in prodotti di questo tipo.
Belle le scenografie, molto eleganti e raffinate, si sposano alla perfezione con lo stile della pellicola.
Altro punto di forza è la colonna sonora, dove si erge la famosissima "Call Me" dei Blondie, pezzo disco/rock celeberrimo dei primissimi anni 80. Anche il resto del soundtrack si mantiene su buoni livelli grazie alle grandi capacità dell'italiano Giorgio Moroder.
Valido il cast: Richard Gere è bravo, fa molta leva sul proprio sex appeal, però, indubbiamente ha delle valenti abilità recitative. Sprigiona parecchia naturalezza nella sua interpretazione e da importanza anche alle movenze. Espressioni riuscite e esplicazione dei dialoghi funzionale. Buona prova anche per Lauren Hutton, anch'essa come Gere, punta molto sulla sua accentuata sensualità (in certe scene è proprio tanta roba XD), e attraverso ciò riesce a trarre una performance positiva. Contraddistingue bene il suo personaggio, ci mette molta passione.
Il film secondo me, si inceppa nella seconda parte, dove il ritmo cala vertiginosamente e la narrazione si fa inutilmente più contorta. Se nella prima parte, ben che non succeda tantissimo, si assiste piacevolmente allo svilupparsi della storia, e proprio quando il tutto sembra dover esplodere da un momento all'altro, ecco che Schrader si perde, proponendo diverse scene che fungono solo da riempitivo e altre sequenze di pseudo-suspense che sono riuscite davvero male e che inoltre, non c'entrano assolutamente niente con la generale tendenza della pellicola. Il finale è sbrigativo, il movente per il quale il protagonista è finito nella situazione in cui si trova, praticamente non è spiegato e complessivamente si ha una netta sensazione di frettolosità nel girare l'epilogo della pellicola (vedi spoiler).
Di tutto ciò, è complice anche una sceneggiatura alquanto difettosa: innanzitutto si sussegue un'elevata ripetitività di situazioni, si vede chiaramente che Schrader non avesse proprio moltissime idee. E infatti quello che fa è semplicemente riciclare ogni momento della vicenda, per poi riproporlo nel contesto seguente, con l'aggiunta di qualche dettaglio in più. Questo è stato il grande sforzo del regista/sceneggiatore. Poi, se la regia cala di intensità nel secondo tempo, molto è dovuto anche alla seconda fase dello screenplay, dove c'è un continuo girare intorno ai vari contesti che vanno a delinearsi, e alla fine non si riesce mai sul serio a ricavarci qualcosa di concreto. Finale scritto in maniera banale e mediocre. Per lo meno, ho trovato discreta la stesura dei personaggi e anche i dialoghi non sfigurano, almeno hanno un certo ritmo.

Conclusione: una pellicola che oggi è ritenuta cult, forse così è per via di alcuni fattori, però poteva essere un film molto più bello e invece è pieno di ingenuità e leggerezza che lo limitano non di poco. Sufficienza piena e niente di più.

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fabio57  @  06/05/2016 11:35:27
   7 / 10
Il film che lanciò Richard Gere, pur non essendo niente di speciale, ebbe il merito di farci conoscere una tipologia femminile all'epoca non tanto nota .Oggi diremmo milf, in quel periodo le chiamavamo tardone maliarde. La sostanza è la stessa, donne mature, non sempre avvenenti, in cerca di avventure sessuali con giovani e prestanti stalloni, ovviamente disposte a pagare. Il film che ha le caratteristiche del giallo, è scorrevole e tutto sommato godibile.

freddy71  @  25/05/2014 21:38:33
   7 / 10
un film carino anni 80....si puo guardare... bella la colonna sonora di moroder

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  10/03/2014 11:59:36
   5 / 10
Film piatto decisamente carente di tensione.

kadhia  @  06/03/2014 10:05:21
   7½ / 10
Film di transizione tra gli anni 70 e gli anni 80. Il gusto per fortuna è ancora anni 70, per l'eleganza di Gere oscar a Giorgi Armani, senza Julian, il fascinoso gigolò di lusso per signore della società ultra-bene, non sarebbe stato tale. Per quello che mi riguarda film ben riuscito.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  04/03/2014 21:01:44
   8 / 10
Film manifesto degli anni 80, transizione obbligatoria tra il vecchio cinema anni 70 (storia e sceneggiatura) e quello a venire (estetica).
Dirige un Paul Schrader in forma smagliante che ancora una volta si cimenta con disinvoltura in quello che sa fare meglio: narrare storie di persone dall'esistenza squallida sempre rilegate ai margini della società, nel caso specifico imbottendo il racconto di una carica erotica estremamente affascinante (almeno ai tempi).
Il protagonista, un allora semi-sconosciuto Richard Gere, con questo film diventerà un sex-symbol e proietterà la sua carriera verso un'infinità di ruoli privi di maledettismo ma sempre ricalcati sul modello fighètto di Julian Kay; io sono tra i primi a denigrare le abilità recitative ed il volto da sberle del noto attore, tuttavia non posso negargli il merito, anche se a mio avviso si tratta più di fortuna ricavata dall'aspetto che altro, nell'aver avuto buon fiuto nella scelta dei primi ruoli da interpretare (questo, "I Giorni del Cielo" e "Ufficiale e Gentiluomo", indubbiamente i suoi film migliori); d'altro canto, anche sforzandomi, non riuscirei ad immaginare nessun altro attore più adatto alla parte di lui (che avrei visto perfetto anche nel ruolo di Pacino nell'analogo, almeno per certi versi, "Cruising" di Friedkin).

Anzitutto da lodare il livello tecnico della pellicola, di classe sotto tutti gli aspetti, regia, fotografia, luci, colori, auto abiti e pettinature, tutto creato perfettamente ad hoc per rendere al meglio l'idea del mondo glamour e di lusso cha fa da sfondo alla vicenda (accentuato anche dal narcisismo del protagonista) ed alimentare, almeno in parte, l'invidia dello spettatore medio maschile (che, inutile negarlo, sogna fin dall'alba dei tempi di fare una vita del genere).
Nella prima mezz'ora di film vediamo Julian destreggiarsi con naturalezza tra belle donne, droga, ristoranti e negozi, e discutere le varie "offerte di lavoro" con i suoi due protettori principali (rimane impresso Bill Duke nei panni del viscido Leon, veramente bastardo); poi però la vicenda prende piede sempre più cupa e cattiva fino a sfociare nel thriller, ed è proprio qui che il film si fa interessante, principalmente per due motivi. Primo, perchè il vortice in cui viene risucchiato Julian improvvisamente e senza spiegazioni tiene lo spettatore con il fiato sospeso, nonostante un ritmo non sempre vivace, fino all'arrivo dei titoli di coda (indimenticabile la scena in cui Julian comincia a mettere sottosopra il suo appartamento preso dalla disperazione); e secondo, cosa molto più importante vista la firma in regia, perchè mette in risalto i tratti caratteriali e gli aspetti negativi della vita condotta dal protagonista che prima viveva su un piedistallo convinto di essere il padrone del mondo e ora viene spogliato e smontato scena dopo scena nella sua facciata, nell'intimo, e in quei pochissimi valori morali che possedeva. La bambagia in cui vivevi fino a prima (stereo all'ultimo grido, abiti firmati Armani, auto di lusso) non vale più niente, e tutte le persone "amiche" che un attimo fa erano al tuo cospetto ora ti voltano e ti pugnalano alle spalle, lasciandoti a sprofondare da solo e nell'impotenza più totale. Tutte sensazioni che lo spettatore, grazie appunto alla classe di Schrader, sente sulla propria pelle tanto quanto il protagonista.
In tal senso, si rivelano molto intense, nonchè fondamentali, le scene tra Julian ed il detective Sunday (interpretato da uno sgradevole Hector Elizondo), quest'ultimo che dovrebbe essere un rappresentante della legge e della giustizia che invece fa di tutto, attraverso frecciatine ed illazioni, per far colare a picco Julian per questioni sostanzialmente di invidia; ancora più potente l'incontro nel country club tra Julian e la moglie del politico che, con poche parole, gli sbatte in faccia la verità nel disprezzo più totale ("lei vive grazie ai favori di un numero ristretto di persone e grazie all'accoglienza in posti come questi. Lei è solo un parassita"). Parole forti che devastano ancor di più la realtà del protagonista e la percezioni di "bella vita" dello spettatore che, come detto più su, non può far altro che sentirsi solidale nei confronti di Julian (anche se, allo stesso tempo ed arrivati a questo punto, gli verrebbe un pochino da prenderne le distanze).
Allo stesso modo sono fondamentali anche le scene tra Julian e la dolce e sexy Lauren Hutton (ahimè invecchiata male) per tutto il film combattuta tra l'amore velato per Julian ed il dilemma di compromettere o meno la reputazione del marito, e l'unica persona in tutto il trambusto disposta ad aiutarlo, seppur nei propri limiti; non solo nell'intrigo che si viene a creare, ma anche nel colmare alle "debolezze" di Julian, oggetto di desiderio che conosce mille modi per soddisfare una donna ma zero per amarla.
Tutto questo per sottolineare la maestria di Schrader nel saper scoperchiare al 100% i personaggi emarginati (e i loro rispettivi universi) delle sue opere, siano essi taxisti ("Taxi Driver"), operai ("Tuta Blu"), marchette ("American Gigolò") o pushers ("Lo Spacciatore").
Oggettivamente è questo fattore a rendere "American Gigolò" un bel film.

Menzione a parte la merita l'ottima colonna sonora del grande Giorgio Moroder che in questo caso è davvero parte integrante del film; a parte le tracce musicali al sintetizzatore, che si abbinano perfettamente alle immagini, non si può pensare ad "American Gigolò" senza associarlo direttamente alla storica "Call Me" dei Blondie, tema portante cha ha contribuito a rendere la pellicola un cult a tutti gli effetti. Richard Gere, decapottabile, vento tra i capelli, e "Call Me"... le donne impazzirono all'istante tanto da dimenticare John Travolta e il suo Tony Manero.
Degna di menzione anche "Love and Passion" di Cheryl Barnes, messa a palla durante l'incontro tra Julian e Leon nella discoteca omosessuale (tra l'altro, altro merito, questo è stato tra i primi film a mostrare così accuratamente l'ambiente gay underground e lo stereotipo di pettorali oliati, cappelli da poliziotto ed indumenti di pelle che all'epoca serpeggiava e al quale ancora oggi tutti pensiamo quando viene menzionata la parola gay).


In definitiva, "American Gigolò" rimane un thriller solido e coraggioso, elegante e girato con classe, nonchè un ottimo affresco del lato squallido ed emarginato della società americana; con la solitudine a fare da comune denominatore.
Per molti è datato, oggi parte della critica ed una buona fetta di pubblico lo stronca senza tanti complimenti, ma personalmente, anche se lontanissimo dai miei preferiti, lo reputo uno dei film più rappresentativi e graffianti degli anni 80.

Da vedere, perchè sotto la patina c'è tanto tanto sporco.

deliver  @  26/09/2013 02:12:54
   5½ / 10
Film che deve il suo blasone più al valore iconico che ha finito per rivestire, che non alla sua effettiva sostanza. La sceneggiatura sembra volersi concentrare sulla vicenda di un gigolo messo alle strette, su una messa a fuoco del personaggio interpretato da Gere a scapito però di tutto il resto: dapprima i rimanenti personaggi, poi la componente "gialla", piuttosto debole e abbozzata.
American gigolo insomma è una di quelle pellicole che si ricordano più per "affetto" che altro - in tal senso, si può parlare di sopravvalutazione.

JB488  @  21/08/2013 01:46:53
   6 / 10
finale arronzato ma questo film va visto in lingua originale il doppiaggio fa piangere ,e poi

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exdinu  @  17/08/2013 16:22:37
   6 / 10
Mercedes Pagoda, i negozi di dischi, gli LP e tutto quanto fa anni 80 in questo pseudo giallo (canarino), erotic-noir e storiella d'amore dal finale confuso e (per forza) all'americana!
Il personaggio più simpatico è il detective Sunday che con le sue frenetiche indagini e l'invidia per il Gere amatore rasenta il ridicolo.
Il regista-sceneggiatore (P. Schrader) è anche lo sceneggiatore di Taxi Driver (films da alcune tematiche comuni) ma il secondo (regia di Scorzese) vince largamente il confronto sia interpretativo (il primo De Niro) che direttivo (Scorzese).

Buba Smith  @  17/08/2013 10:52:02
   4 / 10

Non mi è piaciuto per niente...

Veramente piatto.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  16/10/2010 12:51:41
   7 / 10
Cult movie su un mondo insospettabile. Molto anni '80, sicuramente avrà scandalizzato parecchio! Gere qui è proprio a suo agio e Armani gli regala punti di fascino extra. Finale un po'pasticciato secondo me, ma tutto sommato ok.

Tony yogurteria  @  28/08/2010 18:07:20
   7½ / 10
Molto molto bello e fatto bene. Ottimi anche gli interpreti, soprattutto il protagonista impersonificato da Richard. Davvero da vedere questo film, interessante

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  21/01/2010 20:24:18
   7 / 10
Un film che ha fatto epoca, più che per le reali qualità drammatiche, per l'irripetibile atmosfera glamour macchiata di sesso che Paul Schrader è riuscito a ricreare. Da non sottovalutare comunque il corredo di inaspettato realismo a sostegno dell'intera vicenda. Impossibile pensare ad un altro attore al posto di Richard Gere per il ruolo di Julian Kay, gigolò super sexy e ultra chic invischiato in un torrido caso di omicidio. Uno dei film che maggiormante segnarono l'immaginario collettivo in quanto a erotismo e sentimenti, soprattutto grazie alla fisicità e alla personalità di un attore che con questo ruolo (e col successivo "Ufficiale e gentiluomo") lasciò il segno.

outsider  @  03/11/2009 21:47:32
   7 / 10
tirato tirato e improbabile questo sopravvalutato film con un Gere davvero improbabile in quei panni.
Valido e guardabile per i colori, la musica, gli anni della produzione.

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/06/2011 11.40.13
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DarkRareMirko  @  19/09/2009 00:09:57
   8½ / 10
Manifesto un pò troppo commerciale dell'era anni 80; mi stupisce che nessuno nei vari commenti abbia citato i meravigliosi abiti di Giorgio Armani, con i quali Gere, già bravo di suo, rinasce per davvero a nuova vita (qui la giacca destrutturata è davvero portentosa, senza di essa il film non avrebbe di per certo avuto lo stesso spessore).

Qua e là troppo ammiccante, il lungometraggio ha il suo punto forte nella credibilità di comportamenti e situazioni, soprattutto verso il finale.

Musiche, scene e regia indimenticabili.

Non il miglior Schrader, ma senza dubbio comunque un film cult.

Lory_noir  @  19/08/2009 23:30:34
   4½ / 10
Mi sono annoiato tutto il tempo, ho apprezzato solo una scena. Penso che sia un film sopravvalutato e vuoto.

dewolf  @  08/07/2009 04:47:56
   6½ / 10
Filmetto carino con una storia avvincente e una buona interpretazione di Gere e la Hutton! Di sicuro non rientra tra i cosiddetti capolavori ma val la pena guardarlo come rappresentazione dei film anni '80! Mi lasciano perplessi il riadattamento della canzone-colonna sonora (tipicamente dance) in un suono quasi psichedelico (del tutto inappropriato) e il continuo "sculettare" di Richard Gere che tutto sembrava fuorchè essere un latin lover......

gasy  @  04/01/2009 20:59:38
   7 / 10
Nulla di speciale. Da Schrader mi aspettavo sinceramente di meglio. é carino. Sopravvalutato.

everyray  @  26/09/2008 15:26:10
   5 / 10
"Finalmente" riesco a guardare American gigolò di cui tanto avevo sentito parlar bene..Uno di quei film che ogni cinefita DEVE per forza avervisto,ma il risultato qual'è?

Ho sentito apostrofare questo film come MITICO,UNICO,STUPENDO..certo per qualcuno potrà anche esserlo,ma in tutta sincerità l'ho trovato debole,moralista,venale e mal recitato,una vera DELUSIONE vista anche la Media-Voto!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  15/07/2008 19:00:28
   8½ / 10
Paul Schrader già collaborò con Scorsese ed in questa pellicola si sente.
Il regista ha scritto un soggetto che ha una sceneggiatura forte di un'importante caratterizzazione psicologica del protagonista, un ritratto di un uomo che, come il Travis di "Taxi driver", in fin dei conti è un solitario, e non è altro che il prodotto dell'ambiente che lo circonda, un ambiente corrotto, dove tutto gira in funzione del valore del denaro. La presentazione di Julian mi ricorda un pò la celebre presentazione dei personaggi di "Il grande freddo", ovviamente qui ridotta ad 1/5, ma tutta la sceneggiatura di questa pellicola è straordinaria. Corruzzione, omicidio, indagini, un'evoluzione dei fatti dalle forti influenze noir. Anche la regia, di Schrader, è eccellente, una regia fluida con carrellate e movimenti di macchina che accompagnano, avvolgono, il protagonista, con la specifica funzione di simpatizzare con il protagonista stesso: il prototipo della figura maschile detestabile dall'universo femminile perchè sa esattamente, e sempre ciò che una donna vuole(attenzione non ciò di cui ha bisogno), e detestabile dall'universo maschile per lo stesso identico motivo. Finale un pò impasticciato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  30/03/2008 12:42:19
   8 / 10
Straordinaria prova di Paul Schrader, in questo classico degli anni '80.
Il regista, sceneggiatore di "Yakuza" e "taxi driver", racconta con stile molto sobrio e raffinato, una storia ambientata in un mondo corrotto in cui conta solo il denaro. E il risultato è un'ottima pellicola entrata nell'immaginario collettivo, in cui tuttavia la cornice di giallo-thriller, è , per l'appunto, solo una cornice.

Grande Gere, nel ruolo della vita, ma tutto il cast è ottimo, caratteristi compresi (Bill Duke, Hector Helizondo).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  14/10/2007 14:13:46
   6½ / 10
Film icona degli anni Ottanta, indimenticabili soprattutto le sequenze iniziali che riviste oggi rimandano alla cura per il corpo di Bale in American Psycho.
Un film ricco di fascino, ma dal finale scadente.
Buona prova per Gere, anche se altri attori avrebbero dato più spessore o fascino al personaggio.

risikoo  @  18/08/2007 23:37:27
   8 / 10
Film che riassume i patinati anni '80, il culto dell'estetica, del potere, del denaro. Affascinante. Trampolino di lancio per Richard Gere, che anche qui non brilla certo per l'interpretazione, ma nonostante tutto il fascino di Julian è palpabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  03/04/2007 14:12:11
   6 / 10
film ben fatto ma niente di piu',non riesco a dare piu della striminzita sufficienza!
pellicola che ha il merito(o il de-merito)di far conoscere al grande pubblico Richard gere(attore che non mi è mai piaciuto)...mette delle belle musiche rende patinata una storia che passa dal drammatico al sentimentale senza,pero,suscitare in me nessuna emozione particolare!
insomma niente che consiglierei al mio miglior amico!

Jumpy  @  25/03/2007 18:38:36
   8 / 10
Bellissima fotografia, ambientazioni, costumi e musiche, il ritratto di un "certo" stile di vita americano a cavallo tra i '70 e gli '80

The Monia 84  @  25/03/2007 16:14:14
   7½ / 10
Tutto è nella cornice della fotografia tipicamente dell'ideale americano: eleganza e trionfo dell'estetica e del valore-denaro. Solo quello insieme all'amore autentico potrà riscattare il "nostro" Gigolo. Ma, soprattutto, la cornice sonora con "Call me" che è stata anche la colonna dei nostri primi anni Ottanta. Complimenti alla Hutton. Gere, beh, devo trattarlo bene... senno mia madre mi sfratta!
Insopportabile il finale, ma credibile vista la debolezza del personaggio femminile.

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Il Messere  @  23/01/2007 19:28:05
   7½ / 10
Questo avvincente film, accompagnato dalle belle musiche di Giorgio Moroder, è opera di Paul Schrader, l'autore di Taxi Driver. E si vede.

davil  @  16/01/2007 16:18:46
   6 / 10
film che ha fatto epoca, ottima colonna sonora, magnetica la matura e fascinosa Lauren Hutton, ma io davvero, per quanto mi sforzi, non riesco a dargli più della sufficienza. gere non recita, mostra il corpo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  28/12/2006 10:45:17
   7½ / 10
Un film che ha segnato in modo indelebile l'edonismo e la patina degli anni ottanta, senza ombra di dubbio il capolavoro di Schrader (regista dall'estetica glamour che talvolta ha sconfinato nella ridondanza fine a se stessa).
Gran parte dei meriti sono dell'autore, mentre il personaggio di Gere resta intrigante ma sulla carta (volontariamente?) superficiale e blandamente amaro... non è l'interpretazione di Gere a rendere "ottimo" il film ma la capacità di filtrare acutamente nel mondo del denaro facile, inserendo elementi hard-boiled molto molto efficaci.
Del resto l'attore celebra soprattutto la sua prestanza fisica, e l'uso "commerciale" di un corpo.
Lauren Hutton arguta elegante e ricca di fascino (che fine ha fatto?...).
Memorabile tutta la parte finale

franx  @  07/06/2006 17:19:20
   7 / 10
E' una bella storia, un po' un Pretty Woman al contrario, ma molto più significativo.
Il crollo del mondo personale del protagonista è davvero stupefacente e coinvolgente.
La fine è molto bella.

DevilRudy  @  19/01/2006 17:36:47
   10 / 10
muSe  @  10/01/2006 15:58:32
   10 / 10
Se dai 20 ai 23 ho avuto il mito Fronte del Porto, dai 23 agli attuali domina incontrastato Gere e il suo American Gigolò.
MUST!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

2 risposte al commento
Ultima risposta 11/01/2006 23.56.25
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  07/01/2006 16:36:30
   8 / 10
Ritratto di un edonismo nascente, icona dei primi anni '80, perfetta rappresentazione del dandysmo contemporaneo, questo film di Schrader (sceneggiatore di Taxi Driver) mi è rimasto nel cuore. Perchè è perfetto nel suo essere glam, nel dar vita a un'America patinata, firmata e piena di veleno.
E la sua bellezza non si ferma all'immagine, ma entra anche nella storia e nelle interpretazioni: Lauren Hutton e Gere sono bravissimi (peccato che poi lui sia diventato il gigione che è ora) e il film si segue d'un fiato, senza cadute di sorta.
Saccheggiatissimi sono stati alcuni spunti visivi e la colonna sonora di Moroder.
Da rivedere.

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