Recensione 300 regia di Zack Snyder USA 2007
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Recensione 300 (2007)

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locandina del film 300

Immagine tratta dal film 300

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Immagine tratta dal film 300

Immagine tratta dal film 300

Immagine tratta dal film 300
 

Frank Miller è un autore piuttosto eterogeneo.
Affermatosi presso il grande pubblico firmando un intenso ciclo di episodi della serie "Daredevil" della Marvel, ha poi ideato e pubblicato alcune tra le più importanti graphic novel d'oltreoceano, quali "Sin city" e "300". Beneficiando del rinato interesse dell'industria cinematografica per il mondo dei fumetti inteso in senso lato, molti dei lavori di Miller si sono affacciati al cinema sotto forma di produzioni tanto imponenti quanto inadeguate, quali gli adattamenti di "Daredevil", "Elektra" o"Sin city".

Nell'approcciarsi a "300, Zack Snyder sceglie però una direzione completamente diversa dalla spocchia che già aveva caratterizzato il progetto "Sin city", dando vita ad un film assolutamente privo di qualsivoglia velleità, salvo quella di divertire il pubblico pagante.

La storia, o meglio il pretesto per mettere insieme il baraccone di Snyder, è quella nota della battaglia delle Termopili in cui un mucchio di sodati spartani, comandati da Leonida, oppose una strenua resistenza alle orde persiane guidate da Serse. Avrebbe poco senso però trattare "300" come un film di richiamo anche solo vagamene storico, posta l'assoluta mancanza di approfondimento con cui la sceneggiatura viene sviluppata; il prodotto finale può senza timore di smentita essere piuttosto incanalato nel grande calderone del fantasy.

Caratteristica principale di "300" è senza ombra di dubbio l'esagerazione, sotto ogni punto di vista: gli spartani sono dipinti come dei folli esaltati in grado di esprimersi soltanto attraverso i concetti di orgoglio, coraggio, forza ed onore, muscolosi ed aitanti oltre le umane possibilità; le loro donne sono belle ma dure, ed è concesso loro un ruolo paritario rispetto ai propri mariti proprio in quanto procreatrici di validi guerrieri spartani
. I persiani invece si riflettono nel loro dio re Serse, ingioiellato essere dalle fattezze sovrannaturali e dall'ego sconfinato, ubriaco di potere e privo di qualsiasi connotato positivo; al suo servizio, orde di creature mostruose dalle abilità innaturali affiancano l'esercito regolare per sopraffare il nemico.

Una simile impostazione estremizzata si riflette anche in tutte le scelte stilistiche del prode Snyder, che abusa di qualunque mezzo a propria disposizione: il digitale diventa un co-protagonista del film, assieme alla fotografia oro e porpora ed ai ralenti, utilizzati in quantità industriale. Scelte simili, non si sa quanto volute, destituiscono la pellicola di qualsiasi serietà, conferendole il giusto titolo di puro entertainment assolutamente fine a se stesso, privo di ogni tipo di velleità, richiamo socio-culturale, rimando storico o politico e rendendo assolutamente vana e futile ogni polemica in merito: hanno poco senso, infatti le rimostranze mosse dal governo iraniano che si sarebbe sentito offeso dalla rappresentazione dei persiani, così come sono destituite di solide fondamenta le accuse di fascismo mosse da più parti: proporre differenti piani di lettura di un film simile significa compiere un lavoro di analisi sproporzionato rispetto alle intenzioni dei suoi autori, ed in quanto tale difficilmente giustificabile.

In definitiva, "300" va visto esattamente per ciò che è: una semplice sequela di scene create per divertire, che traggono la propria dignità proprio dall'assoluta inverosimiglianza della sceneggiatura, dalla completa idiozia dei dialoghi, dalla spropositata esaltazione dei protagonisti, dall'esasperante regia e dalla esasperata fotografia che raggiungono vette tali da coinvolgere lo spettatore divertendolo a cuor leggero.

Ben vengano quindi film innocui e senza pretese come "300", piuttosto che prolissi polpettoni travestiti da operazioni pseudo-filologiche alla "Sin city".

Preparatevi alla gloria!

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Recensione a cura di Jellybelly - aggiornata al 30/03/2007

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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