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TRAVAUX - LAVORI IN CASA regia di Brigitte Roüan

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Invia una mail all'autore del commento Gualty     8 / 10  12/10/2009 02:54:43 » Rispondi
un calderone di stili, commedia, dramma, musical, satira, sino a citare persino i cartoni animati della disney

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Una miscela che rende omaggio al melting pot non congelando il film in una sola chiave di lettura, con regole e aspettative tradizionali che puzzerebbero troppo di condiscendenza. Lasciar libero sfogo all'accozzaglia, anche nella direzione, ha accentuato il senso di smarrimento, di interrogazione. Come trovarsi in casa propria con 10 persone di diversa provenienza che cantano in spagnolo.
Questo film non vuole illuderci una credibilità del fenomeno dell'immigrazione : parte dal dato di fatto, la presenza di clandestini buoni e cattivi l'abbiamo già dipinta a chiare lettere nelle nostre città.
Ci sfugge di più la figura del "tenero di cuore", a volte altezzoso, a volte arrogante persino mentre fa beneficienza e che si scontra quasi sempre con problemi intrinseci all'incontro-scontro di popoli. Incomprensioni, priorità diverse, modi diversi d'agire, di reagire, di rapportarsi.

viene rappresentato molto bene il genere di persone che sono disposte persino a farsi mettere a soqquadro la casa, ma che sono restie a rapportarsi davvero con le persone e le culture differenti. Vedi lei al corteo di solidarietà, totalmente estraneata. Vedi il rapporto con i suoi "dipendenti", sempre dall'alto della sua compassione-generosità-altezzosità.
Solo verso la fine è disposta a sporcarsi le mani, a cambiarsi i vestiti

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un film grottesco, una favola avvolta attorno alla necessità di innovare ( vedi, lavori in casa) , al bisogno di cambiare e di scambiare. Per non avere crepe. Dal momento che non siamo in una società chiusa, dal momento che strutturalmente la nostra civiltà moderna vuole essere dinamica, dobbiamo saper accettare qualche lampadina rotta e godere delle ventate di freschezza. Aiutando il più possibile.

Molto riuscita la tensione che si viene a creare tra Chantal e gli operai, geniale la scelta di usare il ballo per sostituire la dialettica persuasiva della parola, per burlarne la burocrazia, per ricordarci che non siamo delle menti all'interno di macchinari biomecanici.

La figura del vecchio che perseguita Chantal e che la pretende come "sposa" lascia spazio alla fantasia interpretativa. sarà la nostra vecchia cultura che non ci vuole lasciar liberi? che cerca di "travestirsi" -come in effetti farà- pur di non cambiare davvero?

le cose possono andar male... ma possono anche andar bene, e speriamo in una bella favola.

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