Pasionaria 8 / 10 17/04/2007 10:04:19 » Rispondi E’ intenso e visceralmente sincero l’addio di Olmi alla narrazione cinematografica, amara sintesi delle riflessioni di un regista cattolico sull’ipocrisia della Religione, intesa non tanto come ricerca intima di un proprio senso ontologico, quanto come arrogante imposizione ,talvolta subdola seduzione intellettuale, dei sapienti della Chiesa. Ci dice che Dio non parla con i libri, servitori di qualsiasi padrone e ce lo dice attraverso il protagonista del suo film, un professore di Filosofia delle religioni, raffigurazione dell’intellettuale per eccellenza, il cui vuoto esistenziale costruito sulla carta lo spinge a ripudiare se stesso per ricercarsi attraverso un’esistenza semplicemente vera. E come Francesco, più che Gesù, l'anonimo professore si denuda di tutto e si avvia lungo un percorso di vita differente, non prima di avere manifestato con una dura metafora il proprio disagio intellettuale: la crocifissione dei libri depositari della sapienza umana. Umana appunto, perché Dio “ non parla con i libri” , ma il monsignore ama i libri più degli uomini. Nello scontro dialettico tra il professore e il vecchio prelato esce la frase più forte del film: “ Nel giorno del Giudizio sarà Dio a dover rendere conto della sofferenza del mondo”, perché nessuna religione ha mai salvato il mondo, sarà la natura stessa a ribellarsi per le continue umiliazioni subite. Ed è nella comunione con la natura, nel ritorno ad una vita arcaica sull’amato fiume, protagonista di tanti film del regista, che il professore ricerca l’autentico senso religioso della vita. In questo modo il messaggio è semplice ma chiaro, immediato, altamente cristiano: la verità non è quella dei libri, non alberga fra le antiche dottrine dogmatiche dell’uomo di chiesa, sempre più distante, soprattutto moralmente, dall’evoluzione del mondo.
Non credo che il regista abbia voluto denunciare tout court l’inutilità della cultura, penso che certamente Olmi ami i libri, come si fa a privarsi del piacere letterario? Non sono affatto convinta che un libro valga meno di un caffè con un amico, sempre che l’autore del libro abbia l’onestà intellettuale e il rispetto nei riguardi dei suoi lettori e questo purtroppo succede raramente.
patt 17/04/2007 11:48:58 » Rispondi splendido commento rita..hai descritto così bene il significato religioso e di religione di questo film "la crocifissione dei libri depositari della sapienza umana. Umana appunto, perché Dio “ non parla con i libri” "..bravissima
Il finale è l'elemento del film che mi è piaciuto meno, anche se probabilmente Olmi non poteva fare altrimenti. Difficile da interpretare poichè si allontana da tutto il resto, il non ritorno e l'attesa che preludono alla rinuncia conferiscono al contesto qualcosa di metafisico che stona con la semplicità del messaggio. Io ho trovato molto più San Francesco che Gesù nel protagonista.
hai ragione sai..anch'io sono rimasta perplessa e un po' delusa dal dover interpretare dopo tanta "semplicità" questo finale.. a san francesco non ci avevo pensato, in effetti calza di più il personaggio.
kowalsky 19/04/2007 19:06:00 » Rispondi Ricordiamoci, la conoscenza non nasce da quanti libri abbiamo letto, ma da quante persone abbiamo avuto desiderio di conoscere nella vita C'è una continuità culturale anche in questo
..ma devi venire tu prima!..(ma la prox volta che vado a torino o a savona da amici, ti passo a trovare volenterissimo)
maremare 23/04/2007 23:48:07 » Rispondi faccio sempre un po' fatica a decidere di andare a vedere un film di Olmi, ma il tuo ottimo commento mi ha convinto!
Pasionaria 24/04/2007 10:06:40 » Rispondi Mare, l'impronta di Olmi è profonda, ovvero c'è lui completamente, se fai fatica a digerirlo, ti consiglio di premunirti di bicarbonato ;), tuttavia dal punto di vista di un cattolico convinto come lo è il regista, il messaggio è forte, ancora di più oggi con la Chiesa che ci troviamo.