Pasionaria 8 / 10 11/10/2005 10:46:13 » Rispondi Hitchcock diceva che per fare un buon film servono tre cose: 1.un buon soggetto;2.un buon soggetto;3.un buon soggetto. “Romanzo criminale” è un signor film, non solo perché ha un buon soggetto, soprattutto perché un affiatato gruppo di persone ha creduto in un progetto e ha dato vita ad un film bellissimo. Raramente ho visto una tale affinità d’intenti, una collaborazione così intensa tra regista, attori, autore. La storia personale dei tre borgatari capi-banda che si affianca e interagisce con una quindicina d’anni drammatici della recente storia italiana, è imbastita con abilità da Placido (non era facile la sintesi) e si avvale dell’interpretazione di giovani attori italiani che nulla hanno da invidiare ai colleghi americani: particolarmente intense le prove di Favino e Rossi Stuart (i dialoghi in romanesco stretto fra i due sono da brivido), e quella di uno Stefano Accorsi, in un ruolo finalmente diverso dal solito clichè. È un film corale, in cui tutti lasciano qualcosa di sé, fanno una brevissima apparizione anche il regista e l’autore dell’omonimo romanzo( si riconosce De Cataldo nel magistrato che legge la sentenza di condanna). La storia degli amici borgatari in cui il sentimento della solitudine, il desiderio di rendere l’amicizia “famiglia”, la paura dell’abbandono e il rancore che generano una violenza spietata senza fine e senza soluzione, è tutta italiana, pur strizzando l’occhio a ganster-movie hollywoodiani come “Sleepers” e “C’era una volta in America”. Le allusioni alla connivenza tra Stato e criminalità organizzata, che ha caratterizzato e determina ancora la politica italiana, colpisce come uno schiaffo chi ha vissuto da ragazzo quei drammatici episodi ancorato al proprio idealismo e cieco di fronte all’intricato intreccio dei tanti misteri del nostro Paese. Lo sfondo politico-sociale rappresentato dal film non è privo di difetti, non sempre tutto è chiaro ( la strage di Bologna, ad esempio), certamente è un’ impresa titanica sintetizzare in una sola opera i ventanni più significativi della nostra storia recente. Rrestano intense le emozioni suscitate dalla sovrapposizione della storia personale dei protagonisti a quella della generazione che ha condiviso quei momenti, e si esce dal cinema storditi e anche un po’ malinconici.
andreapau 11/10/2005 11:24:51 » Rispondi cio' che si puo' perdonare a un film hollywoodiano è dovuto principalmente alla distanza emotiva da molte vicende americane che ci sono pervenute attraverso il cinema e che non abbiamo vissuto.non capisco sinceramente come possiate perdonare la superficialità in un film che,SENZA SPIEGARE,butta nel calderone una marea di indizi di collusione e compartecipazione ai venti anni piu' bui del dopoguerra italiano.la chiave del film,ovvero la collusione che ha reso possibile l'esistenza per venti anni di una banda criminale,è ridotta a accessorio di contorno.imperdonabile.
dejan1978 12/10/2005 00:35:33 » Rispondi il film ti da emozioni e questa la cosa importante un film serve a questo vero!?e romanzo criminale ci riesce, il contesto politico sociale (apparte che è impossibile sintetizzarlo in 2 ore difilm)secondo me non fa parte degli obiettivi con cui è stato creato il film perciò volutamente trascurato...hi!;-)
Pasionaria 12/10/2005 13:27:21 » Rispondi Il film, Andrea, è tratto da un romanzo, non deve spiegare nel dettaglio proprio niente, non è un reportage sulle vicende politiche italiane, per quello ci sono programmi giornalistici specifici. Racconta una storia e narrandola bene ci emoziona, tutto qui.
andreapau 12/10/2005 15:38:18 » Rispondi senti,non so proprio cosa dirti.contenta tu
maremare 11/10/2005 22:34:14 » Rispondi hai visto che bravi Rulli e Petraglia?
Pasionaria 12/10/2005 13:21:45 » Rispondi Si, non era facile sceneggiare il romanzo. E' un grande film, che mi ha fatto trascorrere quasi tre ore in apnea. Tutti gli attori bravissimi, lo stesso ritmo incalzante crea una tensione, talvolta, insostenibile. Ripeto bello, bello, bello.
°°°MaRi 13/10/2005 00:45:31 » Rispondi Premetto che ho votato 7 a questo film: mi è piaciuto. Ma il fatto che è tratto da un romanzo non è un dettaglio, anzi, in casi come questo, direi che è una determinante non trascurabile. Il ritratto dei personaggi, nonchè la vicenda, risentono infatti nel film di una sorta di banalizzazione e semplicizzazione che tolgono fascino ad un soggetto davvero interessante e rivoluzionario: ripeto cari Amici, leggete il libro... e se non vi va, ne basterà leggere un paio di capitoli per capire ciò a cui faccio riferimento... Sempre se vi interessano i retroscena... Altrimenti accontentatevi del film con i suoi vuoti narrativi ed i suoi riadattamenti poco felici. Che comunque, non nego, è emozionante.
°°°MaRi 13/10/2005 00:46:14 » Rispondi Premetto che ho votato 7 a questo film: mi è piaciuto. Ma il fatto che è tratto da un romanzo non è un dettaglio, anzi, in casi come questo, direi che è una determinante non trascurabile. Il ritratto dei personaggi, nonchè la vicenda, risentono infatti nel film di una sorta di banalizzazione e semplicizzazione che tolgono fascino ad un soggetto davvero interessante e rivoluzionario: ripeto cari Amici, leggete il libro... e se non vi va, ne basterà leggere un paio di capitoli per capire ciò a cui faccio riferimento... Sempre se vi interessano i retroscena... Altrimenti accontentatevi del film con i suoi vuoti narrativi ed i suoi riadattamenti poco felici. Che comunque, non nego, è emozionante.
maremare 13/10/2005 01:04:25 » Rispondi ti ricordo che de cataldo ha partecipato alla sceneggiatura e quindi, non solo approvato, anche contribuito all'adattamento cinematografico del suo romanzo. ripeto che forse due capitoli come fu per 'la meglio gioventù' avrebbero contribuito a delineare meglio gli intrecci e i personaggi ma la scelta registica è stata differente.
andreapau 13/10/2005 09:31:52 » Rispondi la scelta registica è stata errata.è puro,semplice e lampante.e il fatto che lo scrittore abbia approvato l'adattamento non significa nulla.ognuno ha il suo prezzo