Interessante commedia nera di Baird, con un McAvoy che mi ha convinto ben più delle sue interpretazioni più note, qui nel ruolo di un poliziotto scozzese totalmente privo di etica che fa di tutto per arrivare alla promozione, è un film che scende nei meandri di una nazione egocentrica e scorbutica, che mette in evidenza un contesto costantemente marcio, come il suo protagonista, che sguazza in mezzo a queste opportunità, riuscendo, tra una malefatta e l'altra, anche ad analizzarne bene la psiche, i problemi e le debolezze, spesso volutamente nascoste, McAvoy qui catalizza l'attenzione con la sua presenza scenica e la sua recitazione istrionica, tra i problemi familiari, e l'arrivismo lavorativo, fin da subito introducendo con un montaggio serrato i suoi colleghi, o competitor se vogliamo, spesso tratteggiati in maniera macchiettistica, tra il poliziotto violento con tendenze nostalgiche a quello totalmente tonto, andando poi a mostrare gli stravizi, l'alcolismo, la dipendenza da cocaina, un'etica inesistente, come si vede nella scena in cui trova la minorenne e vuole farsi praticare del sesso orale per non spifferare tutto al padre, le tendenze adultere, anche nei confronti di donne sposate con suoi amici, una serie di comportamenti sopra le righe di facciata che col passare del minutaggio mostrano tutta la debolezza che il personaggio vuole coprire, un uomo solo ed isolato dal contesto, che riesce ad avere il minimo rapporto solo con un suo amico altrettanto problematico, con un carattere diametralmente opposto al suo, un Eddie Marsan come al solito estremamente convincente e che si dimostra un caratterista di assoluto livello, la seconda parte di film va verso la presa di consapevolezza, sia del personaggio, che dello spettatore, dei problemi di fondo, non rinunciando tuttavia a gustose scene parecchio sopra le righe, che enunciano lo stile postmoderno del film.