Il capolavoro di Carpenter e per quanto mi riguarda uno degli horror più belli di sempre, "The thing" è una magistrale lezione di suspense, un lavoro registico pressoché perfetto che valorizza una storia basica ma efficace, Carpenter scatena tutto il suo genio creativo in un'opera tra la fantascienza, quella cattiva derivante dalle paranoie degli anni cinquanta, tanto che esiste un'altra versione proprio di quegli anni, al body horror di natura più splatter. Fin dalla prima sequenza, con quell'husky inseguito da dei militari in elicottero che provano a tutti i costi a farlo fuori, una situazione apparentemente esagerata che mette sull'attenti lo spettatore, un pericolo nascosto all'interno di questo simpatico ed apparentemente innocuo cagnolino, che pian piano conquisterà questa base, ambientato in Antartide, in un posto sperduto e che crea grosse difficoltà di sopravvivenza al di fuori delle basi militari, questo elemento accresce incredibilmente la soffocante sensazione di essere in trappola, le infinite distese bianche pongono lo spettatore in uno stato di inquietudine in cui la speranza sembra affievolirsi col passare del minutaggio, ma l'elemento ancora più incredibile è come Carpenter sia riuscito a creare quella sensazione di sospetto, di non potersi fidare di nessuno, tramite il semplice meccanismo narrativo dell'alieno che si impossessa dei corpi dei membri della base, replicandone perfettamente l'aspetto ed il carattere, è qui che il film gioca le sue migliori carte, nella sensazione di essere sempre in pericolo, gente che impazzisce di botto, ma anche gente che rimane calma e potrebbe nascondere il suo essere un sanguinolento alieno che vuole conquistare il mondo.
Un'ottima prima parte serve a ricollegare tutti i tasselli mancanti, dopo questo immotivato attacco dei militari norvegesi, i svariati indizi disseminati, compresa la loro base rasa al suolo, in un apparente atto di follia, creano un grosso mistero attorno alle circostanze, ma la sceneggiatura è veloce a chiarire quello che sta succedendo, qui lo spettatore è informato quanto i personaggi, il momento in cui il cane rientra nella gabbia massacrando i suoi simili e facendo palesare per la prima volta questa mostruosa creatura, chiarisce il tutto, la seconda parte è invece magistrale, siamo a livelli straordinari, una sequenza più bella dell'altra, tra la scena del defibrillatore, con forse un piccolo debituccio nei confronti di Alien, in cui l'orrore esplode violentemente in faccia allo spettatore, a quella che considero una delle scene più tese di tutti i tempi, quella del test del sangue, con Kurt Russell, che ha preso il comando della situazione, che per smascherare la cosa preleva un campione di sangue da tutti i membri della base, la tensione che si taglia a fettine ogni volta che avvicina quel maledetto ago riscaldato al sangue, Carpenter è straordinario nel dilatare i tempi, nello giostrare splendidamente dialoghi, musica - tra l'altro, del grandissimo Ennio Morricone, altra sua composizione straordinaria - ed esplosioni di orrore, che si fanno aspettare il giusto tempo per tenere lo spettatore senza fiato.
Il finale è pure una meraviglia, un exploit splatter con la creatura che si manifesta in una delle sue forme gigantesche ed i superstiti che compiono come un sacrificio finale, bruciando tutto e restando intrappolati in queste rigide distese di neve al freddo e senza la minima speranza di sopravvivere, provando a tutelare il genere umano prima che la cosa arrivi in zone dove può facilmente diffondersi, un finale nero e disperato, a coronare un film straordinario.