Buonissimo film che mischia intelligentemente una componente da thriller paranoico con una forte critica sociale, "The Stepford Wives" contiene tanti argomenti da film di denuncia, tramite la storia di questa famigliola, col marito che decide di trasferire tutta la famiglia da New York al villaggio di Stepford, un po' il classico sobborgo per gente ricca con la puzza sotto il naso, nel quale la moglie, giovane donna con la passione per la fotografia, che vuole intraprendere una carriera nel settore, fa fatica ad ambientarsi.
Tanti sono gli elementi che espongono chiaramente la critica sociale in questione, è per ovvie ragioni un film femminista, che fa riflettere sulla figura della donna nell'ambito della relazione e della convivenza, il suo ruolo nella famiglia, relegato e degradato, già a partire dalla scelta del marito, che pone la domanda alla moglie una volta che ha già scelto, fino alla società di uomini presente nel posto, la svolta thriller avviene una volta arrivati in questa apparentemente paradisiaca Stepford, nella quale la protagonista nota un comportamento insolito da parte delle mogli, le quali sono estremamente dedite ai lavori di casa, mai in conflitto coi mariti ed hanno tutte atteggiamenti simili, arrivando a rinunciare alle proprie passioni per favorire le scelte del marito - come si vede nella donna che fa togliere il campo da tennis tanto voluto da lei per far mettere la piscina che voleva il marito - un atteggiamento che col passare del minutaggio diventa sempre più inquietante, nel quale la protagonista e la nuova vicina, continuano ad indagare, essendo sempre più insospettite da questi comportamenti ambigui, è un film che riesce a gestire bene la tensione e col passare del minutaggio aumenta la viscerale paranoia dovuta a tanti piccoli elementi di sospetto, dai disegni fatti alla donna, alla richiesta di pronuciare diverse parole del dizionario, sfociando in una seconda parte nella quale la protagonista vede costantemente stringere il cerchio attorno a sé, con la paura di essere destinata a fare la fine delle altre donne, quello che viene considerato il colpo di scena finale, in realtà spoilerato dal titolo italiano, diventa una chiara metafora femminista dell'influenza patriarcale che sottopone le donne ad un forzato conformismo, gli elementi come la minuziosa cura stessa del loro aspetto, in fondo derivano da questa pressione subita, la perdita di ambizioni e passioni a favore del lavoro domestico e della docilità nei confronti del marito, sono espressione di un antico retaggio culturale di cui ancora la società si porta le reminiscenze - quando va bene, quando va male invece è più presente che mai - , devo dire, che specialmente sotto questo punto di vista mi ha soddisfatto parecchio, con l'amaro finale che è la ciliegina sulla torta di un film cattivo, paranoico e schietto.