Uno dei meno riusciti di Corman, con una produzione travagliatissima, l'ho trovato un film un po' troppo confusionario, con un canovaccio slegato che tende continuamente a ribaltare le situazioni senza un reale senso logico, probabilmente a causa del continuo avvicendarsi di registi diversi durante la produzione, vi è una parte centrale che risulta confusa, una mole di personaggi abbastanza ampia che contribuisce a creare questa confusione, tra i tipici argomenti della filmografia di Corman, un passato che ritorna, la morte, costantemente presente nella quotidianità, vendette premeditate da tempo, rimorsi e conseguenze psicologiche che portano fino alla psicosi, la ricostruzione scenografica tutto sommato è di buon valore, è un film meno spettrale del solito, considerando il genere, con diverse scene diurne sulla spiaggia dove la visuale è dominata da questo grande castello gotico ed i classici interni pieni di gingilli vetusti, con anche la cripta che incute un certo timore, nella seconda parte si trasforma in una storia d'amore morbosa, in cui amore e morte si mischiano in una vicenda torbida e disperata, ma la realizzazione non è delle migliori, basti guardare la fuga finale dal castello con la caduta di queste scenografi un po' troppo di polistirolo.
E poi c'è l'incontro tra due leggende della recitazione, due generazioni totalmente diverse, Karloff, ormai vecchio, dopo centinaia di pellicole, e Nicholson, appena venticinquenne, sicuramente acerbo, non era il Nicholson che vedremo più avanti - che probabilmente inizia tra il 68 ed il 70 con filmoni come "Easy Rider" e "Five Easy Pieces" - ma in ogni caso regalano degli bei momenti nei loro frequenti dialoghi, tuttavia, il film in sé è molto modesto e dimenticabile.