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THE WICKER MAN (1973) regia di Robin Hardy

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stratoZ     9 / 10  13/11/2025 16:54:10 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Il folk horror per eccellenza e personalmente uno dei miei film di genere preferiti, Robin Hardy mette in scena un delirante e tremendamente inquietante viaggio all'interno dei culti pagani, ancora vivi in questa isoletta al largo della Scozia, nel quale viene mandato questo sergente per indagare sulla scomparsa di una ragazzina, venendo immediatamente a contatto con questa comunità, chiusa e totalmente fuori di testa per gli standard morali del poliziotto, che incarna l'uomo puritano e cristiano, ogni dialogo, ogni elemento fuori posto, infittiscono un mistero che diventa sempre più torbido, il quadro che celebra il raccolto mancante dell'anno prima all'interno della locanda, le informazioni apparentemente sbagliate date sulla madre della bambina, il posto vuoto nei banchi di scuola, la crescente omertà di ogni abitante del posto, che contagia anche i più piccoli, creano una forte spirale di inquietudine, ma è l'elemento registico di Hardy che eleva la qualità del film, il suo orrore anticonvenzionale riscrive le regole tramite una messa in scena luminosa, per un film quasi del tutto ambientato di giorno dove l'angoscia emerge tramite atti apparentemente innocenti che spingono lo spettatore a percepire inconsciamente il disagio ed il fanatismo di fondo, le numerose canzoni, di carattere quasi bambinesco, le filastrocche a cui assiste il protagonista, come la bellissima scena al di fuori della scuola nella quale i bambini cantano inquietantemente questo ritornello sul ciclo della vita, in bilico tra l'idilliaco ed il macabro, è un perfetto esempio del contrasto che si viene a creare, il continuo girare a vuoto del protagonista, in mezzo alle persone del posto, riluttanti alla collaborazione, è estremamente logorante, specie per gli standard fin troppo lontani, delle persone del posto, che arrivano a non riconoscere l'autorità del sergente e considerano Lord Summerisle, la vera autorità del posto.

Se la prima parte è una splendida e labirintica indagine all'interno di questa singolare comunità, è nella parte finale, tramite una sequenza più bella dell'altra, che esplode la soffocante angoscia, il guasto al motore del sergente, incapacitato a tornare a casa, è il primo sintomo di un cerchio che inizia a chiudersi attorno a lui, aumentando tremendamente la tensione, sfociando poi nelle pittoresche danze della festa del maggio in cui tutti gli isolani si vestono da animali e iniziano le loro pratiche, tra un folklore apparentemente giocoso e qualche momento particolarmente macabro, arrivando al colpo di scena finale, meravigliosamente gestito, nel quale lo spettatore viene divorato sempre di più dall'angoscia e da una claustrofobica sensazione data dal comportamento cieco di questa comunità, totalmente asservita ai riti tradizionali del posto ed alla parola di Lord Summerisle, un Christopher Lee inquietante e meravigliosamente in parte.

"The Wicker Man" è un colosso dell'horror, uno dei film più influenti del genere, di cui ancora oggi riecheggia la grandezza, chiedete ad Ari Aster e Robert Eggers, un film in cui non si vede una goccia di sangue, prevalentemente ambientato di giorno ma che riesce ad angosciare in maniera incredibile, tirando in mezzo anche tematiche interessanti, su tutte il contrasto tra la civiltà pagana, la cieca obbedienza ai loro riti estremi, una concezione del sesso e della nudità totalmente distante dai canoni occidentali ed il puritanesimo del sergente, cristiano devoto, perfetta pedina per un punto di vista inconciliabile col resto dell'isola, e poi le ambientazioni, la splendida isoletta remota della Scozia, con i suoi verdi colli e le antiche taverne, la colonna sonora piena di pezzi folk, con quella componente inquietante che si sposa perfettamente con i risvolti del film, il perfetto finale, che chiude in maniera impeccabile un viaggio immersivo che porta con sé una paura recondita e viscerale, film straordinario.