L'esordio di Eggers è uno degli horror più belli del nuovo millennio, un folk horror sublime, con una componente visiva incantevole, una trama in realtà esile, ma terribilmente efficace nel trasmettere la sensazione di strisciante terrore che si insidia all'interno della famigliola, ed una tensione che cresce in maniera esponenziale.
Una famigliola abbastanza numerosa, originaria dell'Inghilterra, ma che ora vive nel New England, si trasferisce in una casa isolata nel bosco dopo essere stata allontanata dalla piantagione in cui lavorava il padre, per via della sua estrema devozione nell'intepretare la religione, da qui iniziano ad accadere strani avvenimenti, il primo è la scomparsa del figlio più piccolo, appena nato e che era stato portato da Thomasin, la sorella maggiore, a fare una passeggiata nei pressi del bosco, questo innesca una reazione a catena che andrà progressivamente a degenerare e creare grossi contrasti all'interno della famiglia che finiranno nella maniera più tragica, gettando il tutto in un vorticoso delirio tra lo psicodramma ed il sovrannaturale, accentuando il forte contrasto tra l'estrema fede religiosa del padre e gli avvenimenti demoniaci in atto, Eggers fa un lavoro encomiabile nell'escalation di terrore che pervade il posto, gettando piccole suggestioni ogni volta, dall'inquietante comparsa del caprone nero al latte sporco di sangue, ma è incredibile la messa in scena che valorizza enormemente il film, la fotografia, fosca e desaturata negli esterni, mostra una natura inospitale, con alberi secchi ed un bosco cupo quanto misterioso, assieme ad un raccolto magro che non permette la sopravvivenza necessaria alla famiglia, tutto valorizzato da campi larghi di natura pittorica, con una composizione del quadro straordinaria, che può ricordare alcuni dipinti di Caspar Friedrich, così come gli interni, nelle scene al buio con le candele ad illuminare i volti dei personaggi, regalando meravigliosi chiaroscuri, fino alle scene all'interno del fienile dove prevale la composizione triangolare, regalando una bellezza formale che affascina terribilmente, in contrasto con la crudeltà delle scene a cui si assiste, come la terribile morte del fratellino che vomita una mela intera, o la degenerazione finale della madre che ormai impazzita per via dei numerosi traumi si scaglia contro la figlia.
E poi c'è la parte di natura surreale, i continui incubi che porteranno i personaggi alla psicosi, come la visione della madre che è convinta di allattare il suo figliolo scomparso ma che in realtà ha un corvo che le sta beccando il petto, scena agghiacciante, e per finire un finale perfetto, che regala una delle scene più belle di un film già estremamente evocativo, con il sabba finale illuminato dal fuoco e le donne dedite al demonio che si librano leggiadre per il rito d'iniziazione.
Film clamorosamente bello, che ha il merito di aver riportato in voga il folk horror nel nuovo millennio, basti vedere cosa è venuto dopo, e che regala una suggestione straordinaria, addentrandosi nell'orrore del periodo.